Semibreve 2008

01 Trent'anni di passione 1978-2008

Alla fine del mese di Febbraio del prossimo anno, tutti i soci della banda di Darfo saranno convocati per l’elezione del nuovo presidente; E’ con grande orgoglio che mi accingo a passare il testimone al futuro presidente, questi 30 anni vissuti nel sodalizio musicale di Darfo, sono per me stati ricchi di avvenimenti, emozioni, impegni e gratificazioni. Ricordo che all’inizio del mio mandato, la banda era formata da circa 35 musicanti, ora l’elenco ne conta più di 70, molti giovanissimi e, ormai pochi ma sempre attivissimi, non più giovani: sintomo questo di buona riuscita nel suscitare nei giovani la voglia di partecipare in un gruppo che, per il nome che porta per tradizione, non sembrerebbe il luogo ideale per ragazzi. Da anni anche il Consiglio Direttivo è composto da ragazzi, ma vi posso garantire che chi viene eletto dimostra, in poco tempo, un grande senso di responsabilità, dimostrando grande maturità persino nell’organizzazione di eventi grandiosi come alcuni che ricorderete negli anni passati. Sono sicuro che il futuro di questa meravigliosa banda, sarà sicuramente ricco ancora di grandi soddisfazioni e sono certo che il mio successore si insedierà senza problemi in mezzo a questi meravigliosi musicanti. Ringrazio oltremodo, tutte le Amministrazioni Comunali che in questi anni si sono succedute, perché tutte sono sempre state molto vicine a questo gruppo, aiutandolo sia con il contributo annuale, sia per l’organizzazione delle attività. Vorrei salutare e ringraziare tutti coloro, e vi garantisco che sono veramente tanti, che negli anni hanno aiutato la nostra associazione sia con il lavoro fisico che nella partecipazione ai vari appuntamenti, non per ultimi i soci sostenitori che da sedici anni, contribuiscono anche economicamente nella gestione della banda. Un abbraccio sincero va a coloro che si sono susseguiti nel Consiglio Direttivo, contribuendo attivamente alla crescita del sodalizio, un ruolo che a volte è molto impegnativo, e a onor del vero talvolta anche criticato, ma proprio per questo essendo aggiunto anche all’impegno di musicante è ancor più meritevole. Per ultimo, ma non certo per importanza, un grazie al maestro Vittorio, al quale la banda deve la maggior parte dei risultati musicali ottenuti in questi ventisei anni di direzione, grazie ai suoi attenti e puntuali aggiornamenti professionali.

IL PRESIDENTE
Cav. Giovanni Chini

 


"Concerto nelle Frazioni" - Gorzone 18/07/08

 

02 Perchè il cambio del Presidente?

Il Cav. Giovanni Chini, come lui stesso ha ricordato, è stato presidente della nostra Banda per ben 30 anni…una carica che difficilmente si riesce a ricoprire per tanto tempo in una associazione! L’impegno e la costanza dimostrati in tutto questo tempo faranno si che il Suo nome sia per sempre legato a quello della nostra e Sua associazione, così come la stima e l’affetto che tutti noi proviamo per lui non potranno mai cambiare. Da ormai dieci anni ha dichiarato di voler lasciare la presidenza a “qualcuno di più giovane”, ma noi abbiamo sempre cercato di fare “orecchie da mercante” (la difficoltà di sostituire una figura così non è poca cosa) e lui , come è nel suo stile, non ha mai voluto metterci fretta o pressione. Ora il consiglio direttivo ha deciso che è giunto il momento di accogliere la richiesta del Cav. Chini ed iniziare quindi l’iter per la nuova elezione. A Lui va un sentito ringraziamento per tutto quello che ha fatto per noi: se oggi questa banda è più viva che mai lo si deve di certo anche a Lui. La ricerca dei candidati proseguirà fino al termine del 2008, dopo di che verranno vagliati tutti i nominativi proposti al fine di creare una rosa definitiva. Questa verrà presentata ufficialmente in assemblea lunedì 26 Gennaio e votata poi alle elezioni di venerdì 26 Febbraio 2009. Un grazie a tutti i candidati che hanno dato e che daranno la propria disponibilità ed un grosso in bocca al lupo a chi, per i prossimi 4 anni, sarà il nuovo Presidente della Banda Cittadina di Darfo Boario Terme.

