81 La festa di S.Cecilia e le altre occasioni di "baldoria"

Come probabilmente avrete letto spesso, per chi suona, la Banda non è solo musica. Infatti, durante l’anno ci si ritrova periodicamente in giornate e serate il cui lo scopo è unicamente divertirsi insieme. Sono molte le iniziative che vengono organizzate, alcune sono appuntamenti annuali prestabiliti, altre sono idee che si concretizzano solo sporadicamente ma che non per questo risultano meno riuscite delle prime.
 
Darfo 2003: in occasione del carnevale cittadino i bandisti si travestono da "vecchi" per celebrare i 150 di fondazione
 
Cronologicamente, il primo appuntamento di questo genere è la simpatica Festa di Carnevale, alla quale tutti sono inviati, con l’unico obbligo di mascherarsi. Solitamente ci si ritrova alla sede della Banda e, dopo una fase iniziale in cui ci si diverte a riconoscersi ed a prendersi in giro per il travestimento assunto, la serata prosegue in allegria tra chiacchiere, giochi e divertimenti, naturalmente accompagnati da frittelle e sane bevute! Le maschere sfoggiate ogni anno sono molte, e tutte ugualmente divertenti, ma, visto che è impossibile elencarle e descriverle tutte, ci limiteremo a descriverne una, che nessuno dei presenti è ancora riuscito a dimenticare. Nel 2000 infatti, la signora Angela, moglie del maestro Vittorio Alberti, volle, per una sera, vestire i panni del marito! Si presentò dunque indossando i classici pantaloni grigi, una camicia ed il gilet verde, oltre che gli occhiali del marito (che, dobbiamo dirlo, si lamentò di essere stato costretto a non vederci per tutta la sera). La signora Angela ovviamente teneva in mano una bacchetta, e in tasca aveva le immancabili caramelle “Golia” che, a differenza del marito, dispendiava generosamente!
Tra le varie divertenti iniziative poi è d’obbligo citare la “Corrida” che si tenne nell’aprile del 1996. Pensata quasi per scherzo, dopo settimane di preparazione, fu una serata veramente particolare e ben riuscita.
Il salone esterno della sede era affollatissimo, tra il pubblico c’erano anche amici, genitori e qualche musicante che, essenzialmente per mancanza di tempo libero, non era riuscito a partecipare attivamente alla serata, ma che non aveva voluto comunque perdersi lo spettacolo. Infatti la maggior parte degli strumentisti si era cimentata in numeri “eccezionali”: ci fu chi cantò, chi ballò, chi suonò l’armonica a bocca, chi raccontò barzellette o aneddoti: insomma, ognuno fece del proprio meglio! Le varie esibizioni erano valutate da una severissima giuria, che doveva esprimere giudizi relativi alla coreografia, alla simpatia… Anche il pubblico aveva la possibilità di votare il numero che preferiva. Alla fine, il presentatore e la “valletta” (il bassotubista Leonardo Zani in una veste…inedita ma soprattutto indimenticabile) proclamarono le quattro esibizioni vincitrici: il premio simpatia andò ad un gruppo di ragazzi che aveva cantato canzoni popolari; il premio - coreografia a Renata Alberti, Armida Pina, Nicola Abondio e Giacomo Balzarini, Renata ed Armida vestite da uomo, Nicola e Giacomo vestiti da donna avevano ballato un “sensualissimo” tango. Il pubblico premiò inoltre l’esibizione di Daniele Gabossi, Danilo Alberti, Patrizia Pedersoli e Armida Pina che, su una base musicale nota, avevano scritto e cantato uno spiritual che descriveva i vari personaggi della Banda. Il vincitore assoluto fu però Luigi Tagliabue che, con chitarra e strumenti vari, ci intrattenne realizzando una personalissima musica country. La divertentissima serata si concluse con un rinfresco per tutti i presenti.
Tornando agli appuntamenti annuali, non si può non ricordare l’evento mondano dell’anno bandistico: la ricorrenza di Santa Cecilia, sempre occasione, tra le altre cose, di sfoggio di eleganza per tutti i musicanti. A novembre viene appunto organizzata una cena per bandisti, parenti, amici e simpatizzanti, con lo scopo di festeggiare insieme la santa patrona della Musica. Si tratta sempre di bellissime serate e nottate che cominciano abitualmente con una Messa (a turno in tutte le parrocchie del Comune) e la benedizione degli strumenti; proseguono con una cena in un buon ristorante per terminare immancabilmente alla sede della Banda, dove si ritrovano soprattutto i musicanti per tirar tardi.Tra i numerosi graditi ospiti ci sono, da alcuni anni a questa parte, dei rappresentanti della Stadtkapelle di Herremberg (Germania), tra cui anche qualche autorità, come il presidente Schwenk. La cena di Santa Cecilia è sempre una occasione veramente speciale, ma nel 1993 lo