gemellaggi
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- Se deve essere blog...-
Come forse quasi tutti (forse) sanno un blog è caratterizzato da interventi cronologici nei quali si parla di un po' di tutto... Tantissime volte ho provato a tenere un blog (in pratica un sito internet) aggiornato... mai ce l'ho fatta!!! Cercavo di metterci i miei appunti di informatica, i miei giudizi su libri o film che avevo letto o appena visto... tutto per cercare di mantenere una sorta di block notes dei miei appunti perenne su internet, facilmente consultabile ecc... Tentativi sempre miseramente falliti!!!
Ma qui si parla della Banda di Darfo... quindi gli articoli trattati riguarderanno la musica e la vita associativa della Banda di Darfo!!!
Dicevo "Se deve essere blog..." ... allora SIA!!! Allora ci scrivo sopra le mie cose (che riguardano la banda, chiaro) ma che riguardano anche me... cominciando con il dire che il mio primo concerto con la banda di Darfo è stato quello augurale del 1985.. avevo 12 anni e mezzo... (che giovine che ero... sic!!). La mia avventura in questa associazione si è interrotta esattamente 10 anni dopo, ultimo concerto nel dicembre del 1995.... Allora cosa scrivo a fare?!?! Ah... è vero... dopo 10 anni "sabbatici" nel gennaio del 2006 ho ripreso a suonare ed eccomi qua...
Perchè ho ripreso a suonare? Per tanti motivi, e qui voglio parlare in favore di questa associazione. Nella banda di Darfo ho sempre conservato molti amici sinceri, di conseguenza mi sono sempre trovato a mio agio e l'ambiente mi è sempre piaciuto, non mi sono mai staccato del tutto in quanto nelle occasioni di festa (cene, gemellaggi) difficilmente mancavo... Quindi l'idea era già da qualche tempo che mi balenava nella mente ma la decisione l'ho presa nell'estate del 2005...
...galeotta fu la gita in Toscana come direbbe qualcuno!!!
Fatto sta che mi ero divertito tantissimo... hanno aiutato parecchio anche i posti, il bel tempo, il buon cibo, il buon vino e... mmhhmhm ma si!!! l'ospitalità tipica dei lucchesi!!!
Nel viaggio del ritorno mi sono deciso a rientrare e, con qualche fatica a tornare ad essere presente con continuità e a suonare in maniera almeno accettabile, ma alla fine sono giunto.Sono proprio contento di essere ritornato... sto riallacciando amicizie che, gioco forza, erano andate affievolendosi... Mi sa che a questo punto la banda rimarra il mio hobby principale...
- Analisi di una frase e considerazioni...-
Oggi sono riuscito a fare una capatina sul sito nell'orario di lavoro in quanto i potenti computer aziendali ogni tanto vanno in tilt e permettono a chiunque di connettersi... e io ne ho subito approfittato.... In ogni caso sono andato a dare un'occhiata alla chat e ho letto le ultime battute fatte tra dam e gong.... Per chi non lo sapesse dam è il presidente della Banda di Staffolo (Marche) e gong è un musicante molto attivo della nostra banda (per quello che può fare alla sua "veneranda" età.... altra faccina... ). Devo dire che sono rimasto davvero molto colpito da una frase che dam ha scritto e, precisamente:
"Va be... chi viene ok se no stà a casa ne trovo altri dai paesi vicini per andare fuori se ne trovano sempre tanti..."
A parte le virgole e i punti (era in chat) vi racconto un po' gli antefatti che hanno portato a far si che dam, presidente di una banda delle marche, scrivesse quella frase nella chat del sito di una banda bresciana che mi ha portato a scrivere addirittura un articolo sul mio blog dopo giorni che non avevo spunti interessanti.... Gong ha conosciuto dam a Staffolo quando vi si è recato recentemente assieme al nostro maestro e rispettive signore in occasione della festa che tutti gli anni la banda locale organizza (Musica in Festa) invitando qualche banda di prestigio, sia nazionale che internazionale. Ah... dimenticavo... Come fa gong a conoscere dam? semplicemente perchè scandaglia quotidianamente la rete di internet alla ricerca di siti web di bande interessanti alle quali chiede di fare lo scambio di link e chiede informazioni su di loro ecc... Una delle bande più interessanti è risultata quella di Staffolo. Quello che ha colpito maggiormente gong (e anche me) è stata la pagina del loro sito dedicata alle tuornèe che hanno fatto (in Italia e all'estero).
