28 Don Pietro Laini
Nacque a Lovere (Bg) il 16 maggio 1875 dall’avv. prof. Giov. Antonio e da Santina Grassi di Schilpario. Nella famiglia era già assai diffuso il talento della musica: il padre era pianista, la sorella Irma era un discreto soprano, il fratello Fiorino si diplomò in pianoforte, e ben presto anche in lui emerse una innata dote musicale, che poté coltivare frequentando l’accademia Tadini di Lovere.
Terminate le scuole elementari Pietro manifestò al padre la vocazione sacerdotale, e questi, nonostante fosse un cattolico liberale, assecondò la scelta ponendo però una sola condizione: non avrebbe dovuto comunque lasciare gli studi musicali.
Entrò in seminario a Brescia e poi fu trasferito a Belluno dove conquistò ottimi voti e grande fiducia dai superiori.
Fu ammesso agli ordini minori e nel 1899 fu ordinato a Bergamo da mons. Guindani.
Parallelamente, come promesso al padre, aveva continuato gli studi di pianoforte e organo e nel 1900 si diplomò “summa cum laude” al conservatorio di Venezia.
Dopo essere stato vicario e cooperatore in due parrocchie di Belluno e coadiutore nella parrocchia di S. Giovanni a Brescia, nel gennaio 1908 partecipò e stravinse il concorso per il posto di organista nella parrocchiale di Breno (posto lasciato dal maestro Ravelli) dove fu quindi trasferito con l’incarico di coadiutore del parroco Don Domenico Faustinelli.
A Breno fu vivissima presenza in parrocchia e in oratorio, ma soprattutto grande promotore e coordinatore di aittività musicali: dopo soli tre mesi dal suo ingresso in paese aveva già insegnato a cantori e suonatori la Messa del Messelet; nello stesso anno a luglio teneva in piazza il primo concerto con un nutrito programma; per la solennità della Assunta insegnò una messa facile ad una quindicina di ragazzi.
Terminate le scuole elementari Pietro manifestò al padre la vocazione sacerdotale, e questi, nonostante fosse un cattolico liberale, assecondò la scelta ponendo però una sola condizione: non avrebbe dovuto comunque lasciare gli studi musicali.
Entrò in seminario a Brescia e poi fu trasferito a Belluno dove conquistò ottimi voti e grande fiducia dai superiori.
Fu ammesso agli ordini minori e nel 1899 fu ordinato a Bergamo da mons. Guindani.
Parallelamente, come promesso al padre, aveva continuato gli studi di pianoforte e organo e nel 1900 si diplomò “summa cum laude” al conservatorio di Venezia.
Dopo essere stato vicario e cooperatore in due parrocchie di Belluno e coadiutore nella parrocchia di S. Giovanni a Brescia, nel gennaio 1908 partecipò e stravinse il concorso per il posto di organista nella parrocchiale di Breno (posto lasciato dal maestro Ravelli) dove fu quindi trasferito con l’incarico di coadiutore del parroco Don Domenico Faustinelli.
A Breno fu vivissima presenza in parrocchia e in oratorio, ma soprattutto grande promotore e coordinatore di aittività musicali: dopo soli tre mesi dal suo ingresso in paese aveva già insegnato a cantori e suonatori la Messa del Messelet; nello stesso anno a luglio teneva in piazza il primo concerto con un nutrito programma; per la solennità della Assunta insegnò una messa facile ad una quindicina di ragazzi.
Domande d'ammissione al Vecchio Corpo Musicale di Darfo. Sulla maggior parte di esse è riportato in matita l'esito dell'esame.
Nel 1909 fondò la “Filarmonica brenese” una scelta schola cantorum annessa alla banda: un complesso da fare invidia alla banda municipale di Breno.
Non si contano le presenze della “Filarmonica” nelle feste paesane e in tutta valle, occasioni per le quali Don Pietro non mancava di comporre dei pezzi sacri o profani, ma sempre semplici e accessibili al popolo: questo era il suo fermo proposito.
Non si contano le presenze della “Filarmonica” nelle feste paesane e in tutta valle, occasioni per le quali Don Pietro non mancava di comporre dei pezzi sacri o profani, ma sempre semplici e accessibili al popolo: questo era il suo fermo proposito.
In un documento dell’epoca leggiamo: “A questo umile sacerdote musicista va riconosciuto il merito inestimabile di aver promosso la musica sacra e profana nel popolo della Vallecamonica e di averlo fatto attuando le direttive lanciate dal Congresso Ceciliano Lombardo di Musica Sacra (Brescia 14/09/1909) che stipulò precise norme pastorali per le scholae cantorum, per le bande e per il suono artistico delle campane …”
Egli insegnò a tutti quelli che avevano passione per la musica, anche gratuitamente, spostandosi in treno o perfino a piedi per le lezioni.
Soleva ripetere: “Impara la musica, perché quando sei triste fai una suonata e ti passa”.
Egli visse di musica e l’amò fino alla fine della sua vita terrena.
Morì l’ 11 marzo 1967 alla veneranda età di 92 anni. La sua salma dopo un affollatissimo funerale, fu sepolta ad Angolo nella tomba di famiglia. Ma la sua memoria resterà viva nei secoli grazie alla splendida eredità che ci lascia un repertorio di quasi un centinaio di pezzi di musica sacra e profana, fra i quali ricordiamo la “Missa Melodica in onore della Beata Bartolomea Capitanio” a due voci uguali (1938) che ebbe l’onore di venire eseguita in San Pietro a Roma dal Perosi, uno dei maggiori compositori di musica sacra del nostro secolo. Fra le composizioni profane abbiamo ben 21 musicalizzazioni di colorite opere del poeta dialettale bresciano Angelo Canossi. Ancora oggi a Breno la gente anziana ricorda con tanta nostalgia le pastorali della notte di Natale del “suo Don Pietro”.
Egli insegnò a tutti quelli che avevano passione per la musica, anche gratuitamente, spostandosi in treno o perfino a piedi per le lezioni.
Soleva ripetere: “Impara la musica, perché quando sei triste fai una suonata e ti passa”.
Egli visse di musica e l’amò fino alla fine della sua vita terrena.
Morì l’ 11 marzo 1967 alla veneranda età di 92 anni. La sua salma dopo un affollatissimo funerale, fu sepolta ad Angolo nella tomba di famiglia. Ma la sua memoria resterà viva nei secoli grazie alla splendida eredità che ci lascia un repertorio di quasi un centinaio di pezzi di musica sacra e profana, fra i quali ricordiamo la “Missa Melodica in onore della Beata Bartolomea Capitanio” a due voci uguali (1938) che ebbe l’onore di venire eseguita in San Pietro a Roma dal Perosi, uno dei maggiori compositori di musica sacra del nostro secolo. Fra le composizioni profane abbiamo ben 21 musicalizzazioni di colorite opere del poeta dialettale bresciano Angelo Canossi. Ancora oggi a Breno la gente anziana ricorda con tanta nostalgia le pastorali della notte di Natale del “suo Don Pietro”.
Vecchio Corpo Musicale di Darfo con al centro il Maestro Gentili Vasini
Elenco dei musicanti e dei cantori con relativo compenso per il servizio a Fraine del 02/07/1923
Documenti manoscritti da Don Pietro Laini