fu ancora di più. Decidemmo infatti di esagerare, festeggiando la nostra patrona a Timoline di Corte Franca, nella cantina del Barone Pizzini. La serata in effetti iniziò in maniera un po’ sfortunata: per un malinteso sbagliammo…la chiesa per la messa!!! Dispostici infatti sul sagrato della Chiesa di San Faustino a Darfo, dopo aver suonato un paio di marce ci rendemmo conto che le porte erano chiuse e che non c’era assolutamente nessuno. Deducemmo che la messa si tenesse in Santa Maria, e la raggiungemmo di corsa! Dopo la funzione partimmo per il ristorante di Timoline. L’atmosfera esterna era quasi magica: una nebbiolina leggera sfiorava appena le ampie scale sorrette da muraglioni ed i gradini illuminati da candele e fiaccole. La serata si svolse nel migliore dei modi, con toni forse un po’ più smorzati del solito, considerando l’ambiente suggestivo e chic in cui ci trovavamo. Nel ritornare a casa tutti si sentirono, come dire, più vip.
Anche le feste di nozze (l’attuale età media dei musicanti favorisce questo allegro tipo di manifestazioni) possono essere una formidabile occasione di festa. Il 26 Agosto 1989, ad esempio, Angiolino Del Vecchio, un nostro musicante, rese memorabile una tale occasione invitando alla cerimonia l’intera Banda.
Provate ad immaginarvi la situazione: tutti pronti a scuola, lucidi e splendenti; le ragazze sfoggiano tutta la loro bellezza (naturale e sintetica ) per fare bella figura e per far sì che questo tipo di servizio abbia a ripetersi in futuro; montiamo in auto e si parte! Nonostante la cartina, qualcuno riesce ancora a perdersi e a fare un giro turistico della Bassa Bresciana. Quasi tutti avrebbero sbagliato l’ultimo incrocio che porta alla chiesina (per la verità un po’ nascosto) se i primi arrivati non avessero fatto da vigili sulla strada.
Lo sposo è puntualissimo, anzi, in anticipo: agita ovunque il bouquet mentre, con lo spirito e la tranquillità di sempre, racconta barzellette e scherza con noi. La sposa, da buona svizzera, giunge con una precisione cronometrica sull’orario.
Terminata la Messa, gli sposi escono dalla Chiesa sulle note delle nostre marce, in una pioggia di riso e confetti. Si parte quindi verso il ristorante per la cena. Anche qui ognuno segue la propria bussola, o si fida di chi lo precede fino a quando il semaforo non li separa. Perciò ognuno arriva al suo momento e dai quattro punti cardinali. Suoniamo proprio due marcette e poi entriamo a prendere posto nell’albergo.
La cena, veramente ottima, è per noi musicanti occasione di stare insieme in modo diverso, così si ride, si scherza, si chiacchiera, si mangia, si canta e si inneggia agli sposi. Ogni gruppo ha i suoi aneddoti che sarebbe bello raccontare, noi però ne riportiamo per brevità solo uno, assai significativo. Ci servono una carne coi funghi (non così volgarmente chiamata sul menù) e dopo pochi secondi dalla deposizione del piatto, Lorena Canova scova un naturale abitante dei funghi, nonostante la sua perfetta mimetizzazione nel sughetto. Segue un grido agghiacciante e la immediata separazione del pericolosissimo vorace ingrediente per una più accurata analisi, che però conferma l’ipotesi. Il marito di Lorena, Daniele Gabossi, in segno di compatimento esclama: ” In una padella da cento litri c’era un solo bruchino, guarda se doveva proprio capitare a lei che è così coraggiosa!”. Ma la seconda timida forchettata subito rivela un complice! Poi quello che faceva da palo! Poi un paio di colleghi all’opera nel piatto di Luigi Tagliabue che, di poca abilità da detective, se ne accorge dopo avere già tritato metà squadra. A questo punto Lorena decide di passare al piatto seguente, mentre Vittorio Alberti, l’uomo che non si lascia impressionare da niente, accusa uno strano solletico alla stomaco.
Dopo la cena chi balla chi chiacchiera chi gioca e scherza. Verso mezzanotte più o meno tutti ci si avvia per il ritorno, veramente contenti della bella giornata trascorsa in allegria.
Le occasioni di divertimenti extra-musicali sono dunque molte. A queste si aggiungono scampagnate d’estate, mondolate in autunno, addirittura giornate sulla neve d’inverno. Non c’è da dimenticare, infine, il cenone dell’ultimo dell’anno. Spesso infatti gruppi più o meno numerosi di musicanti decidono di trascorrere insieme questa serata. Le feste si tengono nella sede della Banda a Darfo, oppure in cascine o case messe a disposizione per l’occasione.
Giovani e meno giovani, condividendo queste esperienze di vita comunitaria, trovano nella Banda non solo la passione per la musica ma anche la gioia dello stare insieme.