Durante il fine settimana passato nelle marche gong deve essere venuto a conoscenza della loro prossima tuornèe (peraltro segnalata anche nel loro sito alla voce "Calendario servizi" ) che si svolgerà nientemeno che in sardegna. Pertanto gong stava chiedendo le date della tournèe... Ecco un estratto della chiaccherata in chat:
gong: quando andate in sardegna?
dam: si parte il 15 e si torna il 22
gong: dal 15 al 22 agosto... caspita più di una settimana
dam: l'anno scorso in Polonia 12 giorni, poi quando torniamo dal 6 al 10 settembre siamo in Germania
gong: ma come fate, qui si lamentano di tirar fuori 2 giorni di ferie
dam: Va be... chi viene ok se no stà a casa ne trovo altri dai paesi vicini per andare fuori se ne trovano sempre tanti...
Ora cercherò di essere meno noioso e andare al sodo della questione. Per chi non lo sapesse la banda di Darfo non ha la stessa facilità di quella di Staffolo a recarsi in tournèe, è vero che vengono organizzati dei gemellaggi, ma si tratta di massimo tre giorni. Ultimamente si è palesato che non tantissime persone (30-35) sono disposte ad impegnare un week-end anche se avvisate con ampio anticipo (si parla di mesi prima) e quindi, inesorabilmente, la nostra associazione (e con lei anche le 30-35 persone disponibili) deve rinunciare a prendere l'impegno e organizzare la trasferta. Infatti nella nostra banda quando si vuole organizzare un gemellaggio o tournèe, per esempio nelle Marche, chiede il parere e la disponibilità ai musicanti, questo dopo adeguata discussione in consiglio. Immancabilmente i risultati sono quelli descritti dopra.
Della frase di dam mi hanno colpito tre cose, prima di tutto la leggerezza con la quale ha detto che se mancano persone della banda di Staffolo ne prende da paesi vicini, trattasi dei famigerati "esterni", i quali sembra abbiano la lebbra dalle nostre parti visto che si ricorre a loro solo in casi estremi e dopo adeguate "sfuriate" del maestro direttore, secondariamente perchè ha parlato in prima persona, dal chè desumo che, una volta deciso che si va da qualche parte e si può far ricorso a esterni in caso di mancanza di elementi nell'organico, dam ha una certa autonomia nell'andare a recuperarli, e infine perchè mi è sembrata una cosa normale, di routine, che capita spesso.
Quanto sopra mi fa pensare che anche a Staffolo non hanno una banda di 70 elementi che quando va all'estero o si muove 5 giorni ha una adesione di 70 persone. Mi ha fatto pensare anche che se si vuole fare questi viaggi e queste esperienze bisogna cominciare a cambiare mentalità riguardo al fatto di cercare aiuto in elementi esterni. E a coloro che mi risponderebbero che noi si prefersce mantenere la nostra filosofia e magari andare una volta di meno in giro rispondo subito che a furia di richieste e rinunce si stancano di alzare sempre la mano anche quei 30-35, e speriamo solo che si stanchino solo di alzare la mano e non anche di darsi da fare e impegnarsi in altre attività che non siano solo il suonare.
Quindi cerchiamo di capire che nella banda ci sono persone che andrebbero in tournèe un mese e altre che non ci andrebbero neanche per una giornata. Sono liberissime di pensarlo e di farlo. Questo però non significa che se ci sono 30-35 persone che costantemente (e di solito sono sempre quelle) danno la loro disponibilità per fare gemellaggi e viaggi con la banda, si debba sempre rinunciare per "colpa" o, meglio, "a causa" di quelli che non la pensano così. Quindi, a mio avviso, la scelta è molto semplice e si riduce a una domanda: ad un concerto o manifestazione, preferiamo poter dire
"la nostra banda è autosufficiente e non fa ricorso a musicanti esterni"
oppure:
"la nostra banda quest'anno è stata ospite in Germania e il prossimo anno si recherà in tournèe in Sardegna invitata dalla banda locale, la quale è già stata a trovarci a Darfo un paio di anni fa (ecc...)"
Ai nostri valorosi consiglieri l'ardua sentenza.
- Tre giorni a STAFFOLO- Eccomi qua, come promesso, alle prese con il mio “battesimo del Blog”.
Se dovevo buttarmi in questo mondo tanto gettonato oggi da tutti gli internauti, tanto valeva farlo con un argomento degno di nota.
Si vada dunque ad incominciare.
Udite udite (che sarebbe: leggete leggete) popolo della rete, le impavide gesta del prode percussionista Gong, accompagnato dal fido compagno d'armi Messer Vittorio Albertibus da Corna e relative consorti, nella straordinaria avventura che andrò testé a narrarvi e che chiameremo :TRE GIORNI A STAFFOLO
La narrazione è accompagnata da fotografie sulle quali potrete fermare per un secondo il puntatore del mouse per far apparire una descrizione della situazione o del luogo inquadrato.
