Ho già accennato nella nostra sezione "Musica" al problema dell'interpretazione della velocità ritmica nell'esecuzione dei brani, in particolare riferendomi alla registrazione di Stokholm Watherfestival. Una volta mi sono dilettato in internet, su youtube ad ascoltare le svariate esecuzioni, di bande di diverse parti del mondo, del brano "El camino real" di Reed. Non c'è n'è una che si assomigli all'altra. Nel movimento centrale si possono ascoltare esempi che vanno dalla metà al doppio della velocità. E' verissimo che ogni Maestro ha diritto alla propria parte di interpretazione, secondo il proprio gusto, ma credo che ci sia un limite a tutto. E non è sempre vero che per la maggiore si usi un tempo lento per "deficenza" tecnica dei strumentisti. Spesso è "esagerazione" di interpretazione e a volte anche in velocità. Sulle partiture c'è di norma scritto il valore in "battiti per minuto" (bpm). Questo deve essere usato dai direttori almeno come guida per avere un'idea della volontà creativa del compositore. Certo ci si può mediamente discostare in più o in meno da questo valore (nessuno è una "macchinetta" e naturalmente fatti salvi i vari "rallentandi", "rubati" ecc. richiesti nella partitura) ma arrivare a discostarsi in maniera palesemente esagerata da detto valore non può far altro che snaturare il risultato dell'esecuzione. L'uso di tempi più lunghi che alcuni Maestri alla guida di un organico con un livello tecnico esecutivo limitato, adottano in brani con passaggi difficili, può essere giustificato dal fatto di poter ampliare l'orizzonte del repertorio a disposizione della banda. Ricordiamoci che a volte sono proprio i musicanti a richiedere al Maestro di inserire in repertorio brani, o di moda o sentiti da altre bande, che a volte possono mettere in difficoltà il gruppo. Nel momento in cui il Maestro e il gruppo realizzano che un tal passaggio non si riesce proprio ad eseguirlo alla velocità giusta, si pongono di fronte due possibilità : o smetti di studiare il brano e lo sbatti in archivio in attesa di tempi migliori, o ti adegui a studiarlo ad un tempo inferiore quel tanto che basta per almeno mettere il grosso dell'organico in grado di eseguirlo correttamente. In fondo anche gli strumentisti hanno diritto ad una loro personale soddisfazione che a volte, nel settore amatoriale, non è strettamente legata ad un risultato "perfetto". Altre volte è il Maestro nella sua autonomia che "forza la mano" al proprio organico per metterlo alla prova o per incentivarlo a studiare maggiormente. In questo caso, l'uso di tempi più lenti ha un fine "didattico". Resta inteso che se, come detto sopra, i tempi per una esecuzione corretta sono troppo discordanti con la velocità richiesta dalla partitura, è il Maestro stesso che deve rassegnarsi a non proporre in pubblico il brano ma limitarsi ed accontentarsi di averlo almeno provato con il proprio organico; come si dice, "tentar non nuoce". Io sono del parere che se proprio un brano difficile lo si vuole proporre al pubblico, lo si deve presentare con la ritmica giusta sacrificando la perfezione di qualche passaggio che proprio non ne vuol sapere di venire. Sarà che sono un percussionista, ma la velocità e la ritmica per me sono l'anima e la struttura portante del brano; snaturare (quando si esagera) quelle è come "offendere" l'opera del compositore, travisare la sua volontà, in definitiva, suonare un'"altra cosa". E' una questione di rispetto anche nei confronti del pubblico.
Un'ultima considerazione : Ma quando si potrà avere la grazia di leggere sulle pagine di questo sito un commento tecnico di un Maestro Direttore ????????
Rallentando, quasi troppo
Ho già accennato nella nostra sezione "Musica" al problema dell'interpretazione della velocità ritmica nell'esecuzione dei brani, in particolare riferendomi alla registrazione di Stokholm Watherfestival.
Una volta mi sono dilettato in internet, su youtube ad ascoltare le svariate esecuzioni, di bande di diverse parti del mondo, del brano "El camino real" di Reed.
Non c'è n'è una che si assomigli all'altra.
Nel movimento centrale si possono ascoltare esempi che vanno dalla metà al doppio della velocità.
E' verissimo che ogni Maestro ha diritto alla propria parte di interpretazione, secondo il proprio gusto, ma credo che ci sia un limite a tutto.
E non è sempre vero che per la maggiore si usi un tempo lento per "deficenza" tecnica dei strumentisti.
Spesso è "esagerazione" di interpretazione e a volte anche in velocità.
Sulle partiture c'è di norma scritto il valore in "battiti per minuto" (bpm).
Questo deve essere usato dai direttori almeno come guida per avere un'idea della volontà creativa del compositore.
Certo ci si può mediamente discostare in più o in meno da questo valore (nessuno è una "macchinetta" e naturalmente fatti salvi i vari "rallentandi", "rubati" ecc. richiesti nella partitura) ma arrivare a discostarsi in maniera palesemente esagerata da detto valore non può far altro che snaturare il risultato dell'esecuzione.
L'uso di tempi più lunghi che alcuni Maestri alla guida di un organico con un livello tecnico esecutivo limitato, adottano in brani con passaggi difficili, può essere giustificato dal fatto di poter ampliare l'orizzonte del repertorio a disposizione della banda.
Ricordiamoci che a volte sono proprio i musicanti a richiedere al Maestro di inserire in repertorio brani, o di moda o sentiti da altre bande, che a volte possono mettere in difficoltà il gruppo.
Nel momento in cui il Maestro e il gruppo realizzano che un tal passaggio non si riesce proprio ad eseguirlo alla velocità giusta, si pongono di fronte due possibilità : o smetti di studiare il brano e lo sbatti in archivio in attesa di tempi migliori, o ti adegui a studiarlo ad un tempo inferiore quel tanto che basta per almeno mettere il grosso dell'organico in grado di eseguirlo correttamente.
In fondo anche gli strumentisti hanno diritto ad una loro personale soddisfazione che a volte, nel settore amatoriale, non è strettamente legata ad un risultato "perfetto".
Altre volte è il Maestro nella sua autonomia che "forza la mano" al proprio organico per metterlo alla prova o per incentivarlo a studiare maggiormente.
In questo caso, l'uso di tempi più lenti ha un fine "didattico".
Resta inteso che se, come detto sopra, i tempi per una esecuzione corretta sono troppo discordanti con la velocità richiesta dalla partitura, è il Maestro stesso che deve rassegnarsi a non proporre in pubblico il brano ma limitarsi ed accontentarsi di averlo almeno provato con il proprio organico; come si dice, "tentar non nuoce".
Io sono del parere che se proprio un brano difficile lo si vuole proporre al pubblico, lo si deve presentare con la ritmica giusta sacrificando la perfezione di qualche passaggio che proprio non ne vuol sapere di venire.
Sarà che sono un percussionista, ma la velocità e la ritmica per me sono l'anima e la struttura portante del brano; snaturare (quando si esagera) quelle è come "offendere" l'opera del compositore, travisare la sua volontà, in definitiva, suonare un'"altra cosa".
E' una questione di rispetto anche nei confronti del pubblico.
Un'ultima considerazione : Ma quando si potrà avere la grazia di leggere sulle pagine di questo sito un commento tecnico di un Maestro Direttore ????????
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