74 1999 Musica Senza Frontiere
Libro
1999: manifesto del Raduno Internazionale "Musica Senza Frontiere"
“Musica senza Frontiere” fu nello stesso tempo il risultato finale e riepilogativo di molte esperienze maturate all’estero dalla nostra banda, e il completamento di una evoluzione musicale che ci aveva portati verso strade fino ad allora poco battute.
Già da alcuni anni si fantasticava su un raduno di grande respiro a Darfo Boario Terme. Poi però si era sempre bloccati, vuoi da impegni di altro genere, vuoi da problemi organizzativi non indifferenti.
Ma il 1998 segnò certamente una svolta: innanzi tutto entrò in carica il nuovo Consiglio Direttivo, pieno di giovani e di entusiasmo. Inoltre, molti bandisti e soci a cui fu indicativamente spiegato il progetto, diedero la propria disponibilità a lavorare per la realizzazione di un evento che né la nostra città né il nostro complesso avevano mai conosciuto. Da ultimo, ma non meno importante, i vari organi comunali provinciali e regionali si adoperarono senza riserve per favorire l’organizzazione di tale raduno.
A spronare tutti, i due ideatori: Luigi Tagliabue (musicante di vecchia data) e Giuseppe Albertinelli (rappresentante dei soci sostenitori ed ex emigrante in Germania).
Per più di un anno il lavoro fu invisibile ai più ma complesso e meticoloso: cercare degli sponsor, dialogare con i gruppi partecipanti, contattare gli alberghi, accordarsi per l’utilizzo del Palazzo Congressi e con la Direzione delle Terme di Boario e di Angolo, ideare una brochure, ragionare sulla organizzazione oraria dei concerti etc… E poi la vita “quotidiana” della banda doveva comunque continuare: presenziare ai vari servizi e alle prove, preparare i concerti (soprattutto quello per “Musica senza Frontiere”: come complesso organizzatore non potevamo certo sfigurare!) discutere in Consiglio Direttivo anche di altri argomenti come la Festa Popolare o il giornalino “Semibreve”.
Insomma, il Maggio 1999 arrivò in un baleno, e le varie bande già annunciavano il loro ingresso a Darfo Boario Terme (furono ospitati anche degli “ascoltatori” esteri). L’accoglienza (venerdì 14 maggio) fu tenuta al Palazzo Congressi, con un piccolo buffet all’aperto in una giornata caldissima (fummo fortunati: il sole brillò per tutti e tre i giorni). Poi i vari responsabili accompagnarono i gruppi nei rispettivi alberghi. La sera si tenne il nostro concerto di benvenuto (quanta emozione!). Il sabato fu tutto dedicato alle esibizioni dei vari complessi all’interno del parco delle Terme (di Boario e di Angolo) e in serata, sempre al Centro Congressi, nuovo concerto, e conclusione in allegria nel capannone-bar allestito nel parcheggio. La domenica ci si incontrò nel piazzale dell’Autostazione a Boario Terme per la sfilata ed i saluti finali.
Furono giorni molto pieni ma bellissimi quelli della manifestazione: la possibilità di incontrare persone provenienti da realtà culturali, economiche e sociali assai diverse dalla nostra (parteciparono: la Stadkapelle di Herremberg, Germania ex-ovest; la Harmonie Tarare dalla Francia; la Sociedad Joventud Musical de Faura dalla Spagna; la Harmonie Municipale Esch-sur-Alzette dal Lussemburgo; la Puhkpilliorkester Tartu dall’Estonia e la Bergmannsblasorchester Kurbad Schlema dalla Germania ex-est) ascoltare musiche a cui il nostro orecchio non era abituato, rivedere amici troppo lontani per poterli incontrare tutti i giorni, lavorare insieme per la nostra banda, rendendola certamente migliore.
Naturalmente non mancarono i momenti difficili, imbarazzanti o semplicemente divertenti.
