09 Il Baghèt e la Zampogna
Il termine baghet sta ad indicare un tipo di cornamusa diffuso fino a metà di questo secolo nella provincia di Bergamo e poi dimenticata. Recenti lavori di ricerca hanno invece portato ad una riscoperta e rivalorizzazione di tale strumento.
I risultati più concreti sullo studio del baghet sono stati raccolti in Val Gandino dove sono stati ritrovati alcuni strumenti ed incontrato un suonatore, Giacomo Ruggeri detto "Fagòt" di Casnigo (1905-1990).
Il baghet della Val Gandino è costituito da una canna per il canto, detta diana o pia, da due bordoni d’accompagnamento, conosciuti come bas o orghegn e dal sacco, la baga, ricavata da pelle di pecora o capra ritagliata, con il pelo lasciato all'interno e poi cucita.
Zampogna
• Nome attribuito per antonomasia allo strumento a riserva d'aria diffuso nell’Italia centro-meridionale, e caratterizzato dalla presenza di due charter, intonati ad intervallo di quarta o di ottava, e uno o più bordoni, tutti raggruppati in un unico blocco inserito nel collo dell'otre. Se ne conoscono numerosi tipi, raggruppabili in due grandi categorie: una a chanter conici ad ancia doppia, con canne diseguali, e l'altra a chanter cilindrici o cilindro-conici con canne di eguale lunghezza. Tra le prime spiccano la zampogna a chiave e la cosiddetta zoppa (priva di chiave), diffuse in Lazio, Molise, Campania, parte della Calabria e della Sicilia (Palermo); tra le seconde; le zampogna dette a paro (Calabria, Sicilia orientale), la surdulina italo-albanese, la zampogna di Fossalto (Molise) con tubi di canna. L’uso della zampogna è legato alla tradizione natalizia della pastorale e al ballo (saltarello, tarantella).