So con certezza che, in occasione del prossimo storico anniversario, verrà preparato qualcosa di veramente importante, ma è bene che non anticipi nulla.
Il Direttore, il Consiglio Direttivo, i musicanti, i genitori dei molti giovani che compongono il sodalizio, i soci, gli Amici della Banda e l’Amministrazione Comunale stanno preparando per l’occasione una piacevole sorpresa.
La nostra Banda continua ad essere un importante punto di riferimento per tutti coloro che amano la musica e soprattutto promuove la diffusione e la valorizzazione della conoscenza musicale tra i giovani.
Continua ad essere un punto di riferimento, un’importante for-ma di aggregazione sociale educativa e formativa per i nostri giovani, che hanno avuto la possibilità di attirare notevoli scambi musicali e culturali con complessi bandistici europei.
Abbiamo sempre tenuto presente il primo articolo dello Statuto redatto nel lontano 1853, che recitava testualmente: «La Società Filarmonica di Darfo ha il nobile scopo di procurare alla gioventù un gentile trattenimento che, piacevolmente, intrattenendola, la sottragga ai pericoli dell’ozio».
Il Maestro Vittorio Alberti da alcuni anni ha scelto la valorizzazione del concerto come forma più consona alla divulgazione di un messaggio musicale rinnovato, sia dal punto di vista del contenuto culturale che delle difficoltà tecniche, sapendo di poter contare sull’accurata preparazione di base di tutti i musicanti.
La Banda, che si è fatta apprezzare anche quando si è confrontata con altre realtà musicali europee, intende ringraziare l’Amministrazione Comunale, tutti i Soci e gli Amici per il sostegno morale ed economico da loro avuto ed invita la cittadinanza a partecipare al tradizionale Concerto Augurale di fine anno.
Il Presidente
Quanti ricordi mi tornano in mente mentre cerco di fare una valutazione del mio operato. Ovviamente non tutti sono positivi: quante discussioni, quante serate passate alla ricerca di brani che fossero piacevoli ma che allo stesso tempo servissero a migliorare le capacità della banda. Quante persone sono gravitate intorno alla banda e ora, per vari motivi, non partecipano alla sua vita attiva pur continuando a seguirci sempre.
“Tirare le somme”, come si dice in gergo, non è facile.
Mi ricordo che il numero dei bandisti era così esiguo che il compianto M° Albrici, il mio predecessore, molte volte, per i concerti o i servizi, si avvaleva dell’aiuto di validi musicanti di Vilminore; ora l’organico è passato da 25 a 65 componenti.
Siamo passati attraverso i primi concorsi, le esperienze di gemellaggi all’estero, fino ad arrivare quest’anno alla partecipazione al concorso di assegnazione, tenutosi a Grumello del Monte ed organizzato dall’A.B.B.M., dove la giuria ci ha classificati nella 1ª categoria con il punteggio più alto di tutte le bande iscritte.
Se ripenso ai miei primi tentativi di direzione ed alle preoccupazioni per la paura di brutte figure, oggi mi viene da sorridere. L’ultimo episodio significativo è recentissimo: avendo deciso di recuperare un brano di vent’anni fa, come già facciamo per i 10 anni, mi è venuto da dire: ”Non vi ricordate di questo brano?”. Poi, guardandomi in giro, mi sono reso conto che solo pochi avevano già suonato quel brano nel 1982: per la quasi totalità dei bandisti era un pezzo nuovo; molti in quell’anno non erano neppure nati!
Voglio inoltre sottolineare che, in questi anni, il contributo del cosiddetto “gentil sesso” è stato notevole: ha infatti aiutato a migliorare sia il numero che la qualità dei musicanti! Ed ora, pensando a quando andrò in “pensione” (niente salti di gioia: non sarà presto!), dopo aver ricoperto tutti i ruoli: dal semplice bandista (3° trombone) al consigliere, da vice maestro a maestro; non mi resta che aspirare, in futuro, alla carica di presidente.
Il Maestro
Vittorio Alberti
Si stabilì un calendario di iniziative musicali finalizzate a riproporre al pubblico i brani più caratteristici e significativi del secolare repertorio.
Si decise inoltre, su proposta del Maestro Vittorio, di “intraprendere” una ricerca storica per ricostruire gli avvenimenti e ricordare le persone che con il loro operato hanno lasciato un’impronta nel nostro sodalizio.
