Semibreve (1993)
Semibreve (1993)
- Semibreve 1993-
- 01 L'ultima novità- E un altro anno è ormai quasi passato. La nostra attività è stata anche quest’anno assai frenetica. I soci che ci sono stati a stretto contatto nel darci una mano, ben sanno qual’è stato il lavoro e l’impegno che abbiamo dedicato per far fare un’altro passo avanti alla nostra associazione. A chi, per un motivo o per l’altro, sia sfuggito qualche avvenimento, o abbia perso qualche occasione, non si preoccupi, abbiamo pensato anche a lui. Questa che avete sotto gli occhi in questo momento è l’ultima novità: “eccovi un anno di banda” direttamente a casa vostra condensato in poche pagine. Era questo un sforzo doveroso verso i nostri soci a cui da tempo pensavamo e che dovevamo affrontare.
E siccome ci siamo abituati a pensare che le idee, basta volerlo con passione e tenacia, si possono realizzare, ci siamo messi d’impegno ed abbiamo fatto nascere, con pioneristico spirito giornalistico, questo foglio informativo. Vorremmo che questo diventi l’anello di congiunzione tra noi, musicanti e voi tutti che capite cosa è la banda, quali sono i nostri intenti e quali sono i motivi che ci spingono ad essere una “banda tra la gente”. Sono molte le associazioni che, come la nostra, hanno come primo scopo la diffusione e la pratica di quella meravigliosa arte che è la musica, ma quali hanno un importanza paragonabile a quella della banda dal punto di vista del servizio che questa offre alla comunità?
Si pensi alle manifestazioni civili e religiose, ai corsi gratuiti di orientamento musicale, al contributo di ricerca e salvaguardia delle nostre radici storiche e culturali; si pensi alla questione giovanile sulla quale è tanto facile sentir parlare, ma così difficile veder attuato qualcosa di concreto: quante sono, infatti, le associazioni che danno una valida e costruttiva alternativa al preoccupante degrado di una parte del mondo giovanile? La banda è senz’altro una di quelle che più si da’ da fare su questo campo e lo dimostra l’età media dei suoi componenti. Ma per reggere tutto questo ci occorre anche il vostro aiuto. I soldi, lo sappiamo tutti, sono importanti, ma a noi serve anche sentire la gente vicina con i suoi complimenti, i suoi consigli, e perché no, con le sue critiche. II primo passo lo abbiamo voluto fare noi con queste note scritte, condite con una nota d’umorismo che non stona mai fra gente allegra come noi. Vogliamo sperare che queste note mescolate con quelle musicali che di solito emettiamo, volino tra la gente diffondendo quel messaggio che la nostra banda da più di cento anni continua a lanciare: viva la musica!Il Consiglio Direttivo - 02 Cosa ne pensa il Presidente- Sono ormai tantissimi anni che partecipo attivamente alla vita pubblica della mia città, con compiti anche dirigenziali, ma sicuramente la presidenza della banda cittadina mi ha da sempre gratificato moralmente perché è una delle tante associazioni presenti sul nostro territorio che ha continuato (anche in momenti di difficoltà) a crescere sia numericamente che tecnicamente. Tutte le volte che ho ricevuto congratulazioni per l’operato della nostra banda posso assicurarvi che non erano solo di facciata ma sincere e disinteressate. II gruppo affiatato, in tutti i sensi, che si è via via formato grazie soprattutto al maestro Alberti e dal Consiglio Direttivo, deve essere un vanto per tutta la cittadinanza di Darfo Boario Terme. In tempi come quelli che stiamo vivendo, tutti i cittadini devono sostenere e far prosperare un’associazione musicale come questa, basata sul volontariato disinteressato, sulla solidarietà umana e sulla democrazia interna . Lo scopo della nostra banda non è solo quello di rallegrare e condecorare le varie ricorrenze: patriottiche, religiose e sportive o di eseguire concerti per i cittadini, ma soprattutto di insegnare la musica ai giovani inculcando nel contempo quei valori che nella nostra società si vanno ormai perdendo. Sono questi alcuni dei motivi per cui mi sento in dovere di raccomandare a tutti i politici locali di sostenere la nostra banda, esempio di sana ed onesta gestione, priva di qualsiasi interesse privato ed al servizio di tutti i cittadini nonché orgoglio della città di Darfo quando esegue i suoi concerti sia in Italia che all’estero.
