91 Il Presidente cav. Giovanni Chini
Il “Presidente della Banda” sembrerebbe una figura molto lontana dalla realtà del singolo musicante, quella del nostro non è proprio così; In questo articolo infatti vorremmo chiamarlo per nome proprio come siamo abituati a fare durante le nostre attività. Giovanni, viene eletto dall’assemblea dei musicanti (come da articolo dello statuto) nel 1978, in seguito alla morte del suo predecessore, rag.Pietro Ducoli, deceduto prematuramente dopo 15 anni di presidenza dell’associazione. Il suo nome viene proposto dall’Amministrazione Comunale come persona retta e impegnata su più fronti, dal servizio pubblico al volontariato.
Il Presidente Cav. Giovanni Chini incontra il Papa a Borno
Negli anni ’50 collaborò intensamente con il compianto don Guido Maurilio Turla per la realizzazione della Chiesa “Madonna degli Alpini”; Svolse l’incarico di Consigliere Comunale per ben quattro legislature nel partito della Democrazia Cristiana e contemporaneamente fu Assessore ai Lavori Pubblici al BIM di Vallecamonica; Nei primi anni ’70 viene eletto Capogruppo degli Alpini di Darfo e tuttora è Vicepresidente della sez. Vallecamonica che conta al suo interno circa 5.500 iscritti.
Per questi incarichi, Giovanni è persona molto nota nel comune di Darfo ed è proprio per questo che piace subito anche ai musicanti della banda, così da essere eletto in prima votazione quasi alla totale unanimità.
Uno dei meriti che a Giovanni si possono attribuire, è la capacità di stare a proprio agio anche con persone molto più giovani di lui; sì, perché se nel 1978 l’età media dei musicanti era di 45 anni, piano piano si è ridotta fino agli attuali 23.
La differenza di età tra lui e la stragrande maggioranza dei musicanti, compresi i consiglieri, non è da sottovalutare. Le idee e l’esperienza di uomini che come Giovanni hanno vissuto anni duri e di sofferenza (come non ricordare quel nodo alla gola che lo attanagliava quando, al ritorno da uno dei nostri gemellaggi in Germania, passammo dalla strada che lo aveva riportato a casa dopo anni di prigionia nei campi di concentramento) sono notevolmente diverse dalle nostre più giovani, eppure a lui dobbiamo la grande libertà di decisione che non ci ha mai negato in questi lunghi anni di presidenza ,anni in cui la banda si è evoluta a passi da gigante.
Nonostante ciò, alcuni consiglieri ricordano con simpatia le dispute durante i consigli, che si prolungavano a volte fino a tarda notte, quando c’era da decidere se acquistare o no uno strumento; i soldi erano davvero pochi e l’acquisto in quell’anno voleva dire arrivare al 31 dicembre con qualcosa ancora in cassa oppure sottozero; capite bene il significato che poteva avere questo per il Presidente che doveva risponderne all’Amministrazione Comunale.
Qualcun'altro si ricorda di come nei primi anni della sua presidenza, ora lo possiamo dire, non era poi così convinto della sua banda, ma ascoltava con ammirazione altre realtà del territorio molto più folkloristiche di noi. Col tempo, poi, siamo riusciti ad emozionarlo e renderlo così orgoglioso della sua banda, tanto da concedere ancora molta disponibilità, nonostante da qualche anno sia forte la volontà di ritirasi per godere un po’ di quella tranquillità che persone come lui non si concedono facilmente.
Orgoglio che traspare tutti gli anni quando è chiamato a scrivere l’articolo di apertura sul giornalino Semibreve, e parla della sua banda con la felicità e la consapevolezza di chi sta presentando un segno concreto di impegno giovanile nella completa gratuità.
Grosso merito si deve a lui anche per la presenza negli anni compresi tra il 1979 e il 1983 del gruppo di majorettes, che in quel periodo allietarono le manifestazioni alle quali era chiamata la banda; fu veramente un successo, ma per molti motivi, non per ultimo la mancanza di ragazze disponibili, non fu possibile continuare.