Nacque contemporaneamente l’idea di riproporre al nostro pubblico tutto il materiale storico, strumenti, foto, documenti, partiture ecc. recuperato, in una mostra, ed in seguito di preparare una pubblicazione (che molti di voi avranno avuto modo di leggere, dal titolo «LA BANDA» un secolo di musica-storia-cultura nella città di Darfo Boario Terme), che avrebbe raccolto l’intero frutto del nostro lavoro di ricerca.
Il lavoro non si prospettò facile, perché a causa delle due guerre, del disastro del Gleno ed in particolare dell’alluvione del 1960, nel nostro archivio erano rimasti solo pochi documenti, in gran parte recenti.
La ricerca quindi si estese agli archivi parrocchiali, comunali, statali in Valle e Provincia, alla biblioteca “La Queriniana” di Brescia, anche se fu soprattutto grazie alla collaborazione di alcuni privati che si riuscì a reperire la maggior parte del materiale ora in nostro possesso.
Molto appassionanti ed interessanti si sono rivelate le interviste ai musicanti anziani ed alle persone che hanno gravitato intorno alla nostra associazione, proprio perché attraverso i loro ricordi abbiamo riscoperto il sapore della vita d’altri tempi che si è ripresentata a noi con l’identica freschezza di allora.
Abbiamo rivissuto situazioni, avventure, vicende personali, fatti tristi, aneddoti allegri e divertenti, intrisi di una forte umanità. Non meno coinvolgente si è presentato il lavoro di ricerca negli archivi e nelle biblioteche, dove sommersi dai documenti, talvolta siamo riusciti ad individuarne qualcuno che passo dopo passo ci ha permesso di ricostruire con maggior fondatezza storica i primi decenni di vita del sodalizio, fino ad allora avvolti dalla nebbia dell’incertezza e della leggenda.
Solo alcuni mesi dopo la stampa del libro, sono stati reperiti alcuni documenti che testimoniano la nascita del nostro gruppo non nel 1888, come sapevamo fino a quell’anno, ma bensì al 1853 invecchiando così l’associazione musicale di altri 35 anni!
Obbligandoci così a risistemare tutto il materiale preparato per il centenario: loghi, stemmi, gagliardetti e la bandiera.
Oggi a soli 14 anni di distanza ci apprestiamo all’organizzazione del 150° anniversario di fondazione. Il nostro libro, che ci ha dato molte soddisfazioni, verrà aggiornato con i documenti che attestano la fondazione del gruppo nel 1853 anziché nel 1888, ed ampliato con tutte le notizie interessanti, aneddoti e fotografie degli ultimi anni.
Da anni infatti, alcuni ragazzi della banda stanno tenendo puntualmente documentato su un’agenda tutto ciò che avviene (nel bene e nel male!) all’interno del nostro gruppo: gite, gemellaggi, concerti, servizi, cene, matrimoni e nascite raccontate con tanto buon umorismo, ma anche con spirito di cronaca, memori di quanto sia importante ogni singolo documento per ricostruire, a distanza di anni, la vita di un’associazione come la nostra.
Come nel 1988 c’è molto entusiasmo, anche stavolta vogliamo festeggiare degnamente questo importante traguardo con manifestazioni musicali all’altezza del nome che questa banda negli anni si è conquistata in Italia ed all’estero. Abbiamo così pensato di organizzare un concerto in ogni frazione, possibilmente facendolo coincidere con i festeggiamenti del santo patrono del paese, già motivo di festa popolare. Nel periodo estivo abbiamo pensato di concentrare più manifestazioni nei luoghi tradizionalmente più turistici e di maggior richiamo del nostro paese.
È nostra intenzione infatti diffondere il più possibile la musica allegra e festosa, ma non meno importante e degna di nota, di vari complessi conosciuti e stimati per la loro elevata capacità musicale e la loro nomea nazionale. Come per quella grande manifestazione che è stata MUSICA SENZA FRONTIERE, vogliamo pubblicare un CD musicale che raccoglierà i migliori pezzi suonati negli ultimi anni.
Il ritrovo per tutti voi a questi appuntamenti è per il 2003, arrivederci a presto.
Daniele Gabossi
15 febbraio: La Banda Cittadina di Darfo Boario Terme tiene un concerto al teatro S. Filippo in occasione dei patroni S. Faustino e S.Giovita.
9 marzo: La Banda Cittadina di Darfo partecipa alla sfilata di carnevale.
