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Custonaci - USA ottobre 2008
Inserito da Trombador il 26 Ottobre, 2008 - 22:34 banda | CONCERTO | Custonaci | fotografie | viaggioCarissimi amici, sono contento perchè ho la possibilità, grazie alla Preg.ma Banda di Boario Terme che mi ha messo a disposizione il proprio sito per inserire un mio intervento, descrivendo il viaggio fatto dalla mia banda negli U.S.A.
Venerdì 10 ottobre 2008 Raduno presso la sede della nostra associazione alle ore 3,00, partenza per l'aeroporto Falcone Borsellino (punta Raisi) alle ore 4,45 arriviamo all'aeroporto e tutti pronti per il chek in. ore 7,30 iniziamo ad imbarcarci....evvai si parte alla volta di Roma.
Dopo vari sdoganamenti e tante file iniziamo ad imbarcarci...New York sembra più vicina!!!!
Quartier generale General Motors Detroit | New York, Wall Street |
Arriviamo a NY un pochetto rinc....ci vengono a prendere col bus, giro della città (come solito fare) e dopo tutti all'Holiday Inn 57th street, doccia veloce e via fuori in giro per la grande mela. NY è una città incredibile, non dorme mai, sempre di corsa come se dovessero salvare il mondo.
Dopo 3 giorni, fatti da tanti Km. (a piedi ovviamente) e posti incantevoli, eccoci al Columbus Day.....una Parata bellissima, con la Banda della Polizia Italiana e i nostri Vigili del Fuoco che sfilano allegramente.
Tramonto New York dall' Empire State Building |
E' tempo di partenza, Detroit ci aspetta.
Lunedì 13 ottobre Rieccoci in aeroporto, ancora tante file, tanti controlli, forse troppi ma nulla e nessuno ci ferma Detroit arriviamo!!! Eccoci finalmente dopo aver preso le valigie usciamo dall'aeroporto metropolitan di Detroit, vediamo arrivare una ventina di PK (tutti siculi americani) pronti ad accompagnarci al Marriott Hotel. Un accoglienza eccezionale. Dopo una lauta cena offerta dalla comunità dell'agro Ericino di Detroit via tutti fuori a zonzo per conoscere la città.
Passano i giorni e dopo vari centri commerciali, ecco arrivato il momento del Canada e le cascate del Niagara, un altro punto bellissimo di un continente immenso.
Canada, Cascate del Niagara | New York, Empire State Building (con Trombador in basso) |
Si rientra dal Canada e ci si da appuntamento per l'indomani, è il giorno del concerto presso il salone del Centro Culturale Italiano a Detroit.
Primo pomeriggio proviamo e la sera alle 20,00 pronti per trasferirci al Centro. Arrivati ci rendiamo conto di essere in mezzo a qualcosa di grande, tantissime persone con Vice Console Italiano annesso...."OH MY GOD" qualsiasi Americano avrebbe esclamato... paura e tensione iniziavano a farsi sentire, ma li eravamo e li dovevamo suonare....Pronti via con gli inni nazionali. Mi giro per guardare il pubblico e vedo che la gran parte di loro piange nel ricordo dell'Italia...Il concerto finisce tra gli applausi e le strette di mano.....che esperienza indimenticabile!!!!!!!!!!!!!!
Segry e Trombador dopo il concerto al Centro di Cultura Italiano | Banda di Custonaci durante l'esecuzione degli Inni Nazionali |
Purtroppo è il momento dei saluti, l'esperienza Americana volge al termine ci prepariamo per il rientro in patria. Dopo 8 (9 per l'andata) ore di volo eccoci a Roma. Siamo tristi, abbiamo lasciato un mondo totalmente diverso dal nostro un mondo con mille sfaccettature e mille volti diversi. NY con i suoi palazzi con la sua movida continua con la frenesia contaggiosa, e Detroit che pensa tanto al lavoro ma senza troppe frenesia, che spera che la Ford possa riassettarsi, che vive i suoi immensi spazi con serenità!!!!! BELLO!!!!
