Semibreve (2005)
06 La banda nel web
Semibreve (2005)
Marta
05 Era una notte buia e tempestosa ....
Semibreve (2005)Ma il destino aveva in serbo ben altro per noi. .. Chi scrive aveva lasciato casa diretta alla sede della banda, pronta ad aiutare a caricare strumenti e cartellette sui pullman; qualche pesante goccia di pioggia si era scontrata con il parabrezza, ma tant’é: in caso di pioggia, sapevamo, il concerto si sarebbe tenuto altrove, ma ci sarebbe comunque stato. E così pure il rinfresco, gradito ringraziamento della banda di Rovato.
Qualche minuto dopo l’arrivo alla sede, le poche pesanti gocce di pioggia erano diventate un uragano che nemmeno a New Orleans: una tempesta che aveva accompagnato l’arrivo dei bandisti, bloccati all'interno delle auto in attesa del momento migliore per precipitarsi fuori e valutare la situazione con i colleghi.
Nel frattempo il pullman prenotato per il viaggio, apparentemente di due metri più lungo del solito, aspettava fuori dal cancello, non riuscendo ad entrare, e trasformandosi così in un nuovo problema: come fare a caricare se il pullman e così distante e la pioggia non accenna a smettere? Senza perdersi d'animo, i bandisti avevano iniziato a preparare il necessario per il viaggio, scambiando chiacchere ed impressioni sulla situazione.
Dopo una lunga attesa, finalmente la tempesta sembrava essersi calmata, e correndo sotto gli ombrelli ognuno aveva fatto del suo meglio per rendere I'operazione di carico il più veloce possibile: con un solo viaggio strumenti e cartellette erano stati depositati nel vano bagagli del pullman, e i bandisti avevano preso posto.
Ecco sedute le ragazze, avvolte nelle giacche per scaldarsi, in sandaletti e scarpine aperte e fradice, le pettinature rovinate superficialmente; i ragazzi, pur indossando scarpe chiuse, non stavano meglio: la pioggia è democratica.
II pullman inizia la sua corsa e molti si domandano com'è la situazione a Rovato, se suoneremo all'aperto, come sarà il rinfresco, se avremo molto pubblico.
Passiamo sul lago d'lseo, e l'aria pulita dopo la tempesta unita alle luci del tramonto ci regala un panorama meraviglioso, mentre cominciano ad uscire le prime stelle. Intorno a noi le strade portano i segni della pioggia, ma anche molta grandine che aveva colpito improvvisamente numerosi luoghi. E infatti a Rovato siamo accolti da... un deserto: strade vuote, chicchi di grandine grossi come sassi su strade e macchine, si fa strada la sensazione che non avremo un folto pubblico stasera. .. In effetti la pioggia ha causato non pochi problemi per i compaesani dei nostri colleghi, e il concerto, ci viene detto che è stato annullato: sono tutti a casa a riparare i danni, e stasera non si parla di fare o ascoltare musica: ma in mezzo a questa desolazione improvvisa c'é una buona notizia per i musicanti di Darfo: il rinfresco si terrà lo stesso. Scendiamo dal pullman e veniamo guidati per le strade deserte verso l'oratorio, dove qualche volontario ci sta cucinando una graditissima cena, che viene accolta con piacere, divorata, applaudita. La serata si conclude con numerose partite a calcetto, e un ringraziamento a gran voce insieme alla promessa (naturale) che il concerto sarà recuperato appena possibile.
I bandisti ritornano al pullman satolli e allegri, impegnandosi nel viaggio di ritorno in conversazioni profonde... o quasi.
Per molti musicanti l'arrivo a Darfo coincide con... la nanna.
Ma per un nutrito gruppo di nottambuli c'é ancora tempo per bere qualcosa insieme, in attesa di una nuova occasione per suonare, divertire, divertirsi.
Chiara
04 Un giovane veterano
Semibreve (2005)Mi sembra ieri che, per emulare mia sorella, andavo ai corsi pomeridiani di solfeggio e adesso mi trovo ad essere il 1° trombone di una delle Bande più prestigiose della zona, con un’esperienza da membro ufficiale di oltre 10 anni; il che mi colloca di diritto tra i “veterani” del gruppo.
Questo ambiente, con il tempo, mi ha ovviamente influenzato e cambiato sotto molti aspetti: dal carattere alle abitudini, dai gusti musicali al modo di pensare…non sta a me dire se i risultati su di me siano buoni o meno, ma vi posso assicurare che mi ha aiutato in molte cose.
Provate ad immaginarvi un ragazzino di 11 anni che, inserito in un gruppo (allora di 55 persone) con gente di tutte le età, si trova a dover suonare davanti ad un pubblico sempre più esigente: la timidezza e le paure che caratterizzano quell’età sono costrette ad essere accantonate per far posto alla voglia di integrarsi e di imparare a suonare. Questo, negli anni successivi, mi ha permesso di essere più spavaldo e sicuro di me nelle varie situazioni che mi si sono presentate e di riuscire a legare con molte persone.
