Breno. La civica banda musicale vuol donare al “palazzo della cultura” una preziosa collezione di antichi spartiti, alcuni risalenti a fine ’800
Il fascino di antichi pentagrammi
di Giuliana Mossoni
Nonostante sia aperto soltanto da un paio di settimane, il «palazzo della cultura brenese» (la biblioteca comprensoriale) inizia a raccogliere consensi e a configurarsi come dimora delle massime espressioni culturali della Valcamonica. Ne è un esempio la proposta, arrivata in questi giorni dalla Civica banda musicale di Breno, di istituire un fondo antico musicale consultabile da tutti proprio nella nuova biblioteca del paese.
«In un angolo della sede del gruppo musicale, in via Sammaione ‑ racconta il presidente del sodalizio, Tonino Taranto ‑ sono conservati tantissimi spartiti contenenti le musiche per banda trascritte a mano dai vari maestri che si sono succeduti alla guida del gruppo brenese dal 1850 in poi. Si tratta di un patrimonio d'inestimabile valore, che si è tramandato nel tempo grazie alla passione dei vari musicologi del paese, ma che non è mai stato né valorizzato, né mai mostrato pubblicamente».
Gli spartiti, ancora ben conservati e leggibili nonostante l'usura degli anni, al momento giacciono accatastati sopra uno scaffale, ma necessitano di un trattamento conservativo, che permetta di preservarli ancora a lungo, di catalogarli e digitalizzarli per consentire a tutti gli amanti della musica di utilizzarli. «Questo prezioso patrimonio musicale ‑ spiega Taranto ‑ si trova da troppo tempo in stato d'abbandono. La nostra proposta è di fare una donazione al Palazzo della cultura, perché vengano adeguatamente pubblicizzati. Ho già sentito informalmente il direttore della biblioteca e l'assessore alla Cultura del Comune di Breno, che hanno manifestato interesse ed entusiasmo al fine di creare un fondo musicale antico. La prassi da seguire prevede adesso che il consiglio direttivo della banda deliberi di cedere queste musiche alla biblioteca e in seguito venga fatto un atto di donazione; ricevuta la lettera di accettazione da parte della biblioteca, gli spartiti saranno trasferiti in via Garibaldi e diverranno proprietà di tutti».
Il pezzo più antico finora conservato è del 1881 mentre ci sono anche opere intere, tra cui la trascrizione completa per banda della «Cavalleria rusticana» di Pietro Mascagni. Una trascrizione datata 1895 e a opera del Maestro Antonio Furlanetto. Tra i pezzi forti del fondo vanno ricordati l'inno originale della Società operaia di Breno e un «Walzer brillante ridotto per la banda civile di Breno» scritto nel 1885 del maestro Carlo Salvetti, oppure un'opera prima del 1896, una «Gavotta per le nozze del signor Ronchi» di Furlanetto.
A fine mese, inoltre, si riunirà il comitato «Maestro Simone Salvetti». che dovrebbe dare il via alle celebrazioni in onore dell'illustre maestro brenese, molto conosciuto a livello internazionale (ma sfortunatamente poco nel suo paese natale), per le sue musiche per chitarra e mandolino. Nei mesi di maggio e giugno del 2008 dovrebbero infine tenersi una serie di eventi per valorizzare e far conoscere la figura di questo artista, nato il 30 gennaio 1870 e morto a Darfo 10 dicembre 1932.
L'ensemble camuno si è classificato al terzo posto all'Ottavo Concorso internazionale
DARFO BOARIO, UNA BANDA DA PODIO
Andrea Richini
DARFO BOARIO TERME
Il gruppo musicale di Darfo Boario Terme si è classificato al terzo posto nell'VIII Concorso Bandistico Internazionale del Friuli Venezia Giulia, tenutosi dal 31 maggio al 2 giugno.
Grande soddisfazione ha accompagnato il ritorno in Valcamonica della banda cittadina. La manifestazione, voluta ed organizzata per l'ottava volta dall'Associazione culturale musicale «Filarmonica La Prime Lus 1812», in collaborazione con il Comune di Bertiolo, l’Associazione nazionale Bande Italiane musicali autonome regionali, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Udine e la Pro-Loco Risorgive, ha visto la partecipazione di ensemble italiani, austriaci e sloveni che, suddivisi in quattro categorie - Prima, Seconda, Terza Categoria e Categoria Banda in Parata -, si sono avvicendati per tre giornate sul palco dell' Auditorium di Bertiolo, eseguendo un repertorio di brani selezionati e sottoponendoli all’attento esame della severa giuria di gara, composta da nomi di spicco dell'ambiente bandistico europeo ed internazionale, tra cui l’italiano Angelo Bolciaghi, gli austriaci Rudolf Schrumpf e Karl Holzner, il portoghese Delio Alexandre Coelho Goncalves e l'olandese Jo Conjaerts.
