Il 12 Maggio 2007 si è svolto a Cemmo il 2° Forum delle associazioni e dei gruppi culturali dela Valle Camonica sul tema identità e futuro.
Quello che segue è l'intervento presentato dalla nostra Associazione.
Organizzazione di grossi eventi sul territorio, problematiche e soluzioni alla luce di un'esperienza concreta.
E’ a conoscenza di tutti quale sia lo stretto rapporto che le associazioni musicali bandistiche hanno in molti decenni saputo cucire a filo doppio col tessuto sociale del territorio in cui operano, il loro ruolo e il loro impegno nella diffusione capillare e gratuita della cultura musicale.
Mi preme invece far risaltare un aspetto particolare che sta coinvolgendo oggi questo tipo di associazionismo.
Le bande musicali sono protagoniste, da una decina d'anni, di una straordinaria rivoluzione.
Stanno vivendo una rinascita in termini di organico, quantità e livello qualitativo della loro attività artistica.
In questi ultimi anni, hanno saputo adattarsi ai continui mutamenti della società a cui strettamente sono legate, alle aspettative dei nuovi gusti musicali , hanno saputo reinventarsi come nuovo soggetto culturale pur mantenendosi nel pieno rispetto della tradizione.
E per tutto questo c'è un motivo lampante, chiarissimo, facilmente osservabile da tutti:
Le bande musicali hanno saputo far nascere intorno a se un circolo virtuoso tra quel mix di risposta culturale/ impegno/serietà/risultati/divertimento che, offerto al proprio territorio, ha avuto, come risultato eclatante, un drastico abbassamento dell'età media dei suoi componenti.
E questo non è un fenomeno che riguarda solo la nostra associazione, solo nella nostra valle ci sono 20 altre bande con questa caratteristica che coinvolgono circa 1000 giovani strumentisti e che sono associate tra loro tramite il “Coordinamento delle Bande musicali di Vallecamonica”.
Possiamo definirlo un rinascimento delle bande musicali.
Tutti coloro che operano nell'ambito delle associazioni che si basano sul volontariato, culturale o sociale, sanno bene quanto è difficile mantenere nel tempo una elevata partecipazione attiva soprattutto nelle nuove generazioni.
Per ovviare a ciò le bande musicali hanno saputo dare piena fiducia ai giovani, ed i giovani hanno saputo “appropriarsi” delle bande musicali.
E' ormai normale avere un organico di strumentisti con un'età media intorno ai 25 anni; se si considerano anche le bande giovanili e gli allievi dei corsi, l'età media si abbatte sotto i 18 anni.
Ormai all’interno di tutti i consigli direttivi, i giovani hanno trovato modo di esprimere le loro capacità dirigenziali e gestionali, hanno avuto modo di essere parte attiva nella scelta della direzione culturale intrapresa dalla propria associazione.
Hanno trovato una splendida occasione di poter essere creativi, operatori culturali sul proprio territorio e non solo passivi fruitori di musica calata dall'alto con troppa prepotenza dai mass-media.
Quello che voglio dire è che oggi le bande musicali, grazie a questa particolare situazione, si trovano nelle condizioni di avere un potenziale enorme in termini di vitalità, di entusiasmo creativo, di capacità organizzativa, tipici di una gioventù che sa anche impegnarsi e proporsi con una visione positiva verso obbiettivi futuri.
Siamo convinti che l'obbiettivo di una maggiore diffusione della cultura nel proprio territorio lo si può centrare solo sforzandosi di dare al maggior numero possibile di persone l’occasione di essere parte attiva del momento culturale.
La nostra attività va ben oltre la normale attività didattica-propedeutica e la presenza costante nei momenti importanti della vita della collettività.
La nostra associazione si è impegnata nel recupero di partiture di musicisti camuni, come la musica sacra del musicista Don Pietro Laini, proponendo le sue opere in una serata nell'ambito della manifestazione Crucifixus nel 2004, così come quella delle opere del Maestro Simone Salvetti.
Ventidue dei nostri musicanti sono stati impegnati per due anni nella ricerca e nell'analisi storica del rapporto tra la nostra associazione e il suo territorio durante la stesura del libro che abbiamo pubblicato nell'occasione del nostro centocinquantesimo anniversario.