Chini Giovanni
- 03 Perchè Banda e non Orchestra a Fiati- In Italia con il termine banda si intende un gruppo di strumenti a fiato ed a percussione.uesto termine sembra per taluni denigratorio in quanto si ricollega troppo strettamente ad un passato in cui le bande avevano spesso uno scarso valore musicale dovuto al fatto che sovente la preparazione di base di un bandista era riconducibile alle prime, poche pagine del conosciutissimo metodo Bona.Oggi per varie ragioni le cose sono cambiate: pur restando la banda composta soprattutto da non professionisti si sono raggiunti dei buoni livelli musicali grazie ai corsi di solfeggio e di strumento organizzati dalle varie bande e tenuti da gente diplomata.Per queste ragioni nell’epoca in cui lo spazzino viene chiamato operatore ecologico, la persona sorda audioleso, si è cercato di camuffare il termine banda con altri termini più appariscenti come orchestra a fiati, concerto di fiati, philarmonic o symphonic band, mantenendo però immutato l’organico di fiati e percussioni. Sembra quasi che un nome più moderno come orchestra a fiati sia di per sè indice di un buon livello musicale dimenticando che esistono anche orchestre che suonano “male”.E’ a mio parere opportuno sottolineare il mutamento che col tempo sta avvenendo nei complessi bandistici: infatti in questi ultimi anni le bande hanno affiancato alle tradizionali esibizioni civili e religiose concerti nei quali vengono eseguite parti anche impegnative scritte appositamente per banda da famosissimi autori italiani e stranieri.
Alberti Vittorio
- 04 I 140 anni della nostra Banda- Dalla ricostruzione della storia della nostra banda effettuata cinque anni fa da alcuni musicanti e tradottasi poi nella redazione del libro intitolato: “La banda, un secolo di musica, storia, cultura nella città di Darfo BoarioTerme” era emerso che il complesso darfense avesse un secolo di storia; anche se vi erano forti dubbi non documentati che anche prima del 1888 esistesse in Darfo una banda. Pochi mesi fa grazie al contributo di Marino Anesa i nostri dubbi si sono trasformati in certezze, infatti, questo famoso studioso del mondo delle bande italiane ed autore di un recente catalogo della musica originale per banda dall’ottocento al 1945, ha accertato che la banda di Darfo compie quest’anno i centoquarant’anni di fondazione e non i centocinque. La notizia è testimoniata dal ritrovamento nell’archivio di stato di Bergamo del regolamento organico della Società Filarmonica di Darfo. Questo importante documento era sfuggito alle nostre ricerche in quanto orientate sugli archivi bresciani e non su quelli bergamaschi.
Lo statuto redatto nel 1853 è composto da cinquantanove articoli che individuano le finalità del gruppo, gli organi direttivi e l’impegno finanziario del mese di luglio di quell’anno. E’ particolare sintesi delle finalità del gruppo il primo articolo che recita testualmente: “Questa società viene istituita al nobile scopo di mantenere il decoro delle funzioni della religione e dello stato e di procurare alla gioventù un gentile trattenimento che piacevolmente intrattenendola la sottragga ai pericoli dell’ozio”.
Dalle ricerche è emerso che nel 1853 esistevano in valle, oltre alla banda di Darfo, quella di Breno ed il casino di ricreazione sempre in Breno. Il fatto di avere tutto in un colpo trentacinque anni di più ci ha stimolati a lavorare per portare avanti un’associazione vecchia di centoquarant’anni che si avvicina a grandi passi a festeggiare il secolo e mezzo di storia, salvo scorciatoie.
Il Consiglio Direttivo
- 05 La parola all'economo-
Negli ultimi 3-4 anni la nostra gestione si è gonfiata fortemente, sia dal punto di vista delle entrate che da quello delle uscite.
Cogliamo qui l’occasione per ringraziare l’amministrazione comunale che si sforza di mantenere costante ed ad un buon livello il contributo annuale, nonostante i tempi che corrono. Le nostre entrate fisse sono sempre state costituite, oltre che da questo contributo, dalle attività prettamente musicali da noi svolte durante l’anno proprio per il comune (25 aprile, 4 novembre, AVIS...) o per richieste di vario genere (concerti estivi, servizi religiosi, servizi funebri, feste popolari....) che raggiungono un numero complessivo di una ventina di uscite.
L’acquisto di nuove partiture utili per migliorare il livello qualitativo musicale del gruppo, l’adozione di nuovi strumenti che hanno reso possibile l’ampliamento dell’organico della banda, il mantenimento dei corsi di orientamento musicale e l’istituzione di sempre nuovi corsi di perfezionamento proposti a tutti gratuitamente, hanno sempre fatto in modo che le nostre idee di “espansione” venissero frenate.
Ecco allora nel 1991 l’inizio della campagna tesseramenti atti innanzitutto a sensibilizzare la nostra cittadinanza ed in secondo luogo per raccogliere dei fondi che contribuissero ad una migliore e più ampia gestione della banda.
Quest’anno poi per la prima volta abbiamo intrapreso un’altra nuova iniziativa: si tratta della I FESTA POPOLARE della banda svoltasi il 3-4 luglio. Queste nuove iniziative, portando delle entrate supplementari, ci hanno permesso dei bilanci di più ampio respiro consentendoci così attività non sempre remunerative come ad esempio i gemellaggi. Trasporti ed alloggi richiedono infatti spese non irrilevanti. Proprio nel '91; infatti, iniziammo lo scambio cultural musicale in Germania con la Stadtkapelle di Herrenberg che ogni anno rinnoviamo. Nel '92 siamo stati in Svizzera con la fanfara della Concordia di Vetroz alla quale contraccambieremo l’ospitalità nel maggio de1 1994.
