56 La rivoluzione della fine anni '60: La prima ragazza entra nelle file della Banda
Sull’onda delle contestazioni sociali e della prima concreta emancipazione femminile, in quegli anni le ragazze fecero la loro prima apparizione nelle bande.
Delia Domestici, la prima nota "gentile" della nostra banda
Questa innovazione partì dalle città e poi via via, si allargò a macchia d’olio anche nelle bande di periferia ed infine, sfidando antichi pregiudizi morali e religiosi, approdò anche nelle bande di provincia e in quelle delle valli.
È il 1970 quando anche in Valle Camonica, e precisamente nella nostra Banda, inizia a suonare, come musicante effettivo, la flautista Delia Domestici.
Ma come ci ha raccontato lei stessa, la strada per arrivare a quella meta, fu irta di ostacoli.
Due anni prima intraprese l’apprendimento della musica con altre due ragazze che però, per diversi motivi, non riuscirono a concretizzare i loro studi con l’entrata nel corpo musicale: una dovette abbandonare perché la sua famiglia si trasferì, l’altra, quando ormai era pronta per il debutto, fu costretta a lasciare tutto per l’opposizione dei suoi genitori, e per il dissenso di parenti e amici.
Ma anche per Delia Domestici i primi anni non furono tranquilli, poiché dovette resistere alle costanti critiche che da più parti le venivano fatte: “Signore interessate” la seguivano di nascosto per sincerarsi della sua presenza alle prove (probabilmente non avevano di meglio da fare).
Persino il parroco di Darfo di quel periodo, in una omelia si schierò con i “benpensanti”, criticando la presenza di una ragazza in mezzo ad un organico formato da molti maschi.
Il padre infine, per far tacere le maldicenze, entrò a far parte come piattista nella banda per un periodo sufficiente a far cadere tutte le montature.
Ma fu senza alcun dubbio la grande passione per la musica che sorresse Delia a continuare nel suo difficile e pionieristico intento, incitata prima di tutto dai suoi insegnanti (Giuseppe Salvini, Maestro Direttore e Antonio Raco, Maestro del corso di orientamento musicale), e da tutti i giovani della banda, felici di avere fra le loro fila una rappresentante femminile.
Grazie alla costanza della nostra prima componente, altre giovani seguirono l’esempio fino ad arrivare ad oggi quando troviamo una rappresentanza femminile superiore a quella maschile.
Nei primi anni le ragazze sceglievano esclusivamente tra questi due strumenti: clarinetto e flauto, perché erroneamente ritenuti gli unici adatti al presunto sesso debole.
Negli anni successivi questo pregiudizio venne meno e le ragazze cominciarono ad orientarsi verso ogni tipo di strumento; oggi infatti troviamo, tra le nostre componenti, ragazze che suonano anche trombe, corni, saxofoni, percussioni, senza per questo sentirsi meno femminili.
All’inizio neppure i musicanti anziani vedevano di buon occhio l’entrata delle ragazze in banda perché pensavano che una volta “fatto il moroso” avrebbero abbandonato.
Il fatto di avere nell’organico ragazze da anni fidanzate e anche sposate smentisce questa credenza.
Da quegli anni, che alle nostre più giovani strumentiste sembrano lontanissimi, le donne hanno conquistato sempre più importanza nella nostra associazione. Le prime rappresentanti che entrarono a far parte del Consiglio Direttivo portarono con loro idee coraggiose e geniali, spirito d’iniziativa e quel tocco di ponderata saggezza che a volte mancava alla controparte maschile. Questo permise di perfezionare l’organizzazione e la funzionalità di quella “microsocietà”, cioè di quell’ambiente sociale riprodotto in piccolo, quale può essere una associazione “viva” come la nostra, che senza il contributo e l’apporto completo di tutte le sue componenti perderebbe di significato.
Gli elenchi periodici dei componenti parlano chiari, ormai la presenza femminile oltre che costante è anche massiccia e uniformemente distribuita.
Infatti scorrendo i nominativi e i relativi strumenti, balza all’occhio che l’unica famiglia per così dire inviolata è quella dei basso tuba, che forse per la mole o per chissà quale motivazione è ancora (nella nostra banda) prettamente maschile. Persino nel reparto percussioni, che come già citato era spesso lasciato come ultima scelta, le donne hanno rappresentato in un certo periodo la maggioranza.
È il 1970 quando anche in Valle Camonica, e precisamente nella nostra Banda, inizia a suonare, come musicante effettivo, la flautista Delia Domestici.
Ma come ci ha raccontato lei stessa, la strada per arrivare a quella meta, fu irta di ostacoli.
Due anni prima intraprese l’apprendimento della musica con altre due ragazze che però, per diversi motivi, non riuscirono a concretizzare i loro studi con l’entrata nel corpo musicale: una dovette abbandonare perché la sua famiglia si trasferì, l’altra, quando ormai era pronta per il debutto, fu costretta a lasciare tutto per l’opposizione dei suoi genitori, e per il dissenso di parenti e amici.