UN CONSIGLIERE
Davide Raineri

03 Un concorso visto a 360°

L’opportunità di vivere un concorso bandistico sia dal punto di vista del musicante che del direttore non è cosa di tutti i giorni. La banda di Darfo mi ha dato questa possibilità e ne sono stato felice. Ma partiamo da capo… Con il consiglio ed il maestro si è deciso che , se la banda era d’accordo, quest’anno avremmo partecipato ad un concorso bandistico. Si è cercato il luogo (non troppo lontano), il periodo più adatto, si è chiesto e….SI, la banda aveva accettato la sfida. Si fanno arrivare le parti e via che si prova. A me, in qualità di vicemaestro è stato affidato il compito di dirigere il “pezzo d’obbligo” cioè quel brano che la giuria del concorso aveva selezionato per ogni categoria di banda per avere un paragone tra le esecuzioni e per determinare chiaramente se ogni banda apparteneva alla categoria nella quale si era iscritta. Noi, dopo non poche discussioni tra il maestro, il consiglio ed i musicanti, ci siamo iscritti in prima categoria: il maestro sapeva che sotto pressione si può fare bene. Durante le prove e lo studio dei brani c’è stata molta collaborazione tra i musicanti che , per migliorare, hanno anche accettato di raddoppiare gli impegni settimanali aggiungendo alle normali prove del venerdì anche alcune prove a “sezioni” dove ci si poteva dedicare meglio ai passaggi più difficili di ognuno. Mano a mano la data del concorso si avvicinava, la tensione aumentava e, per quello che mi riguarda, aumentava in due modi distinti: il pensiero di sbagliare suonando, che c’è in ogni musicante, era coperto dal pensiero di sbagliare dirigendo, cosa che avrebbe sicuramente coinvolto l’intera banda. Come poi succede, la preoccupazione fa aumentare lo studio e la preparazione in modo da ridurre il più possibile le possibilità di errori. Il giorno del concorso è finalmente arrivato e noi siamo nella sala di riscaldamento in attesa di salire sul palco. Le orecchie sono tese per cercare di ascoltare la banda che suona prima di noi il nostro stesso pezzo d’obbligo. Non si riesce a capire molto e la tensione aumenta. Tocca finalmente a noi e si comincia con il brano da me diretto. La banda, come preventivato dal maestro, ha dato il meglio e, posso dire che tra tutte le nostre esecuzioni di quel brano, il concorso è stata l’esecuzione migliore. Appena finito di dirigere, tutta la tensione si è scaricata e suonare poi il brano diretto da mio papà è stato un momento di rilassamento. Il giudizio della commissione è stato positivo e ha confermato la nostra banda una banda di PRIMA CATEGORIA. Concludendo si può dire che la Banda di Darfo deve essere orgogliosa di essere considerata in prima categoria e spero voglia continuare ad impegnarsi come per il concorso anche per le attività abituali: suonare per la gente deve essere come suonare giudicati (con lo stesso impegno) ed inoltre si allietano molte più persone. Suonare per divertire e divertirsi suonando è secondo me una bella ricetta per andare avanti.

IL VICE MAESTRO
Danilo Alberti

 

04 Per non dimenticare….. i maestri

Come sanno tutti coloro che “bazzicano” intorno al mondo bandistico, il “Maestro” è sempre stato colui che doveva animare la cultura popolare di un paese. Diventava una figura importante, perché oltre ad istruire i musicanti, pensava come condecorare tutte le feste sia civili che religiose. Per questo vi parlo di Simone Salvetti nato a Breno nel 1870 e morto a Darfo nel 1932. Il maestro Salvetti, si diplomò in pianoforte al conservatorio di Parma e fu molto attivo nelle bande di Breno, Darfo, Capodiponte e Esine. Come compositore vinse parecchi premi con composizioni per orchestre a plettro. La nostra banda lo ha ricordato negli ultimi anni suonando vari brani da concerto. Recentemente a Breno si è tenuto un “Incontro di Studio” che vuole essere un primo passo per rivalutare la figura di compositore e per l’occasione sono stati eseguiti magistralmente dal “Quartetto Salvetti” alcuni dei suoi tanti brani che ci ha lasciato. Il mio sogno prima dell’inevitabile pensionamento, è quello di dedicare un intero concerto ai maestri che mi hanno preceduto, appunto, per non dimenticare…….

IL MAESTRO
Vittorio Alberti


La tensione "palpabile" un attimo prima dell'esecuzione

 

05 ……le ultime da Palmeiropolis (Brasile)

Abbiamo già parlato negli anni scorsi, sulle pagine di questo giornalino, di Diego Ducoli, un nostro ex musicante che grazie alla sua personalità non comune ha lasciato un segno forte in tutti i bandisti che lo hanno conosciuto. Nonostante siano ormai molti anni che ha lasciato la Banda per dedicarsi al suo impegno con l'Operazione Mato Grosso nel cuore del Brasile, il legame di amicizia che ci unisce non è mai venuto meno. Ogni volta che lo possiamo incontrare, nelle purtroppo rare occasioni in cui rientra in patria, per noi è sempre un'occasione di festa. Anche lui non si dimentica mai di noi e del suo passato da bandista e nei lunghi periodi di assenza da Darfo ogni tanto ci scrive delle lettere in cui cerca di raccontarci il più possibile del suo lavoro tra la gente bisognosa d'aiuto. Lettere da cui trapelano le sue emozioni, come speranze, soddisfazioni, entusiasmo, così come purtroppo a volte preoccupazioni, delusioni, apprensione. Noi, come Associazione, nel nostro piccolo, cerchiamo di aiutarlo inviandogli le offerte che raccogliamo con il gruppo "Pastorelle" durante il nostro "pellegrinaggio musicale" tra le frazioni del comune durante la notte di Natale. Oppure inviando attrezzature che possono essergli utili, come ad esempio i nostri giacconi imbottiti della nostra precedente divisa invernale. Qui di seguito pubblichiamo un estratto della lettera che Diego ci ha voluto inviare come ringraziamento per questo dono che solo in apparenza, agli occhi di chi non conosce quelle realtà, può sembrare superfluo nel cuore della giungla Amazzonica.
 
