Libro
31 Ingaggio del musicante Santandrea
LibroAppassionato come era, chiese ai musicanti perché si trovassero su quel treno. I dirigenti (o il maestro), saputolo buon suonatore, pensarono di fare in modo che lui stesso scoprisse il motivo del viaggio e lo invitarono ad aggregarsi per rinforzare la sezione delle trombe. In un primo momento egli rifiutò perché privo del proprio strumento, in seguito fu deciso di ritirare la tromba all’allievo Pezzotti che era stato portato più per far numero che per le sue reali possibilità di suonare, essendo questi ancora alle prime armi come trombettista.
A quel punto il Santandrea accettò, gli venne promessa la giornata e fu ingaggiato. Naturalmente le sue notevoli doti fecero colpo e quella sera al ritorno fu pregato di non scendere a Iseo, ma di continuare il viaggio fino a Darfo dove avrebbe potuto farsi apprezzare da tutta la popolazione che, come sempre, attendeva la banda alla stazione. Sporgendosi dal finestrino fece avvisare la moglie da un amico ferroviere. Naturalmente fu un successo per la “tromba di Iseo” tanto che gli verrà data la possibilità di aprire un negozietto di scarpe e di trasferirsi con tutta la famiglia a Darfo.
Diventerà il “nonno Santandrea” e per tutta la vita sarà tra i più solerti animatori della vita musicale darfense. Da una sua lettera del marzo 1924 apprendiamo che le cose al di fuori della musica non sempre gli andavano bene. La trascriviamo integralmente perché molto dignitosa e significativa.
Quando lunedì scorso andai in municipio, ma senza esser chiamato, perchè mi avevano dimenticato con mia gran sorpresa mi sono state assegnate L. 500. Sono rimasto tanto deluso, e molto più perché mi vedo costretto a far cattiva figura verso i miei creditori (quello che non ho mai fatto).
Se fossi stato membro della loro musica, certo sarei stato trattato meglio. Ora quello che domando a Lei e alla spettabile direzione è questo. Sempre se la musica andrà avanti, io mi obbligo anche a dare due lezioni alla settimana agli allievi, come ho fatto anche prima (sempre se loro son contenti) ma se mi accordano un po’ di stipendio, se no, non so come possa fare ad avere ancora volontà di suonare trovandomi in si tristi condizioni. Dunque faccio appello alle degne persone che formano questa direzione a voler considerare la condizione mia sempre sfortunata e dare un po’ di sollievo al mio povero cuore, perché continui la mia missione. Faccio le mie scuse se li ho stancati troppo, ringrazio, anticipatamente.
Da notare inoltre che “Nonno Santandrea” non chiede oblazioni, ma di poter fare più lezioni agli allievi “… se no, non so come possa fare ad aver ancora volontà di suonare trovandomi in si tristi condizioni … ”
Nell’ottobre ‘59 a seguito di una discussione con il vice maestro Beppe Salvini sull’opportunità o meno di far servizio anche in numero esiguo presenterà le dimissioni dicendo “… farò l’ultimo servizio il 4 novembre poi basta” … e concludendo “… vi saluto tutti, miei doveri al comitato esecutivo, e buon proseguimento”.
Concluderà la sua avventura con la banda di Darfo all’età di 79 anni con una lettera del 16‑3‑1963 dove consegnando alla banda il tromboncino di sua proprietà, conclude con “… miei doveri al S. Presidente, al Maestro e tanti saluti agli amici, buona continuazione … ” e firmandosi, “l’amico Giuseppe Santandrea”.
Insieme ad altri come il Treccani fu l’istruttore di varie generazioni di musicanti facendo proseliti naturalmente anche in famiglia, il figlio Gino suonerà il flicornino dal giugno del ‘37 fino al 10‑9‑1963 poi, emigrato in Svizzera per lavoro continuerà nella banda di Biasca a Bellinzona fino all’agosto ‘87. Attaccò la passione della tromba anche ai nipoti “Miclini” Bepi e Angelo che per anni saranno le “trombe” di Darfo.
Per quella tragica occasione verranno a Darfo Vittorio Emanuele III (che fu ospitato nell'antico albergo della Posta), il capo del governo Mussolini, il vescovo Gaggia e molte altre personalità.