Ma anche per Delia Domestici i primi anni non furono tranquilli, poiché dovette resistere alle costanti critiche che da più parti le venivano fatte: “Signore interessate” la seguivano di nascosto per sincerarsi della sua presenza alle prove (probabilmente non avevano di meglio da fare).
Persino il parroco di Darfo di quel periodo, in una omelia si schierò con i “benpensanti”, criticando la presenza di una ragazza in mezzo ad un organico formato da molti maschi.
Il padre infine, per far tacere le maldicenze, entrò a far parte come piattista nella banda per un periodo sufficiente a far cadere tutte le montature.
Ma fu senza alcun dubbio la grande passione per la musica che sorresse Delia a continuare nel suo difficile e pionieristico intento, incitata prima di tutto dai suoi insegnanti (Giuseppe Salvini, Maestro Direttore e Antonio Raco, Maestro del corso di orientamento musicale), e da tutti i giovani della banda, felici di avere fra le loro fila una rappresentante femminile.
Grazie alla costanza della nostra prima componente, altre giovani seguirono l’esempio fino ad arrivare ad oggi quando troviamo una rappresentanza femminile superiore a quella maschile.
Nei primi anni le ragazze sceglievano esclusivamente tra questi due strumenti: clarinetto e flauto, perché erroneamente ritenuti gli unici adatti al presunto sesso debole.
Negli anni successivi questo pregiudizio venne meno e le ragazze cominciarono ad orientarsi verso ogni tipo di strumento; oggi infatti troviamo, tra le nostre componenti, ragazze che suonano anche trombe, corni, saxofoni, percussioni, senza per questo sentirsi meno femminili.
All’inizio neppure i musicanti anziani vedevano di buon occhio l’entrata delle ragazze in banda perché pensavano che una volta “fatto il moroso” avrebbero abbandonato.
Il fatto di avere nell’organico ragazze da anni fidanzate e anche sposate smentisce questa credenza.
Da quegli anni, che alle nostre più giovani strumentiste sembrano lontanissimi, le donne hanno conquistato sempre più importanza nella nostra associazione. Le prime rappresentanti che entrarono a far parte del Consiglio Direttivo portarono con loro idee coraggiose e geniali, spirito d’iniziativa e quel tocco di ponderata saggezza che a volte mancava alla controparte maschile. Questo permise di perfezionare l’organizzazione e la funzionalità di quella “microsocietà”, cioè di quell’ambiente sociale riprodotto in piccolo, quale può essere una associazione “viva” come la nostra, che senza il contributo e l’apporto completo di tutte le sue componenti perderebbe di significato.
Gli elenchi periodici dei componenti parlano chiari, ormai la presenza femminile oltre che costante è anche massiccia e uniformemente distribuita.
Infatti scorrendo i nominativi e i relativi strumenti, balza all’occhio che l’unica famiglia per così dire inviolata è quella dei basso tuba, che forse per la mole o per chissà quale motivazione è ancora (nella nostra banda) prettamente maschile. Persino nel reparto percussioni, che come già citato era spesso lasciato come ultima scelta, le donne hanno rappresentato in un certo periodo la maggioranza.
Una banda completa di donne americane
La Banda musicale di Darfo Boario Terme annovera tra i suoi componenti anche una rappresentante del gentil sesso. E' questa una nota gentile in un'organizzazione tradizionalmente monopolizzata dagli uomini.
Anche l’accesso al ruolo di Direttore, cosa che un tempo si stentava persino ad immaginare, è divenuto realtà grazie ad una musicante (figlia d’arte nonché dell’attuale maestro Alberti), uscita nientemeno che dalle nostre file, che da qualche anno è salita sulla pedana di “Maestra” della Banda Giovanile.
I problemi legati alla frequenza ci sono, ma non più che tra gli uomini.
E’ vero che la maternità spesso allontana, ma a volte passato qualche anno si ritorna.
Ci sono casi di bambini che cresciuti seguono i genitori e entrano a far parte dell’organico e il vivaio è abbastanza fornito visto che i figli dei musicanti attivi al momento sono 13 di cui 5 nati da coppie interamente “bandiste”.
In fin dei conti, consultando un qualsiasi dizionario viene riportato che BANDA è un sostantivo FEMMINILE.
I problemi legati alla frequenza ci sono, ma non più che tra gli uomini.
E’ vero che la maternità spesso allontana, ma a volte passato qualche anno si ritorna.
Ci sono casi di bambini che cresciuti seguono i genitori e entrano a far parte dell’organico e il vivaio è abbastanza fornito visto che i figli dei musicanti attivi al momento sono 13 di cui 5 nati da coppie interamente “bandiste”.
In fin dei conti, consultando un qualsiasi dizionario viene riportato che BANDA è un sostantivo FEMMINILE.