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Concerto della Civica Orchestra di Fiati - Milano

23.11.2007

Concerto della Civica Orchestra di Fiati - Milano
23 novembre 2007 - ore 21.00
Milano - Teatro Dal Verme - via S. Giovanni sul Muro, 2


Direttore: Fabrizio Tallachini


Civica Orchestra di Fiati - Milano

Si rinnova, come ogni anno, il tradizionale appuntamento di “Santa Cecilia” con la Civica Orchestra di Fiati del Comune di Milano. Un concerto dedicato al repertorio tradizionale per banda: è l’ambizioso progetto che prende corpo e diventa realtà con questa produzione concertistica in programma la sera del 23 novembre al Teatro Dal Verme. Il repertorio scelto per l’occasione copre un arco temporale ampio della storia della musica che va da Mozart ai più celebrati autori di musica per banda del nostro tempo quali Reed e Waignein.
Di particolare suggestione la rilettura –frutto di sapienti trascrizioni– di alcuni capolavori di autori classici del Novecento. Sul podio, alla guida dell’orchestra, il Maestro Fabrizio Tallachini.

“Nello spazio e nel tempo: muovere, evocare”
Concerto della CIVICA ORCHESTRA DI FIATI
ingresso libero
Info: Ufficio Musica, 02.88462320 - Palazzina Liberty, 02.55195967

Programma

W. A. Mozart Marcia Viennese K 214
A. Khachaturijan dal Gayne Ballet - Lullaby - Dance of The Rose Maidens
D. Shostakovich dalla Jazz Suite n° 2 - March - Dance n° 2 - Waltz n° 2 - Dance n° 1
A. Waignein Diagram

* * * * * * *

D. Shostakovich Festive Ouverture
S. Barber Adagio
A. Reed Symphonic Prélude
A. Reed Armenian Dances (Part II) - Hov Arek - Khoomar

"Nello spazio e nel tempo: muovere, evocare"

Il programma di questa sera ruota intorno ad un elemento: il movimento, ovvero l’azione che unisce lo spazio, il tempo e la musica creata per generarlo, e per agire su di esso. Musica “funzionale” dunque, nata in origine per “far muovere” fisicamente che diviene però, inevitabilmente, confrontandosi, luogo di incontro, di diversità e mezzo per creare dinamiche interiori fatte di evocazioni e suggestioni. Il corpus dei brani che compongono il concerto è stato concepito facendo un’operazione di puro, semplice accostamento avvicinando mondi molto lontani apparentemente lontani tra loro: la divina semplicità di Mozart, diciannovenne, che scrive una piccola marcia (genere tipico della musica per banda) con un organico ridottissimo adatto agli intrattenimenti delle serenate, accanto alla liricità travolgente di Kachaturijan e di Waignein e al gioco di rivisitazione grottesca e graffiante del giovane Shostakovich.
E anche il pathos struggente del celeberrimo Adagio di Samuel Barber (in origine scritto per soli archi), apparentemente distante dalle atmosfere danzanti, diviene movimento interiore e lancinante. Non a caso, fra i mille “ruoli” drammatici ricoperti dalla composizione, a partire dalla consacrazione operata da Arturo Toscanini (è del Maestro la prima esecuzione assoluta con l’Orchestra Sinfonica della NBC il 5 novembre 1938 a New York), vi è anche quello di storica colonna sonora di un’importante produzione dell’American Ballet Theatre, nonché del celebre film di Oliver Stone, "Platoon".
Le Danze Armene di Alfred Reed (compositore statunitense recentemente scomparso) chiudono la sequenza di accostamenti giungendo a un “opposto” di estremo contrasto con la “semplicità” mozartiana iniziale: il tributo al compositore Gomidas Vartabed e alla musica popolare della lontana repubblica caucasica. Composizione originale per symphonic band degli anni Settanta, il lavoro di Reed appare “monumentale” per densità di scrittura e ricerca timbrica e vero esempio delle poliedriche potenzialità dell’ensemble di fiati.
Fabrizio Tallachini


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