Questi gemellaggi sono stati delle esperienze entusiasmanti per i nostri ragazzi che così hanno avuto occasione di confrontarsi con abitudini e comportamenti molto diversi dai nostri. Inoltre stiamo lavorando per coltivare nuovi rapporti con altre bande locali quali Angolo e PianCamuno proprio per continuare questi contatti sociali attraverso la musica.
In conclusione possiamo dire che questi anni abbiamo fatto tanto, e tanto ci sarebbe ancora da fare. Ora però un dubbio ci assale: è giusto continuare su questa strada, oppure dobbiamo fermarci ed analizzare più approfonditamente tutto ciò che finora si e fatto? E, meglio, tutte queste nuove iniziative (compreso ciò che leggete) intraprese allo scopo di coinvolgervi, hanno riscosso in voi un maggiore interesse nei nostri confronti?Gabossi Daniele
- 06 Un giorno di Banda- Nell’alluvione del 1960 abbiamo perso tutti i documenti conservati nella vecchia sede delle prove e questo ci ha creato un’enorme difficoltà nel ricostruire gli avvenimenti e la storia dei nostri predecessori. Abbiamo pensato così di facilitare il compito ai nostri futuri colleghi adottando un “giornale di bordo”, un diario della banda in cui vengono riportati i fatti ed i momenti più significativi della nostra storia presente. Il compito è stato affidato a Veronica Barbetti e quello che segue è un assaggio del lavoro che sta con passione svolgendo...
SERVIZIO A MONTE CAMPIONE: Domenica 28 febbraio 1993
Ci siamo trovati alle ore 14.30 in sede, tutti con i nuovi giubbotti della banda, le ragazze non in divisa ma con pantaloni scuri. La cosa comune a tutti era che eravamo molto imbacuccati, alcuni avevano addirittura 4 o 5 paia di calze, 3 o 4 maglioni di lana e così via. Abbiamo raggiunto Montecampione con un pulmino. Non eravamo ancora giunti sul posto che era iniziato a nevicare. Raggiunta la piazzetta siamo scesi dal pulmino con i nostri strumenti e col cappuccio del giubbotto per ripararci dalla neve. Non ho detto (perdonatemi) il perché della nostra presenza a Montecampione: da oggi fino a sabato sei marzo si tengono in questa stazione ed a Colere i campionati mondiali di sci juniores. Siccome è un evento molto importante per la nostra valle, è stata richiesta la nostra presenza all’apertura del campionato. Giunti nella piazzola dove sarebbe iniziato il corteo, abbiamo sfruttato il nostro arrivo anticipato per rifugiarci in un bar. Riscaldatici con tè, caffè e cioccolata siamo usciti sotto i portici e, disposti un po' a caso abbiamo intonato ‘Europa Mars’ per salutare la gente (poca) presente. Verso le 16.30 gli organizzatori hanno iniziato a dare i primi ordini per la disposizione del corteo. Davanti c’erano alcuni uomini, quindi seguivamo noi, quindi il coro ANA degli alpini ed i vari gruppi di sciatori provenienti dai più svariati paesi del mondo. Nonostante la neve fosse già alta e continuasse a scendere, abbiamo intonato ‘Primula’ e marciato anche in punti un po’ difficili; quindi abbiamo attaccato , ‘Arosa’. Mentre stavamo marciando e suonando, ci siamo trovati di fronte ad una salita molto ripida e logicamente innevata. Le ragazze davanti anche se con fatica, continuavano nel loro passo, solo che si faceva davvero una fatica terribile. Per un po’ abbiamo resistito, fino a quando il maestro, che si trovava nelle retrovie, è avanzato ed ha fatto fermare tutti dicendoci di proseguire comunque a suonare; noi, quasi senza fiato, abbiamo concluso da fermi la marcia. Alcuni strumenti hanno iniziato a non funzionare più perché riempiti di neve, da altri uscivano dei frullati tremendi, da altri non usciva proprio niente se non neve sciolta. Il coro e gli alpini che ci seguivano ci hanno "brutalmente" superato e noi siamo ripartiti solamente quando abbiamo finito la marcia. Ci siamo arrampicati su per la salita finché abbiamo raggiunto un grande spiazzo in cui c’era il pubblico, le varie autorità e gli sportivi invitati. Noi ci siamo sistemati di fianco al tripode. Lì hanno tenuto diversi discorsi le varie autorità e si è svolta la parte coreografica della manifestazione. All’accensione della fiamma del tripode abbiamo intonato l’Inno di Mameli. Quindi ci sono stati altri discorsi mentre la neve continuava a scendere; noi lì fermi, avevamo lo strato di neve sul giubbotto, sul libretto delle partiture e sugli strumenti. Eravamo tutti infreddoliti. Addirittura a Cristina si stavano congelando i piedi perché aveva solo le calze di nylon (non essendo venuta alle prove di venerdì non sapeva di doversi vestire pesante), Lorena invece, che ne aveva 5 0 6, gliene ha prestato un paio togliendosele mentre eravamo in fila rivolti verso il pubblico. Alla fine della cerimonia, sempre sotto la neve, siamo andati in un bar a scaldarci ed a favorire al rinfresco offertoci, a base di bibite e panini. Abbiamo poi raggiunto il pulmino che è sceso alla velocità media di 20 km/h, per paura della neve, procurandosi una certa coda dietro. Siamo arrivati a Darfo alle ore 19,00. Alcuni di noi sono andati a mangiare la pizza, gli altri a casa. Sul pullman al ritorno ci è stato riferito che è stata richiesta la nostra presenza anche domenica prossima alla chiusura; speriamo che non nevichi più!!!Barbetti Veronica - 07 Per non lasciarsi trascinare dalla corrente- Sulla porta di entrata della nostra sede è appeso in bella mostra ed evidenziato un articolo di Gloria Zaghi sul come era, come