Inoltre, il giorno di San Faustino, al concerto pomeridiano, sono venuti appositamente per assistere al nostro concerto dei VERI campanari di un'associazione di campanari di un paio di cittadine della bresciana (mi riprometto di correggere il post con più precisione in seguito).
In verità non ce lo aspettavamo proprio che la notizia si spargesse così e la nostra avventura col campanile facesse così scalpore anche fuori dalla nostra piccola zona.
Chissà che non ci sia aperta una carriera da "campanari" , vedremo.
Vi riporto inoltre l'articolo che comparirà sul giornale parrocchiale locale "La Campana di Darfo".
"Non solo lo strumento musicale più grande e maestoso del mondo, non solo un fenomeno architettonico che dalla metà del primo millennio arricchisce il meraviglioso paesaggio italiano rendendolo tipico come nessun'altro, il campanile è soprattutto simbolo concreto di aggregazione della comunità. Costruito intorno ad un'asse che dalla terra si dirige dritto verso il cielo, con al culmine la croce cristiana, e dalla quale si diramano tutto intorno le case della gente, la vita della comunità. Il campanile ti fa capire a colpo d'occhio, qui c'è una Chiesa, qui c'è una comunità cristiana, qui puoi incontrare Dio. Il campanile, che nei secoli ha chiamato a raccolta per la preghiera, comunicato a tutti con il suono grave della campana maggiore il momento del dolore, il pericolo degli incendi con il suono alto e insistente della campanina, ha scongiurato l'aprirsi delle nuvole cariche di tempesta, ha rallegrato i momenti di festa con il suono brillante delle campane spiegate, accolto con le note vivaci delle “allegrezze” l'ingresso dei nuovi nati nella comunità dei fedeli. Per qualsiasi musicista la tentazione di salire sulla cella campanaria è grande. Abbiamo preparato con cura il nostro incontro con le campane, con ore di studio, di prove, con passione e attenzione, perchè le campane meritano rispetto. Al loro cospetto abbiamo percepito tutti un timore reverenziale, abbiamo sentito la tensione e la responsabilità di poter usare questi straordinari strumenti dell'antica tradizione. Ma dal primo rintocco la musica la senti entrare dentro di te non solo dalle orecchie ma le vibrazioni, possenti, ti pervadono i muscoli, i tendini, le ossa vibrano in sintonia con le note e l'integrazione del musicista con la musica assume così un aspetto di totalizzante rapimento delle proprie emozioni. Un'esperienza straordinaria per chiunque ami la musica e doveroso va il nostro ringraziamento al Parroco di Darfo che ci ha concesso l'autorizzazione ad accedere al campanile. Sei campane, sei musicisti, sei note e la magia di questa straordinaria arte universale che fa nascere da sole sei note intense emozioni. E quanta soddisfazione vedere da lassù la gente che esce sui terrazzi, si affaccia alle finestre, sentire il calore di chi ti incontra che si congratula con te, che ti regala un sorriso, che ti ringrazia. Così come grande è la soddisfazione di poter essere “ospitati” con questo scritto e queste belle foto proprio sulla “Campana di Darfo”, nome perfettamente appropriato ad uno strumento di divulgazione della “voce” cattolica alla comunità, che ospita da sempre in copertina una bellissima poesia dedicata proprio alle campane e al loro significato. Soddisfazioni che ripagano ampiamente il tempo che abbiamo impiegato nella preparazione musicale, alla pulizia accurata dei pianerotoli e dei nomerosissimi scalini che portano alla cella campanaria ed al lavoro paziente di Enrico Abondio nel recuperare e trascrivere le storiche composizioni della tradizione religiosa e della cultura musicale popolare delle “antiche allegrezze”. Oggi, nell'era dei mass-media, in cui la comunicazione di massa viene insegnata nelle università al fine di aumentare i profitti economici di chi vende prodotti o spettacolo, assistiamo alla paradossale situazione in cui tecnologici strumenti come la televisione o il personal computer che teoricamente dovrebbero “unire” le masse, se malamente utilizzati, in verità, isolano all'interno delle proprie abitazioni individui che diventano sempre più “sordi” a quello che succede fuori dalle loro finestre, rendendoli sempre più soli. Ancora una volta le possenti campane, frutto della saggezza delle generazioni antiche che ci hanno preceduto, con le loro vibrazioni chiamano la gente fin dentro le loro case, nelle loro stanze. Avvisano che tutti siamo uniti in una collettività che deve essere vissuta, insiseme, e che non si deve mai dimenticare che i veri valori sono quelli che da sempre convivono con gli uomini di buona volontà e che ancora possiamo riscoprire avvicinandoci fiduciosi al nostro campanile.
Inserito da Federazioen Campanari Bergamaschi (not verified) il 13 Febbraio, 2022 - 12:26
Gentilissimi,
Desideravo recuperare i contatti con il Maestro Enrico Abondio oppure parenti o amici. Il preziosissimo materiale avuo da lui cu CD dieci anni fa viene trasmesso alla Fondazione Civiltà Bresciana in vista del 2023 Bergamo-Brescia Capitali Italiane della Cuktura. In attesa di vostra risposta, saluto cordialmente. Luca Fiocchi-Presidente FCB
il video dei batocoi
Guardate il servizio di Teleboario:
http://www.teleboario.it/tbNews.asp?idV=1480
ciao da saremo
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