Palmeiropolis 30 di agosto de 2008
Carissimi amici della Banda Da tanto tempo non vi do' nostre notizie, e praticamente so' poco di voi, ... solo le informazioni dai miei genitori per telefono. Spero e credo comunque che l'estate si stia concludendo bene, con successo nei concerti e nella festa. Non é retorica dire che sempre ricordo e parlo spesso di voi in varie occasioni. Neppure mi ero dimenticato delle casacche che avevate regalato ai nostri indigeni Xavante, …. solo che non riuscivo più a trovare le prime fotografie (quelle tre con il gruppo più numeroso) che mi erano state mandate puntualmente dagli amici che lavorano là, non appena ricevuto il regalo. Poi adesso in luglio siamo andati là a fare un lavoro (11000 mattoni di fango per ricostruire alcune case) e mi sono preoccupato di scattare le foto (dove ci sono anche io), e il maestro Joao Bosco Xavante mi ha anche consegnato questa lettera di ringraziamento che vi mando in manoscritto originale. Arrivando a casa e riunendo le cose per scrivervi ho poi trovato anche le altre foto, cosi eccovi il tutto!
La lettera mi hanno detto che dice più o meno cosi:
"Carissimi amici Banda Cittadina di Darfo abbiamo il piacere di ringraziarvi per il bel regalo che ci avete fatto. Noi Xavantes siamo rimasti molto contenti per le casacche. Grazie, molte grazie! Xavantes del villaggio di Santa Clara, Mato Grosso, Brasile."
Joao Bosco Umoridadze Xavante
 
Vedendo il sole e il loro abituale abbigliamento non vorrei che pensiate che le imbottitissime giubbe siano inutili qui: i mesi di giugno, luglio e agosto fa un freddo di notte e all'alba che bisogna essere qui per crederci! E l'impermeabile senza l'imbottitura é formidabile nel tempo delle piogge. Poi loro normalmente separano i pezzi e il marito veste uno e la moglie l'altro, cosa impossibile a documentarsi fotograficamente perché mai si potrà ritrarre un gruppo di donne, o donne mischiate a uomini, ... questo per la loro cultura!… Così, carissimi amici della Banda, rinnovo e rinforzo anche io il ringraziamento per questo grande regalo, nell'attesa che intanto si realizzi l'altro nostro progetto ... di qualcuno venire ... Non insisto perché comprendo perfettamente tutte le difficoltà, ma sappiate che l'invito e la speranza non moriranno mai. Né Vittorio? Il Vittorio darebbe un bel Cacique! ...... Ciao carissimi, adesso concludo davvero! Grazie di vero cuore di tutto! Che abbiate successo in tutte le attività! Fateci avere notizie!
Diego e C.
 
Grazie a te Diego, per tutto quello che fai e per l’amore e la passione che ci metti. Tanti auguri di cuore da parte di tutti i tuoi amici bandisti.
Luigi Tagliabue
 
 
Un gruppo di Xaventes si S. Clara con i nostri (ex)giacconi (Mato Grosso Brasile)
 
 
 

06 Lo studio, la musica, la banda, le persone, le emozioni… occasioni da non perdere!

Era il lontano 1985, esattamente la sera della processione, a Corna di Darfo B.T., del venerdì santo, il mio debutto ufficiale. Fra marce funebri e religiose appunto marciando nell’equilibrio più precario. La mia passione per quest’associazione nasce però molto tempo prima, quando mio padre coinvolgeva la nostra famiglia a tutte le iniziative musicali e soprattutto alle scampagnate, cene animate da canti, barzellette e risate. Ogni volta era un’occasione per stare insieme ed io non vedevo l’ora di divertirmi con grandi e piccini. L’entusiasmo era forte e, raggiunta l’ètà della scuola elementare, intorno ai nove anni, decisi insieme a mio padre Guerrino di cominciare a frequentare i corsi per imparare il solfeggio con Domenico e il flauto traverso, anzi l’ottavino perché le mie braccia erano ancora troppo corte, con l’aiuto di mio zio, il maestro Vittorio, sentendomi come a casa! Dopo circa un paio danni entrai ufficialmente nella banda e ricordo le emozioni forti e la paura di suonare in pubblico che venivano rassicurate da mio padre e dai mie compagni bandisti. Era sempre più impegnativo perché ogni volta che si presentava un brano nuovo, lo studio e l’apprendimento degli stessi mi facevano sentire sempre più orgogliosa di saper suonare insieme agli altri e di poter contribuire ad una miglior riuscita dei concerti. Ancor più bello era partecipare alle feste organizzate dalla compagnia di amici che si era formata anche e soprattutto al di fuori degli impegni bandistici. Le prime feste, le prime uscite senza genitori, era tutto più facile, perché tutti conoscevano papà prima di me e godevano della sua fiducia. Qualche anno dopo entrò anche mio fratello e la famiglia si allargò, ogni settimana si partiva tutti e tre per le prove; mi sentivo parte di una grande famiglia. Iniziarono anche altri giovani allievi, che cominciarono il loro percorso dalla banda giovanile e si formò un altro gruppo, dove mi inserii volentieri dando un appoggio alla sezione flauti, che col tempo prese forma insieme al resto della comitiva. Presi parte quindi al cambio generazionale con altre condivisioni musicali, di vita e divertimento. Ci furono anche periodi di grandi scontri che ebbero effetti sgradevoli sulla mia famiglia che piano piano si sfaldò all’interno dell’associazione. Il primo a lasciare fu zio Domenico, poco più tardi, mio padre e successivamente mio fratello. La cosa non fu semplice per me, ma la voglia di suonare era grande e continuai anche “sola”. Come tutte le grandi famiglie, ci sono gioie e dolori da affrontare durante il cammino. Lo sbaglio che spesso si ripete a livello umano secondo me è il giudizio gratuito che si ferma in superficie, senza andare in profondità per capire che forse dietro un determinato comportamento ci sono delle emozioni che hanno bisogno di essere ascoltate e non emarginate o additate insieme alle persone che le manifestano senza riflettere poi sui “danni” conseguenti. Le priorità nella vita sono gli affetti e le emozioni legati a questi ed al mondo che ci circonda. Tutto ciò lo capii ancor meglio quando mi ritrovai in un avventura molto speciale; la gravidanza e la mia conseguente nuova esperienza di madre con l’arrivo di Luna, che mi fece prendere una pausa forzata dalla banda. Presto, con l’aiuto della mia famiglia riuscii a riprendere parte alla vita bandistica nonostante gli ostacoli e i “freni” di madre di fronte alle lacrime di mia figlia pur per brevi distacchi. Altresì forte era la gioia e l’orgoglio di poter coinvolgere anche lei nella musica più da vicino, non solo in grembo. Dopo qualche anno, oltre all’esperienza di madre e musicante, mi si propose di tenere il corso di insegnamento del flauto traverso, per permettere agli allievi di poter entrare a far parte, prima della banda giovanile e poi della banda cittadina vera e propria. Era la cosa che speravo di poter fare da tempo e presto mi sentii all’altezza del compito, aiutata dal supporto degli allievi stessi, che dimostravano fiducia, impegno e rispetto, ma soprattutto interesse di condividere e dialogare, instaurando così dei rapporti sinceri aldilà dell’interesse musicale. A volte vale la pena sospendere la lezione puramente didattica se si comprende un disagio da parte dei ragazzi e cercare di ascoltare e rassicurare i dubbi, le paure, le incertezze di quel momento. Vedo questo impegno di educatore musicale e non, come una grande opportunità da non sprecare perché, tanto imparo quotidianamente dai ragazzi, dai loro punti di vista, dalle loro emozioni, dalla dialettica e dalle mie figlie, che ora sono due, tanto più mi sento arricchita come persona. Lo studio, la musica, la banda, le persone, le emozioni… occasioni da non perdere!