Parte del pubblico presente al nostro concerto | Alessandro ed io durante il concerto |
Grazie ancora alla Banda di Boario Terme, scusatemi se Vi ho tediato col mio racconto.....ah..dimenticavo a maggio ci aspetta l'Austria....ahahahhhh
Ciao a tutti
Francesco Savalli e la Banda di Custonaci.
Lunga vita alla banda
Inserito da Saremo il 8 Maggio, 2008 - 08:31 banda | istituzioni | MutiTratto da <<il giornale.it>> del 13/04/2008 inviato a Sgurgola (Frosinone)
Musica tra la gente. Le bande di paese da sempre sono un veicolo culturale per diffondere l’amore per le sette note dal Nord al Sud dell’Italia, nelle metropoli e nei piccoli comuni. Sono radicate non solo nel territorio, ma anche nella cultura musicale del Bel Paese: Giuseppe Verdi è stato maestro di banda, Gioacchino Rossini le ha portate in scena per La gazza ladra, grandi musicisti hanno cominciato a suonare indossando le colorate divise delle formazioni bandistiche, marciando tra sagre e processioni.
Eppure oggi le nostre 4.500 bande musicali (la cifra sale a 7.200 includendo Corali e gruppi folcloristici) non se la passano bene: trattate spesso con sufficienza dalle istituzioni, sembrano considerate interpreti trascurabili della grande tradizione musicale italiana. E rischiano l’estinzione, di fronte a problemi economici spesso insormontabili. «Il contributo statale previsto da una legge del 1968 è di 650 euro l’anno. Così i musicanti sono costretti a comprarsi le divise e gli strumenti, devono pagarsi in proprio le spese per la manutenzione della sala da musica e per le trasferte, e andare avanti non è facile», sospira Antonio Corsi, da 25 anni «anima» dell’associazione bandistica musicale «Città di Sgurgola» e direttore artistico dell’associazione di categoria Assomusica. Più che mai determinato a salvare quella che lui chiama «nobile arte» da una dolorosa scomparsa.
Corsi, che fino al 2006 è stato sindaco del suo paese, ha lavorato fianco a fianco con i funzionari del ministero dei Beni culturali, scrivendo a tutti gli 8.107 comuni italiani per censire le dimensioni del fenomeno a livello nazionale. Il risultato di questo grande lavoro non è stato solo statistico, ma ha dato vita a qualcosa di molto concreto: il primo museo delle bande musicali, nato subito dopo l’istituzione della «Giornata nazionale della musica popolare», voluta dal governo Berlusconi nel 2004 e ultimamente un po’ dimenticata.
La sede del museo, gestito dalla stessa banda in convenzione con il comune, ovviamente è a Sgurgola. «C’era la Torre della Mola, un’antica costruzione del 1100 - ricorda Corsi - inglobata nelle strutture di un vecchio mulino, in abbandono. Ho pensato che sarebbe stato bello comprare il rudere, restaurarlo e destinarlo a celebrare l’importanza delle formazioni bandistiche per l’Italia». Per farlo, Corsi da primo cittadino ha utilizzato i finanziamenti compensativi concessi per il passaggio dell’Alta velocità sul territorio di Sgurgola. Ora a un centinaio di metri dalla linea ferroviaria Roma-Napoli il museo è una realtà. «Ospita cimeli musicali da tutto il Paese: strumenti musicali, divise, partiture. È un modo per far conoscere alla gente questo immenso patrimonio di storia, cultura e tradizione che non può essere dimenticato». Un punto chiave, sul quale Corsi ha scoperto di avere un grande alleato, il maestro Riccardo Muti. Che a giugno dirigerà una banda calabrese per dire, alla sua maniera, che questa realtà va tutelata a ogni costo.
