L’opportunità di vivere un concorso bandistico sia dal punto di vista del musicante che del direttore non è cosa di tutti i giorni. La banda di Darfo mi ha dato questa possibilità e ne sono stato felice. Ma partiamo da capo… Con il consiglio ed il maestro si è deciso che , se la banda era d’accordo, quest’anno avremmo partecipato ad un concorso bandistico. Si è cercato il luogo (non troppo lontano), il periodo più adatto, si è chiesto e….SI, la banda aveva accettato la sfida. Si fanno arrivare le parti e via che si prova. A me, in qualità di vicemaestro è stato affidato il compito di dirigere il “pezzo d’obbligo” cioè quel brano che la giuria del concorso aveva selezionato per ogni categoria di banda per avere un paragone tra le esecuzioni e per determinare chiaramente se ogni banda apparteneva alla categoria nella quale si era iscritta. Noi, dopo non poche discussioni tra il maestro, il consiglio ed i musicanti, ci siamo iscritti in prima categoria: il maestro sapeva che sotto pressione si può fare bene. Durante le prove e lo studio dei brani c’è stata molta collaborazione tra i musicanti che , per migliorare, hanno anche accettato di raddoppiare gli impegni settimanali aggiungendo alle normali prove del venerdì anche alcune prove a “sezioni” dove ci si poteva dedicare meglio ai passaggi più difficili di ognuno. Mano a mano la data del concorso si avvicinava, la tensione aumentava e, per quello che mi riguarda, aumentava in due modi distinti: il pensiero di sbagliare suonando, che c’è in ogni musicante, era coperto dal pensiero di sbagliare dirigendo, cosa che avrebbe sicuramente coinvolto l’intera banda. Come poi succede, la preoccupazione fa aumentare lo studio e la preparazione in modo da ridurre il più possibile le possibilità di errori. Il giorno del concorso è finalmente arrivato e noi siamo nella sala di riscaldamento in attesa di salire sul palco. Le orecchie sono tese per cercare di ascoltare la banda che suona prima di noi il nostro stesso pezzo d’obbligo. Non si riesce a capire molto e la tensione aumenta. Tocca finalmente a noi e si comincia con il brano da me diretto. La banda, come preventivato dal maestro, ha dato il meglio e, posso dire che tra tutte le nostre esecuzioni di quel brano, il concorso è stata l’esecuzione migliore. Appena finito di dirigere, tutta la tensione si è scaricata e suonare poi il brano diretto da mio papà è stato un momento di rilassamento. Il giudizio della commissione è stato positivo e ha confermato la nostra banda una banda di PRIMA CATEGORIA. Concludendo si può dire che la Banda di Darfo deve essere orgogliosa di essere considerata in prima categoria e spero voglia continuare ad impegnarsi come per il concorso anche per le attività abituali: suonare per la gente deve essere come suonare giudicati (con lo stesso impegno) ed inoltre si allietano molte più persone. Suonare per divertire e divertirsi suonando è secondo me una bella ricetta per andare avanti.
IL VICE MAESTRO
Danilo Alberti