Un'altra nota importante è che Staffolo si pronuncia con l'accento sulla A .
Ultima nota, per leggere questo blog, o lo fate a puntate, oppure prendetevi un'ora di ferie.
Molte altre foto le potrete trovare sul sito della Banda di Staffolo in questa pagina.
Ma andiamo per ordine.
Per quei pochi che ancora non lo sapessero, l'incontro tra la banda di Darfo e quella di Staffolo è avvenuta qualche mese fa in modo del tutto casuale.
Scandagliando la grande rete in cerca di validi siti di bande musicali da linkare sul nostro, mi sono imbattuto nel sito della banda di Staffolo che, dopo poche pagine, mi ha colpito non poco.Era il periodo in cui la nostra banda stava affrontando una crisi sulla “movimentazione” dei propri musicanti.
Dopo le gloriose trasferte fatte in Europa e in Italia, sembrava che la Banda di Darfo non potesse più, di colpo, fare servizi che durassero più di tre ore per l'inderogabile impossibilità di lasciare il proprio paesello per oltre la metà dei suoi componenti.
La Banda di Staffolo, invece, poteva vantare un'intera pagina del sito di trasferte e di molteplici gemellaggi con bande italiane ed estere.
Quello di viaggiare sembrava fosse il loro passatempo abituale.
Ho subito colto l'occasione per avviare il dibattito sul nostro sito citando, appunto, il sito della banda di Staffolo e le loro numerose tournée.
Poi una cosa tira l'altra; un intervento nel forum di là, un commento nel forum di qua, un 'E-mail per avere più notizie di là, una telefonata per conoscersi di qua, e ci siamo trovati ad essere invitati, come banda, a Staffolo per la festa della Musica di fine luglio 2007.
Siccome la “sindrome di immobilismo” acuta che ancora attanagliava la banda di Darfo non ha permesso un incontro delle due bande “dal vivo”, io e il Mo. Vittorio abbiamo colto l'occasione per recarci, a livello di rappresentanza, nella bella cittadina delle Marche, proprio in occasione della “tre giorni” di festa.
Ormai era deciso.
La “vecchia Betsy” (che non è mia moglie ma la mia fida Seat Leon), una settimana prima della partenza aveva passato il suo ennesimo tagliando, con tanto di cambio olio, filtri e pastiglie dei freni.
Ma non funzionava più il condizionatore.
Come affrontare un viaggio di circa 600 Km verso sud con un clima di 37° C di media all'ombra ?Due giorni prima della partenza ero d'accordo con il meccanico per il cambio del tubo del gas del condizionatore (bucato). La stessa mattina la vecchia Betsy decide di non partire per nessuna ragione al mondo; capricci dell'età ? Voglia di prepensionamento ? Mah !
Era una ragione più semplice: la batteria aveva deciso di scoppiare proprio quel giorno.
Va beh ! Meglio prima che dopo.
Due giorni dopo, venerdì 23 Luglio, alle ore 05.00, i prodi eroi partono per il loro temerario viaggio.
Temerarietà per temerarietà, tanto valeva osare il tutto per tutto: niente autostrada per evitare il famigerato nodo di Bologna e ci siamo diretti verso sud-est addentrandoci come impavidi esploratori nella sconfinata Pianura Padana, tra la Via Emilia e il west, in un dedalo di strade statali, provinciali, comunali, incroci, rotonde, semafori e chi più ne ha più ne metta.
Da Mantova abbiamo proseguito per Ferrara seguendo la sponda sinistra del grande Po.Prima di Ferrara eravamo già dispersi.
La cosa curiosa è che ci siamo trovati oltre il Po senza che nessuno dei quattro sventurati viaggiatori si fosse accorto di averlo attraversato.
Lo stupore di tutti è pienamente legittimo, io stesso stento ancora a crederlo ma è andata proprio così e non so proprio come possa essere successo.Ritrovata la retta via ci siamo diretti verso Ravenna.
Prima di Ravenna eravamo ancora allo sbando.
Ci sentivamo come dei cammelli in mezzo ai ghiacci dell'Antartico (o, forse è più appropriato, come dei pinguini nel Sahara).
Ma ormai Bologna era passata e la A14 era ad un tiro di schioppo.
Quindi fino a Senigallia tutto bene, poi trenta Km verso l'entroterra ed eccoci arrivati (alle ore 12,00 in punto) ad Arcevia, stupenda cittadina medioevale dove abitano due carissimi amici che ho rivisto con piacere.
Rifocillati e riposati siamo partiti nel pomeriggio verso Staffolo, un'altra trentina di Km verso sud, passando naturalmente nell'entroterra, tra le dolci colline interamente coltivate, immersi nello stupendo panorama che offre questa bellissima regione.