Tre i brani presentati dalla banda darfense, qualificatasi come Banda di Categoria Prima: «Wie schon leuchtet der Morgenstern» di Johann Sebastian Bach, brano fuori concorso e di «riscaldamento» il brano d’obbligo di categoria «Three Symphonic Pictures» del compositore Michele Mangani ed il brano libero a scelta «El Camino Real (A Latin Fantasy)», scritto da Alfred Reed. Peculiarità dell’esecuzione è stata l’alternanza di ben due Maestri, padre e figlio, nella direzione: mentre infatti l’ultimo pezzo è stato condotto dal Maestro Vittorio Alberti, storica guida recentemente insignita della «Bacchetta d’Argento» a celebrazione dei 25 anni di attività, i primi due erano stati affidati al giovane Maestro Danilo Alberti.
Ottima la qualità di esecuzione e la scelta dei pezzi, a fronte dei quali, ed a riprova della bravura dei suoi membri, la giuria ha assegnato alla Banda di Darfo il ragguardevole punteggio di 84/100, confermando il risultato ottenuto sei anni prima, nel 2002, a Grumello del Monte per l’assegnazione della denominazione di Categoria Prima (orgogliosamente mantenuta fino a questi giorni) che ha fruttato in classifica uno splendido terzo posto. Si tratta di un risultato più che importante, dato che in questi anni il ricambio generazionale ha considerevolmente rivoluzionato l’organico del gruppo, che consta oggi di oltre settanta membri, molti dei quali ancora minorenni e di cui solamente cinque diplomati al Conservatorio.
Tutti, musicisti e direttori fin da gennaio si sono impegnati a preparare il repertorio: un sacrificio che ha dato buoni frutti, a dimostrazione di come l’impegno, la dedizione e l’amore per la musica possano trasformarsi in una grande soddisfazione. Grande il compiacimento quindi per tutti i membri della banda musicale che, fondata nel 1853, è tuttora una delle associazioni culturali attive più antiche di Darfo e che si propone come strumento di aggregazione, soprattutto per i giovani, sempre alla ricerca di nuovi orizzonti, nuove sfide e che sa mantenersi sempre al passo con i tempi, non solo con il repertorio.
Per saperne di più è possibile visitare il sito www.bandadarfo.eu.
(f.v.) Sono quindici i complessi bandistici italiani e sloveni che da venerdì 30 maggio a domenica 1 giugno si contenderanno a Bertiolo, nell'Auditorium comunale, la palma del vincitore dell'8. Concorso bandistico internazionale del Friuli Venezia Giulia organizzato dalla locale Filarmonica "La Prime Ls 1812" in collaborazione con il Comune e la Pro loco bertiolesi e il patrocinio di Regione, Provincia di Udine e Anbima regionale. La giuria scelta dalla direttrice artistica Chiara Vidoni e dal presidente Silvio Zanchetta è di eccelso livello: la presiede il maestro Angelo Bolciaghi e la compongono il portoghese Delio Alexandre Coelho Gonçalves, il belga Jo Conjaerts e gli austriaci Karl Holzner e Rudolf Schrumpf. Le bande, suddivise in tre categorie, dovranno eseguire un brano d'obbligo ("Three Symphonic" di Michele Mangani per la prima categoria, "Epidaurus" di Angelo Somani per la seconda e brani a scelta tra 10 titoli indicati per la terza) sul quale in particolare si appunterà il giudizio della commissione. Accanto alle esibizioni dei concorrenti, la tre giorni bandistica bertiolese prevede anche, nella mattinata di sabato 31, dalle 9.30 alle 11, una conferenza del professor Jo Conjaerts sui "Termini della valutazione nei concorsi bandistici" e un seminario di formazione destinato proprio ai componenti di giurie nei concorsi curato dallo stesso Conjaerts.
L'escussione delle bande partecipanti comincerà alle 15 di sabato 31, ma la manifestazione sarà aperta dall'inaugurazione ufficiale venerdì 30 maggio, alle 20.30, cui seguirà un concerto dell'Orchestra a Fiati del Conservatorio "Tomadini" di Udine diretta da Massimo Grespan. Nel pomeriggio di sabato 31, si succederanno davanti alla giuria l'Associazione bandistica "Viktor Parma" di Trebiciano (Trieste), la Banda musicale "S.Cecilia" di Villacidro (Sardegna), la Pihalni Orkester Obcine Sentilj-Paloma di Cersak (Slovenia), la Banda musicale del Gruppo folcloristico di Passons, la Kulturno Drustvo Pihalni Orkester Izola di Isola (Slovenia) e la Pihalni Orkester Divaca di Divaca (Slovenia). Domenica 1 giugno le esibizioni cominceranno alle 9.30 e si esibiranno nell'ordine il Complesso bandistico municipale di Melicucco (Reggio Calabria), la Banda giovanile Brianza di Besana in Brianza (Milano), la Kulturno Drustvo Pihalni Orkester di Marezige (Slovenia), la Banda musicale di Colfienza (Pavia), il Corpo musicale Lenese "V.Capirola" di Leno (Brescia) e, fuori concorso, l'Orkiestra Okulice di Bratucice (Polonia). Dopo la pausa pranzo, dalle 14.30, esibizioni dell'Associazione musicale Euritmia di Povoletto, della Banda cittadina di Darfo Boario Terme (Brescia), del Corpo musicale di Cadorago (Como) e della Società Filarmonica di Pozzuolo del Friuli. Alle 18, concerto conclusivo con l'Orchestra a Fiati dell'Università di Lubiana diretta da Simon Percic. Alle 20 si conoscerà il responso della giuria, cui seguiranno le premiazioni. Per tutta la durata della manifestazione l'ingresso all'Auditorium bertiolese è libero.