30 E' mai esistita una Banda ad Erbanno?
LibroLa conferma della sua esistenza l’abbiamo avuta grazie al ritrovamento del contratto di vendita di 9 strumenti (quelli che normalmente vengono acquistati non dai singoli musicanti ma dall’associazione) al Vecchio Corpo Musicale dal sig. “ Sigala Pietro fu Gaetano per la somma di Lire 430.
Erbanno li 1/1922
Ricevo dalla Direzione del Vecchio Corpo Musicale di Darfo la somma di L. 430 (quattrocentotrenta) a saldo dei seguenti strumenti venduti ad esso liberi da ogni vincolo. Con l’espressa dichiarazione che egli è il proprietario e può venderli senza che altri possa vantare alcun diritto sopra di essi: 2 bassi, 1 bombardino, 2 tromboni, 1 cassa, 1 genis, 2 piatti, 1 battente, 1 tamburo con tracolla.
Sigala Pietro fu Gaetano
29 Il Maestro Simone Salvetti
LibroIn possesso di non comuni qualità artistiche che aveva perfezionato con studi regolari presso il conservatorio di Parma, visse sempre da Bohemien, accontentandosi dei proventi che gli venivano dal dirigere alcune bande, e da rare prestazioni come organista.
Compose molti brani per gruppi mandolinistici e con uno di questi, “Mormorio del mare”, vinse anche il primo premio al concorso indetto dalla rivista il Mandolino nel 1905. Della sua permanenza alla direzione della nostra banda abbiamo solo testimonianze tramandateci dagli anziani, i quali lo descrivevano come un maestro molto esigente ma anche molto affabile nei fuori servizio.
Difatti si racconta che finito l’impegno ufficiale, quando incominciavano le fanfarinate, aderiva alle richieste dei suonatori e immediatamente componeva dei ballabili che dedicava agli stessi suonatori, i quali dovevano eseguirli quella sera stessa.
Nell’archivio della banda di Breno abbiamo potuto recuperare alcuni brani originali per banda anche se incompleti.
Due di questi, il valzer “Sere d’Autunno” e l’episodio sinfonico “Liberty”, dopo una attenta ricostruzione del M° Alberti, li abbiamo inseriti nei concerti per il centenario.
anni ha diretto anche la nostra banda.
28 Don Pietro Laini
LibroTerminate le scuole elementari Pietro manifestò al padre la vocazione sacerdotale, e questi, nonostante fosse un cattolico liberale, assecondò la scelta ponendo però una sola condizione: non avrebbe dovuto comunque lasciare gli studi musicali.
Entrò in seminario a Brescia e poi fu trasferito a Belluno dove conquistò ottimi voti e grande fiducia dai superiori.
Fu ammesso agli ordini minori e nel 1899 fu ordinato a Bergamo da mons. Guindani.
Parallelamente, come promesso al padre, aveva continuato gli studi di pianoforte e organo e nel 1900 si diplomò “summa cum laude” al conservatorio di Venezia.
Dopo essere stato vicario e cooperatore in due parrocchie di Belluno e coadiutore nella parrocchia di S. Giovanni a Brescia, nel gennaio 1908 partecipò e stravinse il concorso per il posto di organista nella parrocchiale di Breno (posto lasciato dal maestro Ravelli) dove fu quindi trasferito con l’incarico di coadiutore del parroco Don Domenico Faustinelli.
A Breno fu vivissima presenza in parrocchia e in oratorio, ma soprattutto grande promotore e coordinatore di aittività musicali: dopo soli tre mesi dal suo ingresso in paese aveva già insegnato a cantori e suonatori la Messa del Messelet; nello stesso anno a luglio teneva in piazza il primo concerto con un nutrito programma; per la solennità della Assunta insegnò una messa facile ad una quindicina di ragazzi.
Non si contano le presenze della “Filarmonica” nelle feste paesane e in tutta valle, occasioni per le quali Don Pietro non mancava di comporre dei pezzi sacri o profani, ma sempre semplici e accessibili al popolo: questo era il suo fermo proposito.
Egli insegnò a tutti quelli che avevano passione per la musica, anche gratuitamente, spostandosi in treno o perfino a piedi per le lezioni.
Soleva ripetere: “Impara la musica, perché quando sei triste fai una suonata e ti passa”.
Egli visse di musica e l’amò fino alla fine della sua vita terrena.