Infatti, rinnovamento culturale non significa necessariamente cancellazione del nostro passato sostituendolo con mode passeggere e stili casuali, è necessaria la riscoperta di un bagaglio culturale nostro che rischia di svanire a poco a poco, così come è altrettanto necessario arricchire la propria cultura, quella delle nostre radici profonde, con il confronto con gli altri.
Perciò la nostra associazione è promotrice di concerti in valle di prestigiose realtà musicali italiane ed estere come l'Orchestra di fiati della Valtellina, la Fanfara Concordia di Vetroz, di altre forme musicali come concerti di musica folk e jazz, di gemellaggi con altre bande musicali, fino all'esperienza straordinaria dell'aver suonato insieme al gruppo di zingari macedoni della Kochani Orkestra in un esperimento di reciproca contaminazione musicale.
L'incontro e il contatto culturale con “gli altri”.
Sono questi gli stimoli che i giovani cercano ed è nelle “rinnovate” bande musicali che riescono oggi a trovarli.
Diverse sono le bande musicali valligiane che hanno cominciato a uscire dal guscio e ad accumulare esperienze culturali anche all'estero, dove da molti più anni che in Italia, le bande musicali sono sostenute e a cui viene data una grande e giusta importanza.
Nel 1991, 1993 e 1998 la Banda di Darfo, in Germania, ad Herrenberg ebbe una chiaro esempio delle potenzialità enormi che un'associazione come la nostra, se ben organizzata e sostenuta, poteva avere nell'organizzazione di un evento culturale di forte impatto sul territorio.
Così come nel 1992 e nel 1996 in Svizzera, in un paese di poco più di un migliaio di persone che custodiva nella sua comunità due tra le più prestigiose fanfare d'Europa, un nutrito gruppo di percussionisti, più gruppi folk, jazz, rock.
Ed ancora nella ex Germania est, la prima volta nel 1994, a Schlema, dove la comunità Europea aveva avviato un progetto pilota, presentato all'Expo 2000, di recupero di un territorio devastato non solo nella sua geologia per lo sfrenato sfruttamento delle miniere di Uranio ma soprattutto nella sua identità culturale, dove, come referente principale è stata individuata la locale banda musicale che ha ricevuto ingenti fondi per organizzare un evento straordinario che al nostro ritorno, nel 1999, quando siamo stati nuovamente chiamati a rappresentare l'Italia, era diventato uno dei più rinomati festival di musica bandistica a cavallo tra le culture dell’Europa occidentale e orientale, con la partecipazione di decine di bande di 15 nazionalità diverse, uno straordinario momento di incontro e riunione di due culture apparentemente diverse, ma con la stessa matrice storica comune.
Non mancano certo esempi pregevoli anche in Italia, come ad esempio in Trentino, con la straordinaria manifestazione di Riva del Garda.
In tutti questi anni la Banda di Darfo ha accumulato molta esperienza.
Nel 1997 siamo partiti con l’organizzazione di un nostro grande evento musicale con alcune associazioni bandistiche europee previsto per il Maggio del 1999, ognuna col compito di portare in Vallecamonica un repertorio musicale tipico della propria regione.
Ci siamo fatti coraggio sapendo che uno degli aspetti positivi delle associazioni basate sul volontariato è che possono fare molto al solo prezzo di costo.
Nessuno viene pagato, tutto il lavoro viene offerto solo per la passione e per l'amore verso la propria arte.
Queste associazioni possono organizzare grandi eventi, di elevato valore artistico, ad un costo contenuto, ma che non può essere pari a zero.
Alla fine del 1997 il programma ed il preventivo di spesa era pronto.
Incominciammo ad incontrare gli sponsor privati.
Il risultato fu oltre le nostre più rosee aspettative.
Oltre il cinquanta per cento del preventivo veniva coperto dalle sovvenzioni di privati che credevano in noi e nell'eccezionalità dell'evento, con spirito che andava ben oltre il semplice ritorno pubblicitario.
La quota che noi potevamo investire, era esigua, dato che in genere le associazioni non a scopo di lucro come la nostra arrivano a fine anno con il bilancio a zero, non possono cioè permettersi di investire denaro in anticipo, ma eravamo ottimisti.
