Il Mostro dell'Attenti
Inserito da Gong il 5 Novembre, 2017 - 18:28 attenti | forumCerto per un "legno" sarebbe stato facile infierire o sfottere. Per chi, come noi, se ne stà, tranquillo, ad aspettare che il trombettista faccia i suoi squilli è facile pensare "E che sarà mai fare quattro note (due per il "riposo") da parte di uno che suona nella Banda di Darfo che si permette di suonare in concerto partiture di categoria 4 e da cui si pretende che "almeno" sappia fare un doppio staccato e due ottave con la tromba?"
Ieri sera in chat era tutto un fermento : "mancano tutt'e quattro le prime trombe" , e richieste d'aiuto : "chi fa l'attenti?"
Una sola vocina si è alzata: "La tromba per attenti e silenzio è presente".
Bene, ho pensato, tutto stè alllarme era in fondo ingiustificato.
Questa mattina, al momento opportuno, nessuno tra di noi si è accorto che il "Mostro dell'attenti" si aggirava tra le fila, invisibile agli occhi dei più (cioè a tutti coloro che non suonano la tromba) ma pronto a fare il suo attacco.
Matteo, con intorno tutta la gente che lo guardava, tra pluridecorati, divise di ufficiali, gagliardetti pronti allo scatto, sindaci e presidenti vari, lo ha sentito arrivare, da dentro, e lo ha affrontato come ha potuto. Una volta, una seconda e, quando poteva anche dire "... non mi viene, e che se lo faccia un altro ..." ci ha riprovato anche la terza. Non era perfetto ma si è preso il lusso di fare anche il "silenzio" poco dopo.
Quanti sarebbero "sprofondati" nello sconforto al primo risultato? Certamente lui per primo non era tra i più felici in quel momento, ma ha mantenuto la parola data.
Evidentemente, parlando da "legno", devo supporre che ci siano palesi difficoltà tecniche nell'eseguire un "attenti" con la tromba. In oltre quarant'anni di carriera bandistica ho sentito diverse decine di trombettisti cimentarsi con risultati tra i più stravaganti nell'eseguire stò "attenti".
Anche fiorfiore di trombettisti, l'ultimo domenica scorsa, ve lo ricordate tutti.
Alora che cosa è codesto "Mostro dell'attenti" che imperterrito colpisce a ripetizione e impunemente, ovunque (non è una malattia della nostra banda), senza ritegno, insensibile alla bravura e preparazione tecnica dei poveri trombettisti che assalta e divora inesorabilmente?
Cosa è che fa fuggire con terrore una marea di pur ottimi trombettisti dalle proprie responsabilità, relegandoli alle posizioni del "io non ci provo neanche", "ci mancherebbe, non lo faccio neanche per sogno" , "sei pazzo?, io non lo faccio" , "ma neanche se mi ammazzano!".
Ne vogliamo parlare?
Ripeto, sarà anche difficile, ma sono sicuro, che tutti, ripeto, tutti i trombettisti, anche i neofiti, al ripare e al sicuro del tranquillo stanzino della propria casa riescano a fare l'"attenti" e il "silenzio" (figuriamoci il "riposo"). Pure mia moglie, che ha preso in mano la tromba tre anni fa alla veneranda età di 57 anni, riesce a divertire il nipotino suonando il "silenzio".
Ma sono sicuro che se dovesse farlo in pubblico, da sola, non gli uscirebbe neppure la prima nota; solo uno sfarfugliare di soffio misto a condensa che gorgoglia nelle pompe e brontolii vari.
Il "Mostro dell'Attenti", sempre presente, ovunque, contemporaneamente in migliaia di posti disseminati per il mondo, assalirebbe anche lei.
E allora cosa è? Come è possibile? Qual'è il motivo per cui questa mattina non uscivano, da tutte le trombe presenti, neanche le due note del "riposo"?
So solo che, conoscendo i trombettisti che ci hanno provato e sapendo come suonano, deve essere un "Mostro" estremamente potente.
