Quale scelta nell'esecuzione dei brani difficoltosi?
Quando si suona un brano difficoltoso che prevederebbe una esecuzione ad una certa velocità, la scelta che si pone ad una banda è quella tra cercare di seguire le richieste ritmiche dell'autore rischiando qualche inevitabile errore di esecuzione oppure suonare il brano con una velocità che permette di stare assieme e di eseguire (quasi) tutte le note ai musicanti cambiando inevitabilmente il risultato che avrebbe dovuto essere.
Personalmente opterei per la prima ipotesi. Rallentare certe esecuzioni per poter poi dire che si è suonati il "tal pezzo" non mi piace molto.
Cosa ne pensate?
Il mio parere:
Penso che una delle qualità tecniche di una banda sia di saper suonare un pezzo così come lo ha pensato il compositore...quindi le velocità ed i colori devono essere quelli scritti (uno dei giudizi dei concorsi è questo)
E' anche vero che ogni maestro poi tende ad accelerare o rallentare a proprio piacimento, ma dipende se questo è fatto per gusto o per necessità.
Se un passaggio è molto difficile si può anche eseguire leggermente più lento, ma non alla metà della velocità per favorire la riuscita del risultato!
Rallentando, quasi troppo
Ho già accennato nella nostra sezione "Musica" al problema dell'interpretazione della velocità ritmica nell'esecuzione dei brani, in particolare riferendomi alla registrazione di Stokholm Watherfestival.
Una volta mi sono dilettato in internet, su youtube ad ascoltare le svariate esecuzioni, di bande di diverse parti del mondo, del brano "El camino real" di Reed.
Non c'è n'è una che si assomigli all'altra.
Nel movimento centrale si possono ascoltare esempi che vanno dalla metà al doppio della velocità.
E' verissimo che ogni Maestro ha diritto alla propria parte di interpretazione, secondo il proprio gusto, ma credo che ci sia un limite a tutto.
E non è sempre vero che per la maggiore si usi un tempo lento per "deficenza" tecnica dei strumentisti.
Spesso è "esagerazione" di interpretazione e a volte anche in velocità.
Sulle partiture c'è di norma scritto il valore in "battiti per minuto" (bpm).
Questo deve essere usato dai direttori almeno come guida per avere un'idea della volontà creativa del compositore.
Certo ci si può mediamente discostare in più o in meno da questo valore (nessuno è una "macchinetta" e naturalmente fatti salvi i vari "rallentandi", "rubati" ecc. richiesti nella partitura) ma arrivare a discostarsi in maniera palesemente esagerata da detto valore non può far altro che snaturare il risultato dell'esecuzione.
L'uso di tempi più lunghi che alcuni Maestri alla guida di un organico con un livello tecnico esecutivo limitato, adottano in brani con passaggi difficili, può essere giustificato dal fatto di poter ampliare l'orizzonte del repertorio a disposizione della banda.
Ricordiamoci che a volte sono proprio i musicanti a richiedere al Maestro di inserire in repertorio brani, o di moda o sentiti da altre bande, che a volte possono mettere in difficoltà il gruppo.
Nel momento in cui il Maestro e il gruppo realizzano che un tal passaggio non si riesce proprio ad eseguirlo alla velocità giusta, si pongono di fronte due possibilità : o smetti di studiare il brano e lo sbatti in archivio in attesa di tempi migliori, o ti adegui a studiarlo ad un tempo inferiore quel tanto che basta per almeno mettere il grosso dell'organico in grado di eseguirlo correttamente.
In fondo anche gli strumentisti hanno diritto ad una loro personale soddisfazione che a volte, nel settore amatoriale, non è strettamente legata ad un risultato "perfetto".
Altre volte è il Maestro nella sua autonomia che "forza la mano" al proprio organico per metterlo alla prova o per incentivarlo a studiare maggiormente.
In questo caso, l'uso di tempi più lenti ha un fine "didattico".
Resta inteso che se, come detto sopra, i tempi per una esecuzione corretta sono troppo discordanti con la velocità richiesta dalla partitura, è il Maestro stesso che deve rassegnarsi a non proporre in pubblico il brano ma limitarsi ed accontentarsi di averlo almeno provato con il proprio organico; come si dice, "tentar non nuoce".