Strade praticamente semi-deserte, in un continuo saliscendi, di curve e controcurve, dietro ognuna delle quali trovi colori e scorci paesaggistici differenti.
Strade che possono essere definite come “il paradiso dei motociclisti” e nel contempo “l'inferno di chi sta male in macchina”.
Ma ne l'uno ne l'altro era il nostro caso.
Una telefonata a Damiano (il presidente della banda) per avere indicazioni sulla strada corretta per giungere al nostro albergo, e poi via, dritti verso Staffolo.
Il “dritti” era una metafora.
Naturalmente abbiamo fatto una strada completamente diversa.
Siamo giunti in paese, anziché da sud-est, da nord-ovest, ma ormai il nostro stile di viaggio era quello.
Al primo colpo d'occhio, questo borgo medievale (circa 2500 anime) ci ha colpito subito.Staffolo è situato su un dorso di una formazione collinare a mt. 442 slm.
Per la sua posizione con un panorama a 360° che spazia dalla valle del fiume Esino a quella del Musone è anche denominato balcone della Vallesina.
A nord lo sguardo giunge fino al mare Adriatico e a sud la corona dei monti è dominata dalla singolare sagoma del Monte S. Vicino.
Una delle caratteristiche tipiche degli antichi paesi della zona è di essere costruiti di preferenza in cima alle colline più alte, il nucleo del borgo sulla sommità contornato da una cinta muraria con tanto di bastioni.
Staffolo rispetta questa tradizione, dovuta forse ad una strategia di difesa dagli attacchi frequenti nel medioevo dei Mori o dei vari cavalieri di ventura con le loro bande (non musicali, in questo caso) di sbandati, sempre in cerca di paesi da saccheggiare.Mura efficaci durante molti assedi, visto che Staffolo, città ambita e importante nella storia, è stata presa di mira parecchie volte da avventurieri o signorotti delle varie “marche” confinanti, ma che a volte hanno dovuto cedere di fronte ad assalti come quello di un certo Fra Moriale, nel 1345, che una volta impossessatosi del paese, non se ne andò di lì finché non ebbe bevuto con la sua congrega tutto il verdicchio depositato nelle cantine del borgo.
Per ulteriori cenni storici vi rimando a questa pagina del sito del comune oppure a questa , dedicata al verdicchio dei Castelli di Jesi.
Infatti Staffolo è una delle capitali del verdicchio.
Tra le varie ipotesi dell'origine del nome del paese c'è in effetti anche quella che secondo una certa favolistica, a dare vita a questo centro collinare sarebbe stato Staphilo, figlio di Arianna e di Teseo, che scoprì l'uva e inventò il vino e Staphilo, in greco, significa appunto “grappolo d'uva”.Vero o non vero, di certo è che la tradizione di fare un vino d'eccellenza (pluripremiato anche a livello internazionale) dalle vigne che circondano il colle è una cosa che risale a tempi antichissimi e il piccolo museo del vino che è in allestimento all'interno delle mura del paese, con enoteca annessa, ne vuol portare testimonianza.
Ma torniamo alla nostra avventura.
Trovato, dopo vario girovagare nei dintorni, il nostro hotel e depositati i bagagli, ci siamo recati nel centro storico dove abbiamo finalmente conosciuto Damiano.
Da subito ha mostrato la sua esuberante dinamicità.
É un personaggio davvero simpatico, pochi fronzoli e tanta praticità, un tipo che tante bande venderebbero l'intera sezione dei clarinetti al diavolo per averne uno così.
Ci ha accompagnato nell'attraversare il centro storico fino alla sede della banda, dove i musicanti si stavano già preparando per la sfilata che sarebbe iniziata lì a poco.
Ci siamo portati poi, sulla piazzetta fuori da una delle porte di ingresso delle mura, dove, come da programma sarebbero giunte le bande di Staffolo e la Agrupacion Musical de Alfara del Patriarca, una cittadina vicino a Valencia.
All'arrivo delle due bande, il Vittorio subisce la prima folgorazione :la banda di Alfara sfila con il fagotto (e per fagotto intendo proprio lo strumento musicale).
Una banda davvero in veste “casual”, quella spagnola.
Maglietta e blu-jeans e niente inquadramento ne passo (più o meno come noi, a parte la divisa).
Più gagliarda e nella tradizione ( a parte la vivace divisa con camicia gialla e pantaloni bianchi) la banda di Staffolo, che si è riunita alla spagnola nella piazzetta per allietare con diversi brani il pubblico presente.
Poi tutti dentro al borgo antico dove la festa è continuata con altri brani.
Lo spettacolo pomeridiano era finito e noi ci siamo fermati nell'accogliente piazzetta dove erano allestiti gli stand della stuzzicheria.Inutile dire che ne abbiamo aprofittato.
