Stiamo discutendo sulla scelta dell'uso della TV per diffondere il "messaggio banda". Prima di decidere, il consiglio si è trovato di fronte al dilemma di soppesare i pro e i contro. Sulla bilancia saranno stati messi, da una parte, i benefici della diffusione delle varie attività della banda, il poter raggiungere un maggior numero di persone possibili ecc. ecc. come è stato detto sopra. Sull'altro piatto avranno dovuto mettere il fatto che questo "nuovo" pubblico ci avrebbe sentiti suonare (che ricordo è ancora l'attività fondamentale di una banda musicale) con una resa inevitabilmente diversa dall'ascolto dal vivo. Dove si sarebbe posizionato l'ago della bilancia ? Se, come ottimisticamente pensava il consiglio, avessimo avuto la garanzia di un risultato sonoro all'altezza (certamente mai come dal vivo, questo era scontato) di un ascolto decente, l'ago avrebbe puntato sicuramente sulla scelta della trasmissione TV. Ma se avesse saputo che questo nuovo pubblico avrebbe percepito solo il suono di una banda di 15 strumentisti anziche il risultato di un gruppo di oltre sessanta, dove si sarebbe posizionato l'ago ? Quale peso dare a questo fattore ? Col senno di poi aspetto che (almeno) un consigliere si esprima in merito al mio dubbio. E dire che, quantomeno, il consiglio del pericolo era stato avvisato. Verrebbe da dire "colpa nostra" come dice wilkins, ma va anche detto che il consiglio era daccordo sulla presenza dei tecnici della TV anche giovedì alle prove generali, non a caso fatte "sul posto", e che questi non si sono presentati. Prendiamoci pure un pò di colpe tutti e due. Probabilmente avremmo risolto il tutto non trasmettendo in diretta ma semplicemente registrando. I pareri su questo punto sono molteplici. La mia anziana madre, che è sempre venuta ai concerti, ha apprezzato l'opportunità di poter ascoltare dal suo letto il concerto (ma anche lei, che ha l'orecchio debole ma allenato, si è lamentata dell'audio). Alcuni in sala, invece, si sono lamentati del fatto che le "manovre" della diretta hanno irrimediabilmente rotto "il patos del momento" di un concerto dal vivo, hanno rovinato "l'ambiente" e la concentrazione del pubblico. Sicuramente ci sarà anche chi non si è fatto condizionare da nulla di tutto questo. Ma come dice Il Calvo, noi cosa vogliamo ? Un'eventuale prossima volta, cosa metteremo sui piatti della bilancia ?
Approfitto del fatto che Denis si sia fatto avanti sul nostro sito come partecipante attivo (finalmente) innanzi tutto per ringraziarlo e per esortarlo a continuare a lasciarci il suo autorevole parere; saremo sempre ben lieti di sentirti (leggerti) su queste pagine. Inoltre volevo chiederti quale è stata l'esperienza della Gavazzeni (fiati) con l'emittente in questione. Io ho sentito il vostro concerto in TV e (a parte i complimenti dal punto di vista dell'esecuzione) l'audio mi è sembrato piacevole anche se con qualche eccesso di volume su qualche strumento solista (ad esempio il sax) e l'inevitabile riverbero della chiesa (considera che voi non avete certo lo stesso livello di problema di intonazione dei singoli strumentisti o note svizzere del nostro, che sicuramente ha condizionato anche la resa dell'ascolto della nostra registrazione su pochi strumenti anzichè sull'insieme). Avevate fatto delle prove con i microfoni prima ? Avete curato voi personalmente il risultato (o prima o dopo l'esecuzione) ? Ti ringrazio per una tua eventuale risposta. PS : il "rischio" è nel DNA della nostra banda. Fa parte delle scelte che la "direzione artistica" prende di volta in volta (lo sai vero che abbiamo suonato anche Blue Shades ?!!). Ci è stato più volte ribadito che i nostri maestri sono "perfettamente in grado di assumersi le proprie responsabilità". Senza "rischio" restiamo senza una parte di divertimento. In fondo bisogna pur inventarsi qualcosa per rendere "stimolante" la vita della banda.