Bertiolo L'Associazione culturale ...
Bertiolo
L'Associazione culturale musicale "Euritmia" di Povoletto è salita sul gradino più alto del podio, per la prima categoria, con il punteggio di 90.84 centesimi. La palma del vincitore della terza categoria è andata al Complesso bandistico municipale di Melicucco (Reggio Calabria), con un punteggio finale di 90.01 centesimi. Nessun vincitore nella seconda categoria, che ha visto classificarsi, al secondo posto, il Corpo musicale lenese "V. Capirola" di Leno (Brescia), con 86.58 centesimi. È questo l'esito dell'8. Concorso bandistico internazionale del Friuli Venezia Giulia, organizzato dall'Associazione culturale musicale di Bertiolo "Filarmonica la Prime Ls 1812", con il sostegno di Regione, Provincia di Udine, Comune e Pro Loco di Bertiolo , Anbima regionale del Fvg, Fondazione Crup, BandaMusicale.it e Bcc Bassa Friulana.
La manifestazione, per la direzione artistica di Chiara Vidoni, ha visto la partecipazione di 15 complessi bandistici italiani e sloveni. A testimoniare l'alto livello raggiunto dal concorso, nato nel 1992, è stata la presenza di una giuria internazionale presieduta dal maestro Angelo Bolciaghi e composta da Delio Alexandre Coelho Gonçalves, Jo Conjaerts, Karl Holzner e Rudolf Schrumpf. La proclamazione dei vincitori si è tenuta domenica sera, davanti a un pubblico numeroso, nell'auditorium comunale di Bertiolo , preceduta dall'apprezzato concerto dell'Orchestra a fiati dell'Università di Lubiana, diretta da Simon Percic. Tra le autorità presenti l'assessore regionale alla Cultura, Roberto Molinaro, gli assessori provinciali Stefano Teghil e Mario Virgili, e Gino Vallerugo, vicepresidente dell'Anbima nazionale.
Le ultime ore del 2007 sono state segnate, a Darfo Boario, dalla consegna di un riconoscimento a chi ha fatto della musica una ragione di vita. Vittorio Alberti, maestro direttore della banda cittadina darfense, ha vissuto infatti uno speciale momento di gloria sabato sera, durante il tradizionale concerto augurale offerto alla cittadina: Alberti è stato premiato con la «Bacchetta d’argento», un premio per i 25 anni dedicati appunto alla direzione del corpo musicale cittadino. Ma parliamo anche dell’evento di sabato. Il concerto di fine anno ha fatto fare letteralmente il pieno alla sala del Palacongressi di Boario Terme, e si è sviluppato in 3 momenti diversi che hanno visto, oltre all’esibizione della banda «Città di Darfo», quella della formazione gemella giovanile che è diretta da Renata Alberti, che sabato era alla sua prima uscita ufficiale. Poi c’è stata una novità anche nel corso dell’esibizione della banda madre: la direzione, infatti, è stata affidata non solo alla «Bacchetta d’argento» Vittorio Alberti, ma anche al figlio Danilo, diplomato in trombone. Infine, il terzo momento ha visto la consegna dei diplomi a 8 musicisti appena entrati nel sodalizio, che conta ora oltre 70 elementi. G.CAPP.
Vista la considerevole lunghezza dell'articolo abbiamo riscritto l'intero testo per una maggiore facilità di lettura, anzichè scansionarlo.
