Vedi Max, tempo fa un tipetto con i baffetti si era messo in testa di avere la pretesa di decidere chi fossero gli umani "perfetti" degni di calpestare il suolo terrestre e chi invece fosse destinato a trasferirsi in un altro livello esistenziale (perlopiù bruciandoli) e aveva pure stilato una lista di requisiti specifici per facilitare il compito a chi doveva catalogare la popolazione. La cosa che oggi mi fa paura è che tipetti del genere circolano ancora, perseguono altre idee, altri idoli, ma il concetto di non sopportare che qualcuno non "sia" come loro è lo stesso.
Per quanto riguarda il razzismo all'incontrario, penso di essere solamente colpevole di credere che il funzionamento di quello che c'è nella scatola cranica degli esseri umani e uguale per tutti. Certo c'è chi lo usa meglio e chi peggio (qualcuno pare anche che non lo usi per niente) ma questo parametro, sono sicuro, non è affatto legato all'aspetto estetico dell'involucro che lo contiene né della dislocazione geografica dell'involucro stesso. Quindi "capire" l'uomo (tutti gli uomini, indistintamente) ed i suoi meccanismi mentali è cosa assolutamente umana (e nient'affatto facile), il voler mettere "etichette" con la pretesa di voler ben delimitare le "differenze macroscopiche" come razza, colore, credo, idee, (cosa decisamente più semplice) è maledettamente diabolico.
Concordo sul fatto che sono le regole che stabiliscono il giudizio del bene e del male. E' da decine di migliaia di anni che l'uomo lo sa. Resta sempre il discorso di come e da chi vengono stabilite le regole. Il tipetto coi baffetti aveva stabilito delle regole a parer suo giustissime. C'è il reale rischio, ragionando così, di ritrovarsi a fare come il cane che si morde la coda. E qui bisognerebbe scomodare i grandi filosofi o i grandi giuristi che già hanno pensato e discusso, e a lungo, sulla questione.
Ma io mi sento un pò troppo piccolo per addentrarmi in questo campo. E' materia per persone che il cervello lo sanno usare sicuramente meglio di me
Concipiere umanum est, catalogare diabolicum
Vedi Max, tempo fa un tipetto con i baffetti si era messo in testa di avere la pretesa di decidere chi fossero gli umani "perfetti" degni di calpestare il suolo terrestre e chi invece fosse destinato a trasferirsi in un altro livello esistenziale (perlopiù bruciandoli) e aveva pure stilato una lista di requisiti specifici per facilitare il compito a chi doveva catalogare la popolazione.
La cosa che oggi mi fa paura è che tipetti del genere circolano ancora, perseguono altre idee, altri idoli, ma il concetto di non sopportare che qualcuno non "sia" come loro è lo stesso.
Per quanto riguarda il razzismo all'incontrario, penso di essere solamente colpevole di credere che il funzionamento di quello che c'è nella scatola cranica degli esseri umani e uguale per tutti.
Certo c'è chi lo usa meglio e chi peggio (qualcuno pare anche che non lo usi per niente) ma questo parametro, sono sicuro, non è affatto legato all'aspetto estetico dell'involucro che lo contiene né della dislocazione geografica dell'involucro stesso.
Quindi "capire" l'uomo (tutti gli uomini, indistintamente) ed i suoi meccanismi mentali è cosa assolutamente umana (e nient'affatto facile), il voler mettere "etichette" con la pretesa di voler ben delimitare le "differenze macroscopiche" come razza, colore, credo, idee, (cosa decisamente più semplice) è maledettamente diabolico.
Concordo sul fatto che sono le regole che stabiliscono il giudizio del bene e del male.
E' da decine di migliaia di anni che l'uomo lo sa.
Resta sempre il discorso di come e da chi vengono stabilite le regole.
Il tipetto coi baffetti aveva stabilito delle regole a parer suo giustissime.
C'è il reale rischio, ragionando così, di ritrovarsi a fare come il cane che si morde la coda.
E qui bisognerebbe scomodare i grandi filosofi o i grandi giuristi che già hanno pensato e discusso, e a lungo, sulla questione.
Ma io mi sento un pò troppo piccolo per addentrarmi in questo campo.
E' materia per persone che il cervello lo sanno usare sicuramente meglio di me
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