Francesca Alberti


Un momento del saggio allievi - 25 maggio 2008

 

07 La scalata dalle retrovie

La scalata dalle retrovie, per me, è un susseguirsi di emozioni che arrivano quando meno te lo aspetti. Nel nostro sistema bandistico di solito tra le sezioni di strumenti in cui i musicanti sono molto numerosi, per convenzione essi vengono suddivisi in primi, secondi, terzi ecc. Di solito i primi sono quelli con maggiore esperienza, seguiti dai secondi, terzi e così via. Quando si viene promossi di grado, come per noi clarinetti, dal mio personale punto di vista, è un impulso dato dal maestro che apprezza le tue doti e ti vuole dare maggiore fiducia. Questa scalata però inizia molto tempo prima dell’entrata nella banda grande, comincia nella banda giovanile dove già alcuni strumenti come ad esempio noi clarinetti siamo suddivisi in primi e secondi, e già lì quando sono diventato clarinetto primo è stata una sensazione magnifica perché mi sentivo molto più sicuro di me, credevo ancora di più nelle mie capacità, e questo mi spinse ad incrementare gli studi nel suonare. Volevo dimostrare alla Maestra Renata che non si sarebbe pentita di avermi dato le parti da primo. La stessa cosa mi è successa quando Vittorio fece entrare me ed altri miei amici nella banda madre. La prima volta che partecipai alle prove della banda ho fatto molta fatica a seguire gli altri musicanti nelle varie parti, e questo fatto mi spinse a migliorarmi ancora di più, mi sentivo sempre più coinvolto e sempre più appassionato, non passava prova che non imparassi cose nuove su come si suona e tecniche per suonare sempre meglio. Quando il maestro Vittorio mi chiamò e mi disse che avrei suonato le parti da secondo mi sentii premiato e felicissimo, ero soddisfatto del livello che avevo raggiunto, finalmente avevo capito che tutto il tempo che credevo di aver perso suonando per ore e ore non erano state vane, anzi ora ero stato premiato proprio per l’impegno che avevo dimostrato nello studio. Adesso sono clarinetto secondo, ma la mia scalata deve ancora finire perché ora c’è quel gradino a cui molti aspirano, diventare clarinetti primi, essere al vertice dei clarinetti. Per cercare di raggiungere questo fine ora provo e riprovo sempre più di frequente e rimango nella speranza che un giorno Vittorio mi dica “prendi la parte da primo”. Certo dovrò aspettare molto, ma sono sicuro che se continuerò ad impegnarmi, a provare e riprovare scoprendo sempre cose nuove su come suonare un giorno riuscirò ad arrivare tra i clarinetti primi.

Alberto Soardi

SENZA L'ARTE L'UOMO RESTEREBBE CIECO A SE STESSO, AL PROPRIO MONDO INTERIORE. LA MUSICA TRA TUTTE LE ARTI ESALTA L'ARMONIA UNIVERSALE E SUSCITA LA FRATERNITà DEI SENTIMENTI AL DI LA' DI TUTTE LE FRONTIERE:ESSA PER SUA NATURA PUO' FAR RISUONARE INTERIORI ARMONIE,SOLLEVA INTENSE E PROFONDE EMOZIONI, ESERCITA UN POTENTE INFLUSSO CON IL NUOVO INCANTO. LA MUSICA E' UNO STRUMENTO DI VERA FRATERNITA', AIUTANDO A SUPERARE DISCRIMINAZIONI E FRONTIERE.

