Capitolo II - Musical
Lavoro, lavoro, lavoro. Stordita dai vapori di stearato di calcio e borace (??? bello, buttare termini chimici a caso nel calderone), con una forte forma di dislessia (contagiosa) e molti neuroni in sciopero selvaggio, decido che stasera il modo migliore per riprendermi è una forte dose di musica.
Complice anche il fatto che mi dovrei dedicare di più ad alcuni "doveri" che mi sono auto-accollata in un momento di infermità mentale (sempre più frequente nel mio caso...), questa sera cerco ispirazione in un cd che contiene uno dei miei brani preferiti, Chess. Credo che sia uno dei brani preferiti da noi bandisti...o almeno se ne parla sempre bene. Contiene pezzi piacevoli da ascoltare, e (sempre opinione personale) nemmeno troppo difficili da suonare, ha un inizio deciso e un finale importante, esplosivo.
Mentre cercavo informazioni sul brano, di cui conoscevo già un pò di storia, sono incappata nella descrizione su wikipedia (questo è il link - in inglese- : http://en.wikipedia.org/wiki/Chess_%28musical%29), e da lì ho seguito il collegamento a un sondaggio della BBC, Radio2, che ha pubblicato la classifica dei musical più amati in Gran Bretagna.
Con mia sorpresa (ma nemmeno poi tanto) ho scoperto che gli inglesi adorano "I miserabili", tratto naturalmente dal romanzo di Victor Hugo, e tradotto in musica oltre vent'anni fa da Alain Boublil e Claude-Michel Schönberg. In effetti, è uno degli spettacoli che non ha abbandonato i teatri del west-end londinese (insieme al meraviglioso "Trappola per topi" di Agatha Christie, ma questa è un'altra storia) o di Broadway.
Al secondo posto trovo con piacere "Il fantasma dell'opera", del colosso Andrew Lloyd Webber, che nel 2005 è diventato anche un film (noiosissimo, putroppo..).
Terzo posto per un classico davvero classico, "Sette spose per sette fratelli", seguito da "The king and I", altro lavoro diventato film in varie versioni (la più recente è "Anna e il re" con Jodie Foster), e poi ancora il baronetto Lloyd Webber con "Sunset Boulevard", forse meglio conosciuto come "Viale del tramonto".
Sempre Andrew Lloyd Webber si impossessa della sesta posizione con "Evita", diventato un flop cinematografico alla fine degli anni '90, e per la banda di Darfo una partitura provata un paio di volte e poi...misteriosamente archiviata...
Dunque al settimo posto abbiamo "Chess", scritto da due dei quattro Abba; credo sia uno dei pochi casi (se non l'unico, ma non sono così informata) in cui la storia si è modificata di volta in volta, dalla prima stesura del "concept album" datato 1984, alla prima di Londra nel 1986, fino all'arrivo a Broadway nel 1988. Dal 1990 al 2006 lo show si è spostato in varie parti del mondo, dalla Danimarca al Sud America, e attualmente si parla di una nuova versione che Tim Rice (braccio destro di Andrew Lloyd Webber) vorrebbe proporre, sempre a Londra, naturalmente.
Ottavo posto per "The Rocky Horror Picture Show", e, se mi è concesso, finalmente per un lavoro originale, trasgressivo e divertente (notate come le posizioni precedenti siano tutte opere drammatiche, ad esclusione di "Sette spose"), soprattutto dato che la versione cinematografica risale a più di trent'anni fa. Il brano portante del film è stato anche ripreso da Elio e le storie tese, per la sigla di inizio di un "Mai dire..." di qualche anno fa. Un link non fa mai male, per chi fosse interessato, sempre da wikipedia - in italiano, stavolta: http://it.wikipedia.org/wiki/The_Rocky_Horror_Picture_Show
Al nono posto leggo di "Follies"...e sventolo bandiera bianca...Non ne so proprio niente...
"Solo" al decimo posto (ma siamo sempre in ambito di preferenze anglosassoni, lo ricordo...Mi domando gli italiani come voterebbero...) uno dei miei musical preferiti, "Hair", datato 1967 e portato sul grande schermo nel 1979 da Milos Forman (regista di "Qualcuno volò sul nido del cuculo" e "Amadeus"). Un musical difficile perchè legato a una Storia, quella della guerra in Vietnam, tutta americana, anche se il messaggio di fondo, dopotutto, è universale: la guerra è una follia inutile. Vale la pena ricordare che il protagonista di "Hair" è Treat Williams, che forse ha raggiunto maggior popolarità in questi anni come Dottor Brown nella serie "Everwood".
A questo punto penso ad altri musical, come "Tommy" degli Who (troppo concettuale?), come "Cats" (troppo felino?), come "Chicago" (troppo America anni '30, per gli inglesi?), come "Moulin Rouge" (troppo kitsch?), e poi dove mettiamo "Jesus Christ Superstar"?
Bè, quello lo mettiamo noi nel programma del concerto del 5 aprile in tv...