Centocinquant’anni e un libro
LA BANDA MUSICALE DI DARFO
A cura di ELB
INTERVISTA AL MAESTRO VITTORIO ALBERTI
Far parlare Vittorio Alberti sulla sua “creatura” non è facile; anche quando ci riesci, la sua modestia difficilmente si riverbera in loquacità. Quindi riprendiamo le sue parole in occasione della grande cena del ricordo organizzata in occasione della festa di “S.Cecilia”, dopo che una Santa Messa aveva raccolto tutti gli appartenenti al sodalizio musicale nella parrocchiale dedicata agli alpini. Una domanda che si è ripetuta come un tormentone: perché il Corpo musicale scopre di avere centocinquanta anni di età dopo che, nel 1988, si festeggiarono i cento anni della fon- dazione? "Ringraziamo 1o storico di bande Marino Anesa che, nel corso delle sue attente ricerche, ha trovato, presso la Pretura di Bergamo, atti che attestano l'esistenza di un Regolamento Organico per la Società Filarmonica di Darfo datati 30 luglio 1853". Cosi l'anello che congiunge il 1853 al 1888 e presto saldato e la Banda si ritrova, non solo trentacinque anni in più, ma tanta storia ignorata fino ad allora da rivivere. Tutto questo è oggetto del libro che correda e ripete quello già pubblicato in occasione del centenario e che è oggetto di commento sulle pagine di Brescia Musica. Vediamo come nasce Vittorio Alberti direttore del Corpo musicale. Il maestro Alberti succede all’interregno di cinque anni del maestro Abramo Albrici, una autorità nel mondo delle Bande bergamasche famoso anche nel Bresciano. Come strumentista Alberti è diplomalo in flicorno baritono, poi dirige la Banda giovanile e, successivamente è chiamato alla direzione della Banda senior sostituendo Albrici. L'accettazione, da parte della frangia anziana della Banda è difficoltosa al punto che Albrici si pone come mediatore. Nel 1983 Alberti è ufficialmente incaricato direttore anche perché la componente giovanile prende il sopravvento quantitativamente sulla minoranza anziana. Il repertorio moderno per banda nasce dopo che Alberti ha frequentato corsi a livello nazionale. La relativa giovane età dei musicanti favorisce l’inserimento di questo repertorio aggiornato; non solo, essendo ulteriormente disunita l’età media degli strumentisti che oggi sfiora i vent’anni, i nuovi arrivati si adeguano, con maggiore facilità, al repertorio della moderna “Sinfonic Band”. Il punto di riferimento principale è Giovanni Ligasacchi che rappresenta un faro e non solo per Alberti, ma anche per molti altri direttori di Banda che vanno attualmente per la maggiore. L’esperienza del maestro Ligasacchi è maturata a Darfo anche grazie ai due momenti nei quali venne chiamato a dirigere il complesso bandistico. Che impostazione è stata data ai festeggiamenti per i 150 anni della Banda? “I festeggiamenti per il centocinquantesimo della Banda Cittadina di Darfo Boario hanno avuto, come denominatore comune, il coinvolgimento di tutte le realtà musicali del territorio, sia per la partecipazione della Banda stessa a numerose manifestazioni a Darfo Boario, nelle frazioni e nelle località limitrofe, sia per l’ospitalità data alle altre entità musicali, e lo straordinario intervento di acclamate formazioni nazionali”. Sono stati organizzati ventisei eventi dei quali evidenziamo quelli più vicini alla realtà musicale a noi attinente. In luglio, l’Orchestra dei Fiati della Valtellina, diretta dal maestro Lorenzo Della Fonte, ha onorato gli amici di Darfo con un concerto di grande rilievo. Scorriamo l’elenco degli episodi e sottolineiamo l’intervento del quintetto “Sciofar”, il gemellaggio con il Corpo musicale di Sarezzo, la presenza della simpatica compagine denominata “Libera Brass Band”, la professionalità della “Kocani Orchestra”, la serata di balletto, l’intervento della “Banda Alpina” da Bergamo, la serata dedicata al folklore. Un insieme di manifestazioni, quasi due al mese, che ha richiesto impegno di tempo, di finanza, di promozione e sensibilizzazione al quale tutti si sono dedicati con un senso del volontariato inatteso e stupefacente. Interviene ora, raggiante, il cavaliere Giovanni Chini, presidente da più di 25 anni e il più idoneo a capire cosa significa il numero centocinquanta avendo raggiunto, a novembre, ben ottanta prima- vere splendidamente portate. In definitiva che bilancio si può trarre di questa annata di avvenimenti culminata con il gran concerto di chiusura del Centocinquantesimo? “Il livello professionale che ha raggiunto l’associazione musicale è, senza dubbio, il migliore mai toccato in questo secolo e mezzo. Preparazione musicale, adesione dei giovani, affetto dei cittadini, partecipazione degli appassionati non solo locali, coinvolgimento degli amministratori comunali sono tutti elementi fondanti che consentono alla nostra realtà di viaggiare a testa alta verso il traguardo del duecentesimo”. Niente appare impossibile, conoscendo il maestro Alberti, cresciuto dal suo ruolo di strumentista a quello di direttore della Banda giovanile, per poi diventare responsabile dell’intero complesso. Vero ombelico del mondo bandistico darfense, egli matura già nella mente quello che sarà il 2004, ben responsabilizzato del fatto che, dopo un anno così fervido di iniziative culturali legati al compleanno storico della Banda, il suo pubblico e i suoi ferventi ammiratori non si aspettano anni sabbatici, anni in tono minore, ma il prosieguo di una linea ben tracciata oltre la quale non si accettano passi da gambero. Staremo a vedere e ad ascoltare.