Io sono del parere che se proprio un brano difficile lo si vuole proporre al pubblico, lo si deve presentare con la ritmica giusta sacrificando la perfezione di qualche passaggio che proprio non ne vuol sapere di venire.
Sarà che sono un percussionista, ma la velocità e la ritmica per me sono l'anima e la struttura portante del brano; snaturare (quando si esagera) quelle è come "offendere" l'opera del compositore, travisare la sua volontà, in definitiva, suonare un'"altra cosa".
E' una questione di rispetto anche nei confronti del pubblico.
Un'ultima considerazione : Ma quando si potrà avere la grazia di leggere sulle pagine di questo sito un commento tecnico di un Maestro Direttore ????????
Amministratore e moderatore
Come mi aveva detto a voce,
Come mi aveva detto a voce, la provocazione di Gong è sempre presente, comunque riguardo questo argomento ritengo sia doveroso dire che spesso anche l'autore del brano cambia "pensare", mi riferisco al fatto che può cambiare idea durante la sua esperienza di compositore, eventuale esecutore o direttore del brano che ha composto, quindi se un autore volesse sentire sempre il suo brano eseguito nel medesimo modo, dopo averlo composto, lo dovrebbe far eseguire una sola volta da esecutori da lui scelti e diretti, nonchè riascoltarsi la registrazione di quella esecuzione.
Tutto ciò per dire che la libertà di eseguire la musica da parte di gruppi strumentali diversi fa in modo che la musica stessa sia sempre diversa e dia sempre emozioni diverse. Se avessi il dono del compositore non me la prenderei mai con un maestro che ritiene di estrarre dalla mia composizione emozioni diverse da quelle che io avrei sentiro componendola. La musica è bella perchè varia, e perchè a farla variare sono gli esecutori stessi.
Chiaramente non per questo ridurrei alla metà il tempo delle esecuzioni solamente per difficoltà tecniche, ma qualche volta, è necessario diminuire la velocità per permettere a tutti di essere contenti del risultato d'insieme dell'esecuzione anche inducendo un pò di sacrificio a chi, studiando la parte l'avrebbe eseguita (da solo) più velocemente.
Un esempio: la musica di Morricone che troviamo su dischi degli anni 70, diretta da Lui come colonna sonora di film, e la stessa musica diretta sempre da Lui negli ultimi concerti eseguiti in diretta televisiva, è per molti versi diversa. Il direttore è sempre Lui, chiaramente gli esecutori no ma come sappiamo nelle orchestre professionistiche la direzione fa il 90 % della riuscita, eppure mettendo a confronto ritmica, dinamiche etc, si sente un notevole cambiamento, provate ad ascoltare!!!!
Il maestro deve però tendere sempre all'idea musicale del compositore e di conseguenza seguire le indicazioni scritte. Qualche volta non gli è possibile in quanto i musicanti, Già in difficolta nel leggere la parte, non guardano quello che il direttore vuole dirigere ma seguono ad orecchio quello che fanno i colleghi. Sicuramente si può migliorare ma in primis la conoscenza della propria parte consente a chiunque di potersi "distrarre" e guardare anche il maestro che non è presente solo per dare l'attacco o per fare le corone...., a parte le battute concludo dicendo che il compositore offre delle linee guida che servono per dare l'impronta musicale al brano, il maestro deve interpretare/seguire tali indicazioni ed eseguire il brano nel miglior modo possibile tenendo conto di tutte le variabili dovute alle differenti tipologie di esecutori presenti e soprattutto degli esecutori dilettanti che danno comunque il loro prezioso contributo alla banda.
Grazie a Storm per lo spunto e a Gong per la provocazione.
Evviva ...
Evviva, ha scritto un Maestro !!!!!!
Ecco ...... e adesso come facio a lamentarmi che nessun Maestro ha mai scritto un commento tecnico su queste pagine ?
Mi hai defraudato di un mio argomento di lamentela principale.
Per consolarmi devi scriverne almeno un'altra decina di commenti, soprattutto nella sezione dei commenti ai brani musicali.
Grazie Aldan
Per la verità Denis aveva già scritto qualcosina.
Naturalmente aspettiamo i commenti anche di altri Maestri che accoglieremo con piacere sulle nostre pagine.
Amministratore e moderatore
Bell'argomento....ho letto
Bell'argomento....
ho letto con molto interesse.