Panino con porchetta, olive all'ascolana (davvero ottime) e (come poteva essere altrimenti) una bottiglia di verdicchio.
Lo nostro spirito era ormai entrato in sintonia coll'atmosfera di festa musicale e così ci siamo accomodati nella piazza limitrofa dove era tutto pronto per il concerto del venerdì sera.
In programma il concerto del “Duo Nataloni” per pianoforte, marimba e xilofono.
Due giovani ragazzi eccezzionali, fratello e sorella, che ci hanno entusiasmato con la loro bravura.
L'ambiente, tra le antiche mura, assolutamente privo di rumori molesti (traffico inesistente), con un pubblico attento, ha contribuito non poco alla piacevolezza dell'ascolto di un repertorio decisamente interessante.
Ci ha colpito la grande intesa ritmica dei due musicisti e la grande tecnica del percussionista, non solo per la capacità di eseguire senza sforzo apparente anche passaggi difficilissimi ma soprattutto per la sensibilità del tocco, con una capacità di dosare i volumi e di far risaltare le sfumature espressive della partitura davvero notevole.
Davvero complimenti, un concerto che ci ha ristorato delle fatiche del viaggio.
La mattina dopo abbiamo fatto una puntata a Cingoli, una cittadina nelle vicinanze.
Se Staffolo è chiamato il “balcone della Vallesina”, Cingoli si onora di essere il “balcone delle Marche”.
Una cittadina davvero tranquilla da cui si gode di un panorama che spazia dalle prime alture dell'entroterra marchigiano fin sulla piana (si fa per dire, visto che sono tutte colline) fino alla riva del mare, dove si staglia, isolato, il Monte Conero.
Si dice che da Cingoli, in giornate di limpidezza atmosferica, si possa vedere la costa della Croazia.
Un'altra caratteristica di Cingoli sono le numerose chiese che si possono incontrare dietro ad ogni angolo di strada.Ritorno a Staffolo per le 11,00 dove, con una semplice cerimonia nella sala consigliare del Comune, il Sindaco ha salutato la banda spagnola con il tradizionale scambio di doni.
Dopo di chè Damiano ci ha accompagnato per le strette e suggestive vie del borgo antico fino all'enoteca, dove abbiamo assaggiato del buonissimo vino di produzione locale (verdicchio, rosso conero e rosso piceno) e piacevolmente conversato con alcuni simpatici musicanti della banda spagnola (se non ci credete chiedetelo al Vittorio, ci capivamo benissimo, abbiamo anche scoperto che in spagnolo alcune frasi si dicono esattamente come nel nostro dialetto, quindi parlavamo in dialetto per farci capire meglio).Prima di pranzo, un bandista di Staffolo ci ha accompagnato in una breve visita in una cantina locale dove abbiamo anche preso il “vino tinto” come lo chiamano in spagna (vino rosso) che sarebbe stato poi utilizzato dagli spagnoli per fare la “sangria” la sera dopo (dimenticavo, la sera prima, gli attivissimi spagnoli avevano cucinato per tutti la “paella alla valenciana” con la tradizionale padella portata da loro).
Abbiamo poi favorito ad un gustosissimo pranzo con tutta la combricola, dove abbiamo colto l'occasione per conoscere alcune simpatiche e socievoli persone di Staffolo.
Un riposino e poi una visita alla città di Osimo.
Se Staffolo è il balcone della Vallesina e Cingoli il balcone delle Marche, beh, non me ne vogliano gli altri, ma Osimo è il balcone dei balconi.
Osimo è un grosso centro (con tanto di accesso ai turisti tramite funicolare) ma che ha ben saputo mantenere la sua tipica antica struttura di cui parlavo sopra.
Già all'arrivo si presenta con i suoi imponenti bastioni che risaltano parecchio visti dalla pianura.La passeggiata davanti al parco è stupenda; una specie di lungomare stile cittadine liguri, solo che al posto del mare ci sono .... le Marche.
Una città ricca di opere d'arte, come del resto tutta la regione Marche, un grande museo a cielo aperto, soprattutto vivo, con un'attività culturale e di spettacoli vivacissima.Pensate che solo a Staffolo, che come ho detto conta 2500 abitanti, vengono organizzati importanti eventi culturali legati alla musica, all'arte, al folclore ed alla produzione eno-gastronomica.
Nei giorni della nostra permanenza, a Staffolo era in corso la Festa della Musica, era allestita un'importante mostra del Premio Città di Staffolo, dedicata ogni anno ad un grande artista marchigiano (quest'anno era dedicata a Oscar Piattella), una mostra fotografica, e la settimana dopo ci sarebbe stata una manifestazione internazionale organizzata dal locale gruppo folkloristico con la presenza di numerosi gruppi europei.