è e come dovrebbe essere vissuta la Banda. E' proprio traendo spunto da questo articolo che vorrei cercare di spiegare i rischi che la nostra associazione corre, infatti la Zaghi scrive “..oggi, in questa epoca che esalta sempre di più il successo, la bellezza, l’io assoluto, la violenza fine a se stessa, che giustifica ogni abuso e tollera troppo, anche la Banda è trascinata dalla corrente. Non esiste quasi più la gioia dello stare insieme. E’ sufficiente una qualsiasi accusa, subdolamente accennata, magari in un bar o in qualunque locale, dopo le prove serali, per aumentare il muro di incomunicabilità che ci sta dividendo. Suonare non e più gioia, ma una scocciatura”. La nostra Banda non vuole questo, vuole essere diversa, vuole essere una Banda moderna ma con un sapore antico perché.... “...far parte di un gruppo richiede sacrificio ed impegno: suonare in una Banda significa rinunciare ad alcune serate, alcuni sabati, alcune domeniche. Significa volare via non appena finito il lavoro per arrivare, appena in tempo, ad un impegno musicale. Significa lottare contro la pigrizia di una casa ed un buon letto per ritrovarsi al freddo, o al caldo, vestiti con abiti che non ci proteggono quasi mai, nell’uno e nell’altro caso, perché fanno appunto parte di una divisa. Nessun bel maglione pesante, nessun paio di pantaloncini corti. Ma quando si è amici, il sacrificio è più dolce. Allora, diventa bello trovarsi insieme, e dividere gli stessi disagi; andare a suonare si trasforma in un modo per incontrarsi. Si inizia a conoscersi, si cresce, si lavora insieme e si diventa responsabili. Si cerca di portare avanti il gruppo, tutti insieme, ognuno con il suo piccolo contributo, perché basta veramente poco, ma da parte di tutti”. Questo è il vero obiettivo della nostra associazione, quello al quale ogni associazione come la nostra dovrebbe tendere; credo sia molto difficile realizzarlo. Noi comunque ci proviamo e sentiamo in dovere di continuare a provarci sempre. Credo sia giusto a questo punto ringraziare Gloria Zaghi che ci ha ricordato lo spirito giusto per partecipare ed appartenere ad una associazione come noi vogliamo sia la Banda di Darfo.Fontana Massimo
- 08 1993 in breve- Anche quest’anno la Banda Cittadina ha accompagnato la cittadinanza e reso più completi i servizi civili e religiosi. Ci piace in particolare sottolineare fra i nostri impegni il numero dei concerti che quest’anno sono stati cinque e si sono svolti a Cedegolo, ad Angolo, in Germania, a Brescia ed a Pian Camuno. Esprimiamo in questa occasione la nostra soddisfazione per aver avviato degli scambi musicali con bande a noi vicine come sono quella di Angolo e quella di Pian Camuno dimostrando ancora una volta come sia vero che la musica lega. Speriamo vivamente di poter continuare in questi “scambi” aggiungendo ai complessi di Angolo e di Pian Camuno altre realtà musicali della nostra valle.
Nei giorni 23, 24, 25 aprile ci siamo recati per la seconda volta ad Herrenber, in Germania, per il gemellaggio con la Stadtkapelle locale; li attendiamo nella nostra cittadina per il nuovo anno che sta per incominciare. Mi sembra ora opportuno mettere a fuoco ed analizzare più a fondo quello che è stato l’avvenimento più rilevante di quest’anno per la nostra associazione: LA PRIMA FESTA POPOLARE
Il lavoro per l’organizzazione di una festa di questo genere è notevole, considerando che tutti noi eravamo alla prima esperienza lasciamo a voi pensare quali e quanti siano stati i nostri problemi. Cogliere, ad esempio, i giorni ideali per attuare questa festa, organizzare la raccolta dei materiali indispensabili, darsi da fare per proporre premi interessanti per la lotteria e, non ultimo, il luogo ottimale dove allestirla. Quest’anno la decisione del comitato organizzativo (nel quale vi erano, oltre ad alcuni di noi, molte persone esterne che hanno dato la loro preziosa disponibilità) è ricaduta sul piazzale interno dell’ex convento in via Quarteroni; non solo perché, vicinissimo alla nostra sede, ci dava la possibilità di appoggiarci per ogni evenienza, ma anche perché, essendo questa iniziativa appena nata, si voleva usare uno spazio né troppo ristretto, né tanto meno dispersivo. Sabato sera 3 luglio, tutto era pronto. Eravamo tutti contenti perché il lavoro di alcuni mesi stava per dare un risultato, per noi sicuramente positivo (nessuno voleva credere neanche lontanamente che avrebbe potuto essere un fiasco). Abbiamo toccato con mano la reale difficoltà che esiste nel gestire una festa di questo genere, chi ne ha esperienza lo sa meglio di noi, e come tanto facilmente si possono commettere degli errori. Sì, è vero, ci sono stati anche dei disguidi, ma fortunatamente non hanno causato problemi alla gente che vi ha partecipato. Domenica sera 4 luglio, alla fine della festa, la felicità di aver raccolto tanti pareri positivi, e gli stimoli perché questa iniziativa potesse ripetersi ci risollevava da due giorni di intenso lavoro. Sebbene questa festa abbia richiesto tanta partecipazione, sia da parte dei musicanti che da parte di persone esterne, siamo contenti di essere riusciti a raggiungere gli scopi che ci eravamo prefissati: coinvolgere sempre più persone attorno alla realtà della banda (che non è solo musica ma anche momento di socializzazione) e, contemporaneamente, realizzare dei guadagni utilissimi per la nostra associazione.
