53 Pietro Ducoli (03/06/1922 - 25/11/1977)
Libro
Alcune delle pagine più significative degli ultimi mesi del 1975 tratte dal diario tenuto dal Presidente Pietro Ducoli.
Quando nel 1963 il Gheza si dimise le condizioni della Banda divennero davvero precarie e si minacciò lo scioglimento.
Ma la grande passione di buona parte dei musicanti e di benemeriti concittadini affezionati alla Banda, espressione artistica del loro comune, sollecitò la giunta comunale a provvedere a questa crisi dal punto di vista finanziario, ma soprattutto ponendo alla presidenza del sodalizio un nuovo responsabile che facesse le veci del Gheza. L’allora sindaco Giacomo Cemmi rispose prontamente a questo stimolo convocando 12 musicanti anziani in una tavola rotonda, dove si deliberò di passare la carica di “presidente della banda cittadina” al consigliere comunale ragionier Pietro Ducoli che nel gennaio 1964 cominciò il suo nuovo lavoro.
Basta un suo scritto del 9 dicembre 1964 a testimoniare con quale spirito egli accettò il nuovo compito e a giustificare il dinamismo del suo intervento nelle vicende della Banda fino alla sua morte sopravvenuta il 25 novembre 1977: “… Da parecchi mesi ho avuto l’incarico dall’amministrazione comunale di Darfo, di seguire da vicino i problemi e le esigenze del corpo bandistico locale. Volentieri ho accettato questo incarico perché, e come appassionato e come sostenitore dell’istituzione, sarei ben felice di vederla risorgere e farsi onore, come è sempre stato nel passato, tra i migliori complessi musicali della provincia… ”.
I musicanti che lo conobbero lo ricordano come una persona colta e intelligente, grande appassionato di musica seppure non suonatore.
Carattere accentratore, aveva una innata propensione alle attività di servizio pubblico che lo videro sempre impegnato e in prima linea, incurante delle critiche e delle incomprensioni.
Consigliere comunale dal 1951 al 1970 ricoprì anche la carica di Assessore effettivo dal gennaio 1952 all’agosto del 1965; presidente dell’Ospedale Civile di Darfo dal 1970 al 1975; delegato zonale (Valle Camonica) dell’Associazione Provinciale Artigiani; presidente dell’associazione ex Combattenti e Reduci di Darfo B.T. e consigliere della Federazione provinciale; presidente della Banda cittadina e poco dopo Consigliere Nazionale dell’A.N.B.I.M.A. per la Regione Lombardia succedendo al Cav. Vicari.
Per questi suoi impegni nella vita pubblica con decreto del capo dello Stato in data 27 dicembre 1975 fu insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “al merito della Repubblica Italiana”.
Il suo lavoro per la banda fu davvero intenso e ne è la prova la notevole mole di documenti conservati, riordinati e minuziosamente catalogati, da cui possiamo facilmente ricostruire per filo e per segno ogni avvenimento successo negli anni dal 64 al 78.
In queste cartelle si trova la registrazione dettagliata di entrate e uscite, servizi e concerti fatti, concorsi organizzati e frequentati.
Sono conservate lettere (ognuna ancora nella propria busta) di corrispondenza con le Associazioni Musicali di altri paesi, per uno scambio culturale; con tutte le industrie della valle, per richiesta di sovvenzioni; con le varie associazioni musicali fra le quali A.N.B.I.M.A. ed E.R.L.I.D.A.M., per aprirsi alla cultura musicale nazionale.
Ma soprattutto sono per noi di grande interesse gli appunti privati che egli allegava alla documentazione ufficiale di ogni riunione del consiglio direttivo: in essi emerge in maniera schietta, con un linguaggio conciso ma brillante, la sua interpretazione sulle vicende più caratteristiche che fecero la storia della Banda in quegli anni.
Anni che ebbero grande significato su scala europea per il movimento del ‘68 che “smosse” anche gli statuti della nostra associazione.
Nel suo lavoro di presidente, pur essendo aiutato dai segretari Lorenzo Faustinoni, Luigi Tedeschi e Egidio Salvetti, evadeva tutta la parte amministrativa‑burocratica del Corpo Bandistico anche con l’aiuto delle impiegate del suo ufficio di commercialista; per questo, quando mancò, non furono poche le difficoltà incontrate da chi mise mano ai vari incartamenti per continuare logicamente la tenuta amministrativa.
Nel consiglio direttivo, vero organo del quale il presidente esercita il suo compito, fu nei primi anni accompagnato da quei musicanti anziani che si riunirono col sindaco nella famosa “tavola rotonda”, fra i quali Abondio Giovanni, Pellegrinelli Dante, Tedeschi Luigi, Broggi Bruno. Negli anni successivi, nella eco del ‘68, il consiglio direttivo vide un calo della propria età media, con l’ingresso dei giovani Alberti Vittorio, Zelaschi Ugo, poi Alberti Guerrino, che vollero imprimere una svolta innovativa alla struttura, movimentando un po’ lo stile del Ducoli, più conservatore, come del resto i musicanti anziani.