Dimenticavo, il giorno 8 luglio, a Staffolo si è esibita la Banda dell'Esercito, diretta dal Mo. Fulvio Creux, a detta di molti presenti, un concerto memorabile.
Insomma, nelle Marche si può percepire nell'aria una grande attenzione da parte delle amministrazioni locali rispetto alla cultura, a grandi livelli e in maniera diffusa capillarmente sul territorio, con rassegne concertistiche di ogni genere musicale che qui in Valcamonica, francamente, a parte rare eccezzioni che si possono contare sulle dita di mezza mano, ci possiamo solo sognare.
Qualsiasi sia il paese che stai visitando, non vedi altro che manifesti di concerti, manifestazioni e palchi montati ovunque.Non c'è mai di che annoiarsi nelle Marche, dovunque tu sia.
Ma, dopo questa parentesi, proseguiamo col racconto.
Sabato sera concerto della banda musicale Città di Umbertide (PG).
Il vivacissimo Maestro Galliano Cerrini, un vero e proprio showman, un mattatore da palco (dategli un microfono in mano e vi solleverà il mondo), ha plasmato una banda “a sua immagine e somiglianza”, presentando un organico preparato che sprizzava allegria e gioia di suonare; per capirci una specie di “Libera Brass Band” ma con un repertorio molto più italiano.Un concerto ricco di brani vivaci e piacevoli, con molte trascrizioni di brani della Canzone Italiana cantati egregiamente da Pinuccio, una persona tanto particolare nell'aspetto quanto intelligente e preparato musicalmente. Una piacevolissima sorpresa, ed una serata allegra, rilassante e divertente.
Domenica dedicata al mare.
Come si fa ad andare nelle Marche e non andare almeno una giornata al mare.Abbiamo scelto Numana, una volta villaggio di pescatori ed oggi rinomato centro balneare, al termine sud del promontorio del Conero.
E come spiaggia abbiamo scelto la “Spiaggiola”, una delle ultime insenature del Conero, dove la spiaggia non è la tipica distesa di sabbia delle coste adriatiche ma conserva ancora un carattere più selvaggio, con uno stretto lembo di piccoli ciotoli anziché sabbia e con alle spalle un tratto di verde scogliera mediterranea.
Un bel posticino, con un mare pulito e privo di onde grazie ad una barriera costruita con massi naturali proprio davanti alla spiaggia, che viene così anche protetta dall'erosione delle mareggiate.
Un panorama stupendo con, a sinistra, come sfondo il promontorio del Conero, alle spalle e a destra, una vegetazione di macchia mediterranea, in alto il sole, limpido, a scottare la nostra pelle bianchissima da tipici camuni che non hanno mai l'occasione di togliersi la maglietta (sto parlando di me e il Vittorio, non di voi...) e davanti un meraviglioso mare azzurro.Pranzo a base di pesce in un ristorantino proprio a ridosso della spiaggiola, riposino per finire la rosolatura, e poi via di nuovo a Staffolo pronti per la grande parata delle bande di Staffolo accompagnata dai Frustatori di Faenza, della Banda Musicale Città di Petriolo (MC) accompagnata dalle Majorettes e l'Agrupacion de Alfara.
Dopo la sfilata le tre associazioni si sono disposte nella piazza ed hanno eseguito, a turno, dei brani con l'esibizione dei frustatori e delle majorettes.
Gli spagnoli, che non volevano essere da meno, hanno messo in campo dei musicanti-ballerini che si sino esibiti nel famosissimo paso-doble Espana canì.Naturalmente il successo di pubblico è stato grande, molte le persone presenti.
Abbiamo fatto amicizia anche con una simpatica signora di Jesi che si era messa a ballare un ballo tradizionale spagnolo assieme alle accompagnatrici della banda di Alfara.
Potrete anche non crederci ma ho fatto io da interprete tra la signora di Jesi e la presidentessa della banda spagnola che voleva appunto spiegarle che il ballo era una danza tipica della zona di Valencia.Ma questo era il “clima” del posto; tutta la gente era li nella piazza o nelle altre piazzette del borgo ed aveva l'occasione di incontrarsi, conoscersi, parlarsi.
Abbiamo incontrato persone sempre socievoli e disposte al dialogo, maestri di bande di altri paesi, musicisti, gente dell'ambiente bandistico.Il Vittorio naturalmente conosceva (quasi) tutti, non solo la singola persona ma anche due o tre conoscenti, collaboratori e parenti fino alla terza generazione del personaggio in questione e il Vittorio snocciolava lì per lì i nomi e relativi strumenti come se fosse andato a colazione con loro fino all'altro ieri.