Gabossi Daniele
- 09 Rassegna stampa: "Hanno detto di noi"-
Da il “Giornale di Brescia” del 30 aprile 93
Darfo, una banda che parla tedesco“La Banda musicale di Darfo Boario Terme ha trascorso tre giorni ad Herrenberg in Germania per rinnovare l’amicizia ed il gemellaggio con la Stadtkapelle di quella città”. “Il direttore del complesso bandistico, Maestro Vittorio Alberti, ritiene che la “Tre giorni” ad Herrenberg sia stata di grande utilità per l’acquisizione di esperienze e di conoscenze strumentali”.
Da “Brescia Musica” del mese di giugno 1993
Herrenberg - Darfo: continua il gemellaggio musicale“Il complesso della media Valle Camonica non nuovo ad ottimali esecuzioni fuori casa gode di un gruppo giovane e preparato che ha alle spalle una scuola di musica con i fiocchi. Vittorio Alberti, anima e corpo di questa realtà, ama i confronti impegnativi e lo troviamo spesso ai concorsi di Brescia e alle esibizioni in piazza Loggia (ve lo ricordiamo per la stagione concertistica 1993, la sera del 9 Luglio)”.
Da “L’Arena” del 27 giugno 1993
Banda in festa a Grezzana“La Banda Cittadina di Grezzana compie 70 anni di vita. La ricorrenza è stata ricordata con numerosi concerti, disseminati nella valle tra maggio e luglio. Oggi a celebrazione ufficiale alle 16 per le vie del centro sfileranno le bande di Boario Terme (Brescia), Lendinara (Rovigo), di Povegliano e Grezzana, le quali convergeranno verso la piazza per un esibizione individuale, prima del “concertone” comunitario delle 18.00”.
Da “L’Arena” del 7 luglio 1993
“La sorpresa di questa kermesse bandistica: l’insieme di Boario Tenne, perfettamente concertato da Vittorio Alberti. Ci ha stupito il suo rigore collettivo, la coesione armonica dei timbri e la sua capacità di colorire ogni movimento. Una "Signora" Banda”.
Da “Vallecamonica Nuova” del 18 novembre 1993
Sabato 20 novembre si festeggia S.Cecilia“La banda musicale della città camuna continua la sua attività con sempre maggior successo. E' un complesso che conta oggi 60 musicisti e ringiovanito continuamente da nuove leve tra cui numerose ragazze, tanto che la loro presenza è numericamente quasi pari ai colleghi in pantaloni. Parità di... diritti anche nel campo della musica fra donne e uomini”
Traduzione dal "Gaubote" di Stoccarda del 27 aprile 1993
Concerto amichevole della Stadtkapelle e orchestra italiana, la musica lega“Concerto di musica a fiato. Quasi 200 ascoltatori nel1a vecchia palestra di Herrenberg. La musica lega, la musica unisce e crea amicizia, così ha tradotto Giuseppe Albertinelli le parole del saluto del sig. Georg Schwenk (presidente della Stadtkapelle di Herrenberg). In occasione della visita di fine settimana della Banda Cittadina di Darfo B.T., le due orchestre hanno fatto musica in un concerto amichevole nella vecchia palestra. Anche la banda cittadina di Darfo B.T. non ha potuto lasciare il palco prima di aver concesso un “bis”. La banda composta da circa 50 persone ha suonato musica a fiato orientata alla musica classica. Il Cav. Giovanni Chini, presidente della banda cittadina, ha consegnato a Georg Schwenk una scultura in legno a ricordo di questa giornata”.