Karol Wojtyla

 

 

 

08 Sogno di una notte di inizio estate

Sono quasi vent’anni che faccio parte della Banda Cittadina di Darfo e tante avventure ho vissuto insieme agli altri musicanti e in molte occasioni, felici oppure tristi, hanno dimostrato di essere dei grandi amici. Una di queste, la più recente, è stata il mio matrimonio: ero certa che sarebbe stata una bella giornata, almeno per me, ma sicuramente il contributo dei amici della Banda, l’ha resa speciale. Vedere con quanto impegno hanno complottato per organizzare giochi, scherzi , filmati, serenate (una delle quali fatta le sera prima del matrimonio fuori dalla casa degli sposi finita poi con un brindisi presagio dell’indomani) è stato sorprendente. Anche la cerimonia in chiesa è stata un’emozione unica e la musica l’ha resa molto commuovente, le parti suonate erano infatti arrangiate appositamente per noi dal Maestro della banda, e naturalmente a suonarle erano i nostri amici. Durante il pranzo poi, mi sembravano tutti euforici, forse li vedevo così perché lo ero io, soprattutto pronti a festeggiare senza freni, tanto che i parenti hanno commentato con: “…ma sono sempre così festaioli i bandisti?”. Insomma hanno animato la festa e alla fine anche gli altri invitati sono stati trascinati a far baldoria. A dir la verità era un po’ impossibile restar fermi, il merito va sicuramente al gruppo che animava il pranzo, ma volevo citare anche un ballerino, il nostro corno, ormai passato alla storia per la sua grande performance! Una giornata unica ricca di sorprese, e ovunque volgessi lo sguardo c’erano affetto ed amicizia dimostrati nei più svariati modi. Qualcuno mi ha sopportato per tutto il periodo dei preparativi, altri hanno fatto fotografie per tutta la giornata, chi si è preso la briga, durante il pranzo, di andare a casa degli sposi a preparare un simpatico scherzo e non dimentichiamo chi, giorni prima, ha preparato un divertente filmato proiettato poi al ristorante, chi ha inventato poesie e canzonette oppure chi ha partecipato alla festa semplicemente con la presenza… Questo è il mio ricordo della giornata più bella della mia vita, che sicuramente è tale grazie agli amici della Banda. Grazie

Armida Pina

09 Concerto augurale

L’appuntamento tanto atteso per tutta la banda è il tradizionale Concerto Augurale che in occasione delle festività di fine anno la nostra associazione offre alla cittadinanza.
Anche quest’anno si terrà al Palazzo Congressi il 28-12-2008.
 Assistere a questo concerto a me fa venire la “pelle d’oca”, forse esagero ma tanti di voi che come me assistono al Concerto Augurale sicuramente possono confermare le mie emozioni e non solo perché sono l’orgoglioso l’Alfiere e Vice Presidente di questa meravigliosa Banda Cittadina.
Vi garantisco che assistere al risultato finale dopo aver ascoltato le prove dei brani che si preparano per il Concerto Augurale è veramente sconvolgente;
Prova dopo prova tutti i venerdì e gli ultimi mesi anche più prove alla settimana  scomposte per famiglie di strumenti, pezzo dopo pezzo, spartito dopo spartito, le prove di susseguono fino all’arrivo della tanto agognata e temuta sera del Concerto Augurale.
La sala del Palazzo Congressi è gremita, la ricerca dei posti a sedere è frenetica, i ragazzi sono li fuori e fingono una calma apparente ma in loro c’è una giustificata agitazione.
Finalmente l’orologio scandisce l’ora fatidica.
Tutto è pronto, il palco con i paramenti che i ragazzi hanno allestito con tanta cura, il pubblico è seduto in attesa, tutto sembra vada al rallentatore e ad un certo punto, come per incanto le porte della sala si aprono ed, in una perfetta fila, i ragazzi entrano in sala con la loro sfolgorante divisa blu e con gli strumenti abbracciati come se tenessero dei veri tesori, sfilano al centro della sala accompagnati da uno scroscio continuo di applausi spontanei sempre più intenso.
Con ordine ed eleganza prendono posto e sistemano le parti sui leggii alloggiati per l’occasione.
Gli strumenti luccicanti sono già stati intonati e si da inizio alla presentazione del primo brano.
Il silenzio e l’attenzione del pubblico è ineccepibile;
I brani si susseguono uno dopo l’altro, il pubblico comincia a percepire la trama e la difficoltà dei brani scelti e applaude sempre con un fervore crescente.
Tutto procede per il meglio e la tensione si affievolisce, nell’intervallo viene presentata la banda giovanile ed il pubblico applaude con benevolenza ed incoraggiamento che da ai piccoli esordienti carica e coraggio per l’esecuzione dei loro brani.
Con il secondo tempo della Banda Madre (così la chiamiamo noi) il concerto volge al termine e il Maestro riserva alla fine il brano d’effetto che il pubblico applaude con ripetute cariche alzandosi in pieni con grande ammirazione per la “perfetta” esecuzione.
E dopo il consueto bis del brano più bello, il banchetto tanto atteso viene offerto al pubblico per lo scambio degli auguri.
Le strette di mano, i complimenti e gli abbracci sono la gradita ricompensa ai nostri musicati che tanto si sono impegnati durante tutto l’anno.
Grazie

IL VICE PRESIDENTE
Pennati Egidio  



10 Intervista doppia

Anche quest’anno, in occasione della stesura del nostro amato giornalino Semibreve, abbiamo deciso di METTERE  A  NUDO qualche vipssss….                                     
Vi ricordate quelli del 2007??? Allargando i nostri orizzonti, questa volta abbiamo proposto un’intervista doppia, nel solito stile “Iene”, niente meno che a due presidenti di bande extra-lombarde. Il primo è Damiano Cerioni, per la banda di Staffolo (AN), affascinante paesino dove si è recata quest’estate la OMAVV,  in occasione della manifestazione “Musica in festa 2008”;
Il secondo è Vittorio Vannucci, per la banda di Levigliani (LU), con la quale abbiamo stretto un proficuo gemellaggio proprio lo scorso settembre. 