E mi pare evidente che sia anche parecchio difficile affrontarlo, non si giustificherebbero altrimenti le defaiance da parte di trombettisti bravissimi a cui ho sentito fare assoli, di fronte a pubblico numeroso e competente, che vanno ben oltre (ma ben oltre e di tanto) la difficoltà di un attenti, un silenzio o riposo.
Questo "Mostro", è ovvio, è presente in ognuno di noi, non solo nei trombettisti. Credo stia normalmente tranquillo dentro di noi ma sia sempre pronto, all'occasione, a uscire e sbranarci, non solo per un "attenti".
Non sappiamo quando si impossessa di noi, sappiamo solo che, una volta più che l'altra, salta fuori e prende lui il comando. Le dita tremano, il respiro non lo controlli, si fa fatica anche a parlare, si diventa tutti rossi ... ecc. ecc.
So anche, e ne sono convinto, che prima o poi bisogna affrontarlo e metterlo in righa; ci si può anche convivere, se impariamo a conoscerlo bene può anche diventare un nostro amico.
Certo non deve essere lui a comandare ma, diciamo, potrebbe darci consigli, ad esempio di prudenza, attenzione, moderazione.
Potrebbe essere quella parte di noi che ci evita di andare troppo oltre e diventare, ad esempio, troppo "pieni di se", straffottenti, boriosi.
Diciamo che col "Mostro" dobbiamo averci a che fare, prima o poi, ma arriva sempre il momento in cui dobbiamo affrontarlo, parlarci assieme, non lasciarlo soppraffarci e farcelo amico.
E', in definitiva, un momento di passaggio obbligato della nostra vita, sta a noi decidere se arrenderci a lui o venire a patti.
Si è detto spesso che la Banda è una associazione di amici, una "micro società" in cui si possono ritrovare tutte le variabili dello stare assieme, del cresere insieme e un "rodaggio" delle sfide che ognuno di noi si troverà ad affrontare nella vita di tutti i giorni.
E si è spesso detto quanto appartenere ad una Banda sia importante soprattutto per le giovani generazioni (per quelle più avanti è anche più importante per altri versi ma mi riservo di scrivere sull'argomento quando arriverò ad un'"età avanzata" (e quì servirebbe una faccina che vanno di moda adesso).
Di "Mostri" (quelli dentro di noi) in questa nostra società ce n'è a iosa; quello dell'"attenti" è solo uno dei tanti. Imparare ad affrontarli è necessario. Essere padroni di noi stessi è essenziale. Saper affrontare i "nostri mostri" ci permette di saper affrontare, con convinzione e decisione, tutte le vicissitudini che ci aspettano e con cui, prima o poi, ci dovremo confrontare.
Sbagliare un "attenti" potrebbe anche essere il minore dei problemi con cui dovremmo confrontarci sbagliando il modo di affrontare altri "mostri" con cui potremmo fare i conti.
Tanto vale allora incominciare in Banda ad imparare a gestire la nostra personalità e il nostro carattere, tra amici, tra chi non verrà mai a dirti "hai fatto schifo stamattina, non sei capace neanche di fare quattro note" ma che magari ti dice "la prossima volta vedrai che ci riuscirai molto meglio".
Affrontiamolo, senza pericolo di scottarci (e chi se ne frega se qualcuno del pubblico stamattina ha sentito che c'erano delle note sbagliate, a parte il cerimoniere, agli altri non gli avrà di certo cambiato la vita; anche a loro sarà capitato a volte di affrontare un loro "mostro" e sono sicuro che sono tutti comprensivi in queti frangenti).
Matteo, con il suo coraggio, ha incominciato ad affrontarlo, il suo "Mostro dell'Attenti", col tempo, sono sicuro, saprà domarlo e in un futuro saprà anche riconoscere che la Banda gli ha dato quest'opportunità, e le ne sarà sempre grato.