76 Banda Benefica
Libro
Il concerto rimase comunque un sentito augurio per quei bambini e le loro famiglie. Ebbe fortunatamente maggior successo questo ultimo servizio di beneficenza a cui ora accenneremo.
Nel 1988 da Brescia arrivò alla sede della nostra Banda una circolare firmata dall’ing. Fausto Farser e dal maestro Giovanni Ligasacchi, rispettivamente Presidente e Direttore del Centro Giovanile Bresciano Educazione Musicale “Gioietta Paoli Padova”. Ne riportiamo alcuni stralci significativi: “Appello per l’offerta di strumenti musicali ai ragazzi del centro di educazione musicale della gioventù “Padre Giovanni Piamarta” di Fortaleza (Brasile)”. Questo complesso bandistico è stato ospite nel 1987 dell’istituto A rtigianelli di Brescia e ha tenuto concerti in città e in provincia, suscitando ovunque entusiasmo e simpatia. In tale occasione abbiamo avuto modo di renderci conto del pietoso stato degli strumenti musicali usati e ci siamo meravigliati di come potessero suonare. Dai loro racconti abbiamo conosciuto le difficoltà che incontrano per acquistare degli strumenti nuovi, in quanto in Brasile non esiste fabbrica di strumenti a fiato e pertanto devono fare i loro acquisti negli Stati Uniti o in Giappone, affrontando costi elevatissimi. Il centro di Fortaleza si occupa della scuola materna ed elementare per i più piccoli e della istruzione professionale per i più grandi. Il centro non è assolutamente in grado di acquistare nuovi strumenti musicali essendo in difficoltà per provvedere alle esigenze minime degli oltre 2.000 ragazzi che frequentano la missione. Per queste ragioni rivolgiamo un caloroso appello...”
Questo fece molto piacere ai nostri musicanti, perché avevano avuto la fortuna di conoscere personalmente i ragazzi della Bandiña quando erano stati ospitati nella “Casa di Spiritualità” ad Angolo Terme. Fra il maestro Costa Holanda e il nostro maestro Alberti c’era stato inoltre uno scambio di partiture, e al suo “Concerto augurale 1987” la Banda di Darfo aveva eseguito con successo la “Sequencia de Sambas n. 5”, composta dal maestro brasiliano (e arrangiata da Alberti per il suo organico) proprio per tener vivo il ricordo di questi simpaticissimi e bravissimi ragazzi.
Si decise subito di devolvere a favore dell’iniziativa l’intera somma che si sarebbe raccolta al concerto di Pasqua, che era già in programma per sabato 9 Aprile 1988, così si fece e le 303.000 lire raccolte furono inviate a Brescia. Questo gesto, che fu reso pubblico durante il concerto proprio per incrementare le offerte, suscitò numerose critiche, assolutamente legittime, da parte di chi non si spiegava perché, dopo aver tanto insistito e scomodato persone alla ricerca di fondi (specialmente poi nell’anno del centenario), si fosse deciso di rinunciare al ricavato di un concerto a favore di un’altra banda. I motivi di questa beneficenza vanno un po’ al di là del puro gesto economico.
In primo luogo, eravamo, e siamo tuttora, innanzitutto convinti del valore educativo che può avere, soprattutto per i numerosi ragazzi giovani del complesso, il fatto di essere stimolati a “regalare” un po’ del proprio tempo, dei propri studi e del proprio fiato, a chi è maggiormente nel bisogno. E nel caso della Bandiña, si trattava di ragazzi come loro! Un secondo motivo era, ed è, che la Banda, come si è più volte sottolineato in questo libro, è espressione del popolo, ed è quindi giusto che faccia da tramite anche per questo aspetto caritativo. Il fatto poi che all’interno del gruppo ci si aiuti per amicizia o si mettano in comune esperienze, fa sì che la Banda non venga sentita tanto come un dovere, ma come un modo per stare insieme con un impegno di fondo da portare avanti. Questo dà più significato all’associazione ed eleva il rendimento musicale con l’incremento di una maggior dose di entusiasmo. Altro motivo che spinse ad aderire alla iniziativa a favore della “Bandiña” è che era l’occasione buona per dire coi fatti che la musica non ha davvero frontiere né colore…, e augurarsi che questo non venga proclamato solo con la musica.