I due piatti della bilancia
Stiamo discutendo sulla scelta dell'uso della TV per diffondere il "messaggio banda".
Prima di decidere, il consiglio si è trovato di fronte al dilemma di soppesare i pro e i contro.
Sulla bilancia saranno stati messi, da una parte, i benefici della diffusione delle varie attività della banda, il poter raggiungere un maggior numero di persone possibili ecc. ecc. come è stato detto sopra.
Sull'altro piatto avranno dovuto mettere il fatto che questo "nuovo" pubblico ci avrebbe sentiti suonare (che ricordo è ancora l'attività fondamentale di una banda musicale) con una resa inevitabilmente diversa dall'ascolto dal vivo.
Dove si sarebbe posizionato l'ago della bilancia ?
Se, come ottimisticamente pensava il consiglio, avessimo avuto la garanzia di un risultato sonoro all'altezza (certamente mai come dal vivo, questo era scontato) di un ascolto decente, l'ago avrebbe puntato sicuramente sulla scelta della trasmissione TV.
Ma se avesse saputo che questo nuovo pubblico avrebbe percepito solo il suono di una banda di 15 strumentisti anziche il risultato di un gruppo di oltre sessanta, dove si sarebbe posizionato l'ago ?
Quale peso dare a questo fattore ?
Col senno di poi aspetto che (almeno) un consigliere si esprima in merito al mio dubbio.
E dire che, quantomeno, il consiglio del pericolo era stato avvisato.
Verrebbe da dire "colpa nostra" come dice wilkins, ma va anche detto che il consiglio era daccordo sulla presenza dei tecnici della TV anche giovedì alle prove generali, non a caso fatte "sul posto", e che questi non si sono presentati.
Prendiamoci pure un pò di colpe tutti e due.
Probabilmente avremmo risolto il tutto non trasmettendo in diretta ma semplicemente registrando.
I pareri su questo punto sono molteplici.
La mia anziana madre, che è sempre venuta ai concerti, ha apprezzato l'opportunità di poter ascoltare dal suo letto il concerto (ma anche lei, che ha l'orecchio debole ma allenato, si è lamentata dell'audio).
Alcuni in sala, invece, si sono lamentati del fatto che le "manovre" della diretta hanno irrimediabilmente rotto "il patos del momento" di un concerto dal vivo, hanno rovinato "l'ambiente" e la concentrazione del pubblico.
Sicuramente ci sarà anche chi non si è fatto condizionare da nulla di tutto questo.
Ma come dice Il Calvo, noi cosa vogliamo ?
Un'eventuale prossima volta, cosa metteremo sui piatti della bilancia ?
Approfitto del fatto che Denis si sia fatto avanti sul nostro sito come partecipante attivo (finalmente) innanzi tutto per ringraziarlo e per esortarlo a continuare a lasciarci il suo autorevole parere; saremo sempre ben lieti di sentirti (leggerti) su queste pagine.
Inoltre volevo chiederti quale è stata l'esperienza della Gavazzeni (fiati) con l'emittente in questione.
Io ho sentito il vostro concerto in TV e (a parte i complimenti dal punto di vista dell'esecuzione) l'audio mi è sembrato piacevole anche se con qualche eccesso di volume su qualche strumento solista (ad esempio il sax) e l'inevitabile riverbero della chiesa (considera che voi non avete certo lo stesso livello di problema di intonazione dei singoli strumentisti o note svizzere del nostro, che sicuramente ha condizionato anche la resa dell'ascolto della nostra registrazione su pochi strumenti anzichè sull'insieme).
Avevate fatto delle prove con i microfoni prima ? Avete curato voi personalmente il risultato (o prima o dopo l'esecuzione) ?
Ti ringrazio per una tua eventuale risposta.
PS : il "rischio" è nel DNA della nostra banda.
Fa parte delle scelte che la "direzione artistica" prende di volta in volta (lo sai vero che abbiamo suonato anche Blue Shades ?!!).
Ci è stato più volte ribadito che i nostri maestri sono "perfettamente in grado di assumersi le proprie responsabilità".
Senza "rischio" restiamo senza una parte di divertimento.
In fondo bisogna pur inventarsi qualcosa per rendere "stimolante" la vita della banda.