Morì l’ 11 marzo 1967 alla veneranda età di 92 anni. La sua salma dopo un affollatissimo funerale, fu sepolta ad Angolo nella tomba di famiglia. Ma la sua memoria resterà viva nei secoli grazie alla splendida eredità che ci lascia un repertorio di quasi un centinaio di pezzi di musica sacra e profana, fra i quali ricordiamo la “Missa Melodica in onore della Beata Bartolomea Capitanio” a due voci uguali (1938) che ebbe l’onore di venire eseguita in San Pietro a Roma dal Perosi, uno dei maggiori compositori di musica sacra del nostro secolo. Fra le composizioni profane abbiamo ben 21 musicalizzazioni di colorite opere del poeta dialettale bresciano Angelo Canossi. Ancora oggi a Breno la gente anziana ricorda con tanta nostalgia le pastorali della notte di Natale del “suo Don Pietro”.
25 Il contratto di lavoro tra la Banda e il maestro Vasini
LibroMolti si saranno chiesti qualche volta, quale importanza abbia quel tipo che ai concerti voltando le spalle al pubblico, durante l’esecuzione, continua a muoversi e ad agitare minacciosamente una bacchetta verso i musicanti.
Può sembrare facile rispondere: “enorme”; ma l’esatta misura dell’importanza del maestro direttore durante un’esecuzione musicale la si può apprezzare soltanto mettendosi nei panni di chi, in quei gesti strani, trova il modo di amalgamarsi perfettamente agli altri che in quel momento, come lui, stanno eseguendo una partitura musicale. Il risultato, infatti deve essere non una disordinata accozzaglia di suoni ma un insieme coerente in cui ogni elemento concorre a creare un’armonia prestabilita dall’opera del compositore.
In pratica, un organico di una sessantina di persone come quello della nostra banda, senza una direzione non potrebbe assolutamente esibirsi adeguatamente, specialmente in brani che presentano notevoli difficoltà tecniche.
Si aggiunga inoltre, come nel nostro caso, che il maestro direttore insegni anche ai musicanti a sapersi districare fra tutte quelle macchie sparpagliate sulle cinque righe del “pentagramma” ed a suonare meglio il loro strumento: si avrà così un quadro completo dell’attività e dell’importanza della figura del maestro direttore.
Richiesta di appuntamento con il preside Bontempi.
Se in tempi recenti, come sembra, questo ruolo non viene considerato con la dovuta attenzione, nel passato, al contrario, non sfuggiva a nessuno (pubblico compreso) l’effettiva necessità di avere alla direzione musicale della banda un personaggio capace e preparato. Il maestro era allora un vero e proprio libero professionista che veniva ingaggiato con tanto di stipendio fisso, cottimo ed altri extra, vitto e alloggio, che venivano concordati fra il maestro e il consiglio direttivo della banda e messi nero su bianco con un contratto scritto. La Signora Margherita Biondi è riuscita a trovare fra le carte del padre Giovanni, presidente della banda intorno agli anni Venti, alcune lettere inviate al maestro Vasini con la proposta di occuparsi della direzione artistica dell’associazione. Venivano inoltre poste all’attenzione del maestro delle fasce di possibili compensi a seconda delle disponibilità di tempo che questo avesse potuto dedicare alla banda. Il maestro Vasini fu così invitato ad un incontro con il consiglio in cui le due parti contraenti stabilirono i reciproci diritti e doveri. Questo contratto potrebbe oggi essere considerato un vero affare d’oro, e lo conferma l’invidia con cui il nostro attuale maestro guarda al suo predecessore. Basti pensare che per “ … due lezioni settimanali, nelle ore serali, per allievi e musicanti ….. ogni venerdì ed ogni sabato, salvo intese in contrario con la direzione… ” il maestro percepiva lo stipendio mensile di ben 350 Lire (circa 177 € di oggi). Si aggiungano inoltre Lire 40 per ogni lezione straordinaria (ed a quei tempi se ne facevano parecchie) e Lire 50 per ogni servizio nel comune; i servizi prestati fuori dal territorio comunale venivano compensati invece con Lire 60 “… nette di viaggio, vitto e alloggio … ”. L’alloggio gratuito era garantito anche per servizi prestati nel comune e nei giorni di lezione ordinaria e straordinaria. Il contratto non comprendeva articoli riguardanti solo