Questi sono alcuni fra gli ideali fondamentali delle bande moderne e sono importanti soprattutto per il fatto che l’età media dei musicanti in questi anni va sempre più abbassandosi. È giusto che l’ambiente della Banda si presenti come ambiente educativo e formativo per i ragazzi.
Leggendo un po’ più fra le righe nei documenti che testimoniano la storia della banda, emergono al di là della musica. delle note, del semplice suonare, molteplici aspetti altrettanto importanti per caratterizzare questa associazione. Di alcuni, quali “l’amore per il buon nostrano”, le varie lotte a sfondo ideologico o politico, le numerose scappatelle che gli anziani ci hanno ricordato negli aneddoti già si è fatto cenno, ma di uno. che pur si riscontra un po’ lungo tutta la vita del sodalizio, non se ne era finora mai parlato: si tratta dell’aspetto caritativo, della beneficenza, che si presenta sotto varie forme. Spesso sono stati proprio i musicanti a trovare fra gli amici della banda o nel corpo stesso, un aiuto, anche non necessariamente in denaro, nei momenti di particolare bisogno: agli anni di vera povertà infatti risalgono numerosi documenti, che non citiamo per discrezione, in cui si registra la donazione di qualche lira a famiglie o amici di musicanti, dove infermità o morte avevano colpito il capofamiglia o comunque qualche valido lavoratore.
Altre volte, e questo in anni più recenti, l’intero corpo ha voluto prestare gratuitamente servizio a particolari manifestazioni benefiche a favore di asili, oratori o altre associazioni. Anche qui citare esempi sminuirebbe il valore del gesto per cui ci limitiamo a riportare un estratto da un documento del 1919 che recita così: “4 agosto 1919: pagati ai musicanti per servizio gratuito occasione biglietti lotteria per ospitale litri 6 di vino” (con il quale non si saranno ubriacati più di tanto). Gli artefici di questo gesto, compiuto in un periodo certamente poco felice, avranno già ricevuto la loro ricompensa. Altro esempio significativo, di cui parlarono tutti i giornali della provincia, risale al 1966. Molti ricorderanno la tremenda carestia che colpi l’India agli inizi di quell’anno. Ebbene sul “Giornale di Brescia” del 23 Febbraio 1966 si legge: “… Il corpo bandistico di Darfo, per l’occasione rinforzato da musicanti della banda di Berzo Demo e di Pian Camuno, anch’esse sotto la direzione del maestro Bendotti di Darfo, per tutta la giornata di Domenica hanno improvvisato concerti musicali sulle piazze dei vari centri urbani del popoloso comune darfense ( .. ). Anche se oggi van più di moda altri generi di musica e di tipi bizzarri che la strimpellano, la tradizionale banda musicale che suona nella pubblica via sollecita però sempre notevole richiamo tra la nostra gente. Mentre appunto i musicanti, sfidando la pioggerella caduta in alcune ore della giornata, gonfiavano, i più, le gote per fare uscire le armoniose note degli “ottoni”, un gruppetto di studenti, con il cartellone “Pro India”; raccoglievano il denaro che la popolazione offriva loro (..)”.
In tutta la giornata fu raccolta la notevole cifra di L. 100.000 che il presidente Pietro Ducoli inviò al “Giornale di Brescia” che era, assieme alla Curia Vescovile di Brescia, copromotore dell’iniziativa. Per la cronaca in tutta la provincia furono raccolti grazie alla generosità della popolazione più di 150 milioni.
Un altro episodio ci porta in epoche ancora più recenti, e precisamente a martedì 15 gennaio 1985.