 
 

 Andiamo a curiosare insieme come, gentilmente,

hanno risposto alle nostre “intriganti” domande…

Buona lettura!

 
1) Nome, Cognome, età.
 Damiano Cerioni, 44Vittorio Vannucci, 50
 2) Di quale banda sei presidente?
 Banda musicale “Città di Staffolo"  - Ancona - Marche Filarmonica Santa Cecilia di LeviglianI -  Lucca
 3) Da quanti anni?
 Sto entrando nel nono anno Da circa un anno e mezzo
 4) Qual è stato il cammino che ti ha portato, infine, a ricoprire una carica tanto importante?
 Ho iniziato a suonare nel 1979, perché era uscito dalla banda il piattista per problemi di salute: da lì è nata la mia avventura! La mia più grande fortuna è che, in quel periodo, era Presidente Pierino Ombrosi (ora nostro Presidente Onorario). Questi, con la sua determinazione, ha fatto sì che la banda suonasse in molte piazze d’Italia, in televisione, all’Estero: tutto ciò mi ha talmente entusiasmato, che non ho mai pensato di lasciare la Banda, anzi, fin da quei tempi, ho sempre cercato di dare il massimo e di aiutare il Comitato. Prima di me è stata Presidente Donatella Scortichini: pure lei ha fatto sì che la Banda fosse sempre ad alti livelli ed è anche grazie a lei se ho maturato la convinzione che, qualora un giorno ci fosse stato bisogno di me, avrei dato il meglio. Ora che sono Presidente, cerco sempre di impegnarmi il più possibile per dare alla Banda tante soddisfazioni. Sono entrato in banda nel 1972 come allievo e poi, nello stesso anno, come suonatore. Dal 2002 faccio parte del consiglio direttivo, dove ho ricoperto il ruolo di vicepresidente dalla fine del 2004 al giugno del 2007: dopo le dimissioni dell’allora presidente sono subentrato io a ricoprire questa carica.
 5) Cosa pensi della situazione attuale delle bande italiane?
 Credo che attualmente ci siano in Italia molte Bande Musicali, ma non saprei descrivere la loro situazione… Quelle che ho avuto il piacere di conoscere, nell’arco dei miei anni da Presidente, mi hanno sempre  lasciato un’ottima impressione, sia a livello organizzativo che professionale. Certo, ho avuto anche il piacere di ospitare molte Bande di Paesi Europei e devo dire che la musica, al di fuori delle nostre frontiere, è molto più sentita e partecipata. Ora, come tutti saprete, il Ministero per i Beni e le attività Culturali sta cercando di portare in Parlamento un disegno di legge in materia di musica popolare e amatoriale, inserendovi Bande Musicali, Cori, Gruppi Folk. Nel testo suddetto si dice che questi soggetti rappresentano un valore importante della tradizione musicale e popolare Italiana. Speriamo che la Bande Musicali trovino giovamento da questa legge e che il Ministero dia la possibilità a tutti di dire la propria opinione in materia di Bande Musicali, che secondo me sono molto diverse dai Cori e dai Gruppi Folk. Mi auguro quindi che non facciano “un gran casino” come spesso da noi capita.
 Una volta, quasi ogni paese aveva la sua banda, perché questa serviva per divulgare anche nei piccoli centri la cultura musicale. Infatti, ben poche persone potevano permettersi di assistere agli spettacoli che si tenevano  nei teatri più importanti e i mezzi per ascoltare musica non erano certo quelli di oggi. Attualmente, con l’avvento delle moderne tecnologie, si può ascoltare musica in ogni posto, ad ogni ora e il ruolo importante delle bande è andato scemando, molte non esistono più (nel nostro comune, nel primo dopoguerra, ne erano presenti 8 o 9, mentre ora ne sono rimaste solo 2). Comunque, secondo me, la banda musicale riveste ancora un ruolo importante, che va rivalutato, perché qualsiasi festa, se allietata dal suono della “musica”, come veniva chiamata una volta, è molto più bella. Va considerato, inoltre, il ruolo importante di aggregazione che la banda riveste: in tempi in cui la gente tende ad isolarsi, qui, oltre all’impegno musicale e allo studio, ci sono invece molti momenti per stare insieme, per confrontarsi, per svagarsi ed è anche una vera e propria scuola di vita, perché (non dimentichiamolo!) molto spesso vi sono presenti almeno 3 generazioni (nonni, padri e figli).
 6) Cosa faresti o proporresti di organizzare per aiutarle?
 Organizzerei incontri per scambiare idee, ma non saprei come aiutarle! Metterei a disposizione dei fondi che siano suddivisi per meritocrazia…Mi spiego meglio: se una Banda è dinamica, organizza eventi, master ecc.. deve essere aiutata economicamente! Proporrei alle pubbliche amministrazioni di incentivare aiuti economici per le attività delle scuole di musica, per organizzare concerti, raduni e scambi musicali con altre bande. Inoltre, suggerirei ai presidenti e a tutti i dirigenti delle suddette di invitare sempre a partecipare alle nostre manifestazioni gli amministratori, i politici, i funzionari delle varie società pubbliche e private, in modo che possano vedere di persona quanto è bello e importante tutto ciò che facciamo .
 7) Che genere di musica ascolti di più?
 Bandistica e rock Ascolto molta musica di vari generi: dalla classica alla leggera, dal rock allo swing, dalla lirica al liscio. Invece non mi piace la contemporanea e quella “fracassona e ripetitiva” fatta al computer: preferisco ascoltare musica fatta dal vivo e, a mio parere, è preferibile ascoltare una bella “stonata” fatta da chi veramente suona, piuttosto che musica perfetta fatta da chi usa basi musicali e finge di suonare. Per questo amo le bande!