il compenso monetario ma venivano anche tutelati alcuni diritti quali le ferie e il compenso nei periodi di malattia. E maestro infatti aveva diritto ad “… un periodo di vacanza di giorni 20 stipendiati, da scegliere in epoca più adatta. … In caso di malattia, comprovato da certificato medico, il maestro avrà diritto a 20 (venti) giorni, oltre i quali dovrà farsi sostituire a sue spese”. Il fortunato maestro veniva trattato come i dipendenti pubblici di oggi essendo pagato “… non oltre il 27 di ogni mese”. Ma l’articolo che più inquadra il mestiere di “direttore di banda” nella categoria dei “liberi professionisti” è l’ultimo in cui si ribadisce che “il maestro è libero di assumere altri impegni consimili, in qualunque paese, esclusi però quelli da Breno a Pisogne, (questi non compresi)”. I vecchi libri cassa che abbiamo consultato mese per mese, riportano i compensi che venivano elargiti ai vari maestri che la banda aveva ospitato e ne risulta che la spesa per il direttore, almeno fino ad una ventina di anni fa, è sempre stata per le casse dell’associazione la più gravosa, addirittura fino a superare l’intero importo di tutte le altre spese. Ma a quanto pare col maestro Vasini la banda aveva fatto il passo più lungo della gamba e con una lettera del novembre del 1921 il consiglio, con il preavviso di 90 giorni stabilito nel contratto, comunica al maestro la decisione di interrompere il rapporto per questioni di difficoltà economiche. L’umile compenso che l’attuale maestro percepisce dalla banda non è nemmeno paragonabile allo stipendio che percepivano i suoi antichi predecessori, ma sicuramente la passione, la dedizione e l’impegno sono uguali se non superiori ed i risultati gliene danno atto a riprova della grande importanza del suo lavoro, oggi come allora.
Contratto di assunzione del M° Vasini
Gentile Vasini, professore di Tromba e diplomato in composizione,
insegnò "strumenti d'ottone" e armonia all'istituto Musicakle Venturi
dal 1918 al 1945. Fu durettore, oltre che della nostra, di varie bande
della provincia.
Nota delle spese del M° Vasini.
Copia della lettera con cui la Banda avvisa il M° di voler interrompere la collaborazione.
Compenso per il triduo di Gianico
24 Ricordo della prima sortita della Musica Sociale Operaia
Libro
Darfo, 1 gennaio 1920
14. Cemmi Domenico, 19. Salvini Angelo, 22.Gheza Piero, 33.Gelmini Andrea, 34.Saviori ?, 35.Domenighini Stefano, 36 Camossi Augusto, 37. Camossi Giacomo, 41.Selvatici Gheza dott. Giuseppe, 47.Benedetti Costantino, 48.Furlanetto Gino, 50.Squazzoni Battista, 54.(Luli), 55.Patroni, 56.Pellegrinelli Ignazio, 58.Chiminelli Battista (Batistù), 61. Dott.Mori, 62.Grazioli Lorenzo.
23 Treno a Darfo 1909
LibroArriva finalmente anche a Darfo la Ferrovia Camuna. Il convoglio, trainato da una sbuffante locomotiva a vapore, è accolto dai darfensi che si accalcano festanti lungo la massicciata. Dal primo progetto del 1873, all'arrivo del primo convoglio a Iseo il 21 giugno 1885, celebrato da Zanardelli con la frase: "Brescia, per questa ferrovia, ha oggi il lago alle sue porte", inizia quel processo politico di riconquista del terittorio della Media Valle da parte della provincia di Brescia.
22 Nascita della Banda Sociale Operaia
LibroNonostante la fine della prima guerra mondiale, le divergenze politiche che attanagliano in quel periodo le varie parti sociali non accennano ad attenuarsi, favorendo così la prima scissione del nostro Corpo Musicale.
Si nota infatti, da documenti rinvenuti che riportano integralmente lo statuto della Banda nel 1919, che il nome di questo gruppo cambia da "Corpo Musicale" a "Vecchio Corpo Musicale", distinguendosi così da quella che poi sarà la "Musica Sociale Operaia" che operando contemporaneamente seguirà però idee politiche opposte.
Tutto questo è evidente negli articoli che riportiamo in versione integrale tratti dai due quotidiani di maggior diffusione nella provincia: il liberale "La Provincia di Brescia" e il cattolico "Il Cittadino di Brescia".
Il primo riporta la notizia dell' "entusiastica costituzione del nuovo Corpo Musicale Sociale Operaio" che farà la sua prima uscita il primo gennaio del 1920 come documenta la foto.
