41 Storie di un suonatore "suonato" e di impellenti bisogni
Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale la sagra di Sant Obizio a Niardo durava tre giorni e la popolazione attendeva impaziente l’arrivo della “Musica” che doveva solennizzare la cerimonia religiosa e rallegrare l’intero paese. I bandisti più anziani si ricordano della calorosa accoglienza che veniva fatta loro accompagnata da abbondanti offerte di cibo e bevande. Molte volte infatti il Maestro Vasini si vedeva costretto a respingere i paesani che si accalcavano, muniti di secchi di rame colmi di vino, attorno ai bandisti, per evitare che questi si “dissetassero” anzitempo. Fu durante una di queste sagre che Giacomo Chiarolini, suonatore di sax tenore, conobbe quella che sarebbe stata la sua futura moglie e di tanto in tanto, quando era in compagnia, soleva ripetere scherzosamente: “Sono andato a Niardo per suonare e, guarda caso, sono rimasto suonato!”.
Si racconta anche che durante una di queste processioni col Santo, mentre il corteo si inerpicava per le vie strette del paese recitando le orazioni, al tamburellista della Banda sopravvenne la necessità di assentarsi per soddisfare a impellenti bisogni fisiologici. Terminata la marcia in corso egli si staccò dal gruppo e iniziò la ricerca di un luogo “occulto” (cosa assai difficoltosa se si pensa a quanta gente affluisce al paese in questa occasione).
Dopo lungo e “doloroso” peregrinare finì per accomodarsi sotto una “gamba di vite” e diede il via al proprio lavoro. Nel frattempo la Banda, ripreso un po’ di fiato, cominciò un’altra marcia sfilando proprio nella stradina sottostante. L’eco giunse anche al musicante in altre faccende affaccendato che, rigido nel suo dovere, cominciò a scandire il tempo con la “tamburella” poggiata sul prato davanti a lui… Tutti i devoti sorpresi alzarono lo sguardo verso la fonte di quel ritmo melodioso e la delusione fu grande quando scoprirono che non era il “Coro degli Angeli” ad accompagnare la loro processione.
Si racconta anche che durante una di queste processioni col Santo, mentre il corteo si inerpicava per le vie strette del paese recitando le orazioni, al tamburellista della Banda sopravvenne la necessità di assentarsi per soddisfare a impellenti bisogni fisiologici. Terminata la marcia in corso egli si staccò dal gruppo e iniziò la ricerca di un luogo “occulto” (cosa assai difficoltosa se si pensa a quanta gente affluisce al paese in questa occasione).
Dopo lungo e “doloroso” peregrinare finì per accomodarsi sotto una “gamba di vite” e diede il via al proprio lavoro. Nel frattempo la Banda, ripreso un po’ di fiato, cominciò un’altra marcia sfilando proprio nella stradina sottostante. L’eco giunse anche al musicante in altre faccende affaccendato che, rigido nel suo dovere, cominciò a scandire il tempo con la “tamburella” poggiata sul prato davanti a lui… Tutti i devoti sorpresi alzarono lo sguardo verso la fonte di quel ritmo melodioso e la delusione fu grande quando scoprirono che non era il “Coro degli Angeli” ad accompagnare la loro processione.