24 aprile: In occasione delle festività pasquali al Palazzo Congressi di Boario si tiene il concerto della Banda Musicale di Bolzaneto (GE).
3 maggio: A Corna si esibisce l’Orchestra “Il Plettro” di Gardone Val Trompia.
1 giugno: Concerto del Coro ANA a Pellalepre
15 giugno: Gemellaggio della Banda Cittadina di Darfo con la Filarmonica S.Cecilia di Sarezzo che termina con un concerto nel parco delle Terme di Boario.
27 giugno: A Bessimo concerto della Banda Cittadina di Darfo
4-5-6 luglio: Nel parcheggio dell’Ex-Conventone di Darfo si tiene la XI Festa Popolare della Banda. Il sabato ad esibirsi c’è il gruppo musicale del lago di Garda “Libera Brass Banb”. La domenica raduno bandistico e sfilata per le vie del comune.
12 luglio: A Fucine concerto della Banda Cittadina di Darfo
19 luglio: A Boario al Palazzo Congressi si esibisce in concerto l’Orchestra di Fiati della Valtellina.
3 agosto: A Boario si esibisce il gruppo folk Bandalpina.
4 settembre: Ad Angone concerto della Banda Cittadina di Darfo.
12 settembre: A Gorzone concerto del quintetto d’ottoni “Sciofar”.
11 ottobre: A Montecchio concerto dell’Incanto Armonico.
27 dicembre: Al Palazzo Congressi di Boario concerto augurale e conclusivo dell’anno di festeggiamenti del 150° anniversario, tenuto dalla Banda Cittadina di Darfo Boario Terme.
In occasione del nostro 150° anniversario pubblicheremo anche una nuova edizione aggiornata e rivista del libro della stroria della Banda, oltre che l’incisione di un CD musicale contenente i nostri brani più belli.
Chiudinelli Cristina
Raineri Davide
Nel calendario annuale della ns. Banda compaiono però numerose occasioni “minori” nelle quali è necessario un presentatore. Non si può certo chiedere a Francesco, impegnatissimo in altre attività (come quella di presidente del Coro A.N.A., per citarne una) di essere sempre con noi. Pertanto, in questi casi, il suo ruolo viene ricoperto da volenterosi musicanti o sostenitori. Quest’anno è toccato a me, e devo dire che, malgrado qualche piccolo “imprevisto”, tutto è andato piuttosto bene. Presentare non è un compito facile: innanzi tutto bisogna cercare informazioni sui vari pezzi (per questo io mi sono affidata soprattutto ad Internet: lì si trova veramente di tutto!). Il secondo passo è la stesura della presentazione: deve essere precisa ma non noiosa, dare degli spunti musicali ma interessare anche il pubblico meno esperto, abbastanza lunga per permettere a chi suona di respirare tra una parte e l’altra, ma non troppo prolissa: il rischio è spezzare il concerto.
Ed infine ci si ritrova con il microfono in mano, davanti a tanta gente, con la preoccupazione prima di non incerpicare, men che meno di fare qualche terribile gaffes. Io però ho una teoria in proposito: una presentazione troppo perfetta, troppo “accademica”, in fondo annoia. Il pubblico che assiste ai ns. concerti “minori” è spesso composto da sostenitori abituali, da compaesani, da persone insomma che ci conoscono e ci amano anche per le ns. piccole imperfezioni: un paio di errorucci, se non gravi, ravvivano la serata e rendono il presentatore più simpatico. In fondo, la piccola “pa-pera”, diverte. Per chi come me, e come Daniele Gabossi e Luigi Tagliabue, è musicante e presentatore insieme, il nervosismo ad un concerto è doppio, perchè doppio è il compito assegnatoci (ma io credo che anche per chi deve solo presentare e non suonare, come nel caso di Silvia Ravelli, ns. sostenitrice e moglie di un componente della Banda, l’emozione non sia da meno). Il pubblico lo sa e, se avviene qualche innocente “imprevisto” è subito pronto a sorriderne ed a perdonarlo. Almeno noi non siamo professionisti! Perchè guardando certi personaggi televisivi penso che a tutti venga da chiedersi: ma le “papere” sono fatte “a doc” oppure il nervosismo non passa nemmeno dopo anni di carriera?
Paola Galli
Elena Barbetti
Perché non dovremmo essere orgoglioso di avere un’associazione che da 150 anni (ancor prima dell’unificazione d’Italia) riunisce giovani e meno giovani con il solo semplice scopo di fare della buona musica?