Dall’ “Amstblatt” Di Herrenberg
Seconda visita della Banda cittadina a Herrenberg. Noi siamo diventati amici“Herrenberg. La “Banda Cittadina” è stata ospite per la seconda volta nell’arco di due anni della Stadtkapelle. Come ha sottolineato Georg Schwenk, presidente della Musikverein, durante la serata del concerto, il legame verso Darfo Boario Terme fa parte della tradizione della Stadkapelle “stringere amicizia oltre ogni frontiera”. Schwenk rivolgendosi ai suoi ospiti italiani: "negli anni scorsi siamo diventati amici"”.
a cura di Alberti Guerrino
- 10 Impegni futuri- Nel gennaio del 1994 sarà rinnovato il Consiglio Direttivo, bisognerà quindi dar modo ai nuovi consiglieri di inserirsi adeguatamente negli elevati ritmi che l’associazione ha assunto negli ultimi anni; tra la campagna associativa, la festa popolare ed i gemellaggi non passa settimana senza doversi incontrare per qualche decisione urgente. Pertanto questo 1994 lo definiremmo di "assestamento". Verranno cioè consolidate le basi la cui costruzione è iniziata al fine di rendere la banda dinamica ed efficiente: sarà rinnovata la campagna associativa, di questo giornalino è il simbolo, verrà ripetuta la festa popolare con annesso lo scambio musicale con la banda di Pian Camuno ed infine ci sarà il non irrilevante impegno di organizzare in Darfo l’accoglienza alla fanfara svizzera e alla Stadtkapelle tedesca. Su questi due ultimi punti riteniamo di soffermarci, ricordandovi che il nuovo direttivo avrà più che mai bisogno del vostro aiuto e della vostra collaborazione.
IN MAGGIO LA VISITA SVIZZERA
Fu nell'estate del 1991, in settembre, che l’amico Raffaele Amoroso ci propose l’idea di andare a Vetroz, un bellissimo paese immerso nei vitigni del Vallese in Svizzera. Là, il comitato organizzatore parrocchiale della festa patronale, ci invitava per due giorni a loro spese, per rallegrare l’avvenimento. Detto, fatto. Truppa, bagagli, strumenti, all’ora stabilita fummo tutti presenti con numerosi soci al nostro seguito, all’appuntamento con i nostri nuovi amici di Vetroz. Ma qua le fu la nostra sorpresa nel trovarci al cospetto di due fanfare del posto, "La Concordia" e "l'Union", di un'eccezionale bravura e di un notevolissimo livello tecnico. Vogliamo ricordare che l'organico delle fanfare è esclusivamente formato da ottoni e percussioni, a differenza della nostra banda che ha in più anche i legni (clarini, sax, flauti, ecc...). La nostra trombettista Vitali Vittoria, affascinata da quei musicanti quasi perfetti (musicalmente), non perse tempo ad attaccare bottone, grazie al suo accento francofono, con alcuni componenti della fanfara "La concordia". Il rapporto d'amicizia è continuato a mezzo posta ed i1 22 maggio 1994 questo feeling verrà concretizzato con l'arrivo nella nostra cittadina della prestigiosa fanfara. Questa, oltre ad offrirci una serata che sarà indimenticabile, qui a Darfo, potrà esibirsi anche a Brescia. Gli amici dell' associazione filarmonica Isidoro Capitanio di Brescia non hanno infatti perso 1'occasione della tournè italiana della fanfara svizzera per "portarsela in casa" almeno una sera. Tra di noi c'è attesa per questo nuovo incontro. Alle spalle abbiamo il gemellaggio con 1a banda di Herrenberg, con la quale ormai filiamo a gonfie vele, ma questo appuntamento sarà la "'prova del nove" delle nostre capacità organizzative. Contiamo ancora molto sull'aiuto che i nostri soci sapranno darci, in modo da fare ancora una volta bella figura di fronte a nuovi amici. E' un'occasione da non mancare. Noi ci saremo tutti, e voi?IN SETTEMBRE LA VISITA TEDESCA
In aprile del corrente anno abbiamo riconfermato l'ormai solidissimo legame nato con la Stadtkapelle di Herrenberg nel 1991 con la nostra prima visita in Germania. Il 9,10,11 settembre del 1994 i colleghi tedeschi faranno ritorno per la seconda volta nella nostra città. Non è il caso di puntualizzare il come ed il quando sono avvenuti i primi approcci con gli amici della stadtkapelle perché di questo ne abbiamo e ne ha già parlato tanto la stampa locale e provinciale. Volevamo invece sottolineare l'esperienza sotto l'aspetto organizzativo, sociale ed umano. In Germania abbiamo trovato una realtà "banda" molto diversa dalla nostra, che è servita per confrontare l'impegno, la partecipazione e la meticolosità organizzativa propria dei tedeschi con la fantasia, l'interpretazione e l'allegria sfoggiata da noi "bravi italiani". Tra le due bande esiste una sostanziale differenza di cultura e di maturità, che non hanno comunque impedito l'instaurarsi di legami affettivi che si consolidano anche al di fuori dell'organizzazione "banda" con scambi di visite personali e tradizionali missive epistolari. Lo scambio sociale con la stupenda ospitalità delle famiglie che ci hanno dato vitto ed alloggio gratuiti ci ha insegnato quanto sia facile e generoso sacrificare la comodità del proprio focolare domestico e condividerlo con una persona del tutto sconosciuta. Questo gemellaggio, unito con la visita svizzera, sono state delle esperienze entusiasmanti per i nostri ragazzi che come già detto, ma è molto importante sottolinearlo, hanno avuto1'occasione di confrontarsi con abitudini e comportamenti molto diversi dai nostri. Inoltre voglio ricordare che se con questi gemellaggi abbiamo fatto passi da gigante verso1'Europa unita, altrettanto abbiamo fatto per coltivare e consolidare nuovi rapporti con realtà locali quali la banda di Angolo e Pian Camuno. In conclusione ribadiamo un concetto fondamentale e a noi caro espresso dal sig Schwenk, presidente della stadtkapelle di Herrenberg: "La musica unisce e crea amicizia la musica lega!".a cura di Tagliabue Luigi e Pennati Carmen
- 11 I giovani e la Banda- Non v’è dubbio che la Banda di Darfo in questi ultimi anni abbia avuto un forte ricambio generazionale testimoniato dal fatto che l’età media dei suoi componenti è di poco superiore ai vent’anni. Questo ricambio ha dato origine a nuove esigenze dei musicanti ed ha sensibilizzato e responsabilizzato il Consiglio Direttivo nelle sue scelte che in questo periodo più che mai assumono significato educativo.