Non ci restava che rivolgerci alle istituzioni pubbliche.
Abbiamo bussato al Comune, BIM, Comunità Montana, Provincia, Regione, Ente governativo dello spettacolo e Comunità Europea grazie al progetto Caleidoscopio.
Otto mesi dopo la data della manifestazione non eravamo ancora in grado di sapere se i fondi richiesti sarebbero arrivati in cassa.
A fronte di un costo di circa 90 milioni di Lire, a fine dicembre 1999, la Banda di Darfo ha dovuto chiedere un prestito di 10 milioni di Lire per pagare le fatture ai suoi creditori, mettendo a rischio la sua normale attività dei due anni seguenti.
Naturalmente la manifestazione è stata un successo.
Oltre cinquecento musicanti di sei nazionalità diverse, Germania, Francia, Spagna, Lussemburgo Estonia e naturalmente Italia, si sono incontrati per quattro giorni a Darfo.
Abbiamo ricreato un pezzetto di Europa in Vallecamonica, con la gente europea, a dispetto dei differenti idiomi, ma grazie a quel grande linguaggio universale che è la musica.
Dell'evento si interessò anche la RAI e fummo contattati da Rai Radio Tre che mandò in onda una trasmissione interamente dedicata alla nostra manifestazione “Musica Senza Frontiere”, in un tardo pomeriggio di una domenica, dove i conduttori intervistarono in diretta due nostri componenti e misero in onda alcuni brani del CD che noi realizzammo con le registrazioni delle varie esibizioni.
Di quell'evento, oltre alla grande soddisfazione di aver dimostrato alla nostra gente di essere in grado di organizzare e portare a termine un impegno preso con serietà, ci sono rimaste due lezioni importanti.
La prima lezione che abbiamo afferrato, è che la sinergia tra associazioni culturali, soggetti privati e enti pubblici può, se basata sulla fiducia reciproca, portare a grossi risultati in termini di importanti manifestazioni culturali.
La seconda è stata quella di prendere coscienza della nostra impreparazione nel gestire il rapporto con gli enti pubblici.
Pensiamo già di organizzare per il 2009 un evento importante che riguarderà la cultura bandistica nelle diverse tradizioni regionali italiane.
Se entro la metà del 2008 , data che noi consideriamo come punto di non ritorno, avremo la certezza di poter affrontare completamente la spesa, il progetto andrà avanti.
Se al contrario rimarranno scoperte voci di spesa, la manifestazione non subirà modifiche o tagli, semplicemente non si farà.
Non siamo infatti più disposti a mettere a rischio la nostra attività per la mancanza di una chiara linea a livello burocratico nello stanziamento di fondi verso questo tipo di eventi.
E’ necessario conoscere in anticipo quale sarà la risposta delle amministrazioni, sia che sia positiva o negativa.
Non possiamo continuare a sentirci dire “…voi chiedete che poi vedremo”.
Questo atteggiamento tarpa inesorabilmente le ali a tutte quelle realtà che non possono permettersi il lusso di avere fondi propri a disposizione.
Scusate la polemica; concludendo, la nostra associazione chiede che nel documento finale di questa giornata vengano ribadite chiaramente le grandi potenzialità e le capacità delle associazioni basate sul volontariato di organizzare manifestazioni culturali di largo respiro.
Dal canto nostro, scusateci ma vogliamo cogliere questa rara occasione per avanzare la richiesta agli enti pubblici che possono erogare fondi per la cultura, che elaborino al più presto un sistema chiaro di stanziamento di contributi per le grosse manifestazioni, previa presentazione di un progetto serio, che dia la certezza di una risposta, o negativa, o quantificata, se positiva, almeno sei mesi prima della data dell'evento, con l'erogazione del contributo non oltre i due mesi successivi alla data dell'evento.
Con questa certezza alle spalle potremo farci coraggio e potremo permetterci anche in Vallecamonica di assistere ad un fiorire e ad un moltiplicarsi di grandi eventi organizzati, anche in cooperazione, dalle numerose associazioni attive sul nostro territorio, in modo da raggiungere capillarmente il più alto numero di persone possibili, per offrire loro l'occasione di un momento di crescita culturale.
VEDI GALLERIA FOTOGRAFICA