GIORNALE DI BRESCIA, 14 OTTOBRE 2007
Breno. La civica banda musicale vuol donare al “palazzo della cultura” una preziosa collezione di antichi spartiti, alcuni risalenti a fine ’800
Il fascino di antichi pentagrammi
di Giuliana Mossoni
Nonostante sia aperto soltanto da un paio di settimane, il «palazzo della cultura brenese» (la biblioteca comprensoriale) inizia a raccogliere consensi e a configurarsi come dimora delle massime espressioni culturali della Valcamonica. Ne è un esempio la proposta, arrivata in questi giorni dalla Civica banda musicale di Breno, di istituire un fondo antico musicale consultabile da tutti proprio nella nuova biblioteca del paese.
«In un angolo della sede del gruppo musicale, in via Sammaione ‑ racconta il presidente del sodalizio, Tonino Taranto ‑ sono conservati tantissimi spartiti contenenti le musiche per banda trascritte a mano dai vari maestri che si sono succeduti alla guida del gruppo brenese dal 1850 in poi. Si tratta di un patrimonio d'inestimabile valore, che si è tramandato nel tempo grazie alla passione dei vari musicologi del paese, ma che non è mai stato né valorizzato, né mai mostrato pubblicamente».
Gli spartiti, ancora ben conservati e leggibili nonostante l'usura degli anni, al momento giacciono accatastati sopra uno scaffale, ma necessitano di un trattamento conservativo, che permetta di preservarli ancora a lungo, di catalogarli e digitalizzarli per consentire a tutti gli amanti della musica di utilizzarli. «Questo prezioso patrimonio musicale ‑ spiega Taranto ‑ si trova da troppo tempo in stato d'abbandono. La nostra proposta è di fare una donazione al Palazzo della cultura, perché vengano adeguatamente pubblicizzati. Ho già sentito informalmente il direttore della biblioteca e l'assessore alla Cultura del Comune di Breno, che hanno manifestato interesse ed entusiasmo al fine di creare un fondo musicale antico. La prassi da seguire prevede adesso che il consiglio direttivo della banda deliberi di cedere queste musiche alla biblioteca e in seguito venga fatto un atto di donazione; ricevuta la lettera di accettazione da parte della biblioteca, gli spartiti saranno trasferiti in via Garibaldi e diverranno proprietà di tutti».
Il pezzo più antico finora conservato è del 1881 mentre ci sono anche opere intere, tra cui la trascrizione completa per banda della «Cavalleria rusticana» di Pietro Mascagni. Una trascrizione datata 1895 e a opera del Maestro Antonio Furlanetto. Tra i pezzi forti del fondo vanno ricordati l'inno originale della Società operaia di Breno e un «Walzer brillante ridotto per la banda civile di Breno» scritto nel 1885 del maestro Carlo Salvetti, oppure un'opera prima del 1896, una «Gavotta per le nozze del signor Ronchi» di Furlanetto.
A fine mese, inoltre, si riunirà il comitato «Maestro Simone Salvetti». che dovrebbe dare il via alle celebrazioni in onore dell'illustre maestro brenese, molto conosciuto a livello internazionale (ma sfortunatamente poco nel suo paese natale), per le sue musiche per chitarra e mandolino. Nei mesi di maggio e giugno del 2008 dovrebbero infine tenersi una serie di eventi per valorizzare e far conoscere la figura di questo artista, nato il 30 gennaio 1870 e morto a Darfo 10 dicembre 1932.