Per esempio: dato che nella banda estone pochissimi parlavano inglese (e francamente nessuno di noi masticava l’estone, lingua ugro-finnica piuttosto ostica!) quando questi, per qualche motivo, erano assenti, scoppiava il panico, perché non si riusciva in nessun modo a capirsi. Non solo, ma nel raggiungere l’hotel Terme di Angolo (dove sostarono per una notte) l’autista del pullman estone, abituato alle distese della propria terra, rimase sconvolto vedendo la strada in salita e addirittura si bloccò davanti alla strettoia di Gorzone, causando un piccolo ingorgo stradale salutato con allegria e ironia dalla banda francese che soggiornava invece all’Hotel Vapore. Banda francese che, avendo fra le proprie fila moltissimi giovani, sprizzava allegria e vivacità da ogni poro.
Come d’altronde la Banda spagnola, numerosissima, preoccupazione continua dell’albergatore in quanto abituata a ritmi giornalieri del tutto diversi dai nostri, e ad orari di pranzo e cena proprio sballati rispetto a quelli dell’Italia del nord. E che dire poi degli amici lussemburghesi e di quelli tedeschi di Herremberg, che la sera di sabato, sotto il tendone allestito all’esterno del Palazzo Congressi, fecero amichevolmente a gara a chi resisteva di più a suonare (e invero andarono avanti ininterrottamente per ore).
Al momento degli addii fu pure versata qualche lacrimuccia: la sassofonista Chiara Marcon non riuscì a trattenersi davanti al pullman degli estoni in partenza, forse pensando che di tutte le bande, quella era certamente la più difficile da rincontrare, a causa degli oltre 6.000 chilometri di distanza. Ma non furono certamente lacrime di amarezza quelle, bensì di contentezza: tutto era andato per il verso giusto, ci eravamo divertiti ed avevamo divertito, eravamo riusciti ad apprendere da tutti qualcosa di nuovo ed importante. Non solo musicalmente.
L’ Europa si era realmente riunita a Darfo Boario Terme (già allora comprendendo la neo-europea Estonia) e noi dovevamo e dobbiamo gioirne ed esserne orgogliosi.
Già da alcuni anni si fantasticava su un raduno di grande respiro a Darfo Boario Terme. Poi però si era sempre bloccati, vuoi da impegni di altro genere, vuoi da problemi organizzativi non indifferenti.
Ma il 1998 segnò certamente una svolta: innanzi tutto entrò in carica il nuovo Consiglio Direttivo, pieno di giovani e di entusiasmo. Inoltre, molti bandisti e soci a cui fu indicativamente spiegato il progetto, diedero la propria disponibilità a lavorare per la realizzazione di un evento che né la nostra città né il nostro complesso avevano mai conosciuto. Da ultimo, ma non meno importante, i vari organi comunali provinciali e regionali si adoperarono senza riserve per favorire l’organizzazione di tale raduno.
A spronare tutti, i due ideatori: Luigi Tagliabue (musicante di vecchia data) e Giuseppe Albertinelli (rappresentante dei soci sostenitori ed ex emigrante in Germania).
Per più di un anno il lavoro fu invisibile ai più ma complesso e meticoloso: cercare degli sponsor, dialogare con i gruppi partecipanti, contattare gli alberghi, accordarsi per l’utilizzo del Palazzo Congressi e con la Direzione delle Terme di Boario e di Angolo, ideare una brochure, ragionare sulla organizzazione oraria dei concerti etc… E poi la vita “quotidiana” della banda doveva comunque continuare: presenziare ai vari servizi e alle prove, preparare i concerti (soprattutto quello per “Musica senza Frontiere”: come complesso organizzatore non potevamo certo sfigurare!) discutere in Consiglio Direttivo anche di altri argomenti come la Festa Popolare o il giornalino “Semibreve”.