Il comitato di solidarietà per i minatori inglesi, che da più di un anno erano tenacemente in lotta per ottenere migliori condizioni di lavoro, invitò la nostra banda al Cinema Nuovo di Lovere per tenere un concerto insieme al Coro Luca Marenzio del Maestro Chiminelli. Era una iniziativa a favore dei 30 bambini, figli appunto di minatori inglesi, che erano ospitati ad Angolo Terme dal 12 al 26 gennaio di quell’anno. Stavolta non una fastidiosa pioggerella, ma una solenne nevicata (che proprio in quel giorno fece chiudere le scuole del Nord‑Italia e impegnò a Milano i Panther dell’esercito armati di lame spazzaneve) pur non riuscendo ad impedire ai prodi suonatori di giungere sul palco, intimorì il pubblico a tal punto che la nostra banda suonò per i suoi quindici ascoltatori.
Altre volte, e questo in anni più recenti, l’intero corpo ha voluto prestare gratuitamente servizio a particolari manifestazioni benefiche a favore di asili, oratori o altre associazioni. Anche qui citare esempi sminuirebbe il valore del gesto per cui ci limitiamo a riportare un estratto da un documento del 1919 che recita così: “4 agosto 1919: pagati ai musicanti per servizio gratuito occasione biglietti lotteria per ospitale litri 6 di vino” (con il quale non si saranno ubriacati più di tanto). Gli artefici di questo gesto, compiuto in un periodo certamente poco felice, avranno già ricevuto la loro ricompensa. Altro esempio significativo, di cui parlarono tutti i giornali della provincia, risale al 1966. Molti ricorderanno la tremenda carestia che colpi l’India agli inizi di quell’anno. Ebbene sul “Giornale di Brescia” del 23 Febbraio 1966 si legge: “… Il corpo bandistico di Darfo, per l’occasione rinforzato da musicanti della banda di Berzo Demo e di Pian Camuno, anch’esse sotto la direzione del maestro Bendotti di Darfo, per tutta la giornata di Domenica hanno improvvisato concerti musicali sulle piazze dei vari centri urbani del popoloso comune darfense ( .. ). Anche se oggi van più di moda altri generi di musica e di tipi bizzarri che la strimpellano, la tradizionale banda musicale che suona nella pubblica via sollecita però sempre notevole richiamo tra la nostra gente. Mentre appunto i musicanti, sfidando la pioggerella caduta in alcune ore della giornata, gonfiavano, i più, le gote per fare uscire le armoniose note degli “ottoni”, un gruppetto di studenti, con il cartellone “Pro India”; raccoglievano il denaro che la popolazione offriva loro (..)”.
In tutta la giornata fu raccolta la notevole cifra di L. 100.000 che il presidente Pietro Ducoli inviò al “Giornale di Brescia” che era, assieme alla Curia Vescovile di Brescia, copromotore dell’iniziativa. Per la cronaca in tutta la provincia furono raccolti grazie alla generosità della popolazione più di 150 milioni.
Un altro episodio ci porta in epoche ancora più recenti, e precisamente a martedì 15 gennaio 1985.
Il comitato di solidarietà per i minatori inglesi, che da più di un anno erano tenacemente in lotta per ottenere migliori condizioni di lavoro, invitò la nostra banda al Cinema Nuovo di Lovere per tenere un concerto insieme al Coro Luca Marenzio del Maestro Chiminelli. Era una iniziativa a favore dei 30 bambini, figli appunto di minatori inglesi, che erano ospitati ad Angolo Terme dal 12 al 26 gennaio di quell’anno. Stavolta non una fastidiosa pioggerella, ma una solenne nevicata (che proprio in quel giorno fece chiudere le scuole del Nord‑Italia e impegnò a Milano i Panther dell’esercito armati di lame spazzaneve) pur non riuscendo ad impedire ai prodi suonatori di giungere sul palco, intimorì il pubblico a tal punto che la nostra banda suonò per i suoi quindici ascoltatori.
Febbraio 1966: un articolo comparso sul "Giornale di brescia" celebra un concerto di beneficienza tenuto dalla nostra banda a Darfo
Il concerto rimase comunque un sentito augurio per quei bambini e le loro famiglie. Ebbe fortunatamente maggior successo questo ultimo servizio di beneficenza a cui ora accenneremo.