"La Provincia di Brescia" ‑ 28 Dicembre 1919
L'ENTUSIASTICA COSTITUZIONE DEL NUOVO CORPO MUSICALE
23 dicembre ‑ In una numerosissima riunione tenutasi ieri sera nella ospitale casa del sig. Gio Maria Polonini si addivenne alla definitiva costituzione della nuova Banda Musicale Sociale Operaia alla discussione ed approvazione dello statuto ed alla nomina delle cariche sociali che diede i seguenti risultati.
Presidente: cav. Agostino Romagnolo; vice presidente: dott. Giuseppe Gheza; consiglieri: Camossi, Nodari, Bettoni, Ghirardelli, Sguazzoni; segretario: G. M. Polonini; direttore: Grazioli; vice direttore: dott. Mori.
Fu anche votato un plauso a tutte le persone che o con l'aiuto finanziario o morale o con prestazioni concorsero alla realizzazione di questo desiderio generalmente sentito nella popolazione e più che a tutti al sig. Gio Maria Polonini che con la passione e la costanza ed i sacrifici si è acquistato tante benemerenze nel campo musicale darfense.
Tutto esaurito l'ordine del giorno fra il generale entusiasmo allo scopo di mettere a posto le cose e come solenne risposta a certe malignazioni più o meno abilmente fatte divulgare con generale consenso e per acclamazione fu votato il seguente ordine del giorno: "Il nuovo Corpo Musicale Operaio di Darfo, riunitosi in seduta plenaria per l'approvazione dello statuto sociale, riaffermato lo scopo precipuo della sua costituzione ‑ di riunire cioè nel suo seno tutte le persone specialmente operaie che tendono a tenere alto il sentimento artistico e musicale di Darfo e comuni limitrofi, rigetta l'accusa lanciatagli di anticlericalismo riconfermando il proprio programma di assoluta apoliticità".
Diamo qui la prima lista degli offerenti alla quale ne seguiranno altre di persone che hanno già promesso il loro largo appoggio alla bella istituzione.
Ferriere di Voltri Darfo L. 1000 ‑ cav. uff. Carlo Tassara 200 ‑ N.N. 500 ‑ Pietro Fanzago 300 ‑ N.N. 200 ‑ Romagnolo 200 ‑ Fagioli 200 ‑ dott. Gheza 100 ‑ Grazioli 100 ‑ ing. Traniello 120 ‑ dott. cav. Grandi 100 ‑ Vitali 100 ‑ prof. Bortolotti 100 ‑ dott Mori 50 ‑ Colombo 100 ‑ Peltrinelli 50 ‑ Chiarolini legnami 50 ‑ Antonio Zattini 250 ‑N. N. 200 ‑ avv. Nobili 100 ‑ not. Mauri 100 ‑ Carlo Camossi 100 ‑ Giov. Camossi 50 ‑ N.N. 200 ‑ Morandi di Scalve 100 ‑ Lorenzi impr. 25 ‑ Cittadini Pietro 200 ‑ Dott. Nessi 25 ‑ G. Saitto 100 ‑ De Angeli 25 ‑ Magnoli 10 ‑ Linetti 20 ‑ Rossi 25 ‑ Paul Abondio Girel 50 ‑ Corsi 25 ‑ Luigi Medici 10 ‑ Dellasera 10 ‑ Selvatici 25 ‑ Tabarini 10 ‑ Sbernini 50 ‑ Di Martino 50 ‑ Bettineschi di Scalve 50 ‑ Pescali 5 ‑ Gozzi 10 ‑ Vittori 10 ‑ Ditta G. M. Brichetti 100 ‑ Badoni 7 ‑ Nulli sottoten. 15 ‑ Bettoni 10 ‑ Valentino Rossi 25 ‑ Fr. Bertolini 20 ‑ Battista Cemmi 25 ‑ Ledoga 500 ‑ Comm. Lepetit 200 ‑ Angioletti impr. 100.
Mentre il secondo quasi contemporaneamente ribatte polemicamente...
"Il Cittadino" ‑ Gennaio 1920
DA DARFO
Cose musicali. ‑ Abbiamo in data 30: La Provincia porta la notizia... ufficiale della costituzione di un nuovo corpo bandistico in Darfo. ‑ Il corrispondente, che non ci dice le ragioni per le quali una nuova Banda si sia costituita, ove già ne esiste un'altra, ci tiene però a far rilevare come direzione e membri respingano l'accusa di anticlericalismo che sarebbe loro stata lanciata.
