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Published on Banda Musicale Cittadina di Darfo Boario Terme (http://www.bandadarfo.eu)

Centocinquant’anni e un libro (Brescia Musica)

20.03.2004

Vista la considerevole lunghezza dell'articolo abbiamo riscritto l'intero testo per una maggiore facilità di lettura, anzichè scansionarlo.

 

Centocinquant’anni e un libro

LA BANDA MUSICALE DI DARFO

A cura di ELB

 [0] INTERVISTA AL MAESTRO VITTORIO ALBERTI

Far parlare Vittorio Alberti sulla sua “creatura” non è facile; anche quando ci riesci, la sua modestia difficilmente si riverbera in loquacità. Quindi riprendiamo le sue parole in occasione della grande cena del ricordo organizzata in occasione della festa di “S.Cecilia”, dopo che una Santa Messa aveva raccolto tutti gli appartenenti al sodalizio musicale nella parrocchiale dedicata agli alpini. Una domanda che si è ripetuta come un tormentone: perché il Corpo musicale scopre di avere centocinquanta anni di età dopo che, nel 1988, si festeggiarono i cento anni della fon- dazione? "Ringraziamo 1o storico di bande Marino Anesa che, nel corso delle sue attente ricerche, ha trovato, presso la Pretura di Bergamo, atti che attestano l'esistenza di un Regolamento Organico per la Società Filarmonica di Darfo datati 30 luglio 1853". Cosi l'anello che congiunge il 1853 al 1888 e presto saldato e la Banda si ritrova, non solo trentacinque anni in più, ma tanta storia ignorata fino ad allora da rivivere. Tutto questo è oggetto del libro che correda e ripete quello già pubblicato in occasione del centenario e che è oggetto di commento sulle pagine di Brescia Musica. Vediamo come nasce Vittorio Alberti direttore del Corpo musicale. Il maestro Alberti succede all’interregno di cinque anni del maestro Abramo Albrici, una autorità nel mondo delle Bande bergamasche famoso anche nel Bresciano. Come strumentista Alberti è diplomalo in flicorno baritono, poi dirige la Banda giovanile e, successivamente è chiamato alla direzione della Banda senior sostituendo Albrici. L'accettazione, da parte della frangia anziana della Banda è difficoltosa al punto che Albrici si pone come mediatore. Nel 1983 Alberti è ufficialmente incaricato direttore anche perché la componente giovanile prende il sopravvento quantitativamente sulla minoranza anziana. Il repertorio moderno per banda nasce dopo che Alberti ha frequentato corsi a livello nazionale. La relativa giovane età dei musicanti favorisce l’inserimento di questo repertorio aggiornato; non solo, essendo ulteriormente disunita l’età media degli strumentisti che oggi sfiora i vent’anni, i nuovi arrivati si adeguano, con maggiore facilità, al repertorio della moderna “Sinfonic Band”.
Il punto di riferimento principale è Giovanni Ligasacchi che rappresenta un faro e non solo per Alberti, ma anche per molti altri direttori di Banda che vanno attualmente per la maggiore. L’esperienza del maestro Ligasacchi è maturata a Darfo anche grazie ai due momenti nei quali venne chiamato a dirigere il complesso bandistico. Che impostazione è stata data ai festeggiamenti per i 150 anni della Banda? “I festeggiamenti per il centocinquantesimo della Banda Cittadina di Darfo Boario hanno avuto, come denominatore comune, il coinvolgimento di tutte le realtà musicali del territorio, sia per la partecipazione della Banda stessa a numerose manifestazioni a Darfo Boario, nelle frazioni e nelle località limitrofe, sia per l’ospitalità data alle altre entità musicali, e lo straordinario intervento di acclamate formazioni nazionali”. Sono stati organizzati ventisei eventi dei quali evidenziamo quelli più vicini alla realtà musicale a noi attinente. In luglio, l’Orchestra dei Fiati della Valtellina, diretta dal maestro Lorenzo Della Fonte, ha onorato gli amici di Darfo con un concerto di grande rilievo. Scorriamo l’elenco degli episodi e sottolineiamo l’intervento del quintetto “Sciofar”, il gemellaggio con il Corpo musicale di Sarezzo, la presenza della simpatica compagine denominata “Libera Brass Band”, la professionalità della “Kocani Orchestra”, la serata di balletto, l’intervento della “Banda Alpina” da Bergamo, la serata dedicata al folklore. Un insieme di manifestazioni, quasi due al mese, che ha richiesto impegno di tempo, di finanza, di promozione e sensibilizzazione al quale tutti si sono dedicati con un senso del volontariato inatteso e stupefacente.
Interviene ora, raggiante, il cavaliere Giovanni Chini, presidente da più di 25 anni e il più idoneo a capire cosa significa il numero centocinquanta avendo raggiunto, a novembre, ben ottanta prima- vere splendidamente portate. In definitiva che bilancio si può trarre di questa annata di avvenimenti culminata con il gran concerto di chiusura del Centocinquantesimo?
“Il livello professionale che ha raggiunto l’associazione musicale è, senza dubbio, il migliore mai toccato in questo secolo e mezzo. Preparazione musicale, adesione dei giovani, affetto dei cittadini, partecipazione degli appassionati non solo locali, coinvolgimento degli amministratori comunali sono tutti elementi fondanti che consentono alla nostra realtà di viaggiare a testa alta verso il traguardo del duecentesimo”. Niente appare impossibile, conoscendo il maestro Alberti, cresciuto dal suo ruolo di strumentista a quello di direttore della Banda giovanile, per poi diventare responsabile dell’intero complesso. Vero ombelico del mondo bandistico darfense, egli matura già nella mente quello che sarà il 2004, ben responsabilizzato del fatto che, dopo un anno così fervido di iniziative culturali legati al compleanno storico della Banda, il suo pubblico e i suoi ferventi ammiratori non si aspettano anni sabbatici, anni in tono minore, ma il prosieguo di una linea ben tracciata oltre la quale non si accettano passi da gambero.
Staremo a vedere e ad ascoltare.