 8) E quale credi sia più appropriato per una banda?
 Trascrizioni originali e  Popolare Italiana Secondo le circostanze possono andar bene quasi tutti i generi. Tuttavia c’è un suggerimento che darei ai maestri: non andate a cercare dei pezzi molto difficili, considerando che, per la maggior parte, i bandisti sono dei dilettanti e spesso un pezzo conosciuto, abbastanza facile e ben eseguito, riesce più gradito al pubblico di uno sconosciuto (difficile e magari suonato con qualche imperfezione).
 9) Che tipo di rapporto hai instaurato con i musicisti della tua banda?
 Ottimo: credo che mi vogliano tutti bene (o quasi!!!). Essendo io stesso un musicista, ho instaurato con loro un rapporto molto amichevole e cerco di fare in modo che tutti vadano d’accordo
 10) Quali sono le situazioni che vivi con più entusiasmo?
 Le organizzazioni di eventi, sia la nostra Festa sia le tournée all’estero o in Italia, Master Class ecc.. Per me  il momento migliore è quello in cui, appena conclusosi un concerto o una manifestazione a cui partecipiamo o che abbiamo organizzato, posso vedere che tutto è andato bene.
 11) E quale compito, invece, tra i tanti che la tua carica richiede, ti costa più fatica?
 Organizzare eventi e, qualche volta, richiamare i musicisti. Cercare di coinvolgere i musicisti a partecipare più attivamente alla vita associativa della banda.
 12) Qual è stata la tua più grande “impresa”, l’iniziativa che ti ha dato maggiore soddisfazione, da presidente?
 Sono state molte ed elencarle non è semplice, ma una delle cose che più mi ha emozionato è stato il ricevimento avuto al Comune di Valencia in Spagna, nonchè l’incontro con il Santo Padre Benedetto XVI a Roma, il 16 giugno di quest’anno. Inoltre,  la cosa che più di tutte mi dà soddisfazione è incontrare ogni anno persone nuove. Da quando sono presidente abbiamo fatto 2 cose che per noi erano una novità: la partecipazione, nell’ottobre 2007, ad un concorso musicale e, nel settembre di quest’anno, l’organizzazione del gemellaggio con la banda di Darfo Boario Terme. Sono state 2 manifestazioni molto importanti per un paese piccolo come il nostro, ma penso che, con l’impegno di tutti, siano riuscite molto bene e soprattutto siano state molto apprezzate anche dai nostri giovani bandisti.
 13) E quale quella che ti ha deluso di più?
 Non essere riuscito a farmi ospitare da una Banda (non si fanno i nomi), che abbiamo ospitato alla nostra Festa, anche perché i ragazzi sono rimasti delusi. Purtroppo la perdita di alcuni  bandisti, che si sono un po’ allontanati (ma spero solo momentaneamente).
 14) Qual è il tuo “sogno nel cassetto” per la banda che presiedi?
 Avere una Banda composta da 80 elementi nella quale, ogni volta che suoniamo, non ne manchi mai neanche uno! Ah, dimenticavo, riuscire a portare a Staffolo la Banda di Darfo! Che tutti continuino a lavorare e suonare in armonia. Inoltre, un altro desiderio è quello di venire l’anno prossimo a Darfo per cantare tutti insieme “su e giù per la Valcamonica…”.
 15) Come hai conosciuto la banda di Darfo?
 Tramite una mail che mi ha spedito il vostro musicista, Luigi TagliabueIl gemellaggio è nato dall’amicizia che da anni lega il nostro maestro Franco Maggi al vostro trombettista Claudio Pellegrini: fra loro è maturata questa idea, ma devo dire che io stesso, fin dalle prime telefonate, ho capito che  la cosa era fattibile e che sarebbe riuscita molto bene.
 16) Qual è stata la prima impressione che il nostro gruppo (Banda o OMAVV) ti ha suscitato?
 Bellissima idea!! Chissà se riuscissimo a creare un gruppo così anche qui da noi?! La prima impressione è stata quella di un gruppo molto preparato, affiatato musicalmente e molto allegro.
 17) Se dovessi muoverci una (o più….) critica, quale sarebbe?
 Essere più disinvolti, ma non credo sia una critica. Anche perché sono riuscito a vedervi più disinvolti…Impossibile muovere una critica! Forse un’unica cosa: ad alcuni dei nostri musicisti un paio dei brani che avete suonato (fra l’altro molto bene, rispettando i piani, i forti e gli effetti, cosa che a noi non sempre riesce) sono risultati un po’ troppo lunghi. Il fatto è che noi siamo abituati a pezzi che durano pochi minuti e raramente si arriva a 6/7.
 18) E una lode?
 La precisione e la professionalità che dimostrate su un palco, di fronte al pubblico. Come ho già detto, ci ha colpito molto la vostra preparazione, la completezza dell’organico e anche la vostra allegria, il modo di vivere la banda nella sua interezza, sia nel momento dell’impegno durante il concerto, sia nel momento del divertimento, dello stare insieme in modo sano e spensierato.
 19) Un consiglio per il futuro?
 Io vi dovrei dare un consiglio? Non credo proprio… Continuate sempre così: con l’ impegno e l’amicizia sono convinto che arriverete sempre a nuovi e più entusiasmanti traguardi.
 20) Infine ti chiediamo di rivelarci tre parole “magiche”, indispensabili perché un buon presidente lavori bene.
 Passione, simpatia e autorevolezza. Impegno, correttezza e umiltà: lavorando insieme col consiglio direttivo e con tutti i musicisti con tenacia, giustamente e senza voler prevalere, penso che spesso si possano fare grandi cose. Se poi si riescono a trovare anche i soldi, tanto meglio: è un vantaggio in più!
 