É impressionante rendersi conto di quanta gente conosca, il Vittorio.Una cena veloce alla stuzzicheria (la dose di bottiglie ormai era passata a due per pasto) e pronti al posto per il concerto degli spagnoli.
Davvero una buona banda.
Il repertorio quasi interamente basato su musiche tradizionali spagnole ad eccezione di un brano molto interessante, sugli splendori dell'antica Roma, imperniato su una narrazzione a cui si è prestato con grande simpatia il Sindaco di Staffolo come voce narrante, ed un brano degli Abba eseguito con tanto di chitarra e basso elettrici.Una banda che sapeva unire la delicatezza dei pianissimi alla vivacità dei momenti più decisi.
Buona preparazione tecnica.
Naturalmente non è mancato il momento dello scambio dei doni, a cui ha preso parte anche il Vittorio come “ospite” e rappresentante della Banda di Darfo.
Abbiamo donato alla banda spagnola il nostro libro (del quale capiranno soltanto le parti in dialetto) e il CD di Musica senza Frontiere (loro sono vicini e conoscono bene la banda spagnola che avevamo invitato noi), mentre a Damiano ed alla banda di Staffolo abbiamo donato materiale sulla Valle camonica e l'opera di Marino Anesa sulla raccolta di tutte le opere e le biografie di tutti i compositori italiani dall'ottocento ad oggi che hanno composto musica originale per banda.
A noi è stato gentilmente donato un cartone di vino verdicchio e la riproduzione di un polittico del 1450 del Maestro di Staffolo, un'opera bellissima conservata in una delle chiese della città.Finito il concerto, la festa è proseguita nella piazzetta della stuzzicheria in un clima di amicizia.
L'indomani saremmo partiti per il rientro, un saluto a Damiano con la promessa di far incontrare le due nostre bande e via a nanna.
La mattina dopo partenza alle 8.00
Sulla strada che ci portava verso l'autostrada non ho resistito alla tentazione di fermarmi per un'ultima fotografia al “colle del verdicchio” e poi, con un bel ricordo nel cuore, ci siamo diretti verso Comacchio.
E che pensavate, che passassimo in autostrada dal famigerato nodo di Bologna ? Certo che no, siamo viaggiatori veri noi !
Naturalmente prima di Comacchio ci siamo persi un'altro paio di volte ma non ci siamo lasciati prendere dal panico.
Giunti a Comacchio, una breve visita e poi, un malessere della consorte del Maestro, ci ha fatto propendere per un rientro anticipato a casa, rinunciando così all'assaggio della famosa anguilla.
Tornando sempre dalla stessa strada che avevamo percorso all'andata ci siamo resi conto di quale fosse il ponte su cui avevamo attraversato il Po.
Certo che dovevamo essere ben intranati quattro giorni prima per non vederlo, va bè che era in magra, ma è sempre almeno 20 o 30 volte il nostro Oglio che passa sotto il ponte di Darfo.
Siamo giunti comunque a casa salvi, senza neanche il bisogno di chiamare la protezione civile per la ricerca dei dispersi.
In conclusione possiamo dire di aver vissuto una bella ed interessante esperienza, un grande grazie a Damiano ed alla banda di Staffolo.
Mi sento proprio di consigliare a tutti una visita alla regione Marche.
Certo che se ci andassimo tutti assieme, con gli strumenti, sarebbe certamente più divertente, non credete ?
- Nuovo viaggio in Germania Est a Schlema-
Anche quest'anno sono tornato a Schlema (Aue, ex-Germania Est) dove la nostra banda si è esibita nel 1994 e nel 1999 (mi pare).
Siamo partiti alle 2:00 la mattina del venerdì 21 settembre io, Noemi, Peppino sua moglie Astrid.
A parte il sonno di un viaggio fatto di notte siamo arrivati a destinazione a mezzogiorno.Dopo aver lasciato "armi e bagagli" nello splendido Hotel del parco delle terme del piccolo paese (5.600 abitanti) ci siamo recati presso il capannone nel quale si svolge l'intera manifestazione. Si tratta di una rassegna internazionale di complessi musicali (prevalentemente bande musicali e brass band) provenienti da tutta Europa. Quest'anno, 16ma edizione, i paesi presenti erano 12 e precisamente Germania, Estonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Gran Bretagna, Scozia, Svizzera, Austria, Polonia, Belgio, Olanda e Italia. Da qualche anno a questa parte, invece della nostra banda, a rappresentare il nostro paese c'è la Banda di Salò. Il cambiamento è dovuto esclusivamente ai nostri ripetuti rifiuti ai loro, altrettanto ripetuti inviti, ed al fatto che ci tengono ad avere una banda italiana.
