L'ascolto dei brani che mettiamo in cantiere credo che sappiano tutti che non è una novità. E' da anni che Vittorio ha incominciato con questa tecnica (da quando abbiamo comprato lo stereo). E pur vero che questa metodologia la usiamo poco ed in effetti andrebbe usata solo per brani con particolari difficoltà che è meglio mettersi nelle orecchie prima. L'ascolto preventivo, chiamamolo così, e molto utile anche per capire lo "stile" di un brano, o meglio, il genere musicale a cui fa riferimento (nel caso sia così) o a cui appartiene. La cosa parrebbe strana agli occhi di musicanti esperti, ma la ns. banda ha un'età media di 23/25 anni e non tutti hanno un bagaglio cultural-musicale completo. Per tanto, Porgy and Bess lo avrei fatto ascoltare, anche se la versione non fosse stata la stessa delle ns. partiture. In questo modo avremmo preso due piccioni con una fava; uno avremmo tutti ascoltato lo stile originale dell'opera, ispirata a sonorità blues, spiritual, dixieland, jazz della cultura dei neri della vecchia america dei camapi di cotone (io personalmente ne ho tre versioni, compresa quella di Amstrong e Fitzgerald, con un'orchestra sotto da far venir la pelle d'oca), due ci sarebbe stata loccasione da parte del maestro di far crescere un pò la cultura musicale di tutti noi spiegando appunto di che cosa si tratta, l'opera, l'ambientazione, il periodo, l'autore, come va suonata e una descrizione tecnica dei vari stili presenti nel brano. Sia ben chiaro a tutti che fare cultura musicale in una associazione che si chiama Banda NON E' MAI TEMPO BUTTATO VIA, neanche durante le prove. Anzi aggiungo che questo avrebbe ancora una valenza maggiore se fatta collettivamente in sede e non lasciando tutto questo solo alla bona volontà del singolo. Tutti assieme possiamo suonare, giocare, divertirci, mangiare, festeggiare, ma anche crescere culturalmente lo dobbiamo fare tutti assieme, perchè Banda significa anche questo. E tutto quello che serve a questo fine va fatto. Smettiamola di barricarci sempre sotto l'alibi del "non c'è tempo". Se non vogliamo studiare brani impegnativi in 10 prove, allora facciamolo in 15, o in 20 o in quanto cribbio serve per farlo bene. Che tutti i musicanti si mettano in testa che non si può continuare a NON studiare la propria parte e arrivare la sera del concerto con gli stessi problemi della prima prova. Senza la collaborazione attiva e l'impegno di tutti, non riusciremo a suonare bene una parte neanche dopo 100 prove. Ma va da sè che se parti sapendo che saranno solo 10, allora rinunci al tempo per curare tutti i dettagli già da subito. E così non c'è tempo per l'ascolto, per le prove a sezioni, per le spiegazioni, per dare il tempo ai più imbranati di capire che nella parte c'è un diesis (anche perchè, impressionante, l'orecchio non basta a farglielo capire neanche dopo 10 prove) ecc. Altrettanto importante è riascoltarsi. Quello che si sente nelle registrazioni e che non hai potuto sentire durante l'esecuzione è impressionante, anche perchè nelle registrazioni la nota è "secca" e non ci sono gli armonici dell'insieme che nascondono un pò gli sbagli (e non parliamo della ritmica). E' tempo buttato via anche questo ? Ma guardiamoci in faccia una buona volta e domandiamoci se non è l'ora che si cominci ad imparare a suonare un pò meglio di quello che facciamo adesso, lo sappiamo benissimo che possiamo farlo. C'è un'enorme margine di miglioramento. A quel punto, presa cosienza di ciò, tutte le tecniche per migliorare musicalmente non dovranno più essere ignorate.
in merito all'ascolto prove ...
L'ascolto dei brani che mettiamo in cantiere credo che sappiano tutti che non è una novità. E' da anni che Vittorio ha incominciato con questa tecnica (da quando abbiamo comprato lo stereo).
E pur vero che questa metodologia la usiamo poco ed in effetti andrebbe usata solo per brani con particolari difficoltà che è meglio mettersi nelle orecchie prima.
L'ascolto preventivo, chiamamolo così, e molto utile anche per capire lo "stile" di un brano, o meglio, il genere musicale a cui fa riferimento (nel caso sia così) o a cui appartiene.
La cosa parrebbe strana agli occhi di musicanti esperti, ma la ns. banda ha un'età media di 23/25 anni e non tutti hanno un bagaglio cultural-musicale completo.
Per tanto, Porgy and Bess lo avrei fatto ascoltare, anche se la versione non fosse stata la stessa delle ns. partiture.
In questo modo avremmo preso due piccioni con una fava; uno avremmo tutti ascoltato lo stile originale dell'opera, ispirata a sonorità blues, spiritual, dixieland, jazz della cultura dei neri della vecchia america dei camapi di cotone (io personalmente ne ho tre versioni, compresa quella di Amstrong e Fitzgerald, con un'orchestra sotto da far venir la pelle d'oca), due ci sarebbe stata loccasione da parte del maestro di far crescere un pò la cultura musicale di tutti noi spiegando appunto di che cosa si tratta, l'opera, l'ambientazione, il periodo, l'autore, come va suonata e una descrizione tecnica dei vari stili presenti nel brano.
Sia ben chiaro a tutti che fare cultura musicale in una associazione che si chiama Banda NON E' MAI TEMPO BUTTATO VIA, neanche durante le prove.
Anzi aggiungo che questo avrebbe ancora una valenza maggiore se fatta collettivamente in sede e non lasciando tutto questo solo alla bona volontà del singolo.
Tutti assieme possiamo suonare, giocare, divertirci, mangiare, festeggiare, ma anche crescere culturalmente lo dobbiamo fare tutti assieme, perchè Banda significa anche questo.
E tutto quello che serve a questo fine va fatto.
Smettiamola di barricarci sempre sotto l'alibi del "non c'è tempo".
Se non vogliamo studiare brani impegnativi in 10 prove, allora facciamolo in 15, o in 20 o in quanto cribbio serve per farlo bene.
Che tutti i musicanti si mettano in testa che non si può continuare a NON studiare la propria parte e arrivare la sera del concerto con gli stessi problemi della prima prova.
Senza la collaborazione attiva e l'impegno di tutti, non riusciremo a suonare bene una parte neanche dopo 100 prove.
Ma va da sè che se parti sapendo che saranno solo 10, allora rinunci al tempo per curare tutti i dettagli già da subito.
E così non c'è tempo per l'ascolto, per le prove a sezioni, per le spiegazioni, per dare il tempo ai più imbranati di capire che nella parte c'è un diesis (anche perchè, impressionante, l'orecchio non basta a farglielo capire neanche dopo 10 prove) ecc.
Altrettanto importante è riascoltarsi. Quello che si sente nelle registrazioni e che non hai potuto sentire durante l'esecuzione è impressionante, anche perchè nelle registrazioni la nota è "secca" e non ci sono gli armonici dell'insieme che nascondono un pò gli sbagli (e non parliamo della ritmica).
E' tempo buttato via anche questo ?
Ma guardiamoci in faccia una buona volta e domandiamoci se non è l'ora che si cominci ad imparare a suonare un pò meglio di quello che facciamo adesso, lo sappiamo benissimo che possiamo farlo.
C'è un'enorme margine di miglioramento.
A quel punto, presa cosienza di ciò, tutte le tecniche per migliorare musicalmente non dovranno più essere ignorate.