Insomma, il Maggio 1999 arrivò in un baleno, e le varie bande già annunciavano il loro ingresso a Darfo Boario Terme (furono ospitati anche degli “ascoltatori” esteri). L’accoglienza (venerdì 14 maggio) fu tenuta al Palazzo Congressi, con un piccolo buffet all’aperto in una giornata caldissima (fummo fortunati: il sole brillò per tutti e tre i giorni). Poi i vari responsabili accompagnarono i gruppi nei rispettivi alberghi. La sera si tenne il nostro concerto di benvenuto (quanta emozione!). Il sabato fu tutto dedicato alle esibizioni dei vari complessi all’interno del parco delle Terme (di Boario e di Angolo) e in serata, sempre al Centro Congressi, nuovo concerto, e conclusione in allegria nel capannone-bar allestito nel parcheggio. La domenica ci si incontrò nel piazzale dell’Autostazione a Boario Terme per la sfilata ed i saluti finali.
Furono giorni molto pieni ma bellissimi quelli della manifestazione: la possibilità di incontrare persone provenienti da realtà culturali, economiche e sociali assai diverse dalla nostra (parteciparono: la Stadkapelle di Herremberg, Germania ex-ovest; la Harmonie Tarare dalla Francia; la Sociedad Joventud Musical de Faura dalla Spagna; la Harmonie Municipale Esch-sur-Alzette dal Lussemburgo; la Puhkpilliorkester Tartu dall’Estonia e la Bergmannsblasorchester Kurbad Schlema dalla Germania ex-est) ascoltare musiche a cui il nostro orecchio non era abituato, rivedere amici troppo lontani per poterli incontrare tutti i giorni, lavorare insieme per la nostra banda, rendendola certamente migliore.
Naturalmente non mancarono i momenti difficili, imbarazzanti o semplicemente divertenti.
Per esempio: dato che nella banda estone pochissimi parlavano inglese (e francamente nessuno di noi masticava l’estone, lingua ugro-finnica piuttosto ostica!) quando questi, per qualche motivo, erano assenti, scoppiava il panico, perché non si riusciva in nessun modo a capirsi. Non solo, ma nel raggiungere l’hotel Terme di Angolo (dove sostarono per una notte) l’autista del pullman estone, abituato alle distese della propria terra, rimase sconvolto vedendo la strada in salita e addirittura si bloccò davanti alla strettoia di Gorzone, causando un piccolo ingorgo stradale salutato con allegria e ironia dalla banda francese che soggiornava invece all’Hotel Vapore. Banda francese che, avendo fra le proprie fila moltissimi giovani, sprizzava allegria e vivacità da ogni poro.
Come d’altronde la Banda spagnola, numerosissima, preoccupazione continua dell’albergatore in quanto abituata a ritmi giornalieri del tutto diversi dai nostri, e ad orari di pranzo e cena proprio sballati rispetto a quelli dell’Italia del nord. E che dire poi degli amici lussemburghesi e di quelli tedeschi di Herremberg, che la sera di sabato, sotto il tendone allestito all’esterno del Palazzo Congressi, fecero amichevolmente a gara a chi resisteva di più a suonare (e invero andarono avanti ininterrottamente per ore).
Al momento degli addii fu pure versata qualche lacrimuccia: la sassofonista Chiara Marcon non riuscì a trattenersi davanti al pullman degli estoni in partenza, forse pensando che di tutte le bande, quella era certamente la più difficile da rincontrare, a causa degli oltre 6.000 chilometri di distanza. Ma non furono certamente lacrime di amarezza quelle, bensì di contentezza: tutto era andato per il verso giusto, ci eravamo divertiti ed avevamo divertito, eravamo riusciti ad apprendere da tutti qualcosa di nuovo ed importante. Non solo musicalmente.
L’ Europa si era realmente riunita a Darfo Boario Terme (già allora comprendendo la neo-europea Estonia) e noi dovevamo e dobbiamo gioirne ed esserne orgogliosi.