percussioni
Percussioni, "il tempo", la Banda e la Omavv
Inserito da Gong il 23 Ottobre, 2007 - 21:14 forum | OMAVV | percussioniIl rapporto che c'è tra i percussionisti e il "tempo" può, a volte, essere problematico.
E non sto parlando solo per il "tempo" inteso come "dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi (Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 23 ottobre 2007, 10:04 da http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Tempo&oldid=11713672. )" ma anche come "tempo meteorologico" .
Immaginatevi una banda che suona all'aperto ed un'improvviso acquazzone che si abbatte sugli ignari ed innocenti musicanti.
Fiati, Maestro, Presidente (quando c'è) e Portabandiera, in due passi, con in braccio la loro fida attrezzatura, si mettono al riparo sotto i vicini portici, cornicioni, terrazze, bar e via discorrendo.
I poveri percussionisti, invece, li si può vedere tutti trafelati cercare di arraffare il più delle carabattole possibili tra batteria, timpani, piatti, grancassa, campane, congas, tamburelli, bonghi, maracas, legnetti, cymbals, wind cimes, guiro, cow-bell, cabasa, temple-block e bacchette varie (per favore, non dimentichiamo le bacchette) correndo di qua e di là come dei forsennati.
Prima di mettere al riparo tutto ha fatto a tempo finire l'acquazzone ed a transitare anche la perturbazione che doveva passare il giorno dopo.
Inzuppati ma quasi persuasi di aver salvato i propri strumenti, i poveri percussionisti si accorgono infine che le loro partiture, dimenticate come ogni volta sul leggio, sono diventate una specie di acquarello impressionista.
Cose che succedono normalmente alle Bande, direbbe il solito fatalista di turno; cose che succedono solo agli sfigati, ribadiscono solitamente gli infradiciati percussionisti.
Questo è uno di quei svariati momenti in cui si può sentire mormorare al percussionista la solita e diffusissima frase "ma non potevo imparare a suonare l'ottavino ?".
Altro discorso è invece il rapporto con il "tempo" inteso nel senso classico quando questo va diviso in unità ben precise con la maggior precisione possibile.
Non voglio andare troppo sullo scientifico ricordando che il buon Einstein affermava che il tempo è una dimensione variabile relativamente alla quantità di moto di chi la misura.
La teoria dice anche che la differenza non è affatto percepibile nelle condizioni normali in cui noi esseri umani viviamo.
Questo, però, lo dicono gli scienziati.
Provate a chiederlo ad un musicista.
Se poi questo è un percussionista potrebbe anche intrattenervi per un paio d'ore congetturando sulla differente percezione del passare del tempo in base alle diverse tipologie di strumento suonato (in genere le trombe sono quelle messe peggio (ragazzi, questa l'ho messa qui "solo" per alimentare il dibattito eh!)).
Siccome questo è un'argomento su cui la OMAVV piace soffermarsi spesso, vorrei contribuire al dibattito citando un testo che mi è capitato proprio tra le mani in questi giorni.
Si tratta di un metodo per lo studio della batteria scritto dal Mo. Nando Stecconi ed edito dalla casa editrice Melodi di Milano (prima ed. 1948).
Nelle note conclusive al suo lavoro, il Mo. Stecconi (vi giuro che nelle foto usa solo bacchette piccole, quindi, per favore, niente battute scontate e fuoriposto), afferma quanto segue :
"Per il correre o il rallentare, nella maggioranza dei casi, la colpa ricade sul batterista perchè è opinione generale che la batteria serva solo per tenere l'orchestra in tempo invece che per gli effetti e il riempitivo. La batteria fa parte delle sezioni ritmi, è vero, ma non è la sola che deve tenere il tempo; tutta l'orchestra, anche e soprattutto la sezione dei fiati, deve suonare in tempo, perchè, in caso contrario, il batterista, preoccupato di trattenere o strascinare l'orchestra, non potrà sfoggiare la sua tecnica e l'efficienza dell'orchestra stessa ne verrà seriamente menomata.
Disse Gershwin che "nessun componente l'orchestra deve cercare di mantenere un proprio tempo rigidamente alla tedesca, ma deve amalgamarsi con gli altri", perciò, se tutti i vari componenti saranno dei bravi esecutori, non ci sarà necessità alcuna di discussioni sul tempo."
Sarà anche stata scritta nel 1948, ma a me l'opera del Mo. Stecconi, mi da l'idea di un intelligente lavoro perfettamente conforme al nostro "tempo".