La Banda in Sfilata a Levigliani (LU) durante il gemellaggio
 

LA NOSTRA VITA DEVE ESSERE PIENA DI MUSICA IN MODO CHE LA MELODIA PERVADA TUTTE LE NOSTRA AZIONI.
Karmchand Mohandas Gandhi

 

LA MUSICA PUO' DONARE ALI AI VOSTRI PENSIERI E ILLUMINARE LA VOSTRA ANIMA DI UNA LUCE ETERNA.
Platone

 

ECCO QUEL CHE HO DA DIR SULLA MUSICA: ASCOLTATELA,SUONATELA, AMATELA,RIVERITELA E TENETE LA BOCCA CHIUSA.

Albert Einstein

 
 

11 Levigliani LUCCA 6-7 settembre 2008


Era già da un po’ di tempo che si era fatta strada nella mia mente l’idea di organizzare un gemellaggio con la banda di Levigliani (LU); più o meno tutto ha avuto inizio nell’aprile del 2007, all’indomani del concerto tenuto dalla nostra Banda Cittadina negli studi di PiùValli TV. Ricordo che, poco prima dell’inizio del concerto, iniziai a discutere dell’argomento con alcuni consiglieri e da quel momento iniziai a stabilire i contatti con il maestro Franco Maggi e con il presidente Vittorio Vannucci. Contatti che, in realtà, con il maestro della Banda di Levigliani non si erano mai interrotti, essendo un mio vecchio amico e compagno di conservatorio e con il quale ho condiviso diverse esibizioni  in concerto. Sabato 6 settembre scorso l’avventura è iniziata prestissimo, alle  6 del mattino, quando alcuni di noi avevano ancora gli occhi assonnati, ma allo stesso tempo carichi di energia ed entusiasmo. All’arrivo a Forte dei Marmi, la carovana si è divisa e mentre alcuni si sono diretti a visitare il centro storico di Pietrasanta che si trova a pochi chilometri  di distanza, altri sono andati al mare a fare il bagno e prendere la tintarella. Subito in spiaggia ci siamo divertiti alla grande, grazie anche ai gavettoni che non potevano certo mancare. Però la sorpresa più bella per tutti noi è stata la grande ospitalità che i musicanti della Filarmonica S.Cecilia di Levigliani ci hanno riservato al nostro arrivo. Abbiamo sfilato insieme per le vie del paese, alternandoci nell’esecuzione di marce e suonando poi insieme l’Inno di Mameli davanti al sindaco di Stazzema ed all’Assessore  Sig. Chiudinelli  rappresentante del comune di Darfo. Anche qui la gente del paese non si è risparmiata, riservando a tutti noi dei calorosissimi applausi; in più la via principale era costellata di bandierine e decorazioni in nostro onore: non capita tutti i giorni di ricevere un’accoglienza così bella e calorosa!! Il concerto che si è tenuto la sera è stato altrettanto bello, anche se (a parer mio) non è stata la nostra migliore performance. Il divertimento più singolare l’abbiamo avuto sicuramente a cena, tutti insieme; la cucina era ottima,  il vino locale è stato riversato a fiumi e gli effetti si sono fatti sentire…….. sia perché noi della banda di Darfo ci siamo messi a cantare dando spettacolo con la canzone “Oi de la Valcamonica” sotto la direzione del “magister” Daniele, sia per le numerose dimenticanze che abbiamo avuto: infatti, tornati a Darfo, ci siamo accorti che a Levigliani sono rimasti  uno strumento, una maglia ed un mazzo di chiavi…!!!! Bella e interessante è stata la visita che, a gruppi, abbiamo fatto all’Antro del Corchia, la grotta carsica più estesa d’Europa, in cui molti sono rimasti affascinati dalle meraviglie del sottosuolo. Si può dire senza mezzi termini che la nostra è stata un’esperienza bellissima, sotto ogni punto di vista, da cui  è nata una profonda e sincera amicizia tra noi, i musicanti della banda S.Cecilia di Levigliani e la gente del paese. Ringrazio veramente di cuore il presidente Vittorio Vannucci e i consiglieri delle bande di Levigliani e Darfo per la collaborazione e la buona riuscita dell’evento. Il prossimo anno toccherà a noi ospitare i Leviglianesi e state certi che anche noi riserveremo loro una calorosa accoglienza, così come hanno fatto con noi.

Claudio Pellegrini

 

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IL BELLO DELLA MUSICA E' CHE QUANDO TI COLPISCE NON SENTI DOLORE.
Bob Dylan


 

 

 

 

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