04 Un giovane veterano
Semibreve (2005)
Un giorno, parlando con gli amici delle proprie passioni, mi sono accorto che, senza mai rendermene realmente conto, sono già passati ben 14 anni dall’inizio della mia avventura in questa associazione.
Mi sembra ieri che, per emulare mia sorella, andavo ai corsi pomeridiani di solfeggio e adesso mi trovo ad essere il 1° trombone di una delle Bande più prestigiose della zona, con un’esperienza da membro ufficiale di oltre 10 anni; il che mi colloca di diritto tra i “veterani” del gruppo.
Questo ambiente, con il tempo, mi ha ovviamente influenzato e cambiato sotto molti aspetti: dal carattere alle abitudini, dai gusti musicali al modo di pensare…non sta a me dire se i risultati su di me siano buoni o meno, ma vi posso assicurare che mi ha aiutato in molte cose.
Provate ad immaginarvi un ragazzino di 11 anni che, inserito in un gruppo (allora di 55 persone) con gente di tutte le età, si trova a dover suonare davanti ad un pubblico sempre più esigente: la timidezza e le paure che caratterizzano quell’età sono costrette ad essere accantonate per far posto alla voglia di integrarsi e di imparare a suonare. Questo, negli anni successivi, mi ha permesso di essere più spavaldo e sicuro di me nelle varie situazioni che mi si sono presentate e di riuscire a legare con molte persone.
Nel gennaio 2002 sono stato eletto alla carica di consigliere (mandato che è ormai scaduto), anche questa è stata una sfida per un allora diciottenne, ma la fiducia datami dai musicanti con il loro voto, mi ha permesso di viverla tranquillamente e di sentirmi quasi (il quasi è d’obbligo) a mio agio cercando di portare avanti le mie idee.
Adesso non riuscirei ad immaginare la mia vita senza Banda; il venerdì è da sempre serata di prove e sarebbe strano trovarsi da un’altra parte, così come sarebbe strano non essere nei paesi del comprensorio la notte di Natale suonando vestiti da pastori. La tensione ed il lavoro per i preparativi delle Feste Popolari o dei concerti più importanti, hanno ogni volta una storia diversa e unica e ti permettono di non abituarti mai. Ricorderò sempre l’emozione provata quando suonammo il “va pensiero” alla festa della musica di Schlema (ex Germania dell’est) davanti a migliaia di persone di vari paesi in piedi ad applaudirci…in quei momenti ci si ricorda del perché si suona nella Banda e perché a volte si fanno dei sacrifici.
Non voglio far credere che la Banda sia tutta rose e fiori, infatti c’è spesso da sgobbare, discutere e magari anche litigare, ma si cerca di non portare inutili rancori e di scherzare il più possibile per rendere il lavoro meno pesante. Gli alti e bassi, in tutto questo tempo, ci sono stati eccome, diversi tra loro nella durata e nell’importanza, ma sono sempre riuscito a superarli grazie ad un bel gruppo di amici che mi sono stati d’aiuto in più di una occasione e con i quali ho condiviso molte emozioni (dalla felicità per la vittoria di un concorso, al sonno dovuto ai servizi della domenica mattina), un gruppo, questo, semplice e molto unito.
Non posso sapere per quanto ancora la Banda continuerà ad essere parte integrante della mia vita perché il lavoro o la famiglia ti possono far allontanare, posso però affermare con certezza che vi rimarrò per sempre legato affettivamente e segnato da un ricordo unico ed inimitabile.
Sono stato molto fortunato, lo ammetto, non tutti infatti riescono a vivere la nostra Banda a 360 gradi in modo così positivo, ma ho scritto questo articolo per chiedervi comunque di cercare di condividere tutto questo con noi, perché, vi assicuro, ne vale veramente la pena!!
Mi sembra ieri che, per emulare mia sorella, andavo ai corsi pomeridiani di solfeggio e adesso mi trovo ad essere il 1° trombone di una delle Bande più prestigiose della zona, con un’esperienza da membro ufficiale di oltre 10 anni; il che mi colloca di diritto tra i “veterani” del gruppo.
Questo ambiente, con il tempo, mi ha ovviamente influenzato e cambiato sotto molti aspetti: dal carattere alle abitudini, dai gusti musicali al modo di pensare…non sta a me dire se i risultati su di me siano buoni o meno, ma vi posso assicurare che mi ha aiutato in molte cose.
Provate ad immaginarvi un ragazzino di 11 anni che, inserito in un gruppo (allora di 55 persone) con gente di tutte le età, si trova a dover suonare davanti ad un pubblico sempre più esigente: la timidezza e le paure che caratterizzano quell’età sono costrette ad essere accantonate per far posto alla voglia di integrarsi e di imparare a suonare. Questo, negli anni successivi, mi ha permesso di essere più spavaldo e sicuro di me nelle varie situazioni che mi si sono presentate e di riuscire a legare con molte persone.
Nel gennaio 2002 sono stato eletto alla carica di consigliere (mandato che è ormai scaduto), anche questa è stata una sfida per un allora diciottenne, ma la fiducia datami dai musicanti con il loro voto, mi ha permesso di viverla tranquillamente e di sentirmi quasi (il quasi è d’obbligo) a mio agio cercando di portare avanti le mie idee.
Adesso non riuscirei ad immaginare la mia vita senza Banda; il venerdì è da sempre serata di prove e sarebbe strano trovarsi da un’altra parte, così come sarebbe strano non essere nei paesi del comprensorio la notte di Natale suonando vestiti da pastori. La tensione ed il lavoro per i preparativi delle Feste Popolari o dei concerti più importanti, hanno ogni volta una storia diversa e unica e ti permettono di non abituarti mai. Ricorderò sempre l’emozione provata quando suonammo il “va pensiero” alla festa della musica di Schlema (ex Germania dell’est) davanti a migliaia di persone di vari paesi in piedi ad applaudirci…in quei momenti ci si ricorda del perché si suona nella Banda e perché a volte si fanno dei sacrifici.
Non voglio far credere che la Banda sia tutta rose e fiori, infatti c’è spesso da sgobbare, discutere e magari anche litigare, ma si cerca di non portare inutili rancori e di scherzare il più possibile per rendere il lavoro meno pesante. Gli alti e bassi, in tutto questo tempo, ci sono stati eccome, diversi tra loro nella durata e nell’importanza, ma sono sempre riuscito a superarli grazie ad un bel gruppo di amici che mi sono stati d’aiuto in più di una occasione e con i quali ho condiviso molte emozioni (dalla felicità per la vittoria di un concorso, al sonno dovuto ai servizi della domenica mattina), un gruppo, questo, semplice e molto unito.
Non posso sapere per quanto ancora la Banda continuerà ad essere parte integrante della mia vita perché il lavoro o la famiglia ti possono far allontanare, posso però affermare con certezza che vi rimarrò per sempre legato affettivamente e segnato da un ricordo unico ed inimitabile.
Sono stato molto fortunato, lo ammetto, non tutti infatti riescono a vivere la nostra Banda a 360 gradi in modo così positivo, ma ho scritto questo articolo per chiedervi comunque di cercare di condividere tutto questo con noi, perché, vi assicuro, ne vale veramente la pena!!
Davide