Ma la grande passione di buona parte dei musicanti e di benemeriti concittadini affezionati alla Banda, espressione artistica del loro comune, sollecitò la giunta comunale a provvedere a questa crisi dal punto di vista finanziario, ma soprattutto ponendo alla presidenza del sodalizio un nuovo responsabile che facesse le veci del Gheza. L’allora sindaco Giacomo Cemmi rispose prontamente a questo stimolo convocando 12 musicanti anziani in una tavola rotonda, dove si deliberò di passare la carica di “presidente della banda cittadina” al consigliere comunale ragionier Pietro Ducoli che nel gennaio 1964 cominciò il suo nuovo lavoro.
Basta un suo scritto del 9 dicembre 1964 a testimoniare con quale spirito egli accettò il nuovo compito e a giustificare il dinamismo del suo intervento nelle vicende della Banda fino alla sua morte sopravvenuta il 25 novembre 1977: “… Da parecchi mesi ho avuto l’incarico dall’amministrazione comunale di Darfo, di seguire da vicino i problemi e le esigenze del corpo bandistico locale. Volentieri ho accettato questo incarico perché, e come appassionato e come sostenitore dell’istituzione, sarei ben felice di vederla risorgere e farsi onore, come è sempre stato nel passato, tra i migliori complessi musicali della provincia… ”.
I musicanti che lo conobbero lo ricordano come una persona colta e intelligente, grande appassionato di musica seppure non suonatore.
Carattere accentratore, aveva una innata propensione alle attività di servizio pubblico che lo videro sempre impegnato e in prima linea, incurante delle critiche e delle incomprensioni.
Consigliere comunale dal 1951 al 1970 ricoprì anche la carica di Assessore effettivo dal gennaio 1952 all’agosto del 1965; presidente dell’Ospedale Civile di Darfo dal 1970 al 1975; delegato zonale (Valle Camonica) dell’Associazione Provinciale Artigiani; presidente dell’associazione ex Combattenti e Reduci di Darfo B.T. e consigliere della Federazione provinciale; presidente della Banda cittadina e poco dopo Consigliere Nazionale dell’A.N.B.I.M.A. per la Regione Lombardia succedendo al Cav. Vicari.
Per questi suoi impegni nella vita pubblica con decreto del capo dello Stato in data 27 dicembre 1975 fu insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “al merito della Repubblica Italiana”.
Il suo lavoro per la banda fu davvero intenso e ne è la prova la notevole mole di documenti conservati, riordinati e minuziosamente catalogati, da cui possiamo facilmente ricostruire per filo e per segno ogni avvenimento successo negli anni dal 64 al 78.
In queste cartelle si trova la registrazione dettagliata di entrate e uscite, servizi e concerti fatti, concorsi organizzati e frequentati.
Sono conservate lettere (ognuna ancora nella propria busta) di corrispondenza con le Associazioni Musicali di altri paesi, per uno scambio culturale; con tutte le industrie della valle, per richiesta di sovvenzioni; con le varie associazioni musicali fra le quali A.N.B.I.M.A. ed E.R.L.I.D.A.M., per aprirsi alla cultura musicale nazionale.
Ma soprattutto sono per noi di grande interesse gli appunti privati che egli allegava alla documentazione ufficiale di ogni riunione del consiglio direttivo: in essi emerge in maniera schietta, con un linguaggio conciso ma brillante, la sua interpretazione sulle vicende più caratteristiche che fecero la storia della Banda in quegli anni.
Anni che ebbero grande significato su scala europea per il movimento del ‘68 che “smosse” anche gli statuti della nostra associazione.
Nel suo lavoro di presidente, pur essendo aiutato dai segretari Lorenzo Faustinoni, Luigi Tedeschi e Egidio Salvetti, evadeva tutta la parte amministrativa‑burocratica del Corpo Bandistico anche con l’aiuto delle impiegate del suo ufficio di commercialista; per questo, quando mancò, non furono poche le difficoltà incontrate da chi mise mano ai vari incartamenti per continuare logicamente la tenuta amministrativa.
Nel consiglio direttivo, vero organo del quale il presidente esercita il suo compito, fu nei primi anni accompagnato da quei musicanti anziani che si riunirono col sindaco nella famosa “tavola rotonda”, fra i quali Abondio Giovanni, Pellegrinelli Dante, Tedeschi Luigi, Broggi Bruno. Negli anni successivi, nella eco del ‘68, il consiglio direttivo vide un calo della propria età media, con l’ingresso dei giovani Alberti Vittorio, Zelaschi Ugo, poi Alberti Guerrino, che vollero imprimere una svolta innovativa alla struttura, movimentando un po’ lo stile del Ducoli, più conservatore, come del resto i musicanti anziani.
Il presidente cav. Giocvanni Chini ed il sindaco Baisini consegnano a Nino Ducoli una targa a ricordo della memoria del padre Pietro, in riconoscenza per l'attività svolta in tre lustri come presidente dell'associazione.
Ennesima richiesta di aiuti finanziari all'amministrazione di Darfo.