Tutti i venerdì di tutte le settimane, di tutti i mesi dell’anno, ci sono le prove, 45-50 circa. Alle nove di sera i bandisti si trovano alla sede della Banda nella sala prove. Sono tutti lì appollaiati sulle loro sedie nei posti predestinati dal Maestro, con tutti gli strumenti schierati famiglia per famiglia. Ben 60 o 65 bandisti si danno da fare: sbuffano, soffiano, battono, sollecitano i loro strumenti. Fanno smorfie. C’è una ragazza che quando suona sembra che pianga, l’altra fa di tutto per rimanere seria. Quello del basso tuba si gonfia come un gufo quando fa la sua serenata notturna. Ma il più interessante è quello del corno, che quando suona sembra che gli esca il fumo dalle orecchie. Per non parlare poi dei bombardini, che ballano sulla sedia come se avessero delle puntine da disegno sotto il …. , ogni loro faccia ogni loro gesto sono un vero spasso. Descriverli tutti ci vorrebbe un secolo. Sono tutti concentrati a leggere le partiture, il maestro li controlla uno ad uno, quando fanno errori li fulmina con le sue occhiate, poi alla fine dice: va bene andiamo avanti, pronti e dà il via con la sua bacchetta!! Tutti s’impegnano soffocando le risate per le facce che fa il maestro, lasciando cadere le lacrime dagli occhi sugli strumenti, la prova è uno schianto. Il maestro è intransigente, li raggela con la sua voce tonante ”basta„ da capo. Tutto è perfetto la prova si trasforma in un concerto e alla fine tutti rossi in viso e stremati dalla fatica, finiscono di suonare il brano e la prova è andata bene. Ad assistere alle prove si sentono emozioni indescrivibili che solo chi ama la musica può provare e si capisce, perché alla fine i concerti sono così perfetti e armoniosi, fantastici e piacevoli da ascoltare.
L’alfiere
Egidio Pennati