01 L'intonazione .... un bel problema
L’intonazione è da sempre uno dei punti deboli dei complessi bandistici e anche se negli ultimi anni qualcosa è migliorato resta parecchio da fare sia da parte dei suonatori che dei direttori. Una buona intonazione è difficile da ottenere persino con dei professionisti a maggior ragione quindi con suonatori dilettanti perché già gli strumenti stessi per la loro costruzione presentano delle piccole differenze dovute agli armonici che li caratterizzano, differenze che si evidenziano ancora di più con la scala temperata (do diesis = re bemolle). Se aggiungiamo che per i fiati c’é anche il problema di emissione e tenuta del suono (qualche volta dovuto anche al poco esercizio) si capirà come è difficile ottenere una buona intonazione. Ecco allora alcuni suggerimenti pratici. Il suonatore dovrà avere un buon controllo del suono e una buona conoscenza della propria parte, inoltre mentre suona dovrebbe ascoltarsi ed eventualmente correggere il suono se risulta sbagliato quando lo esegue con gli altri (per questo un brano deve provato molte volte. Al direttore spetta il compito (più arduo) di intonare tutti gli strumenti (meglio se dopo una decina di minuti di esercitazione); per questo un buon aiuto può venire dall’uso dell’intonatore anche se l’ultima "parola" deve restare all’orecchio. Dopo aver intonato una sezione si può controllarne 1’intonazione facendo eseguire una triade (accordo) per verificarne la correttezza. Anche l’ordine non va’ trascurato perché alcuni strumenti si raffreddano più in fretta ed allora meglio partire da flauti e trombe per finire con i clarinetti che tengono più a lungo la temperatura. Altro compito del maestro è di curare un organico equilibrato, cercando così di ottenete un buon equilibrio sonoro già all’interno delle varie sezioni.
Il Maestro Vittorio Alberti