Specifico "a monte" che il commento che segue è solamente una riflesisone generale, e non è riferita direttamente alla banda di Darfo o a qualsiasi altra banda (anche se consco bande e direttori che si potrebbero, e a ragione, sentire "toccati" da quanto scrivo)
a riguardo ho una mia idea ben precisa:
iniziamo da una domanda che pongo sempre ai miei allievi direttori:
quando si fa un concerto (attenzione: si FA, vuol dire che mi metto dalla parte dell'interprete, e non da quella del pubblico), qual'è la persona più importante?
trattandosi di corsi di direzione, la prima risposta è sempre "il direttore".
riflettiamo un attimo, però... la Musica ha bisogno di alcune componenti:
qualcuno che la scriva, qualcuno che la scelga, qualcuno che la interpreti e qualcuno che la ascolti.
e tutte queste componenti sono importanti, anche se la persona più importante di tutte è e DEVE ESSERE SEMPRE il Compositore.
Quoto appieno Danilo quando scrive "Il maestro deve però tendere sempre all'idea musicale del compositore e di conseguenza seguire le indicazioni scritte. " questa è,a mio avviso, la componente in assoluto più importante...
Non condivido invece la frase "Qualche volta non gli è possibile in quanto i musicanti, Già in difficolta nel leggere la parte, non guardano quello che il direttore vuole dirigere ma seguono ad orecchio quello che fanno i colleghi. "
La scelta dei pezzi è una componente FONDAMENTALE (così come la conoscenza del repertorio) del lavoro del Direttore... e la scelta di unbrano troppo difficile, "frena" la crescita della banda...
Secondo me la scelta dei brani deve avere la finalità primaria di FAR CRESCERE il livello della banda, e quella secondaria di appagare il pubblico.
in mezzo ci sta l'appagamento dei musicisti (odio usare il termine "musicanti", perchè in tutta sincerità lo ritengo offensivo nei confornti dei bandisti dilettanti che si sbattono tanto...). Questo appagamento, la soddisfazione di chi suona, si ottiene quando il bandista riesce a eseguire almeno l'85% di quello che c'è scritto, allora riesce a "godere" di quello che fa, e riesce anche ad ascoltare quello che gli succede intorno. Brani troppo difficili, impongono al bandista uno sforzo tale, che non gli permette di godere della musica che lo circonda...
è qui che sta la più grande responsabilità del direttore... e infatti mi trovo molto d'accordo con un parametro inserito nelle valutazioni al Concorso di bertiolo: Scelta del programma in base al livello della banda... una trovata a mio avviso geniale, che permette di valutare in senso molto stretto, la "competenza" del direttore nel riconoscere appieno il livello della propria banda...
è vero che bisogna "spingere" verso i brani più difficili, ma se la banda ha un livello 100, in un concerto ci potrà essere un brano di livello 110/115... non 200...
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Denis Salvini
http://web.tiscali.it/d_salvini
http://www.fiativallecamonica.net
Personalmente penso che sia
Personalmente penso che sia giusto che ogni maestro scelga in maniera coscenziosa i brani da far suonare alla propria banda, nel senso che non è giusto che li scelga troppo difficili solo per poter dire di aver suonato "quel" brano... Quindi, in teoria, la banda dovrebbe essere in grado di eseguire il pezzo in questione secondo le indicazioni dell'autore...
Vero è che spesso non è così, noi stessi, secondo me, a volte suoniamo dei brani che non sono proprio alla nostra portata, o, meglio, non sono alla portata della maggior parte dei musicanti... In questo caso, secondo me, il maestro dovrebbe dedicare ai brani in questione moooooolto più tempo, e studiarli veramente. Abbiamo dimostrato che, studiando, siamo in grado di suonare pezzi assai complessi, ma se non li si studia a dovere, il discorso è diverso...
Anche quest'anno, nella preparazione del concerto augurale, secondo me è stato dedicato troppo tempo ad alcuni brani dei quali non vedo grosse difficoltà, e troppo poco ad un paio, che sono più difficili, e che daranno sicuramente un risultato mediocre, soprattutto per la scarsa sicurezza con cui li suoniamo...
Sto forse divagando e non dicendo la mia opinione sul quesito posto da Storm... In ogni caso sono d'accordo con lui: rallentare certi brani è in un certo senso cambiarli, renderli diversi, e, molto spesso, secondo me, più pesanti e meno apprezzabili dal pubblico.