Nel gennaio 2002 sono stato eletto alla carica di consigliere (mandato che è ormai scaduto), anche questa è stata una sfida per un allora diciottenne, ma la fiducia datami dai musicanti con il loro voto, mi ha permesso di viverla tranquillamente e di sentirmi quasi (il quasi è d’obbligo) a mio agio cercando di portare avanti le mie idee.
Adesso non riuscirei ad immaginare la mia vita senza Banda; il venerdì è da sempre serata di prove e sarebbe strano trovarsi da un’altra parte, così come sarebbe strano non essere nei paesi del comprensorio la notte di Natale suonando vestiti da pastori. La tensione ed il lavoro per i preparativi delle Feste Popolari o dei concerti più importanti, hanno ogni volta una storia diversa e unica e ti permettono di non abituarti mai. Ricorderò sempre l’emozione provata quando suonammo il “va pensiero” alla festa della musica di Schlema (ex Germania dell’est) davanti a migliaia di persone di vari paesi in piedi ad applaudirci…in quei momenti ci si ricorda del perché si suona nella Banda e perché a volte si fanno dei sacrifici.
Non voglio far credere che la Banda sia tutta rose e fiori, infatti c’è spesso da sgobbare, discutere e magari anche litigare, ma si cerca di non portare inutili rancori e di scherzare il più possibile per rendere il lavoro meno pesante. Gli alti e bassi, in tutto questo tempo, ci sono stati eccome, diversi tra loro nella durata e nell’importanza, ma sono sempre riuscito a superarli grazie ad un bel gruppo di amici che mi sono stati d’aiuto in più di una occasione e con i quali ho condiviso molte emozioni (dalla felicità per la vittoria di un concorso, al sonno dovuto ai servizi della domenica mattina), un gruppo, questo, semplice e molto unito.
Non posso sapere per quanto ancora la Banda continuerà ad essere parte integrante della mia vita perché il lavoro o la famiglia ti possono far allontanare, posso però affermare con certezza che vi rimarrò per sempre legato affettivamente e segnato da un ricordo unico ed inimitabile.
Sono stato molto fortunato, lo ammetto, non tutti infatti riescono a vivere la nostra Banda a 360 gradi in modo così positivo, ma ho scritto questo articolo per chiedervi comunque di cercare di condividere tutto questo con noi, perché, vi assicuro, ne vale veramente la pena!!
03 IL gemellaggio in Toscana
Semibreve (2005)Dopo una lunga preparazione, del viaggio d'accordo, ma anche e soprattutto di un repertorio da presentare, ecco la Banda partire alla volta della verde Toscana, il primo weekend di luglio. Sono solo due giorni, ma le cose da fare sono davvero tante: appena lasciati i bagagli in albergo siamo di nuovo in viaggio alla volta della meravigliosa villa Torregiani, per quella che sarà la parte culturale del nostro itinerario; muniti di macchine fotografiche e sorrisi smaglianti, ci facciamo immortalare più volte nel bellissimo giardino, visitiamo l’interno della villa, ci godiamo la bella giornata di sole che quest'estate ballerina ci ha voluto regalare.
Poi, un giro nel piccolo paese di Montecarlo dove si sta organizzando una tavolata nella strada principale, e dove noi camminiamo e chiacchieriamo rendendoci subito riconoscibili grazie ad una parlata non esattamente toscana…..
Finalmente arriva sera, e il momento del concerto: ispirati dall’atmosfera dall’atmosfera cordiale dei nostri ospiti, ci produciamo in una serie di brani che scatenano grandi applausi tra il pubblico, tra cui uno in particolare dedicato alla banda lucchese, “Nessun dorma” tratto dalla Turandot di Giacomo Puccini, naturalmente!
Come ogni occasione in cui si riunisce la banda, non possono mancare due cose: cibo (e vino!) e musica; quindi, subito dopo il concerto, siamo tutti riuniti sotto le stelle, a gustare l'abbondante cena, il vino, a cantare, suonare e ridere, fino a notte fonda. La festa si protrae naturalmente anche una volta tornati in albergo (dove la maggior parte di noi non chiude gli occhi prima delle quattro, per un breve sonno ristoratore.
Domenica mattina molte facce assonnate si incontrano per colazione, e poco dopo si riuniscono sui pullman, che si dirige verso Lucca, dove ci risvegliamo passeggiando per le strade della città con una guida che ci illustra i luoghi salienti e più belli, le chiese, le case, la statua di Puccini, un giro panoramico ritratto in decine di foto.
Concludiamo la mattinata ritrovandoci alle stesse tavolate che ci avevano ospitato la sera prima, per un pranzo di arrivederci con i membri della Filarmonica Puccini, qualche discorso e soprattutto molti brindisi!