«La presa di posizione di Muti per noi è importantissima, e non c’è dubbio che le istituzioni debbano scuotersi dall’indifferenza», continua Corsi. Che spiega come le bande non vogliano «soldi da nessuno». La strada da percorrere, secondo l’ex sindaco con le sette note nel sangue, è un’altra. «Ci vuole una nuova legge, ma non servono aiuti economici diretti. Penso piuttosto a benefici e sgravi fiscali. Per esempio, agevolazioni tariffarie sui viaggi, esenzioni dall’Iva per l’acquisto di strumenti e divise. Poi va affrontata la questione Siae, visto che anche la più piccola formazione è costretta all’iscrizione. E sarebbe una buona idea permettere a privati e aziende che ci sponsorizzano lo scarico fiscale dei contributi».
C’è poi un problema legato alla didattica. Nell’800, e agli inizi del secolo scorso, le amministrazioni comunali «assumevano» direttamente i maestri di banda. Coniugare i limiti di budget di un piccolo comune con la voglia di tornare a migliorare il livello tecnico delle bande è l’ultima idea di «finanza musical-creativa» di Corsi. «Penso che, dovendo colmare una carenza nella pianta organica di una piccola amministrazione, si potrebbe cercare una figura professionale che unisca un diploma specifico per quel posto a un titolo di conservatorio. Così avremmo la possibilità di contare su personale interno anche per insegnare musica ai componenti della banda». L’aspetto didattico è fondamentale. Per l’esperienza bandistica passano centinaia di ragazzi, sono 130mila i musicanti italiani. «Nei 25 anni vissuti con il nostro complesso, ho lavorato con 150 musicanti, solo qui a Sgurgola», sintetizza Corsi. Che conclude lanciando un appello al prossimo esecutivo: «Serve al più presto un intervento normativo che attendiamo ormai da 40 anni. Altrimenti suonerà la marcia funebre per una realtà che per i paesi è importante quanto i campanili, che ha un valore sociale oltre che culturale, e che da sempre accompagna i momenti felici e quelli tristi delle nostre comunità».
Perchè non provarci ancora?
Inserito da Anonimo il 28 Ottobre, 2007 - 15:31 banda | gemellaggiA settembre del 1994 il primo viaggio della nostra banda a Schlema, nella ex-Germania Est per il raduno bandistico internazionale nel quale siamo poi ritornati nel 1999. Quello che segue è un articolo, tratto da Semibreve dello stesso anno (1994) scritto da non so chi ma dal titolo "I giovani e la banda"...
Nei giorni 23-24-25 settembre la Banda, su invito del corpo musicale di Schlema, ha trascorso un fantastico fine settimana in Germania dedicato principalmente alla musica e ad uno scambio culturale internazionale. Alla manifestazione hanno partecipato diversi gruppi bandistici provenienti da tutta l’Europa che hanno portato il loro folklore e la loro musica. Siamo sicuri tuttavia che della gita e di come si è svolta ne avrà parlato meglio qualcun altro; vorremmo descrivere invece come abbiamo avuto la splendida opportunità di trascorrere tre giorni insieme. L’eccezionalità di questa "trasferta" non è stato solo l’aspetto musicale (senza dubbio di notevole interesse) ma è stata la voglia di stare insieme dei ragazzi e degli adulti, la voglia di mischiarsi con gente completamente sconosciuta e fare amicizia. Già il viaggio, che poteva apparire lungo e faticoso, si è dimostrato, grazie alla simpatia di tutti i partecipanti, una buona occasione per divertirsi e per conoscersi meglio. L’impatto caloroso con cui i nostri amici ci hanno accolto ci ha fatto subito capire che eravamo i benvenuti. In poco tempo abbiamo socializzato con i musicanti dell’Estonia e degli altri gruppi musicali in intervenuti, coi quali abbiamo trascorso magnifiche serate in compagnia. Vi assicuriamo che un’esperienza così arricchente non ci è mai capitata: vedere tutta la Banda (giovani e meono) insieme agli estoni, ai tedeschi a ballare, cantare squarcia gola superando le barriere della lingua, vedere il pubblico entusiasta del nostro concerto salire in piedi sui tavoli per applaudirci (così usano fare durante quelle ,feste popolari quando l’entusiasmo è grande) e vedere la Banda dell 'Estonia insistere per suonare un famoso brano di Verdi insieme a noi, nonostante le difficoltà di un palco piccolissimo, parture, leggii e sedie insufficienti per due bande, vi assicuriamo che è stata un’esperienza assolutamente fuori dal normale ed indimenticabile! Estoni, tedeschi, polacchi, italiani tutti legati dalla musica: anche e soprattutto questo è la Banda!
