05 L'origine delle bande musicali nel Bresciano
La costruzione di strumenti ad arco e fiati, che trova il suo punto di partenza nelle botteghe artigiane bresciane (si fa risalire l’invenzione del violino a Gasparo da Salò) e la fiorente attività nella costruzione di organi, fanno sì che la fama musicale di Brescia assuma fin dal 1500 importanza Europea. Già nel 1350 il Comune di Brescia stipendiava un corpo di trombettieri detti “TROMBETTA” che avevano il compito di accompagnare l’addetto comunale nella sua mansione di diffondere le “grida” emanate dalle autorità.
I Trombettieri dovevano inoltre partecipare alle cerimonie, alle feste, ai tornei e alle giostre.
Nel XVI secolo Brescia era nota anche per il numero e la bravura dei suoi strumentisti che troviamo chiamati in varie corti italiane (Mantova, Firenze, Ferrara, Milano e Venezia) ed europee (Reale Corte di Sassonia e Dresda). Essi erano “artisti abilissimi nel suonare trombette, tromboni, cornetti, pifferi, cornamuse, pifferi all’alemanna et viole da brazo”.
Se negli inizi del XIII secolo il termine “banda” stava ad indicare gruppi girovaghi di musicanti, nel XVIII secolo fu usato a definire un complesso strumentale nato dall’evoluzione delle fanfare per l’aggiunta dei legni e delle percussioni. La banda si afferma alla fine del 1700, quale complesso di strumenti a fiato e a percussione, con la discesa in Italia di Napoleone Bonaparte che entra vittorioso a Brescia il 27 maggio 1796.
Infatti, si deve alla Francia rivoluzionaria tutta una serie di feste e cerimonie per le quali la Banda riceve nuovo impulso.
Troviamo la prima notizia comunicata della presenza di una banda sul “Giornale Democratico” del 13 ottobre 1798: era una banda militare.
Durante l’occupazione austriaca si assiste in tutta la provincia ad un fervore di iniziative tra le quali l’organizzazione di alcune scuole di musica gratuite rivolte in particolare ai giovani. La vita di queste associazioni denominate “filarmoniche” non era facile perché nessuna di queste poteva organizzarsi a svolgere attività senza la previa autorizzazione delle autorità della Polizia austriaca. Il loro scopo principale era l’educazione dei giovani all’arte musicale, attraverso un impegno personale costante che aiutava ad evitare l’ozio, occupare proficuamente il tempo libero e allontanava dalle osterie, spesso fonte di degradazione morale e fisica.
Il consiglio della filarmonica era formato dal Delegato Politico, designato dalle autorità di polizia austriaca, da un direttore e da un vice direttore, da un cassiere e dall’economo.
Il delegato politico aveva il compito di “Speciale sorveglianza” sui sentimenti e sugli orientamenti politici dei soci filarmonici. Nel 1835 iniziò la pressione delle autorità austriache affinché le bande bresciane suonassero l’Inno Nazionale Austriaco.
Di conseguenza alcune filarmoniche per non ottemperare a questa imposizione sospesero le loro attività. Lo sviluppo delle bande continuò nelle valli e nella pianura nonostante tutte queste limitazioni.
Sembra che la banda più antica della provincia sia quella di Salò sorta nel 1818 come banda municipale che ebbe l’approvazione dell’Imperiale Regio Governo di Milano il 24 febbraio 1823. Verso la metà del secolo XIX ne seguirono altre fra le quali: la filarmonica di Palazzolo (1846), Breno (1850), Toscolano Maderno (1853), Pisogne (1857), Orzinuovi (1860), Iseo (1861), Desenzano (1874), Rovato (1874), Gardone Val Trompia (1874), Leno (1879), Calvisano (1880), Sarezzo (1886).
Risultano attive da notizie tratte dal quotidiano “La Provincia” nel 1887 le seguenti bande: Lovere, Marone, Pisogne e Alzano.
Un potenziamento, di impronta patriottica, si ebbe con l’unità d’Italia, quando parecchi paesi istituirono fanfare e bande specie per celebrare feste patriottiche. Da allora furono presenti anche per le feste religiose e i funerali.
Con il contrasto sempre più profondo tra Chiesa e Stato anche nel campo bandistico si ebbero contese e in alcuni paesi nacquero addirittura due bande (Liberale e Cattolica, rossa e bianca) in lizza fra loro.
Altra fonte dell’istruzione musicale fu la scuola di musica, sotto nome di Istituto filarmonico Venturi, in cui venivano insegnati canto e strumenti; questa scuola venne istituita nel 1862 dal Comune di Brescia con i redditi del patrimonio ereditato da Carlo Antonio Venturi seguendo le sue ultime volontà.
L’importanza di questa istituzione fu che diede la possibilità anche alle classi meno abbienti di entrare a far parte del mondo della musica. Questa apertura sociale sarà una linea di condotta seguita per oltre un secolo di attività dell’istituto, che diverrà Conservatorio di Stato nel 1971. Insegnarono all’istituto Venturi fra gli altri i maestri di banda Gaetano Tosi e Gentile Vasini, che furono i pionieri della diffusione delle Bande nella Provincia di Brescia.