Di Giovanni non possiamo certo dire sia una persona prolissa, chiunque abbia avuto modo di ascoltarlo nei discorsi a Santa Cecilia (la festa annuale dei bandisti) o durante il concerto di Natale certo non si sarà stancato, ma siamo convinti che è meglio essere concisi e trasmettere l’emozione della semplicità piuttosto che la noia di discorsi sterili.
Nonostante egli ci solleciti di trovare un suo successore più giovane, noi siamo e saremo lieti di averlo sempre vicino a noi, proprio perché è forte nella nostra associazione la volontà di mantenere stretti i legami tra gioventù, novità, futuro e origini, tradizione e saggezza.
Per questi incarichi, Giovanni è persona molto nota nel comune di Darfo ed è proprio per questo che piace subito anche ai musicanti della banda, così da essere eletto in prima votazione quasi alla totale unanimità.
Uno dei meriti che a Giovanni si possono attribuire, è la capacità di stare a proprio agio anche con persone molto più giovani di lui; sì, perché se nel 1978 l’età media dei musicanti era di 45 anni, piano piano si è ridotta fino agli attuali 23.
La differenza di età tra lui e la stragrande maggioranza dei musicanti, compresi i consiglieri, non è da sottovalutare. Le idee e l’esperienza di uomini che come Giovanni hanno vissuto anni duri e di sofferenza (come non ricordare quel nodo alla gola che lo attanagliava quando, al ritorno da uno dei nostri gemellaggi in Germania, passammo dalla strada che lo aveva riportato a casa dopo anni di prigionia nei campi di concentramento) sono notevolmente diverse dalle nostre più giovani, eppure a lui dobbiamo la grande libertà di decisione che non ci ha mai negato in questi lunghi anni di presidenza ,anni in cui la banda si è evoluta a passi da gigante.
Nonostante ciò, alcuni consiglieri ricordano con simpatia le dispute durante i consigli, che si prolungavano a volte fino a tarda notte, quando c’era da decidere se acquistare o no uno strumento; i soldi erano davvero pochi e l’acquisto in quell’anno voleva dire arrivare al 31 dicembre con qualcosa ancora in cassa oppure sottozero; capite bene il significato che poteva avere questo per il Presidente che doveva risponderne all’Amministrazione Comunale.
Qualcun'altro si ricorda di come nei primi anni della sua presidenza, ora lo possiamo dire, non era poi così convinto della sua banda, ma ascoltava con ammirazione altre realtà del territorio molto più folkloristiche di noi. Col tempo, poi, siamo riusciti ad emozionarlo e renderlo così orgoglioso della sua banda, tanto da concedere ancora molta disponibilità, nonostante da qualche anno sia forte la volontà di ritirasi per godere un po’ di quella tranquillità che persone come lui non si concedono facilmente.
Orgoglio che traspare tutti gli anni quando è chiamato a scrivere l’articolo di apertura sul giornalino Semibreve, e parla della sua banda con la felicità e la consapevolezza di chi sta presentando un segno concreto di impegno giovanile nella completa gratuità.
Grosso merito si deve a lui anche per la presenza negli anni compresi tra il 1979 e il 1983 del gruppo di majorettes, che in quel periodo allietarono le manifestazioni alle quali era chiamata la banda; fu veramente un successo, ma per molti motivi, non per ultimo la mancanza di ragazze disponibili, non fu possibile continuare.
Di Giovanni non possiamo certo dire sia una persona prolissa, chiunque abbia avuto modo di ascoltarlo nei discorsi a Santa Cecilia (la festa annuale dei bandisti) o durante il concerto di Natale certo non si sarà stancato, ma siamo convinti che è meglio essere concisi e trasmettere l’emozione della semplicità piuttosto che la noia di discorsi sterili.
Nonostante egli ci solleciti di trovare un suo successore più giovane, noi siamo e saremo lieti di averlo sempre vicino a noi, proprio perché è forte nella nostra associazione la volontà di mantenere stretti i legami tra gioventù, novità, futuro e origini, tradizione e saggezza.
Diplima d'Onore conferito al Cav. Giovanni Chini nel 1996 per i vent'anni di presidenza