Mi pare che per un paesello termale di quelle dimensioni, poco più di un terzo di Darfo Boario Terme, non sia malaccio. A questo punto aggiungo ancora un paio di notazioni statistiche: in tre giorni è calcolato un passaggio di circa 18.000 persone e, come minimo, il consumo dello stesso quantitativo di litri di birra....Il capannone, completamente coperto, ha una capienza di 5.000 posti a sedere oltre che palchi alle estremità che ospitano le bande che si alternano per tutte le tre giornate, venerdì, sabato e domenica, suonando mezz'ora a testa. All'interno dello stesso capannone, subito dopo la sfilata che dava inizio alla manifestazione, si è svolto il classico "concertone" partecipato da circa 700 strumentisti:
Ecco come si presentava lo stesso capannone la sera in occasione della esibizione di un gruppo fantastico come quello degli olandesi:
Nota particolare, se non ricordo male, per festeggiare i 10 anni del bellissimo cavallo che vedete nella foto a sinistra, lo stesso doveva bersi una bella birra... Eccolo che entra nel capannone. La Germania, la sua birra e i suoi wurstel sono in grado di far cambiare anche le donne italiane, solitamente poco avvezze alla birra ed al cibo "pesantino"...
Ed ora per finire volevo aggiungere qualche video (sperando nella vostra connessione veloce...), per la precisione tre, che mostrano parti delle esibizioni della Banda di Herrenberg, del gruppo olandese e di un gruppo di Zurigo solo per far capire agli amici della OMAVV cosa significa andare a suonare alle feste e fare divertire il pubblico presente (almeno per me).
Un saluto a tutti e alla prossima...
Banda di Herrenberg Gruppo di Zurigo Gruppo Olandese - Perchè non provarci ancora?-
A settembre del 1994 il primo viaggio della nostra banda a Schlema, nella ex-Germania Est per il raduno bandistico internazionale nel quale siamo poi ritornati nel 1999. Quello che segue è un articolo, tratto da Semibreve dello stesso anno (1994) scritto da non so chi ma dal titolo "I giovani e la banda"...
Nei giorni 23-24-25 settembre la Banda, su invito del corpo musicale di Schlema, ha trascorso un fantastico fine settimana in Germania dedicato principalmente alla musica e ad uno scambio culturale internazionale. Alla manifestazione hanno partecipato diversi gruppi bandistici provenienti da tutta l’Europa che hanno portato il loro folklore e la loro musica. Siamo sicuri tuttavia che della gita e di come si è svolta ne avrà parlato meglio qualcun altro; vorremmo descrivere invece come abbiamo avuto la splendida opportunità di trascorrere tre giorni insieme. L’eccezionalità di questa "trasferta" non è stato solo l’aspetto musicale (senza dubbio di notevole interesse) ma è stata la voglia di stare insieme dei ragazzi e degli adulti, la voglia di mischiarsi con gente completamente sconosciuta e fare amicizia. Già il viaggio, che poteva apparire lungo e faticoso, si è dimostrato, grazie alla simpatia di tutti i partecipanti, una buona occasione per divertirsi e per conoscersi meglio. L’impatto caloroso con cui i nostri amici ci hanno accolto ci ha fatto subito capire che eravamo i benvenuti. In poco tempo abbiamo socializzato con i musicanti dell’Estonia e degli altri gruppi musicali in intervenuti, coi quali abbiamo trascorso magnifiche serate in compagnia. Vi assicuriamo che un’esperienza così arricchente non ci è mai capitata: vedere tutta la Banda (giovani e meono) insieme agli estoni, ai tedeschi a ballare, cantare squarcia gola superando le barriere della lingua, vedere il pubblico entusiasta del nostro concerto salire in piedi sui tavoli per applaudirci (così usano fare durante quelle ,feste popolari quando l’entusiasmo è grande) e vedere la Banda dell 'Estonia insistere per suonare un famoso brano di Verdi insieme a noi, nonostante le difficoltà di un palco piccolissimo, parture, leggii e sedie insufficienti per due bande, vi assicuriamo che è stata un’esperienza assolutamente fuori dal normale ed indimenticabile! Estoni, tedeschi, polacchi, italiani tutti legati dalla musica: anche e soprattutto questo è la Banda!
...Mi pare sia stata una bella esperienza... Perchè non riprovarci ancora?
Alla prossima cena di S.Cecilia è probabile che, come da 15 anni a questa parte ci sia il presidente della Stadtkapelle di Herrenberg sig. George Schwenk, nonchè Albertinelli Peppino, molto amici dell'organizzazione della manifestazione di Schlema... anche alla luce delle parole scritte dal giovane della banda (di allora)..... non perdiamo questa occasione...ciao a tutti...