STORIA, CULTURA E SOCIALIZZAZIONE
Accattivante ciliegia da assaporare, anzi pietra miliare nella storia del complesso camuno: sfogliamo insieme il libro del centocinquantesimo premettendo che nel 1988, ne uscì un altro, quello del “falso” centenario come viene definita oggi quella data. Qui il commento interessa più che altro i raccordi ignorati, per ovvi motivi, nell'altra pubblicazione. Per raccordo intendiamo quegli episodi che parlano dal 1853 e arrivano al 1888 e i più recenti che, dal 1988, si concludono il 27 dicembre 2003. Redatto a quarantaquattro mani. Con la superiore revisione e coordinamento della professoressa Maria Bice Galbiali Grillo, la folta compagine di autori, una banda di scrittori nella banda musicale. saluta i lettori con la seguente prefazione: “La Banda è storia, cultura socializzazione. A noi il compito difficilissimo di spiegarne l’essenza. Questa la nostra speranza, questo il nostro obiettivo. Perché non vogliamo qui soltanto raccontarvi 150 anni di vittorie e di sconfitte, di gioie e di amarezze, di aneddoti divertenti e di incancellabili disfatte. Vogliamo invece farvi comprendere che banda è, prima di ogni altra cosa appartenenza. E’ crescere in un gruppo che vive grazie alla presenza e all’impegno di ogni singolo. La banda siamo noi. E guardando le fotografie, ormai sbiadite dal tempo, di chi ci ha preceduto, riconosciamo noi stessi in quei volti orgogliosi e sorridenti. Perchè la Banda non ha età ma storia”. L’apertura e affidata ad una ricostruzione delle bande musicali nel Bresciano, nientemeno che dal 1350, quando il Comune di Brescia stipendiava un corpo di trombettieri detti “Trombetta” che avevano il compito di accompagnare l’addetto comunale nella sua mansione di diffondere le “grida” emanate dalle autorità. Ma è soltanto nel 1818 che si annovera la nascita della prima vera Banda (Salò) e poi, a cavallo della meta del diciannovesimo secolo, via via molte altre tra le quali, nel 1853, la Banda Musicale di Darfo Boario Terme. II ritrovamento di un Regolamento Organico per la Società Filarmonica di Darfo, datato 30 luglio 1853, da parte del musicologo Marino Anesa, è stato designato, all’unanimità, come giorno zero del complesso musicale che, attraverso le vicissitudini che il libro dettaglia, con grande precisione e sentimento, arriva ai giorni nostri. Questo regolamento era strutturato come un vero e proprio statuto, composto da 59 articoli che definivano finalità, organigramma, competenze, responsabilità, regole di comportamento, disposizioni giuridiche e patrimoniali, multe e quant’altro regoli il funzionamento di una associazione seria e dignitosa. Per avere una idea visiva dei 34 musicanti bisogna attendere il 24 agosto 1913 quando a Esine, davanti alla bandiera nazionale, il gruppo orchestrate si schiera, con fiero cipiglio, davanti al fotografo. I tempi non sono dei migliori per quanto concerne i rapporti tra Chiesa e Stato e anche le Bande musicali sono associazioni che si trovano tra incudine e martello trovando difficoltà ad accontentare o non scontentare entrambi. Si arriva così al punto limite quando, nel dicembre 1919, nasce la Bunda Sociale Operaia di chiara matrice anticlericale o “liberale” come amava definirsi. A questo punto la Banda di Darfo fa sapere che non è morta. Di rilievo sono i rapporti documentali tra la gestione amministrativa del Corpo musicale e il maestro Gentile Vasini, figura molto nota a Brescia e provincia negli anni Venti, ma, come si evince dalla lettura del carteggio tra le due parti, un lavoro assai costoso per le finanze della Banda. Così il maestro Visini chiude l’anno 1922 con l’addio a Darfo (lo ritroveremo una decina d’anni dopo a Rodengo Saiano per collaborare ai primi concerti della banda franciacortina). Sono stati due anni intensi ratificati da un regolare contratto di lavoro che prevedeva lire 350 mensili per due lezioni settimanali da tenersi al sabato sera e alla domenica mattina. Ulteriori dettagli economici stanno a dimostrare che la correttezza amministrativa era la base per un corretto funzionamento del Corpo musicale. Nessun passo più lungo della gsmba, come regola stampata a fuoco nel cervello di ogni buon amministratore. Congedato a malincuore il maestro Vasini, gli subentra il maestro Simone Salvetti, famoso per la composizione a getto di ballabili che la banda doveva eseguire la sera stessa della composizione. Alberti ne ha riportati alcuni nel repertorio del centenario. I destini della banda si incrociano con quelli dei grandi eventi che talvolta sono grandi disastri. II primo dicembre 1923, crolla la diga del Gleno seminando lutti che colpiscono anche Darfo con la morte di oltre centocinquanta cittadini. La Banda ne risente anche se la laboriosità dei darfensi permetterà un rapida ripresa della vita nella cittadina e, a seguire, delle attività culturali. Siamo costretti a fare dei salti epocali perchè, come anticipato in premessa, un altro libro, pubblicato