Semibreve (2001)
09 Festa Popolare 2001
Semibreve (2001)Il risultato economico è stato soddisfacente, e , seppure il nostro tesoriere non era molto convinto prima dell’organizzazione per il notevole lavoro di preparazione che richiede una festa come questa, alla fine ha dovuto ricredersi; appuntamento quindi al prossimo anno e ………… Speriamo sempre più numerosi !!
08 I pensieri di un musicante neopapà ...
Semibreve (2001)
Pellegrini Claudio
07 Gita a Merano
Semibreve (2001)L’importante sfilata si è tenuta nel pomeriggio. I gruppi che vi hanno partecipato sono stati 38. Tra questi, oltre alle Bande Musicali (coreograficamente molto ben curate), c'erano gruppi di cavalieri, carri magistralmente allestiti che esaltavano i prodotti tipici del luogo (mele, uva, speck, birra), e gruppi folkloristici di danzatori e schiaffeggiatori.
Tutti questi gruppi, dopo aver sfilato per le vie della cittadina, si sono esibiti in teatri e auditorium appositamente adibiti.
Chi non ha voluto seguire la sfilata o assistere alle esibizioni, ha avuto comunque la possibilità di impegnare la giornata visitando il Castello Principesco, (piccola ma suggestiva residenza nobiliare ricostruita nel XV secolo dall'arciduca Sigismondo d'Austria dove, all’interno della stanza della musica, sono conservati strumenti musicali del XVII – XVIII secolo) un interessante Museo Civico e l'importante Giardino Botanico da poco inaugurato.
06 ... e poi il piacere
Semibreve (2001)
Davide Raineri
05 Il ritorno in patria
Semibreve (2001)Siamo quasi giunti al momento dei bilanci, e per chi scrive è anche è anche il momento dei ricordi: poco più di un anno fa, a quest’ora, stavo infatti vivendo quella che con alcuni compagni di ventura abbiamo definito “la grande avventura inglese”. Ebbene sì, 10 mesi in terra straniera, ospiti di un’università del Nord Inghilterra, alle prese con lingue e culture di ogni tipo, un calderone multietnico nel quale ci siamo buttati per riemergere (speriamo) cresciuti, e sicuramente carichi di ricordi bellissimi e nuovi amici sparsi per ogni parte del mondo. Il distacco non è stato facile per nessuno: il clima poco allettante del paese con la tipica pioggia e il tramonto alle tre del pomeriggio, la fredda ospitalità dei nativi (poco interessati ad uno scambio di culture) e la nostalgia di casa e degli amici non hanno reso i primi mesi facilissimi; per fortuna eravamo circa 1000 studenti stranieri riuniti sotto lo stesso cielo, e dopo due giorni si erano già formate le prime amicizie, molte continuano tutt’ora con successo.
Per la sottoscritta, partire per una simile avventura comportava dubbi supplementari, in quanto musicante e bandista da quattro anni, ma pur sempre una novellina in confronto a coetanee che hanno già festeggiato dieci anni di militanza. Il mio timore era quindi che le amicizie formatesi lentamente grazie a prove, servizi, cene e gite, si indebolissero, causa la mia completa assenza per un periodo di tempo non indifferente. Nonostante ciò io, vagabonda che son io, decidevo lo stesso di rischiare e me ne andavo, tornando per una breve pausa a dicembre, dato che Natale senza le “Pastorelle” non sarebbe stato davvero Natale.
L’esperienza, sicuramente positiva mi ha fatto conoscere gente nuova, una terra fredda ma affascinante, nuovi metodi di studio…….. esperienze musicali alternative. Tralascio le poche prove con la Banda dell’Università (Meno di trenta musicanti, niente percussioni e …… sax inesistenti! Un insulto alla mia categoria !!!); non mi dilungo sull’week-end scozzese per le strade di Edimburgo, dove con gli amici ci fermavamo ad ogni angolo per ascoltare suonatori di cornamusa in Kilt (il tipico gonnellino scozzese), fermi per ore, nonostante il freddo, ad allietare i passanti con la loro musica. Straordinaria, invece, una serata in un pub di Dublino, dove io e i miei amici abbiamo assistito ad uno spettacolo di balli tipici celtici, protagonisti tre ragazzi di vent’anni, forse meno, che con talento e passione hanno entusiasmato il pubblico per più di un’ora, accompagnati da un gruppo di musicanti non professionisti che, come tanti amanti della musica della capitale, d’abitudine si trovano nei pub e …. suonano. Ore ed ore, attorno ai tavoli, naturalmente tra una pinta di Guinnes e l’altra, sfoderano tutte le canzoni del repertorio tipico irlandese che è tra i più diffusi a livello nazionale. Questo per un breve sguardo alle mia esperienza musicale; di altre storie che ce né sarebbero da raccontare ……
Sono tornata da sei mesi ormai, e sono di nuovo una bandista a tempo pieno e una musicante che ama il venerdì perché si suona, si chiacchera, si festeggiano compleanni, e così via.
