Quanti ricordi mi tornano in mente mentre cerco di fare una valutazione del mio operato. Ovviamente non tutti sono positivi: quante discussioni, quante serate passate alla ricerca di brani che fossero piacevoli ma che allo stesso tempo servissero a migliorare le capacità della banda. Quante persone sono gravitate intorno alla banda e ora, per vari motivi, non partecipano alla sua vita attiva pur continuando a seguirci sempre.
“Tirare le somme”, come si dice in gergo, non è facile.
Mi ricordo che il numero dei bandisti era così esiguo che il compianto M° Albrici, il mio predecessore, molte volte, per i concerti o i servizi, si avvaleva dell’aiuto di validi musicanti di Vilminore; ora l’organico è passato da 25 a 65 componenti.
Siamo passati attraverso i primi concorsi, le esperienze di gemellaggi all’estero, fino ad arrivare quest’anno alla partecipazione al concorso di assegnazione, tenutosi a Grumello del Monte ed organizzato dall’A.B.B.M., dove la giuria ci ha classificati nella 1ª categoria con il punteggio più alto di tutte le bande iscritte.
Se ripenso ai miei primi tentativi di direzione ed alle preoccupazioni per la paura di brutte figure, oggi mi viene da sorridere. L’ultimo episodio significativo è recentissimo: avendo deciso di recuperare un brano di vent’anni fa, come già facciamo per i 10 anni, mi è venuto da dire: ”Non vi ricordate di questo brano?”. Poi, guardandomi in giro, mi sono reso conto che solo pochi avevano già suonato quel brano nel 1982: per la quasi totalità dei bandisti era un pezzo nuovo; molti in quell’anno non erano neppure nati!
Voglio inoltre sottolineare che, in questi anni, il contributo del cosiddetto “gentil sesso” è stato notevole: ha infatti aiutato a migliorare sia il numero che la qualità dei musicanti! Ed ora, pensando a quando andrò in “pensione” (niente salti di gioia: non sarà presto!), dopo aver ricoperto tutti i ruoli: dal semplice bandista (3° trombone) al consigliere, da vice maestro a maestro; non mi resta che aspirare, in futuro, alla carica di presidente.
Il Maestro
Vittorio Alberti