50 Un problema con la S.I.A.E

Tra le molteplici spese che gravano sul bilancio di gestione della nostra banda ci sono naturalmente le tasse ma anche l’obbligo di versare un particolare tipo di contributo.
A riscuotere questo “gruzzolo” ci pensa la S.I.A.E. (Società Italiana Autori Editori).
E’ questo un ente che difende i diritti finanziari di autori di musica, scrittori… e degli editori che ne pubblicano le opere.
Tutti questi però devono essere iscritti alla S.I.A.E. e per gli autori di musica ciò comporta la promozione ad un esame di ammissione.
L’opera di un musicista iscritto, così, viene tutelata da copiature e dalla diffusione gratuita del prodotto; egli infatti percepisce un compenso ogni qualvolta, in occasione di manifestazioni o altro, esso viene usato. Infatti, ad un concerto (come al cinema o a teatro) ogni spettatore, pagando, riceve un biglietto marchiato dalla S.I.A.E.; questa si assicura così una quota dell’intero prezzo che dividerà, in percentuali differenti, fra l’autore (o gli autori) della musica eseguita, le sue casse e quelle dello Stato Italiano (sotto forma di vere e proprie tasse).
Se il pubblico non paga il biglietto, come ad esempio ad un concerto della Banda, chi esegue la musica paga di tasca propria la quota dovuta alla S.I.A.E. in base al numero dei pezzi eseguiti e programmati, compilando un apposito foglio chiamato “Borderò” che viene consegnato all’ufficio S.I.A.E. della zona.
A che tutto funzioni come stabilito sono preposti degli agenti con la facoltà di controllare l’esatta compilazione dei borderò, la reale corrispondenza dei brani eseguiti e la regolarità dei permessi.
Fu proprio uno di questi agenti che, durante il concorso organizzato dalla Banda di Darfo nel Settembre 1960 a Boario,riscontrò una discordanza fra brani eseguiti e brani programmati, contestando alla nostra banda l’accaduto in quanto responsabile dell’organizzazione.
L’irregolarità consisteva nel fatto che due brani, per l’esattezza “Strisce e Stelle” e “Poeta e Contadino” non erano stati programmati. L’allora segretario non si perse d’animo e con una lettera di risposta si giustificò dicendo che la compilazione dei borderò era totalmente a cura delle varie bande partecipanti e pertanto non si poteva imputare nessuna responsabilità all’organizzazione.
Inoltre, la banda che probabilmente eseguì i pezzi “incriminati” possedeva uno speciale permesso dell’ufficio S.I.A.E. della zona di provenienza.
Aggiunse infine che quel giorno si trovava di passaggio a Boario una banda del milanese in gita sociale, del tutto estranea alla manifestazione; non poteva così escludere la possibilità che gli agenti avessero assistito a esecuzioni effettuate da questa banda scambiandola per una di quelle partecipanti al raduno.
Il Faustinoni concluse la lettera scusandosi per la tardiva risposta essendo stato in quel periodo impegnato per l’alluvione che aveva distrutto in quei giorni tutto il materiale didattico e musicale con l’allagamento della nostra sede.
I responsabili della S.I.A.E. giudicarono giusta la replica del nostro segretario e, forse anche per non infierire ulteriormente verso chi già tanto aveva subito, condonarono la penale ed archiviarono il caso ammonendoci però per il futuro con la richiesta di una più attenta ed accurata programmazione, a rispetto dei documenti.
Permesso di esecuzione rilasciato alla Banda di Darfo per l'anno 1923