Essere giovani in una realtà come la banda significa crescere insieme sentendosi coinvolti in prima persona in ogni attività che viene proposta, uniti da una passione comune per la musica che, per molti di noi è stata la genesi dell’amicizia che ci lega. Il fatto che col tempo il numero dei musicanti sia andato aumentando è a mio parere riconducibile al fatto che suonare in una banda significa, oltre che coltivare l’hobby della musica, anche incontrare una compagnia di cinquanta persone fra loro diverse, con cui confrontarsi, lavorare, studiare, divertirsi, con l’entusiasmo e la passione vera di coloro che vedono nella Banda un ambiente di vita e non solo un luogo in cui suonare e poi andarsene. Avere venti, trenta anni in meno di altri musicanti comporta spesso incomprensioni, ma è indubbio che la presenza di queste persone che hanno una famiglia e di conseguenza una certa esperienza umana oltre che musicale alle spalle è di riferimento per tutti noi giovani.
E’ bello trovarsi con queste persone, magari il venerdì sera dopo le prove, seduti attorno ad un tavolo a parlare, giocare a carte, discutere di musica, cantare canzoni popolari della nostra terra a noi poco conosciute con un buon bicchiere di vino che ci viene versato da mani esperte.
La presenza dei giovani è fortunatamente attiva nell’organizzazione di scampagnate, uscite serali, gite culturali, e nel Consiglio Direttivo che è un po’ il centro ed il punto di riferimento di ogni iniziativa. Il buon clima interno della banda ha fatto fiorire anche quel sentimento che la musica bene esprime e che è l’amore. Infatti si sono fidanzate e sposate più coppie che oggi hanno o sono in attesa di figli che speriamo siano il futuro della nostra Banda.
Vela Luciano
- 12 Si apre il sipario, il sogno si avvera- Finalmente ce l’ho fatta a realizzare un mio piccolo-grande sogno. Da poco più di un mese suono nella banda musicale della mia città, Darfo Boario Terme. In una banda che conta più di cento anni di vita e che è composta da circa sessanta strumentisti, in buona parte giovani e dove noi ragazze siamo abbastanza numerose. Da un paio d’anni aspettavo questo momento, da quando frequentavo ancora la seconda media. Una mattina del mese di novembre del 1991 il bidello entrò in classe e ad ogni alunno consegnò un fascicoletto contenente una decina di richieste di adesione ad una o anche a più iniziative di carattere sportivo e artistico organizzate dal comune in collaborazione con alcuni gruppi sportivi e culturali di Darfo Boario Terme. Non ebbi dubbi nella scelta: avrei frequentato il corso organizzato dalla banda musicale di Darfo, diretta dal maestro Vittorio Alberti.
Da tempo, infatti, mi interessavo, a livello personale, di musica e canzoni. Felice della mia scelta; condivisa anche dai miei genitori, una sera mi presentai nella sede della banda musicale, al ex-Conventone, e cominciai a sognare. I primi mesi furono dedicati allo studio delle note musicali e del solfeggio. Man mano che passavano le settimane l’attesa dell’arrivo dello strumento, avevo scelto il clarinetto, si faceva snervante. Quando mi fu consegnato fui felicissima e a casa, nei giorni seguenti, dovettero un po' tutti tenere conto dalla mia nuova passione. Egualmente grande fu la soddisfazione quando fui chiamata a fare parte della banda giovanile e a confrontarmi quindi non più con me stessa ma anche con gli altri: un gruppo già abbastanza affiatato.
Da quel giorno, rubando tempo allo studio, cominciai ad andare un paio di volte alla settimana alle prove. Il pensiero mio e dei miei compagni era rivolto al 30 dicembre quando avremmo tenuto, nel teatro San Filippo, il concerto di fine anno. Ricordo l’emozione che mi prese quando il sipario si aprì e vidi tanta folla che aspettava la nostra esibizione.
