Per contro altri strumenti sono invece andati persi, come la famiglia dei flicorni: i flicorni contralti sono stati sostituiti dai corni, i tenori e baritoni (bombardini) hanno lasciato il posto al più sonoro euphonium, i tuba hanno soppiantato i flicorni bassi. Resta tuttavia la sporadica presenza del flicorno soprano, a volte usato come solista.
Altre famiglie si sono invece arricchite. Ne è un esempio la sezione delle percussioni che oggi, oltre ai tradizionali cassa piatti e tamburello, vede al suo interno timpani, xilofono, vibrafono, campane tubolari, batteria e un’infinità di altri strumentini.
Si può riscontrare anche una notevole evoluzione nella famiglia dei legni: 150 anni fa prevalevano infatti gli ottoni, oggi invece i clarinetti sono la base dell’organico e, nonostante si siano persi alcuni piccoli legni quali il “sestino” o il “terzino”, hanno guadagnato importanza i “legni bassi”, ossia il clarinetto contralto e il clarinetto basso.
Insomma, il nostro organico in questi anni è stato orientato verso l’organico ormai internazionale della “symphonic band”, anche se per completarlo ci manca sempre quel benedetto fagotto!
Vittorio Alberti
Devo confessare candidamente che, da ex bandista che nel 1988 ha festeggiato il centenario di costituzione, mi sono sentito stranamente a disagio.
Mi è sembrato per un attimo di essere nella stessa situazione del protagonista (astronauta) di quel film che, dopo un viaggio spaziale alla velocità della luce durato pochi mesi, rientra sulla Terra e trova i calendari spostati in avanti di centinaia di anni.
Vi assicuro che è stata una sensazione inusuale, improvvisamente “relegato” al passato remoto della storia della Banda. Eppure ho soli 33 anni!
Facendo uno sforzo di memoria, e ricordando qualche stralcio di testo scolastico di storia... per Bacco! La banda di Darfo è più vecchia dell’Italia! Ne sono passate di note in riva all’Oglio… Ne sono trascorse di serate in allegria …
Quanti volti e quante voci hanno costruito, con tanta passione, la realtà bandistica di oggi. Chissà quanti di Voi, guardando le fotografie sul libro della Banda, riconosceranno i nonni, gli zii, gli amici. E prima di loro i bisnonni, i parenti che oggi troviamo solo inseriti nell’albero genealogico, o ancora coloro dei quali si è sentito parlare e di cui si raccontano storie spesso assai buffe.
La storia di Darfo è passata anche attraverso la Banda Cittadina.Ecco allora che è proprio vero che la Banda è, ed è sempre stata, una famiglia, ma non solo per i bandisti di oggi, ma per tutti i cittadini di Darfo.
Avendo lasciato da ormai parecchi anni l’ambiente, mi ha fatto estremamente piacere tornare da “fidato collaboratore” in occasione di due degli appuntamenti musicali che mensilmente hanno scandito quest’anno particolare.
Il Gran Galà dell’Operetta e l’appuntamento classico di metà ottobre con l’ensemble L’incanto armonico presso la Chiesa Parrocchiale di Montecchio mi hanno confermato, così come altri appuntamenti che ho piacevolmente seguito come spettatore, che il seguito di supporters ed affezionati è in continua crescita.
Sia giovani che energici amici dall’elmo come l’argento seguono entusiasti questo gruppo grande nel numero, ma piccolo all’anagrafe. Sarà forse perché i musicanti trasmettono la loro voglia di divertirsi anche al pubblico? Fate un poco Voi. Io non ho dubbi.
E sembra che li abbia nemmeno l’Amministrazione Comunale, visto che sostiene con energia le iniziative, anche quelle più garibaldine, di questa solare realtà.
Concludo con un sincero complimento a tutti coloro che hanno faticato, lavorato, speso tempo, discusso per realizzare tutti gli appuntamenti messi in calendario: i buoni risultati sono sempre conseguenza di un lavoro serio e costante, mai affidato al caso.
Se è vero che la soddisfazione è un piatto che si svuota in fretta, lo è altrettanto che l’appetito vien mangiando.
