Questa antica pastorale Leffese fa parte del repertorio popolare, rigorosamente tramandato oralmente, che da circa 200 anni allieta la notte di Natale del centro bergamasco.
Ancora oggi per la gioia dei più piccoli, alcuni musicisti Leffesi continuano a mantenere viva questa tradizione. Non si conosce l’origine ne tanto meno gli strumenti utilizzati per eseguire le tante piccole strofe musicali che compongono il brano.
La ricostruzione è stata realizzata dal M° Paolo Gelmi indicando semplicemente la successione delle strofe. Su invito del M° Maurizio Pandolfi suonatore e costruttore di cornamuse bergamasche il M° Oscar Gelmi, ha adattato per baghet e orchestra fiati l’andante di questa antica melodia natalizia.
Il baghèt (al maschile) è il nome della cornamusa bergamasca le cui origini risalgono al Medio Evo. Vi sono decine di testimonianze iconografiche che attestano la sua presenza, ad incominciare da un affresco della fine del 1300 che si trova al castello di Bianzano (Bergamo). La cornamusa bergamasca era considerata estinta, e di lei non era rimasta nessuna traccia, come riporta l'etnomusicologo Roberto Leydi in una sua pubblicazione del 1979. I lavori di ricerca iniziati negli anni '80 hanno permesso però di ritrovare alcuni strumenti e conoscere gli ultimi suonatori. La riscoperta del baghèt è stata possibile grazie agli studi di Valter Biella, che ha ritrovato diversi di questi strumenti antichi e conosciuto gli ultimi suonatori.
La Banda di Darfo ha seguito con passione le scoperte riguardo a questo straordinario strumento musicale e per il Concerto Augurale 2008 propone il proprio percussionista Luigi Tagliabue nella inedita veste di suonatore di baghet in questa corale leffese dai saporti antichi