nel 1988 in occasione del centenario, percorse quel secolo che dal 1888 arrivava al 1988. Quindi qui sottolineiamo, dopo il disastro del Gleno la dura ripresa, dopo la seconda Guerra mondiale, la necessità di evocare gli anniversari come eventi fondanti tra musicanti e popolazione. Anche l’aspetto turistico di Darfo non è secondario al coinvolgimento della Banda e cosi l’Azienda autonoma di soggjomo organizza manifestazioni musicali alle quali la Banda è ben lieta di partecipare, deliziare gli ospiti e ….. migliorare le proprie finanze. Dal 1988, la Banda evolve ulteriormente sotto le sagaci e attente cure del maestro Alberti. Iniziano le trasferte in Gennania grazie a darfensi colà emigrati e la cittadina di Herrenberg diventa il primo gemellaggio con la locale Sladlkapelle. Seguiranno il gemellaggio con Vetroz, in Svizzera, sede di una prestigiosa brass band e poi quella grande kermesse che si svolge tutti gli anni a Schlema, in Gennania, dove, in tre giorni si esibiscono, sotto un palatenda di grandi proporzioni, oltre venti complessi bandistici di tutta Europa in uno straordinario happening di musica e birra. Viene anche organizzato un raduno internazionale nel 1999, denominato “Musica senza Frontiere”, dove le bande arrivano dall'Estonia, dal Lussemburgo, dalla Spagna, dalla Francia oltre che dalla Gennanie e…… da Darfo Boario. La Banda non si dimentica di migliorare mettendosi alla prova in un paio di concorsi nazionali e nel delicato esame della assegnazione dove risulta meritevole della prima categoria. Siamo arrivati al 27 dicembre 2003: i festeggiamenti sono al culmine e alla sua naturale conclusione. Il bilancio è attivo non solo materialmente ma anche sul piano umano. Il cronista, coivolto più volte nella realtà di questo complesso, si augura di essere pronto testimone di altri episodi analoghi.
Il 12 Maggio 2007 si è svolto a Cemmo il 2° Forum delle associazioni e dei gruppi culturali dela Valle Camonica sul tema identità e futuro.
Il Forum è stato promosso dalla Comunità Montana (assessorato alla Cultura) e dal Consorzio BIM di Valle Camonica.
Quello che segue è l'intervento presentato dalla nostra Associazione.
Potenzialità delle associazioni culturali basate sul volontariato. Organizzazione di grossi eventi sul territorio, problematiche e soluzioni alla luce di un'esperienza concreta.
La Banda Musicale di Darfo Boario Terme, fondata nel 1853 conta tutt'oggi circa 110 soci attivi ordinari ripartiti nel numero di 70 musicanti dell'organico ufficiale, una trentina tra musicanti già inseriti nella banda giovanile e allievi dei corsi di orientamento musicale e oltre 300 soci sostenitori tesserati. E’ a conoscenza di tutti quale sia lo stretto rapporto che le associazioni musicali bandistiche hanno in molti decenni saputo cucire a filo doppio col tessuto sociale del territorio in cui operano, il loro ruolo e il loro impegno nella diffusione capillare e gratuita della cultura musicale. Mi preme invece far risaltare un aspetto particolare che sta coinvolgendo oggi questo tipo di associazionismo. Le bande musicali sono protagoniste, da una decina d'anni, di una straordinaria rivoluzione. Stanno vivendo una rinascita in termini di organico, quantità e livello qualitativo della loro attività artistica. In questi ultimi anni, hanno saputo adattarsi ai continui mutamenti della società a cui strettamente sono legate, alle aspettative dei nuovi gusti musicali , hanno saputo reinventarsi come nuovo soggetto culturale pur mantenendosi nel pieno rispetto della tradizione. E per tutto questo c'è un motivo lampante, chiarissimo, facilmente osservabile da tutti: Le bande musicali hanno saputo far nascere intorno a se un circolo virtuoso tra quel mix di risposta culturale/ impegno/serietà/risultati/divertimento che, offerto al proprio territorio, ha avuto, come risultato eclatante, un drastico abbassamento dell'età media dei suoi componenti. E questo non è un fenomeno che riguarda solo la nostra associazione, solo nella nostra valle ci sono 20 altre bande con questa caratteristica che coinvolgono circa 1000 giovani strumentisti e che sono associate tra loro tramite il “Coordinamento delle Bande musicali di Vallecamonica”. Possiamo definirlo un rinascimento delle bande musicali. Tutti coloro che operano nell'ambito delle associazioni che si basano sul volontariato, culturale o sociale, sanno bene quanto è difficile mantenere nel tempo una elevata partecipazione attiva soprattutto nelle nuove generazioni. Per ovviare a ciò le bande musicali hanno saputo dare piena fiducia ai giovani, ed i giovani hanno saputo “appropriarsi” delle bande musicali. E' ormai normale avere un organico di strumentisti con un'età media intorno ai 25 anni; se si considerano anche le bande giovanili e gli allievi dei corsi, l'età media si abbatte sotto i 18 anni. Ormai all’interno di tutti i consigli direttivi, i giovani hanno trovato modo di esprimere le loro capacità dirigenziali e