Grazie per i complimenti e , naturalmente, ricambio gli auguri.
C'è una antica tradizione nella ns. banda in merito all'attività del criticare a ruota libera.
Non so da quanto frequenti il ns. sito ma ti saresti accorto subito di questa nostra tendenza.
Ultimamente la chiamiamo "Stormite" e i primi sintomi sono febbriciattola, brividi, insoddisfazione generale. Poi si manifesta con un incontrollabile ma inequivocabile impulso alla critica per culminare poi in polemica su qualunque cosa ti capiti di venire a conoscenza.
La stormite (o sindrome di Storm) deriva da un nostro musicante (e ns. webmaster, Storm, per l'appunto) che è un "portatore sano" della malattia.
Pare che sia contagiosa.
La questione è se la critica sia legittima o meno.
Va da se (ed è naturale) che il metodo fa la differenza.
Criticare, se fatto con criterio, è sinonimo di "manifestare il proprio pensiero su un dato argomento".
In una associazione di 70 persone l'esercizio della critica non può essere un lusso (e nemmeno una malattia, lasciando perdere gli scherzi).
La critica è un diritto/dovere. Diritto perchè in una associazione, che nel suo statuto dice di essere "democratica", ci deve essere la possibilità per tutti di manifestare il proprio pensiero e le proprie idee.
Dovere perchè, tutti assieme si cresce solo se c'è scambio di opinioni, quindi la critica può essere un elemento di innovazione e crescita.
Va da se che se a uno va tutto bene, non è obbligato di certo ad inventarsi qualcosa per rompere le scatole a tutti gli altri.
Ma sarebbe deleterio che se qualcuno che avesse da dire la sua su un argomento, evidenziare quello che è, a parer suo, un palese errore, o suggerire un migliore modo di affrontare un argomento, non potesse farlo solo perchè "non si può permettere" di farlo.
E chi l'ha detto che non si può permettere.
Se a qualcuno non piace un brano del repertorio è giusto che lo dica.
Chi ha il compito, affidatogli dall'associazione (o dallo statuto, o regolamento approvato da tutti), di proporre il repertorio, può tenerne conto o meno a seconda di come la critica viene motivata, compreso il numero di persone che avanzano la stessa critica, ed infine decidere.
Se tutti stessero in venerando e timoroso silenzio, farebbero mancare un importante base su cui far poggiare le motivazioni di scelta del responsabile, che è pur sempre "al servizio" di una congrega di 70 persone tanto quanto come ognuna di esse lo è per gli altri, ognuna col suo bagalio di esperienze, competenze, e carattere personale al seguito.
Citi un maestro ed un gruppo in particolare. Non ho idea di come siano viste le critiche all'interno di quel gruppo, ma vedo che si divertono lo stesso suonando e scherzando insieme; forse a tutti sta bene il loro repertorio, a loro piace quello che suonano e come lo suonano e sono felice per loro.
Io credo che ci sia posto per tutti in valle. Nessuno di noi, credo, abbia alcunchè da ridire sulla loro attività.
A me personalmente non piace il loro repertorio e il loro modo di interpretarlo e non credo che farò mai domanda per far parte del loro gruppo.
Ciò non toglie che mi diverta, quando mi capita, ascoltarli e vederli divertirsi così tanto in compagnia.
Non saranno certo una pietra miliare della cultura musicale camuna, ma non è questo un loro problema.
Anche chi li ascolta entusiasta magari è altrettanto entusiasta ai nostri concerti. E chi sono io per dir loro che stanno sbagliando nel divertirsi, nessuno è obbligato ad andarci.
Altro è il nostro compito, o ambito, culturale ed è giusto che ci si concentri su quello.
Il reprtorio non è un "problemino" da niente per le bande come le nostre (vedasi anche vari forum sul portale di "bandamusicale" nella ormai famosa diatriba su "bande del nord/bande del sud").
Il dibattito DEVE essere aperto, a tutti, non solo ai Sigg. Maestri Direttori.
PS: per la cena, sicuramente a Pisogne avrete nostre notizie in merito.
Ciao
Criticare, o non criticare ....