La nostra festa popolare nasce undici anni fa, con lo scopo di raccogliere fondi per mantenere gratuiti i corsi di orientamento musicale per i ragazzi. Con grandi sforzi da parte di musicanti, sostenitori e genitori dei bandisti è diventata un bell’appuntamento annuale che ci aiuta a divulgare la cultura bandistica e non ultimo ci aiuta economicamente a sostenere le attività musicali dell’associazione. Tuttavia nonostante i buoni risultati ottenuti, la festa popolare non è mai decollata come hanno fatto le grandi sagre paesane (Fucine o Erbanno per citarne alcune).
Nonostante il tanto lavoro fatto, la buona volontà di migliorare di anno in anno, la nostra festa è rimasta, seppur in crescita costante, una piccola festa. Pulita, ordinata, credo abbastanza ben fatta ma pur sempre piccola. Non abbiamo l’ambizione eguagliare i colossi dei casoncelli, o dell’anatra o qualcos’altro, ma l’ambizione di vedere i capannoni strabordanti di gente per tutte le tre serate della festa, sì. Le ragioni del mancato decollo della festa sono molteplici, e se avessimo delle risposte non staremmo a discutere di tutto ciò. E’ tuttavia da osservare che le grandi sagre diventano tali quando esistono i presupposti per la concatenazione di tre fattori, a parer mio, fondamentali: in primo luogo le grandi sagre nascono quando un intero paese, (e non un gruppetto di volenterosi musicanti), si muove, trascinando amici e parenti nell’obiettivo comune; in secondo luogo la festa è in grado di offrire una eccellente gastronomia e un servizio adeguato, oltre ad un intrattenimento adatto a rendere gradevole la serata. Se non ci sono i presupposti per il primo fattore, difficilmente si passerà al secondo, se non ci sono i presupposti per il secondo fattore, difficilmente si passerà al terzo e fondamentale fattore: la massa degli ospiti. Quindi il terzo punto è: una festa decolla solo quando la garanzia di trovare tanta gente, amici e conoscenti, attira le persone, e le persone vanno alla sagra perché diventa un punto d’incontro garantito. Tutto questo teorema cerca di dare una interpretazione al “galleggiare” della nostra barca: credo che sostanzialmente i tre fattori, fino a quest’anno, non si siano mai allineati.
Ma a luglio, questa volta, ci siamo davvero avvicinati: grazie all’occasione del 150° anniversario di fondazione abbiamo voluto “investire” molto più del solito nell’intrattenimento, quest’anno davvero eccezionale e unico col magnifico gruppo del liscio, la superlativa brass band ed i concerti delle bande di Vallecamonica. Lo sforzo economico ha ripagato veramente bene, talmente bene che al sabato, e vi assicuro questa non è fantasia, la brass band è piaciuta a tal punto che i nostri ospiti dopo cena, invece di godersi la serata bevendo qualche bicchiere in più com’è solito accadere, sono rimasti a bocca aperta ad ascoltare ed applaudire lo spettacolo. Primo risultato: le consumazioni al bar si sono arrestate con ovvia perdita per l’incasso. Ma va benissimo così poiché uno degli obiettivi della festa popolare è anche quello di divulgare la cultura musicale bandistica. Secondo risultato: la serata successiva ha subito un aumento mai visto di ospiti, molto probabilmente attirati dalle voci positive della serata precedente. La buona riuscita del venerdì ha attirato gente al sabato, il sabato ha attirato gente per la domenica e la domenica eccezionalmente ricca di ospiti si spera farà da traino per l’anno prossimo. Che sia davvero l’anno del centocinquantesimo ad offrire un trampolino di lancio per il decollo della nostra festa??? Ce lo auguriamo ma mentre noi anche l’anno prossimo ce la metteremo tutta per perfezionare il servizio, voi preparate lo stomaco e la voglia di festeggiare la nostra e la vostra banda!!!
Era nostra intenzione festeggiare l’avvenimento portando tanta musica a tutti i nostri concittadini per dividere con loro questo nostro momento magico.
Con l’aiuto concreto dell’Amministrazione Comunale siamo riusciti ad organizzare, in tutte le frazioni del Comune, una ventina di concerti di vari generi musicali con gruppi e musicisti di fama internazionale e di elevatissimo livello qualitativo.
