09 Il Baghèt e la Zampogna
Baghet Il termine baghet sta ad indicare un tipo di cornamusa diffuso fino a metà di questo secolo nella provincia di Bergamo e poi dimenticata. Recenti lavori di ricerca hanno invece portato ad una riscoperta e rivalorizzazione di tale strumento.
I risultati più concreti sullo studio del baghet sono stati raccolti in Val Gandino dove sono stati ritrovati alcuni strumenti ed incontrato un suonatore, Giacomo Ruggeri detto "Fagòt" di Casnigo (1905-1990).
Il baghet della Val Gandino è costituito da una canna per il canto, detta diana o pia, da due bordoni d’accompagnamento, conosciuti come bas o orghegn e dal sacco, la baga, ricavata da pelle di pecora o capra ritagliata, con il pelo lasciato all'interno e poi cucita.
Zampogna
Strumento aerofono della musica popolare diffuso in una grande varietà di tipi in tutta l'Europa, in Asia sino all’India, e nell’Africa settentrionale. Consiste in una o più canne sonore inserite in appositi innesti di legno, di corno o di metallo (blocchi) fissati ad altrettante aperture di un otre di pelle entro il quale si accumula l'aria, immessavi tramite un cannello dalla bocca del suonatore o da un mantice da lui manovrato con il braccio. L'aria, sotto la pressione del braccio del suonatore che stringe l’otre, alimenta le ance semplici o doppie di cui le canne sono munite. Una o due di queste (chanter) sono dotate di fori per le dita, a volte con l’aggiunta di chiavi, e producono la melodia e l’accompagnamento armonico-ritmico; le altre canne (bordoni) sono prive di fori e producono ciascuna un’unica nota costante, che fornisce l’accompagnamento di base, in accordo consonante con la nota fondamentale del chanter. L'origine della zampogna va collocata probabilmente nel Vicino Oriente attorno agli inizi dell’era cristiana. Essa era comunque nota ai romani (tibia utricularis), anche se considerata strumento esotico e di uso marginale. Nel medioevo la zampogna divenne in occidente uno degli strumenti più diffusi, almeno tra quelli di alto volume sonoro. Uscita progressivamente dall’uso nella musica d'arte a partire dal rinascimento con la crisi della sensibilità modale, cui la zampogna è indissolubilmente legata, continuo ad avere fortuna nella musica popolare, ove si specializzò, differenziandosi in numerosi modelli distribuiti in aree geografiche precise, e raggiunse spesso vette ragguardevoli di qualità musicale. Legata sovente, ma non necessariamente, al mondo pastorale, fu comunque per lo più associata all'immagine del pastore, fino a diventarne simbolo e a far parte integrante dello stereotipo culturale ripreso dalle mode arcadiche,
• Nome attribuito per antonomasia allo strumento a riserva d'aria diffuso nell’Italia centro-meridionale, e caratterizzato dalla presenza di due charter, intonati ad intervallo di quarta o di ottava, e uno o più bordoni, tutti raggruppati in un unico blocco inserito nel collo dell'otre. Se ne conoscono numerosi tipi, raggruppabili in due grandi categorie: una a chanter conici ad ancia doppia, con canne diseguali, e l'altra a chanter cilindrici o cilindro-conici con canne di eguale lunghezza. Tra le prime spiccano la zampogna a chiave e la cosiddetta zoppa (priva di chiave), diffuse in Lazio, Molise, Campania, parte della Calabria e della Sicilia (Palermo); tra le seconde; le zampogna dette a paro (Calabria, Sicilia orientale), la surdulina italo-albanese, la zampogna di Fossalto (Molise) con tubi di canna. L’uso della zampogna è legato alla tradizione natalizia della pastorale e al ballo (saltarello, tarantella).
• Nome attribuito talora a vari strumenti ce somigliano alla zampogna propriamente detta per timbro o perché muniti di ancia, o che sono composti di una pluralità di dispositivi sonori e di conseguenza richiamano l’etimologia del nome zampogna (dal greco symphõnia = consonanza di suoni, insieme di suoni emessi simultaneamente), come nel caso del flauto di Pan o siringa, della ghironda, dello scacciapensieri.
Per maggiori informazioni e dettagli sul "baghet", vi suggeriamo il bel sito curato da Valter Biella tutto dedicato agli strumenti della musica popolare della bergamasca :
http://www.baghet.it/index.html