Certo, le cose sono un po’ cambiate, alcune amicizie si sono rafforzate e altre si sono affievolite, ma la Banda è rimasta la stessa, per me con il suo spirito allegro, casinista, vivace, le prove miste di serietà e risate, i servizi delle domeniche mattina (sigh!) e l’emozione per ogni concerto ….
04 Passa la Banda ......
Semibreve (2001)Le percussioni segnano il passo, pronti, VIA.
La musica echeggia per le vie, il suono rimbomba, passa la Banda. Una donna apre la finestra, dice al marito: “Corri, guarda c’è anche il figlio di tua sorella” eccolo là in quarta fila con la tromba”. La Banda passa, i cuori si gonfiano di emozione.
Il loro passo è sicuro come il loro incedere è spavaldo. Passa la Banda, le vie della città sono addobbate a festa.
Sul balcone del Comune c’è il gonfalone, è una festa importante. Il corteo è lungo e la gente si contende un posto in prima fila sul marciapiede, è contenta e sorride, è una sensazione di festa e di gioia. Per quel giorno, si dimenticano i tristi eventi dei nostri tempi. La Banda passa, è con tè, con tutta la sua affettuosa popolazione!!! Passa la Banda, i loro passi la portano sempre più lontana ma la music si sente ancora. La folla si disperde, ma i sorrisi rimangono stampati sui loro volti, ed i loro cuori sono felici. Tutto questo appaga il sacrificio e la dedizione di questi ragazzi.
L’Alfiere
Pennati Egidio
03 Passato, presente, futuro
Semibreve (2001)Potete ben immaginare lo scompiglio fra la cittadinanza e le perplessità dei benpensanti.
Era il periodo della contestazione e sconvolgimenti epocali si susseguivano nei costumi della società come in politica ed economia.
Quella presenza scomoda fra le sue file rappresentò per la Banda di Darfo una vera e propria rivoluzione! Sono passati parecchi anni da allora e, soprattutto, il mondo che oggi ci circonda è assai differente. Così, nel nostro ensemble, troviamo oggi una presenza femminile pari a quella maschile: non solo il numero delle donne eguaglia quello degli uomini, ma uguale, a grandi linee, è anche la distribuzione dei ruoli: vi sono ragazze all’interno del Consiglio Direttivo, come giovani che suonano bombardino, tromba e percussioni, non più esclusivamente flauto e clarinetto.
La presenza femminile è tanto più importante in quanto non solo aggiunge un punto di vista diverso, nelle mille decisioni che ogni giorno vengono prese in un gruppo, ma anche perché rende la nostra Banda, per così dire, più "gentile", diversificandola dalla maggior parte degli altri complessi. Infatti, molte realtà musicali non conoscono ancora questa parità che invece a noi sembra così normale e ovvia.
Ogni qualvolta abbiamo avuto occasione di incontri con gruppi sia italiani che stranieri tutti noi bandisti abbiamo notato con sorpresa che le donne erano e sono spesso solo una presenza marginale o stereotipata. Ma non per la Banda di Darfo, che, infatti, viene sempre guardata con curiosità ma soprattutto con ammirazione.
Credo che il nostro gruppo sia così affiatato e propositivo proprio per la pluralità e, in alcuni casi, disomogeneità dei suoi singoli elementi.
Se la crescita personale passa attraverso un incontro/scontro continuo con ciò che è diverso da noi, allora non si può certamente fare a meno, in un microcosmo come quello di un complesso musicale, di una presenza femminile forte e attiva.
02 Pensieri in libertà
Semibreve (2001)Ogni tanto mi sorprendo a pensare che vent'anni fa feci il mio ultimo concerto augurale come strumentista nella nostra banda, sotto la direzione dell’indimenticato maestro Cav. Abramo Albrici di cui presi il posto poco dopo.
Ricordo con “nostalgia” (solo per gli anni di meno) le mie prime esperienze di direzione: il gesto insicuro, la poca pratica nel controllare gli errori dei musicanti e la poca pazienza che mi portava a dire la fatidica frase “staserö l’è miö la serö”. Poi pian piano siamo cresciuti, io e la banda, fino ai primi risultati…… i primi concorsi…… se sapeste le emozioni! Ma anche i mal di pancia, la tensione che mi attanagliava fino alla fine di ogni concerto!
Negli ultimi anni, grazie alla collaborazione di tutti, con delle buone esecuzioni e dei discreti risultati d’asssieme, i mal di pancia sono diminuiti anche se non sempre tutto va per il verso giusto. L’organico che “sognavoo”, quello della banda sinfonica, è quasi del tutto realizzato.
Manca sempre quel benedetto fagotto che, per una strana coincidenza di eventi, quando sembra che lo strumentista sia a buon punto, per impegni vari smette.
Spero che il 2002 sia l’anno buono……….
Il Maestro
Vittorio Alberti