...Mi pare sia stata una bella esperienza... Perchè non riprovarci ancora?
Alla prossima cena di S.Cecilia è probabile che, come da 15 anni a questa parte ci sia il presidente della Stadtkapelle di Herrenberg sig. George Schwenk, nonchè Albertinelli Peppino, molto amici dell'organizzazione della manifestazione di Schlema... anche alla luce delle parole scritte dal giovane della banda (di allora)..... non perdiamo questa occasione...
ciao a tutti...
Considerazioni 14 anni dopo....
Inserito da Anonimo il 26 Ottobre, 2007 - 20:45 bandaSiccome è giunta l'ora di preparare gli articoli di Semibreve, prossimo all'uscita, ho colto l'occasione per seguire il consiglio di wilkins e mi sono andato a rileggere vecchi articoli dei primi anni di uscita del nostro "notiziario". Ci sono veramente molti spunti di riflessione. Tra i tanti riporto integralmente il seguente articolo:
Per non lasciarsi trascinare dalla corrente
Sulla porta di entrata della nostra sede è appeso in bella mostra ed evidenziato un articolo di Gloria Zaghi sul come era, come è e come dovrebbe essere vissuta la Banda. E' proprio traendo spunto da questo articolo che vorrei cercare di spiegare i rischi che la nostra associazione corre, infatti la Zaghi scrive "..oggi, in questa epoca che esalta sempre di più il successo, la bellezza, l'io assoluto, la violenza fine a se stessa, che giustifica ogni abuso e tollera troppo, anche la Banda è trascinata dalla corrente. Non esiste quasi più la gioia dello stare insieme. E' sufficiente una qualsiasi accusa, subdolamente accennata, magari in un bar o in qualunque locale, dopo le prove serali, per aumentare il muro di incomunicabilità che ci sta dividendo. Suonare non e più gioia, ma una scocciatura". La nostra Banda non vuole questo, vuole essere diversa, vuole essere una Banda moderna ma con un sapore antico perché.... "...far parte di un gruppo richiede sacrificio ed impegno: suonare in una Banda significa rinunciare ad alcune serate, alcuni sabati, alcune domeniche. Significa volare via non appena finito il lavoro per arrivare, appena in tempo, ad un impegno musicale. Significa lottare contro la pigrizia di una casa ed un buon letto per ritrovarsi al freddo, o al caldo, vestiti con abiti che non ci proteggono quasi mai, nell'uno e nell'altro caso, perché fanno appunto parte di una divisa. Nessun bel maglione pesante, nessun paio di pantaloncini corti. Ma quando si è amici, il sacrificio è più dolce. Allora, diventa bello trovarsi insieme, e dividere gli stessi disagi; andare a suonare si trasforma in un modo per incontrarsi. Si inizia a conoscersi, si cresce, si lavora insieme e si diventa responsabili. Si cerca di portare avanti il gruppo, tutti insieme, ognuno con il suo piccolo contributo, perché basta veramente poco, ma da parte di tutti". Questo è il vero obiettivo della nostra associazione, quello al quale ogni associazione come la nostra dovrebbe tendere; credo sia molto difficile realizzarlo. Noi comunque ci proviamo e sentiamo in dovere di continuare a provarci sempre. Credo sia giusto a questo punto ringraziare Gloria Zaghi che ci ha ricordato lo spirito giusto per partecipare ed appartenere ad una associazione come noi vogliamo sia la Banda di Darfo.
Mi chiedevo quanto la corrente abbia travolto la banda o quanto questa sia stata capace di evitarla...
Sono veramente indeciso.... Nell'attesa aspetto i vostri pareri, di gente nuova così come di veterani...
Ciao a tutti...