Ci siamo trovati alle 13.15 alla sede della Banda. Abbiamo caricato gli strumenti sul Pullman e, chi in pullman, chi in auto, siamo partiti verso le 13.45. La maggior parte di noi non aveva mai partecipato a un concorso, infatti era dal 1989 che la nostra Banda non si cimentava in avventure di tal genere. Anche se nelle settimane precedenti a oggi quasi nessuno di noi musicanti dava segni di essere particolarmente preoccupato (a parte la massiccia presenza alle prove ultimamente), nel viaggio d’andata cioè nel momento in cui l’esperienza cominciava a concretizzarsi; i discorsi vertevano sulla narrazione di precedenti concorsi e sulle aspettative a proposito del risultato.
Siamo giunti abbastanza rapidamente a Grumello al Monte , ma abbiamo avuto un po’ di difficoltà a trovare il luogo in cui avremmo dovuto suonare. Infatti il concorso che inizialmente si sarebbe dovuto tenere nel teatro, è stato spostato nel Centro Sportivo. Avvisati telefonicamente dal maestro che, forse per l’agitazione, forse non sò il perché, era partito in auto molto prima di noi, noi del pullman ci siamo occupati di telefonare ai numerosi musicanti in auto. Comunque siamo arrivati tutti a destinazione, chi prima, chi poi. Giunti là abbiamo scaricato gli strumenti ma, non avendo a disposizione un “camerino”, abbiamo lasciato tutto quanto fuori dal Palazzetto. Soltanto che il tempo non ci è stato alleato e quando è cominciato a piovere, abbiamo trasferito tutto dentro. Dovevamo suonare alle 17.40 e l’attesa, è inutile dirlo, è stata lunga. Abbiamo trascorso un po’ di tempo ascoltando le bande che suonavano prima di noi, e tutte ci sembravano più preparate e sicure. Tendevamo a muoverci tutti insieme, forse per una sorta di solidarietà, forse semplicemente perché nessuno sapeva dove andare o cosa fare. Ho dimenticato di annunciare che l’incontro col Vittorio e l’attesa sono stati seguiti da un “simpatico” incidente. Il nostro Enrico Colombo, uno dei nostri due oboisti, il giorno precedente aveva ben pensato di suonare un po’ a casa e di pulire e lucidare il suo strumento. Tutto ciò, partito con le migliori intenzioni era stato brutalmente interrotto da un problema: lo straccetto utilizzato per pulire l’interno dell’oboe si era… incastrato irrimediabilmente e non voleva proprio saperne di uscire. Quando è giunto alla Banda, ha subito spiegato il suo problema e Danilo è prontamente intervenuto ma, dopo ripetuti tentatovi, ha desistito, concludendo che la situazione era più grave del previsto. Prima di giungere a destinazione, il Vittorio era stato avvisato dell’ “incidente”, ma aveva preso la cosa sullo scherzo convinto che fosse una burla messa in atto par farlo ulteriormente preoccupare. Quando ci ha visti, però, ha realizzato che non scherzavamo affatto e, con la sua “leggendaria” forza ha strappato il povero straccetto recuperando in seguito il pezzettino rimasto incastrato.
Abbiamo comunque atteso fino a prima che suonasse la quarta Banda, poi ci siamo recati tutti nel nostro “camerino”. Abbiamo scaldato gli strumenti e intonato. Come per noi molto spesso accade, la cosa “più difficile” è mettersi in fila. Tutte le bande che ci avevano preceduto, infatti, sono entrate al cospetto della commissione perfettamente in ordine. Così ci siamo occupati per un po’ di tempo a metterci in fila non senza “discussioni” e battute. Il nostro intervento era previsto per le 17.40, ma erano le 17.10 quando entravamo nella palestra. Avevamo a disposizione un po’ di tempo per posizionarci e intonarci. Ci siamo seduti, trovandoci subito alquanto spiazzati per l’insufficienza delle file. Tuttavia ci siamo in qualche modo seduti. Eravamo molto agitati, ma più di tutti credo lo fosse il maestro. Appena ci siamo posizionati, stranamente in silenzio, senza che nessuno avesse ancora suonato una nota in quella disposizione, il maestro non faceva altro che chiedere:”Vi sentite?”. Dopo aver ricevuto due o tre risposte del tipo:”Non lo sappiamo non abbiamo ancora suonato!”, ha deciso di farci suonare una scala, cambiando ripetutamente l’intensità del suono. Dopo di ciò eravamo “pronti”. Dovevamo presentare due brani a scelta. Infatti partecipando nella categoria “assegnazione” (cioè noi suonavamo e una giuria ci valutava decidendo in che categoria posizionarci). Abbiamo suonato prima la “First Suite in Eb” di Gustav Holst. Non è andata troppo male, ma non era neanche perfetta! È stata poi la volta di “Alternances” di Andrè Waignein, che non abbiamo proprio suonato al meglio. La verità è che eravamo uno più agitato dell’altro, le parti prevedevano parecchi assoli e i solisti erano molto agitati… tuttavia non ci sono stati clamorosi errori imputabili a persone, e siamo arrivati in fondo. Uscendo, eravamo un po’ delusi, consapevoli che avremmo potuto fare di più. Abbiamo caricato gli strumenti sul pullman e abbiamo atteso che l’ultima Banda finisse di suonare. A questo punto la commissione si è “ritirata per deliberare” e a tenerci compagnia è stata la Banda Musicale Cittadina S. O. C. di Bolzaneto (Genova), cioè l’ultima che ha suonato, alla quale era stato affidato il compito di intrattenere i presenti. Suonavano veramente molto bene, ma l’attesa è stata lunga, e alla fine eravamo tanto stanchiu che non sopportavamo più di sentirli suonare! Il “verdetto” è arrivato verso le 19.00. La “speaker” ha chiamato i presidenti delle 6 Bande concorrenti e ha consegnato ad ognuno un attestato di partecipazione con scritto il punteggio conseguito. Intanto “proclamava” il risultato. Al momento la tensione ha fatto in modo che tutti fossimo in piedi, vicini. I punteggi delle altre bande non erano bassi, ma erano tutti di 2° o 3° categoria. Il nostro punteggio era stato di 310̸ 360 in 1° categoria. All’annuncio c’è stata un a vera e propria esplosione liberatoria, eravamo davvero soddisfatti. Siamo partiti subito dopo, ancora increduli dell’inatteso brillante risultato conseguito. Nel viaggio di ritorno il Maestro, finalmente rilassato, ha impugnato il microfono sul pullman abbandonandosi in un discorso semi-serio rivolto a tutti noi. Giunti alla Banda, molti di noi si sono trattenuti a mangiare la pizza assieme, per concludere in allegria l’importante giornata.