 

STORIA, CULTURA E SOCIALIZZAZIONE

Accattivante ciliegia da assaporare, anzi pietra miliare nella storia del complesso camuno: sfogliamo insieme il libro del centocinquantesimo premettendo che nel 1988, ne uscì un altro, quello del “falso” centenario come viene definita oggi quella data. Qui il commento interessa più che altro i raccordi ignorati, per ovvi motivi, nell'altra pubblicazione. Per raccordo intendiamo quegli episodi che parlano dal 1853 e arrivano al 1888 e i più recenti che, dal 1988, si concludono il 27 dicembre 2003. Redatto a quarantaquattro mani. Con la superiore revisione e coordinamento della professoressa Maria Bice Galbiali Grillo, la folta compagine di autori, una banda di scrittori nella banda musicale. saluta i lettori con la seguente prefazione: “La Banda è storia, cultura socializzazione. A noi il compito difficilissimo di spiegarne l’essenza. Questa la nostra speranza, questo il nostro obiettivo. Perché non vogliamo qui soltanto raccontarvi 150 anni di vittorie e di sconfitte, di gioie e di amarezze, di aneddoti divertenti e di incancellabili disfatte. Vogliamo invece farvi comprendere che banda è, prima di ogni altra cosa appartenenza. E’ crescere in un gruppo che vive grazie alla presenza e all’impegno di ogni singolo. La banda siamo noi. E guardando le fotografie, ormai sbiadite dal tempo, di chi ci ha preceduto, riconosciamo noi stessi in quei volti orgogliosi e sorridenti. Perchè la Banda non ha età ma storia”. L’apertura e affidata ad una ricostruzione delle bande musicali nel Bresciano, nientemeno che dal 1350, quando il Comune di Brescia stipendiava un corpo di trombettieri detti “Trombetta” che avevano il compito di accompagnare l’addetto comunale nella sua mansione di diffondere le “grida” emanate dalle autorità.
Ma è soltanto nel 1818 che si annovera la nascita della prima vera Banda (Salò) e poi, a cavallo della meta del diciannovesimo secolo, via via molte altre tra le quali, nel 1853, la Banda Musicale di Darfo Boario Terme. II ritrovamento di un Regolamento Organico per la Società Filarmonica di Darfo, datato 30 luglio 1853, da parte del musicologo Marino Anesa, è stato designato, all’unanimità, come giorno zero del complesso musicale che, attraverso le vicissitudini che il libro dettaglia, con grande precisione e sentimento, arriva ai giorni nostri. Questo regolamento era strutturato come un vero e proprio statuto, composto da 59 articoli che definivano finalità, organigramma, competenze, responsabilità, regole di comportamento, disposizioni giuridiche e patrimoniali, multe e quant’altro regoli il funzionamento di una associazione seria e dignitosa. Per avere una idea visiva dei 34 musicanti bisogna attendere il 24 agosto 1913 quando a Esine, davanti alla bandiera nazionale, il gruppo orchestrate si schiera, con fiero cipiglio, davanti al fotografo. I tempi non sono dei migliori per quanto concerne i rapporti tra Chiesa e Stato e anche le Bande musicali sono associazioni che si trovano tra incudine e martello trovando difficoltà ad accontentare o non scontentare entrambi. Si arriva così al punto limite quando, nel dicembre 1919, nasce la Bunda Sociale Operaia di chiara matrice anticlericale o “liberale” come amava definirsi. A questo punto la Banda di Darfo fa sapere che non è morta. Di rilievo sono i rapporti documentali tra la gestione amministrativa del Corpo musicale e il maestro Gentile Vasini, figura molto nota