Gli spettatori furono buoni con noi egli applausi arrivarono scroscianti premiando me e i miei compagni dei sacrifici fatti fino ad allora. Altre ambizioni nel 1993: entrare nella banda cittadina dove suonavano strumentisti ben più bravi di me e ai quali io guardavo con un po' d’invidia.
Per raggiungere questa meta qualche sacrificio in più bisognava farlo: portare da due a tre gli appuntamenti settimanali con le prove. C’era infatti la necessità di provare anche con i grandi che si incontravano ogni venerdì sera. E il confronto, dopo qualche momento di grande emozione, è stato superato con soddisfazione da parte mia. Questa soddisfazione è stata massima quando, non prevista, mi è stata consegnata la divisa. Era quasi mezzanotte quando, ritornando dalle prove a casa ho cominciato a provarla e riprovarla trovandola sempre più piacevole. Domenica sette novembre, in occasione della celebrazione del Quattro Novembre, prima uscita ufficiale con esibizione pubblica. Quando sano rientrata a casa era molto soddisfatta. A parte qualche calcio a chi mi precedeva e qualche preoccupazione per quello spartito che non riusciva a stare fermo, mi sembrava di essermi comportata bene. E di questo personale giudizio ne era soddisfatta. Ora il mia pensiero va oltre, al prossimo trenta dicembre quando, al CineTeatro San Filippo, ci sarà l’annuale concerto di fine d’anno. Questa volta, al mio fianco, oltre ai miei compagni della banda giovanile passati nella banda maggiore, avrò tanti altri bandisti tutti più grandi e più esperti di me. Ed in platea un pubblico certamente assai competente e meno disposto a perdonare qualche "stecca", magari dovuta all’emozione che penso ancora una volta, mi auguro l’ultima, prenderà me e, forse, anche qualcun altro dei giovanissimi. Cosa chiedere al pubblico e ai bandisti più esperti? Un applauso in più e un sorrisetto di comprensione per noi ultimi arrivati.
Cappitta Daniela - 13 Non solo banda - Il gruppo delle "Pastorelle"- Come è ormai consuetudine anche quest’anno i componenti della banda di Darfo hanno aderito alla tradizionale e folcloristica manifestazione delle "Pastorelle". Questa particolare iniziativa è nata circa dieci anni fa con l'intento di far rivivere un’antica usanza che vedeva, ogni vigilia di Natale, un gruppo di "pastori" muniti di strumenti, impegnati per le vie dei paesi ad allietare e rendere ancora più magica l’atmosfera natalizia, suonando le canzoni tipiche di questa ricorrenza. Così, motivati dalla consapevolezza di essere investiti di un importante compito, anche quest’anno ci stiamo adoperando per la buona riuscita di questo abituale impegno che anno dopo anno diviene sempre più importante e quindi più gravoso dal punto di vista organizzativo. Infatti col passare degli anni il numero dei "pastori"si è quasi triplicato, il tragitto che seguiamo suonando si è allungato rendendoci sempre più complessi gli spostamenti in auto. Tuttavia sempre più gente ci aspetta puntuale nei vari paesi, e tutti gli anni al nostro passaggio la sentiamo più vicina quasi ci incoraggiasse a continuare nella nostra opera. E’ nata quindi negli ultimi periodi la necessità di creare un apposito comitato che si occupasse delle "Pastorelle", formato da alcuni musicanti più un consigliere con funzioni di coordinatore al fine di gestire nel miglior modo possibile questa iniziativa. I compiti del comitato sono vari: preparare un efficiente programma della giornata, occuparsi dei contatti con i centri in cui intendiamo recarci per suonare: come ricoveri, ospedali, parrocchie, aiutare i musicanti a reperire l’abbigliamento caratteristico del pastore, ossia mantello nero, scarponi e cappello. Anche questo aspetto è importante per far rivivere la tradizione. Nonostante il clima rigido e la pesante giornata che dobbiamo affrontare suonando dalle ore 14 sino a notte inoltrata, siamo sempre lieti di portare nostri auguri a più persone possibili. Si prova infatti un sentimento di appagamento quando si riesce a portare un po’ di felicità anche a coloro che sono costretti a passare il Natale lontano dalla propria casa, come chi si trova in ospedale o al ricovero; il sentirsi utili ed il riuscire a fare qualcosa di buono insieme dopo aver lavorato per realizzarlo è un grande stimolo per rendere costante il nostro impegno.
Vi invitiamo dunque ai nostri appuntamenti di venerdì 24 dicembre nei seguenti orari e luoghi:
- ORE 14.00 Casa di Riposo Angela Maj , Boario Alta;
- ORE 15.00 Casa di Riposo Rizzieri, Pian Bomo;
- ORE 16.00 Ospedale di Vallecamonica, Esine;
- ORE 18.00 Foto ricordo presso Fotocine Ferrari, Darfo;
- ORE 20.00 Sfilata per le vie di Erbanno;
- ORE 21.00 Sfilata per le vie di Darfo;
- ORE 21.45 Uscita della S.Messa, Pellalepre;
- ORE 22.45 Sfilata per le vie dl Gorzone;
- ORE 23.30 Entrata della S.Messa, Boario;
- ORE 00.40 Uscita della S.Messa, Corna.Moreschi Remo
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