Perché non dovrei essere orgoglioso di scoprire nella storia della Banda le mie radici più profonde, visto che già cugini, zii, nonni e addirittura bisnonni suonavano qui, prima di me? Perché non dovremmo essere orgogliosi di continuare, con volontà rinnovata e idee nuove, una tradizione culturale così radicata nel nostro paese?
Perché non dovremo essere orgogliosi di avere nella nostra cittadina, una banda assolutamente all’avanguardia, ritenuta (e non certo da noi) una delle migliori in circolazione, riconosciuta a livello nazionale come banda di 1° categoria?
Perché non dovremmo essere orgogliosi del fatto che nella banda suonano amici provenienti da tutte le frazioni e che la banda in questo è l’espressione più autentica di quel senso di comunità che Darfo Boario e frazioni sanno esprimere?
Perché non dovremmo essere orgogliosi di avere un’associazione che viene chiamata all’estero in manifestazioni internazionali a rappresentare l’Italia? Perché non dovremmo essere orgogliosi di avere dei giovani che lavorano e s’impegnano per mantenere gratuiti i corsi d’orientamento musicale per tutti i ragazzi?
Perché non dovremmo esserne orgogliosi? Perché? È forse sbagliato essere orgogliosi di qualcosa che ogni tanto funziona bene, di qualcosa che vive di buona volontà e valori morali ineccepibili? No, non è sbagliato, e allora sosteneteci anche voi e siatene orgogliosi!
Nicola Abondio
Sta di fatto che la banda viene spesso considerata una orchestra di serie B. Non è sembrato però così nell’ascoltare l’esecuzione di Ascension del compositore R.W. Smith da parte della Banda «S. Cecilia» di Manerbio diretta da Arturo Andreoli, o nell’ascoltare la First Suite in Eb di G. Holst dalla Banda di Darfo. Non così nell’ascoltare le esecuzioni della Banda Cittadina di Brescia, in pezzi di P. Sparke, J. de Haan F. Cesarini e C. Gabriele. Esecuzioni equilibrate, ritmicamente precise e, soprattutto, in grado di mettere in mostra delle qualità «sinfoniche» quando non addirittura «cameristiche»: sfumature timbriche e ampie escursioni dinamiche, sfruttamento specifico e differenziato delle varie sezioni e vari passi solistici (di solisti molto bravi). Esecuzioni insomma che per quanto riguarda resa e atteggiamento non hanno niente da invidiare a quello di un’orchestra».
Tutti i venerdì di tutte le settimane, di tutti i mesi dell’anno, ci sono le prove, 45-50 circa. Alle nove di sera i bandisti si trovano alla sede della Banda nella sala prove. Sono tutti lì appollaiati sulle loro sedie nei posti predestinati dal Maestro, con tutti gli strumenti schierati famiglia per famiglia. Ben 60 o 65 bandisti si danno da fare: sbuffano, soffiano, battono, sollecitano i loro strumenti. Fanno smorfie. C’è una ragazza che quando suona sembra che pianga, l’altra fa di tutto per rimanere seria. Quello del basso tuba si gonfia come un gufo quando fa la sua serenata notturna. Ma il più interessante è quello del corno, che quando suona sembra che gli esca il fumo dalle orecchie. Per non parlare poi dei bombardini, che ballano sulla sedia come se avessero delle puntine da disegno sotto il …. , ogni loro faccia ogni loro gesto sono un vero spasso. Descriverli tutti ci vorrebbe un secolo. Sono tutti concentrati a leggere le partiture, il maestro li controlla uno ad uno, quando fanno errori li fulmina con le sue occhiate, poi alla fine dice: va bene andiamo avanti, pronti e dà il via con la sua bacchetta!! Tutti s’impegnano soffocando le risate per le facce che fa il maestro, lasciando cadere le lacrime dagli occhi sugli strumenti, la prova è uno schianto. Il maestro è intransigente, li raggela con la sua voce tonante ”basta„ da capo. Tutto è perfetto la prova si trasforma in un concerto e alla fine tutti rossi in viso e stremati dalla fatica, finiscono di suonare il brano e la prova è andata bene. Ad assistere alle prove si sentono emozioni indescrivibili che solo chi ama la musica può provare e si capisce, perché alla fine i concerti sono così perfetti e armoniosi, fantastici e piacevoli da ascoltare.
L’alfiere
Egidio Pennati