gestionali, hanno avuto modo di essere parte attiva nella scelta della direzione culturale intrapresa dalla propria associazione. Hanno trovato una splendida occasione di poter essere creativi, operatori culturali sul proprio territorio e non solo passivi fruitori di musica calata dall'alto con troppa prepotenza dai mass-media. Quello che voglio dire è che oggi le bande musicali, grazie a questa particolare situazione, si trovano nelle condizioni di avere un potenziale enorme in termini di vitalità, di entusiasmo creativo, di capacità organizzativa, tipici di una gioventù che sa anche impegnarsi e proporsi con una visione positiva verso obbiettivi futuri. Siamo convinti che l'obbiettivo di una maggiore diffusione della cultura nel proprio territorio lo si può centrare solo sforzandosi di dare al maggior numero possibile di persone l’occasione di essere parte attiva del momento culturale. La nostra attività va ben oltre la normale attività didattica-propedeutica e la presenza costante nei momenti importanti della vita della collettività. La nostra associazione si è impegnata nel recupero di partiture di musicisti camuni, come la musica sacra del musicista Don Pietro Laini, proponendo le sue opere in una serata nell'ambito della manifestazione Crucifixus nel 2004, così come quella delle opere del Maestro Simone Salvetti. Ventidue dei nostri musicanti sono stati impegnati per due anni nella ricerca e nell'analisi storica del rapporto tra la nostra associazione e il suo territorio durante la stesura del libro che abbiamo pubblicato nell'occasione del nostro centocinquantesimo anniversario. Infatti, rinnovamento culturale non significa necessariamente cancellazione del nostro passato sostituendolo con mode passeggere e stili casuali, è necessaria la riscoperta di un bagaglio culturale nostro che rischia di svanire a poco a poco, così come è altrettanto necessario arricchire la propria cultura, quella delle nostre radici profonde, con il confronto con gli altri. Perciò la nostra associazione è promotrice di concerti in valle di prestigiose realtà musicali italiane ed estere come l'Orchestra di fiati della Valtellina, la Fanfara Concordia di Vetroz, di altre forme musicali come concerti di musica folk e jazz, di gemellaggi con altre bande musicali, fino all'esperienza straordinaria dell'aver suonato insieme al gruppo di zingari macedoni della Kochani Orkestra in un esperimento di reciproca contaminazione musicale. L'incontro e il contatto culturale con “gli altri”. Sono questi gli stimoli che i giovani cercano ed è nelle “rinnovate” bande musicali che riescono oggi a trovarli. Diverse sono le bande musicali valligiane che hanno cominciato a uscire dal guscio e ad accumulare esperienze culturali anche all'estero, dove da molti più anni che in Italia, le bande musicali sono sostenute e a cui viene data una grande e giusta importanza. Nel 1991, 1993 e 1998 la Banda di Darfo, in Germania, ad Herrenberg ebbe una chiaro esempio delle potenzialità enormi che un'associazione come la nostra, se ben organizzata e sostenuta, poteva avere nell'organizzazione di un evento culturale di forte impatto sul territorio. Così come nel 1992 e nel 1996 in Svizzera, in un paese di poco più di un migliaio di persone che custodiva nella sua comunità due tra le più prestigiose fanfare d'Europa, un nutrito gruppo di percussionisti, più gruppi folk, jazz, rock. Ed ancora nella ex Germania est, la prima volta nel 1994, a Schlema, dove la comunità Europea aveva avviato un progetto pilota, presentato all'Expo 2000, di recupero di un territorio devastato non solo nella sua geologia per lo sfrenato sfruttamento delle miniere di Uranio ma soprattutto nella sua identità culturale, dove, come referente principale è stata individuata la locale banda musicale che ha ricevuto ingenti fondi per organizzare un evento straordinario che al nostro ritorno, nel 1999, quando siamo stati nuovamente chiamati a rappresentare l'Italia, era diventato uno dei più rinomati festival di musica bandistica a cavallo tra le culture dell’Europa occidentale e orientale, con la partecipazione di decine di bande di 15 nazionalità diverse, uno straordinario momento di incontro e riunione di due culture apparentemente diverse, ma con la stessa matrice storica comune. Non mancano certo esempi pregevoli anche in Italia, come ad esempio in Trentino, con la straordinaria manifestazione di Riva del Garda. In tutti questi anni la Banda di Darfo ha accumulato molta esperienza. Nel 1997 siamo partiti con l’organizzazione di un nostro grande evento musicale con alcune associazioni bandistiche europee previsto per il Maggio del 1999, ognuna col compito di portare in Vallecamonica un repertorio musicale tipico della propria regione. Ci siamo fatti coraggio sapendo che uno degli aspetti positivi delle associazioni basate sul volontariato è che possono fare molto al solo prezzo di costo. Nessuno viene pagato, tutto il lavoro viene offerto