La Rosa di Bagdad è un film d’animazione del 1949, il primo italiano in Technicolor, il secondo lungometraggio d’animazione europeo.
La trama è tratta da “Le mille ed una Notte” ed in qualche modo abbastanza simile all’ “Aladino” della Walt Disney di qualche anno fa: il perfido visir Jafar vuole impadronirsi del regno sposando con il maleficio la bella principessa Zeila. Ma l’intervento di Amin, aiutato dal genio della lampada, manda a monte il piano. L’ “happy end” prevede naturalmente il matrimonio finale fra Zeila ed Amin.
Presentato alla 10ina Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica il film venne distribuito nelle sale nel 1950 non ottenendo, a dirla tutta, un gran successo. Fu assai più apprezzato all’estero, sia in Europa che negli Stati Uniti dove a dare voce alla principessa fu chiamato il premio oscar Julie Andrews (l’attrice di “Mary Poppins” per intenderci). Restaurato pochi anni fa, è stato inserito nella lista dei 100 film di produzione italiana da preservare come patrimonio nazionale.
Direttore e produttore di questo capolavoro un po’ dimenticato, un nostro concittadino darfense: Anton Gino Domenighini: pubblicitario di fama ed uomo visionario ed innovatore. Nonché parente di una nostra ex musicante: ecco perché la banda di Darfo è riuscita ad ottenere, sono oramai dieci anni, lo spartito di Pick Mangiagalli, presentandolo al pubblico nell’arrangiamento del maestro Vittorio Alberti.
Una storia affascinante, che ci piace ricordare e riproporre proprio perché sconosciuta ai più. A memoria di un film immortale e di un darfense coraggioso.