Sui pullman si comincia subito la narrazione degli eventi più divertenti e degni di essere ricordati negli annali della nostra banda, si ammirano le prime foto con le macchine digitali, se ne scattano altre di bandisti sprofondati nel sonno sui sedili, si commenta il concerto: il rituale di ogni viaggio di ritorno, mentre la mente già corre al prossimo viaggio.
Chiara
02 Arrivederci alla prossima ......
Semibreve (2005)Chi ha letto semibreve dal 1992 ad oggi, non può non sapere del legame forte e profondo che la nostra banda ha con Diego Ducoli; suonatore fin da tenerissima età, sono sempre state presenti in lui virtù come l'amicizia (quella vera), la solidarietà, la disponibilità e la simpatia.
Da quattordici anni lui però non è più tra le fila della banda ma bensì missionario laico (da qualche anno con moglie e prole) in Brasile. Questa estate abbiamo avuto la fortuna di averlo con noi per alcuni mesi, e seppure pieno di appuntamenti per il volontariato, spesso ci ha fatto visita e pure partecipato attivamente alle nostre attività. Molti ragazzi della banda, i più giovani e non sono pochi, non hanno avuto la fortuna di conoscerlo ai tempi, quando in prima fila suonava il flauto, ma hanno sentito spesso parlare di lui da noi veterani che abbiamo dentro un ricordo indelebile della sua presenza; chi di noi non ricorda infatti con piacere i suoi racconti, la sua semplicità in ogni cosa che faceva, la disponibilità sempre e comunque con chiunque, il suo lavoro affinchè ciò che si faceva fosse fatto nel migliore dei modi; fu sua infine l'idea di tenere una agenda dove annoverare ogni serata, servizio, concerto o festa fatta dal nostro gruppo.
Mercoledì 26 ottobre, per salutarlo visto che sarebbe partito pochi giorni dopo, abbiamo organizzato una cena in suo onore aiutati dal Mato Grosso; preceduta dalla S.Messa dove don Marco ha ricordato molto bene l'importanza delle nostre opere rivolte al prossimo (e ancor più quelle di coloro che ne dedicano generosamente la vita), è seguita una cena molto semplice nella nostra sede, proprio per testimoniare a lui e alla sua famiglia, la nostra gratitudine per ciò che loro sono e fanno. Semplice come lui.
Alla fine della serata abbiamo affidato a lui un offerta, come tutti gli anni usiamo fare, un modo per contribuire anche noi alle opere materiali che Diego e gli altri con lui riescono a realizzare per migliorare la vita della sua gente.
Che bello vederlo e "sentirlo" suonare con noi in quelle che noi definiamo "Le Manfrine", cioè quei pezzi allegri che concludono spesso le nostre serate; sono canzoni e balli della nostra terra con i quali noi suonatori vogliamo rallegrare la compagnia e in questo caso ricordare a Diego le sue origini. Non vi dico la gioia di vedere la moglie Rozilda a ballare sulle note di Piemontesina.
E che dire di Paolo e Mario: tutta la serata l'hanno trascorsa a provare e riprovare tutto il reparto delle percussioni (per fortuna noi eravamo in un altro salone!).
Molti di noi sono grati e felici di poterlo incontrare, se pure per poco tempo, ogni tre anni, e vi posso garantire che è un orgoglio poter dire di conoscere persone semplici, trasparenti ed intelligenti come Diego. Seppure i suoi racconti di ciò che fa e vive in Brasile siano racconti di miseria e disperazione, in lui possiamo sempre percepire una profonda fede, fonte di speranza e fiducia sul futuro, affidando questa realtà al Padre Celeste e confidando nel suo aiuto caritatevole.
E quando questo non basta ecco che allora intervengono persone come Diego, e tanti altri come lui, che decidono volontariamente di abbandonare il lusso e le comodità del nostro paese per abbracciare queste persone così lontane, così diverse e così meno fortunate di noi.
un immenso grazie
da tutta la Banda di Darfo
01 Quattro anni di gioioso impegno
Semibreve (2005)Carissimi lettori sono già passati quattro anni da quando questo Consiglio Direttivo ha ereditato dai precedenti il compito di portare avanti la compagine musicale bandistica. Con gennaio del 2006 scade il mandato io e dei miei colleghi. In questi anni ne abbiamo fatta parecchia di strada insieme a voi: penso alle varie iniziative per il 150° anniversario di fondazione della Banda che hanno suscitato molto interesse nel pubblico, penso ai vari concerti augurali di fine anno che hanno visto sempre più pubblico presente, penso ai vari concerti estivi nelle frazioni che ci vengono di anno in anno sollecitati perchè molto graditi senza dimenticare il vostro importante apporto nella riuscita della nostra "festa popolare della banda" che riscuote di volta in volta sempre maggior successo.
Un consigliere