Dal canto nostro, serenamente, osserviamo quanto in appresso;
1. ‑ Visto che una musica già esisteva e da tempo; e che la stessa seguiva l'indirizzo che fondatori e direttori di prima (nella quasi totalità liberali) le avevano dato mantenuto sempre, quale ragione, se non spirito di parte, ha spinto alla nuova fondazione?
2. ‑ Sarà per combinazione: ma oblatori, presidenza, direzione, i cui nomi ci fornisce la Provincia, sono tutti (esclusi i musicanti), dei democratici (od anticlericali che è lo stesso) salvo forse qualche... punta bolscevica.
3. ‑ Non è una novità che dei questuanti, in più posti, andarono a chiedere sottoscrizioni per la "banda liberale". E liberale qui da noi è il termine accettato per indicare appunto il partito anticlericale nelle sue gradazioni locali.
Con ciò si conclude che un po' più di sincerità non guasterebbe e che non è bene quando si vuol dar vita ad una istituzione per fini così precisi e palesi di partito voler poi nascondere il fine principale, forse perché qualche musicante ingenuo desidererebbe di suonare anche per le funzioni.
E dire che sono usciti dalla vecchia banda perché la chiamavano una... "banda di bigotti!"
E, detto ciò, è bene inteso che ognuno va dove vuole e spende i propri denari come meglio gli garba.
È però bene che Sacerdoti e Fabbricerie sappiano che il vecchio Corpo Musicale di Darfo (almeno per il momento) non è morto.
Ma se il Nuovo Corpo Musicale " ... rigetta l'accusa lanciatagli di anticlericalismo ... ", nel nuovo statuto che la banda originaria aveva già approvato nella seduta del 18‑9-1919, si afferma:
Art. 1 ‑ Il Vecchio Corpo Musicale di Darfo è ente autonomo e non dipende da alcuno.
Vive dei proventi dei servizi e delle elargizioni dei soci onorari.
Art. 2 ‑ Nell'interesse del corpo viene stabilito che la linea di condotta da seguire nei riguardi degli enti e dei partiti è quella seguita dalla fondazione. E cioè il Corpo non parteciperà a cerimonie che siano in contrasto al pensiero Cattolico.
L'associazione cosi, con l'articolo 1 prende le distanze dal Nuovo Corpo Musicale Operaio cambiando nome, e con il 2' se ne distacca ideologicamente.
Ma la così citata "...Banda di bigotti ... " temendo la concorrenza, non tralascia di avvisare i potenziali clienti affermando in conclusione: " ... Sacerdoti e Fabbricerie, sappiano che il vecchio CORPO MUSICALE DI DARFO (almeno per il momento) non è morto ... ".
21 Dichiarazione firmata di accettazione dell'accordo con Don Morosini
LibroDichiarazione firmata di accettazione dell'accordo con Don Morosini
27 Fotografia "Banda Pipista"
LibroFotografia scattata fra il 1922 e il 1925 che ritrae la cosidetta "Banda Pipista" la più antica e di ispirazione cattolica, che nel 1920 per distinguersi dalla appena nata "Musica Sociale Operaia" di tendenza socialista, intesa nel senso dell'epoca, prese il nome di "Vecchio Corpo Musicale di Darfo".
1.Abondio Battista (Caderì), 2.Pedersoli (Nistol), 3.Chiarolini Giacomo, 4.Tedeschi Erasmo (Rasmulì), 6.Abondio Pierino, 7.Cemmi Domenico, 8.Rusconi Enrico (Tambì), 9.Abondio Felicino (Caderì), 10.Abondio Angelo (Caderì), 11.Abondio Giovanni (Caderì), 12.Pezzotti Pietro, 13.Noris Alessandro (Rafì Fontaner), 14.Lambertenghi, 15.Bonzi Matteo, 16.Fiorini Giuseppe, 17.Fiorini Paolo, 18.Fiorini Carlo, 19.Fiorini Tullio, 20.Minini Giovanni, 21.M°Visini, 22.Felice Bontempi, 23.Pezzotti Luigi, 24.Minini Giuseppe, 26.Bertocchi Pietro, 28.Santandrea Giuseppe, 31.Belotti Leo, 32.Miclini Domenico (Gasperi), 33.Rigamonti Pietro.