Nel 1988 da Brescia arrivò alla sede della nostra Banda una circolare firmata dall’ing. Fausto Farser e dal maestro Giovanni Ligasacchi, rispettivamente Presidente e Direttore del Centro Giovanile Bresciano Educazione Musicale “Gioietta Paoli Padova”. Ne riportiamo alcuni stralci significativi: “Appello per l’offerta di strumenti musicali ai ragazzi del centro di educazione musicale della gioventù “Padre Giovanni Piamarta” di Fortaleza (Brasile)”. Questo complesso bandistico è stato ospite nel 1987 dell’istituto A rtigianelli di Brescia e ha tenuto concerti in città e in provincia, suscitando ovunque entusiasmo e simpatia. In tale occasione abbiamo avuto modo di renderci conto del pietoso stato degli strumenti musicali usati e ci siamo meravigliati di come potessero suonare. Dai loro racconti abbiamo conosciuto le difficoltà che incontrano per acquistare degli strumenti nuovi, in quanto in Brasile non esiste fabbrica di strumenti a fiato e pertanto devono fare i loro acquisti negli Stati Uniti o in Giappone, affrontando costi elevatissimi. Il centro di Fortaleza si occupa della scuola materna ed elementare per i più piccoli e della istruzione professionale per i più grandi. Il centro non è assolutamente in grado di acquistare nuovi strumenti musicali essendo in difficoltà per provvedere alle esigenze minime degli oltre 2.000 ragazzi che frequentano la missione. Per queste ragioni rivolgiamo un caloroso appello...”
Questo fece molto piacere ai nostri musicanti, perché avevano avuto la fortuna di conoscere personalmente i ragazzi della Bandiña quando erano stati ospitati nella “Casa di Spiritualità” ad Angolo Terme. Fra il maestro Costa Holanda e il nostro maestro Alberti c’era stato inoltre uno scambio di partiture, e al suo “Concerto augurale 1987” la Banda di Darfo aveva eseguito con successo la “Sequencia de Sambas n. 5”, composta dal maestro brasiliano (e arrangiata da Alberti per il suo organico) proprio per tener vivo il ricordo di questi simpaticissimi e bravissimi ragazzi.
Si decise subito di devolvere a favore dell’iniziativa l’intera somma che si sarebbe raccolta al concerto di Pasqua, che era già in programma per sabato 9 Aprile 1988, così si fece e le 303.000 lire raccolte furono inviate a Brescia. Questo gesto, che fu reso pubblico durante il concerto proprio per incrementare le offerte, suscitò numerose critiche, assolutamente legittime, da parte di chi non si spiegava perché, dopo aver tanto insistito e scomodato persone alla ricerca di fondi (specialmente poi nell’anno del centenario), si fosse deciso di rinunciare al ricavato di un concerto a favore di un’altra banda. I motivi di questa beneficenza vanno un po’ al di là del puro gesto economico.
In primo luogo, eravamo, e siamo tuttora, innanzitutto convinti del valore educativo che può avere, soprattutto per i numerosi ragazzi giovani del complesso, il fatto di essere stimolati a “regalare” un po’ del proprio tempo, dei propri studi e del proprio fiato, a chi è maggiormente nel bisogno. E nel caso della Bandiña, si trattava di ragazzi come loro! Un secondo motivo era, ed è, che la Banda, come si è più volte sottolineato in questo libro, è espressione del popolo, ed è quindi giusto che faccia da tramite anche per questo aspetto caritativo. Il fatto poi che all’interno del gruppo ci si aiuti per amicizia o si mettano in comune esperienze, fa sì che la Banda non venga sentita tanto come un dovere, ma come un modo per stare insieme con un impegno di fondo da portare avanti. Questo dà più significato all’associazione ed eleva il rendimento musicale con l’incremento di una maggior dose di entusiasmo. Altro motivo che spinse ad aderire alla iniziativa a favore della “Bandiña” è che era l’occasione buona per dire coi fatti che la musica non ha davvero frontiere né colore…, e augurarsi che questo non venga proclamato solo con la musica.
Questi sono alcuni fra gli ideali fondamentali delle bande moderne e sono importanti soprattutto per il fatto che l’età media dei musicanti in questi anni va sempre più abbassandosi. È giusto che l’ambiente della Banda si presenti come ambiente educativo e formativo per i ragazzi.