04 Cosa ne pensa il Presidente
Da 16 anni sono presidente della Banda Cittadina di Darfo B.T. e riconosco di sentirmi particolarmente orgoglioso di far parte di questo sodalizio, che attualmente conta più di settanta elementi, nella quasi totalità giovani e giovanissimi, e circa 200 soci sostenitori, che sono importanti per la sua esistenza.
Rivolgo a loro il mio più sentito ringraziamento perché è anche grazie al loro concreto apporto, che l’associazione potrà continuare nella sua attività ormai più che secolare e migliorare le sue doti musicali. Infatti in questi ultimi anni la Banda Cittadina ha fatto passi da gigante, grazie soprattutto al maestro Vittorio Alberti, che con tanta passione e competenza ha preparato tanti giovani che oggi costituiscono l’ossatura della banda stessa.
Questi giovani, nel corso degli ultimi anni, hanno gradualmente sostituito gli anziani musicanti e lo hanno fatto degnamente e con molto entusiasmo.
In questo ultimo periodo si sono registrati alcuni fatti molto importanti che sono entrati di diritto nella gloriosa storia della banda.
In primo consiste nel gemellaggio, risalente al 1991, con il corpo musicale di Herrenberg, nelle vicinanze di Stoccarda.
Quest’anno la nostra banda ha partecipato su invito ad un raduno internazionale nell’ex Germania dell’ Est nella città di Schlema nella bassa Sassonia, dove io ebbi sventura di trascorrere dal 1943 al 1945, un triste periodo quale prigioniero di guerra. Questa volta, è il caso di dirlo, sono stato trattato molto meglio di cinquant’anni fa, infatti a tutti noi è stata riservata un’accoglienza meravigliosa. Un’insegnate di musica del luogo si è dichiarata particolarmente colpita dal modo diverso di fare musica da parte del nostre sodalizio musicale che, contrariamente alle bande tedesche, non predilige le marce ed i ritmi militari. Tutti i cittadini di questa lontana località hanno apprezzato la musica del maestro Alberti e dei nostri validi ragazzi. Un motivo in più perché la nostra banda cittadina continui a vivere, magari con meno problemi economici.
Giovanni Chini