solo per la passione e per l'amore verso la propria arte. Queste associazioni possono organizzare grandi eventi, di elevato valore artistico, ad un costo contenuto, ma che non può essere pari a zero. Alla fine del 1997 il programma ed il preventivo di spesa era pronto. Incominciammo ad incontrare gli sponsor privati. Il risultato fu oltre le nostre più rosee aspettative. Oltre il cinquanta per cento del preventivo veniva coperto dalle sovvenzioni di privati che credevano in noi e nell'eccezionalità dell'evento, con spirito che andava ben oltre il semplice ritorno pubblicitario. La quota che noi potevamo investire, era esigua, dato che in genere le associazioni non a scopo di lucro come la nostra arrivano a fine anno con il bilancio a zero, non possono cioè permettersi di investire denaro in anticipo, ma eravamo ottimisti. Non ci restava che rivolgerci alle istituzioni pubbliche. Abbiamo bussato al Comune, BIM, Comunità Montana, Provincia, Regione, Ente governativo dello spettacolo e Comunità Europea grazie al progetto Caleidoscopio. Otto mesi dopo la data della manifestazione non eravamo ancora in grado di sapere se i fondi richiesti sarebbero arrivati in cassa. A fronte di un costo di circa 90 milioni di Lire, a fine dicembre 1999, la Banda di Darfo ha dovuto chiedere un prestito di 10 milioni di Lire per pagare le fatture ai suoi creditori, mettendo a rischio la sua normale attività dei due anni seguenti. Naturalmente la manifestazione è stata un successo. Oltre cinquecento musicanti di sei nazionalità diverse, Germania, Francia, Spagna, Lussemburgo Estonia e naturalmente Italia, si sono incontrati per quattro giorni a Darfo. Abbiamo ricreato un pezzetto di Europa in Vallecamonica, con la gente europea, a dispetto dei differenti idiomi, ma grazie a quel grande linguaggio universale che è la musica.
Dell'evento si interessò anche la RAI e fummo contattati da Rai Radio Tre che mandò in onda una trasmissione interamente dedicata alla nostra manifestazione “Musica Senza Frontiere”, in un tardo pomeriggio di una domenica, dove i conduttori intervistarono in diretta due nostri componenti e misero in onda alcuni brani del CD che noi realizzammo con le registrazioni delle varie esibizioni. Di quell'evento, oltre alla grande soddisfazione di aver dimostrato alla nostra gente di essere in grado di organizzare e portare a termine un impegno preso con serietà, ci sono rimaste due lezioni importanti. La prima lezione che abbiamo afferrato, è che la sinergia tra associazioni culturali, soggetti privati e enti pubblici può, se basata sulla fiducia reciproca, portare a grossi risultati in termini di importanti manifestazioni culturali. La seconda è stata quella di prendere coscienza della nostra impreparazione nel gestire il rapporto con gli enti pubblici. Pensiamo già di organizzare per il 2009 un evento importante che riguarderà la cultura bandistica nelle diverse tradizioni regionali italiane. Se entro la metà del 2008 , data che noi consideriamo come punto di non ritorno, avremo la certezza di poter affrontare completamente la spesa, il progetto andrà avanti. Se al contrario rimarranno scoperte voci di spesa, la manifestazione non subirà modifiche o tagli, semplicemente non si farà. Non siamo infatti più disposti a mettere a rischio la nostra attività per la mancanza di una chiara linea a livello burocratico nello stanziamento di fondi verso questo tipo di eventi. E’ necessario conoscere in anticipo quale sarà la risposta delle amministrazioni, sia che sia positiva o negativa. Non possiamo continuare a sentirci dire “…voi chiedete che poi vedremo”. Questo atteggiamento tarpa inesorabilmente le ali a tutte quelle realtà che non possono permettersi il lusso di avere fondi propri a disposizione. Scusate la polemica; concludendo, la nostra associazione chiede che nel documento finale di questa giornata vengano ribadite chiaramente le grandi potenzialità e le capacità delle associazioni basate sul volontariato di organizzare manifestazioni culturali di largo respiro. Dal canto nostro, scusateci ma vogliamo cogliere questa rara occasione per avanzare la richiesta agli enti pubblici che possono erogare fondi per la cultura, che elaborino al più presto un sistema chiaro di stanziamento di contributi per le grosse manifestazioni, previa presentazione di un progetto serio, che dia la certezza di una risposta, o negativa, o quantificata, se positiva, almeno sei mesi prima della data dell'evento, con l'erogazione del contributo non oltre i due mesi successivi alla data dell'evento. Con questa certezza alle spalle potremo farci coraggio e potremo permetterci anche in Vallecamonica di assistere ad un fiorire e ad un moltiplicarsi di grandi eventi organizzati, anche in cooperazione, dalle numerose associazioni attive sul nostro territorio, in modo da raggiungere capillarmente il più alto numero di persone possibili, per offrire loro l'occasione di un momento di crescita culturale.