58 Attaccamento al dovere
Ci preme raccontare un episodio molto significativo di attaccamento alle responsabilità assunte da un bandista. Protagonista il consigliere nazionale dell’A.N.B.I.M.A. Maestro Antonio Raco (calabrese di nascita, camuno di adozione).
Nell’anno 1967 la nostra banda era diretta dal maestro Giovanni Ligasacchi, e stava preparando, per il giorno 16 Luglio, un concerto da eseguire al cinema S.Filippo.
Il maestro Raco in quegli anni aveva ottenuto dal provveditorato l’incarico di istruttore al corso di orientamento musicale della Banda Cittadina.
Sempre nello stesso periodo, vi era una endemica mancanza di percussionisti che si adattassero a suonare la grancassa, strumento ritenuto a torto di scarsa importanza e che invece era quasi sempre indispensabile per il buon andamento ritmico dell’insieme. Proprio prima del concerto sopra nominato il cassista in carica venne improvvisamente a mancare, ragion per cui il direttore Ligasacchi, d’accordo con il Presidente, Pierino Ducoli, chiese al Maestro Raco di sostituirlo. Il Maestro Raco accettò di buon grado, presentandosi regolarmente alla prova generale del sabato 15 Luglio. Purtroppo però il giorno del concerto, per un improvviso malore morì sua madre.
Il Maestro Raco telefonò immediatamente al Presidente: dopo averlo messo a conoscenza del triste evento che lo aveva colpito chiese di essere dispensato dall’impegno assunto. Il Ducoli, facendogli le più sentite condoglianze a nome suo e di tutta la banda lo informò, molto dispiaciuto, che il concerto sarebbe stato rimandato per l’impossibilità di trovargli un sostituto.
Fu così che, con il pianto nel cuore, il Maestro Raco decise che la sera avrebbe lasciato il capezzale della madre per recarsi al cinema S. Filippo di Darfo, ad adempiere al suo dovere di musicante. Egli contribuì (senza far notare il suo stato d’animo) alla buona riuscita del concerto della nostra banda. Il Maestro Antonio Raco in seguito fu insignito del titolo di Cavaliere Ufficiale per meriti artistici dal Presidente della Repubblica Italiana. Un titolo veramente meritato, non solo per episodi come quello descritto, ma soprattutto per l’impegno pluridecennale a favore delle bande di tutta la provincia di Brescia.
Nell’anno 1967 la nostra banda era diretta dal maestro Giovanni Ligasacchi, e stava preparando, per il giorno 16 Luglio, un concerto da eseguire al cinema S.Filippo.
Il maestro Raco in quegli anni aveva ottenuto dal provveditorato l’incarico di istruttore al corso di orientamento musicale della Banda Cittadina.
Sempre nello stesso periodo, vi era una endemica mancanza di percussionisti che si adattassero a suonare la grancassa, strumento ritenuto a torto di scarsa importanza e che invece era quasi sempre indispensabile per il buon andamento ritmico dell’insieme. Proprio prima del concerto sopra nominato il cassista in carica venne improvvisamente a mancare, ragion per cui il direttore Ligasacchi, d’accordo con il Presidente, Pierino Ducoli, chiese al Maestro Raco di sostituirlo. Il Maestro Raco accettò di buon grado, presentandosi regolarmente alla prova generale del sabato 15 Luglio. Purtroppo però il giorno del concerto, per un improvviso malore morì sua madre.
Il Maestro Raco telefonò immediatamente al Presidente: dopo averlo messo a conoscenza del triste evento che lo aveva colpito chiese di essere dispensato dall’impegno assunto. Il Ducoli, facendogli le più sentite condoglianze a nome suo e di tutta la banda lo informò, molto dispiaciuto, che il concerto sarebbe stato rimandato per l’impossibilità di trovargli un sostituto.
Fu così che, con il pianto nel cuore, il Maestro Raco decise che la sera avrebbe lasciato il capezzale della madre per recarsi al cinema S. Filippo di Darfo, ad adempiere al suo dovere di musicante. Egli contribuì (senza far notare il suo stato d’animo) alla buona riuscita del concerto della nostra banda. Il Maestro Antonio Raco in seguito fu insignito del titolo di Cavaliere Ufficiale per meriti artistici dal Presidente della Repubblica Italiana. Un titolo veramente meritato, non solo per episodi come quello descritto, ma soprattutto per l’impegno pluridecennale a favore delle bande di tutta la provincia di Brescia.