a Brescia e provincia negli anni Venti, ma, come si evince dalla lettura del carteggio tra le due parti, un lavoro assai costoso per le finanze della Banda. Così il maestro Visini chiude l’anno 1922 con l’addio a Darfo (lo ritroveremo una decina d’anni dopo a Rodengo Saiano per collaborare ai primi concerti della banda franciacortina). Sono stati due anni intensi ratificati da un regolare contratto di lavoro che prevedeva lire 350 mensili per due lezioni settimanali da tenersi al sabato sera e alla domenica mattina. Ulteriori dettagli economici stanno a dimostrare che la correttezza amministrativa era la base per un corretto funzionamento del Corpo musicale. Nessun passo più lungo della gsmba, come regola stampata a fuoco nel cervello di ogni buon amministratore.
Congedato a malincuore il maestro Vasini, gli subentra il maestro Simone Salvetti, famoso per la composizione a getto di ballabili che la banda doveva eseguire la sera stessa della composizione. Alberti ne ha riportati alcuni nel repertorio del centenario. I destini della banda si incrociano con quelli dei grandi eventi che talvolta sono grandi disastri. II primo dicembre 1923, crolla la diga del Gleno seminando lutti che colpiscono anche Darfo con la morte di oltre centocinquanta cittadini. La Banda ne risente anche se la laboriosità dei darfensi permetterà un rapida ripresa della vita nella cittadina e, a seguire, delle attività culturali. Siamo costretti a fare dei salti epocali perchè, come anticipato in premessa, un altro libro, pubblicato nel 1988 in occasione del centenario, percorse quel secolo che dal 1888 arrivava al 1988. Quindi qui sottolineiamo, dopo il disastro del Gleno la dura ripresa, dopo la seconda Guerra mondiale, la necessità di evocare gli anniversari come eventi fondanti tra musicanti e popolazione. Anche l’aspetto turistico di Darfo non è secondario al coinvolgimento della Banda e cosi l’Azienda autonoma di soggjomo organizza manifestazioni musicali alle quali la Banda è ben lieta di partecipare, deliziare gli ospiti e ….. migliorare le proprie finanze. Dal 1988, la Banda evolve ulteriormente sotto le sagaci e attente cure del maestro Alberti. Iniziano le trasferte in Gennania grazie a darfensi colà emigrati e la cittadina di Herrenberg diventa il primo gemellaggio con la locale Sladlkapelle. Seguiranno il gemellaggio con Vetroz, in Svizzera, sede di una prestigiosa brass band e poi quella grande kermesse che si svolge tutti gli anni a Schlema, in Gennania, dove, in tre giorni si esibiscono, sotto un palatenda di grandi proporzioni, oltre venti complessi bandistici di tutta Europa in uno straordinario happening di musica e birra. Viene anche organizzato un raduno internazionale nel 1999, denominato “Musica senza Frontiere”, dove le bande arrivano dall'Estonia, dal Lussemburgo, dalla Spagna, dalla Francia oltre che dalla Gennanie e…… da Darfo Boario.
La Banda non si dimentica di migliorare mettendosi alla prova in un paio di concorsi nazionali e nel delicato esame della assegnazione dove risulta meritevole della prima categoria.
Siamo arrivati al 27 dicembre 2003: i festeggiamenti sono al culmine e alla sua naturale conclusione. Il bilancio è attivo non solo materialmente ma anche sul piano umano. Il cronista, coivolto più volte nella realtà di questo complesso, si augura di essere pronto testimone di altri episodi analoghi.


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