"Non parlerò mai più perchè un artista deve parlare solo per mezzo del suo lavoro. L'artista non esiste, esiste la sua arte" - questa una delle ultime dichiarazioni alla stampa che Lucio Battisti rilasciò negli anni Ottanta. Una dichiarazione che spiega in modo sintetico e diretto il concetto di arte e di artista di questo cantautore che non amò mai lo star system e che per anni visse in forma del tutto privata la sua vita e la sua carriera spegnendosi nella più totale riservatezza il 9 settembre 1998
Lucio Battisti nato a Poggio Bustome il 5 marzo 1943 è considerato uno dei massimi autori ed interpreti nella storia della musica leggera italiana sia come interprete della sua musica, sia come autore per altri artisti. La sua produzione ha rappresentato una svolta decisiva nel pop e nel rock italiani: da un punto di vista strettamente musicale, Lucio Battisti ha personalizzato e innovato in ogni senso la forma della canzone tradizionale e melodica (intesa come susseguirsi di strofa-ritornello- strofa - inciso - finale). Grazie ai testi scritti da Mogol, Battisti ha rilanciato temi ritenuti esauriti o difficilmente innovabili, quali il coinvolgimento sentimentale e i piccoli avvenimenti della vita quotidiana, ma ha saputo esplorare anche argomenti del tutto nuovi e inusuali, a volte controversi, spingendosi fino al limite della sperimentazione pura, sia su testi di Mogol sia nel successivo periodo di collaborazione con Pasquale Panella. Non a caso un'altra sua affermazione famosa è "un'artista non può camminare dietro al suo pubblico, un artista deve camminare davanti"
Nel medley arrangiato dal maestro Vittorio Alberti si spazia nella produzione musicale di alcuni anni.
Parte con "Il mio canto libero", pubblicata nel Novembre 1972 e considerato un vertice assoluto nella musica leggera italiana, e non, vista la collaborazione in quell'album, con David Bowie
Prosegue con "Amor Mio" (scritta per Mina) e "Una giornata uggiosa" - datata 1980 e facente parte dellultima produzione in collaborazione con Mogol
Ultimo brano "Un'avventura" - presentata a Sanremo nel 1969 in questa canzone Battisti riesce a conciliare la melodia italiana con le atmosfere e i suoni del Rhythm and blues, in particolare con una caratteristica e vigorosa sezione fiati; non a caso l'interprete straniero che viene affiancato a Dorelli è Wilson Pickett, un "mostro sacro" di quel genere musicale.