La risposta del pubblico che di volta in volta ha partecipato numerosissimo, è stata entusiasmante.
I concerti hanno spaziato dalla musica prettamente bandistica a quella classica e colta, dalla musica folk a quella etnica e contemporanea.
La nostra Banda ha così avuto ancora tante occasioni per intrecciare amichevoli rapporti con musicisti italiani e stranieri e di arricchirsi di esperienze culturali e umane.
Ma molte altre sono state le attività che hanno coronato questo anno straordinario.
Prima fra tutte il libro che avete fra le mani che ci ha impegnato notevolmente nella massiccia revisione e ampliamento della precedente pubblicazione, datata 1988, con tutto il materiale di cui eravamo venuti in possesso da quella data ad oggi.
Il gemellaggio con la banda di Sarezzo in Giugno e il raduno a Toscolano Maderno in agosto per il 150° anniversario della Banda locale, sono stati un’ulteriore occasione per incontrarci festosamente tra colleghi.
La Banda giovanile quest’anno ha ampliato il suo organico e i sui orizzonti, collaborando, con due bellissimi concerti, con insegnanti e studenti delle scuole elementari e con un’altra realtà musicale del nostro comune: il coro “Il coriandolo”.
La “Festa della Banda”, con un’organizzazione ormai rodata da undici anni di edizioni, si è concessa allo spettacolo con gli amici della strepitosa “Libera Brass Band” ma soprattutto ha ridonato a Darfo l’emozione dei raduni bandistici del passato con le Bande di Bienno, Borno, Capo di Ponte e Vezza d’Oglio.
Anche sul piano sportivo i musicanti si sono dati da fare piazzandosi al terzo posto al torneo di calcio organizzato dalla Banda di Pisogne, dedicato esclusivamente alle compagini delle bande musicali.
Insomma un anno, il 2003, vissuto intensamente dalla nostra associazione.
Spinti da voglia di imparare, da amici, parenti e genitori, molti iniziano a frequentare il Corso di Orientamento Musicale.
Ma chi gli insegna? In effetti, qualcuno c’è.
Da moltissimi anni sono organizzati corsi di musica per avvicinare i giovani alla banda. Uno l’ho fatto anche io seguendo le indicazioni e gli insegnamenti dell’allora e dell’attuale M° Direttore Vittorio Alberti.
Da poco entrata nella banda, mentre aspettavo il mio turno per provare lo strumento, mi hanno chiesto di provare solfeggio (letture delle note) ad altri bambini che erano lì.
Così fu che nel 1988 ho iniziato a provare solfeggio insieme con altri volenterosi.
Poi, più avanti mi è stato assegnato come compito ufficiale e non ho ancora smesso.
Si continua così, il giovedì pomeriggio dalle 14 alle 18:30, ad andare avanti, tra allievi più o meno capaci e vogliosi di apprendere note e strumenti; ma la soddisfazione più grande è vedere il loro e il nostro impegno premiato quando entrano a far parte della Banda Cittadina di Darfo Boario Terme.
Floriana Alberti
Due solisti, capaci per se stessi di suonare e suonare bene.
A ciò ognuno è giunto con fatica, scuola, esercizi.
Due solisti che hanno trovato, uno nell’altro, la giusta combinazione di capacità e di meta da realizzare (il suono).
Due solisti che con fatica ed esercizio hanno combinato note, tempo e ritmo.
Due solisti uno rispettoso dell’altro ed uno che dona all’altro la capacità di realizzarsi.
Due solisti che fondono il suono in modo da sembrare unico:
nessuno dei due prevale sull’altro.
Due solisti che uniti fanno un’armonia piacevole per loro e per gli altri.
Due solisti che si donano a vicenda la propria arte di suonare per un’unica melodia di arte nel vicendevole consenso.
Due solisti che si compensano sforzo, fatica e qualità per dividersi l’onore ricevuto, che però è anche tutto di ogni singolo.
Due solisti che sanno leggere tra le righe della quotidianità le note di lode e ringraziamento a Dio, autore della loro storia.
Due solisti che sanno scrivere la musica della vita:
i figli, autentici pezzi di gioia per la famiglia.
La coppia è composta da due solisti nell’arte di vivere per cercare e gustare una nuova musica:
il duetto, la vita.