Domenica 19 agosto (2007) la OMAVV si è permessa il lusso di fare la sua prima gita ufficiale.
Più che gita direi una scampagnata, anzi, una smontagnata, con tanto di ascensione in vetta al Monte Guglielmo (1948 m s.l.m., robetta facile, in teoria), ma solo per quelli che avevano il fisico (meno della metà).
Gli altri si sono goduti comunque una riposante giornata in mezzo ad un incantevole paesaggio alpino.
Nota importante : le foto non le ho fatte io ma perlopiù il Calvo. Fate sostare il puntatore del mouse sulle foto per un attimo per vedere la didascalia.
Ma, come sempre, andiamo con ordine.
Presa alcuni giorni prima la decisione durante una prova, i baldi componenti della OMAVV, Nicola (basso tuba, detto Nikcader), Armida (euphonium), Giorgio (troma, detto Attila) con relativa consorte Elena, Massimo (tromba, detto Storm) con relativa fidanzata Naomi (clarinettista della banda di Casazza), Daniele (Clarinetto, detto Il Calvo), Lorena (clarinetto nonchè consorte del Calvo), io (percussioni, detto Gong) con relativa consorte Angela, e con la sola eccezzione di Davide (trombone, detto Shait), purtroppo impegnato, si sono trovati a Pisogne al fantasmagorico orario, almeno per la media di chi va in montagna, delle 09.15 , nonostante le previsioni meteorologiche pessimistiche del pomeriggio.
Roba da meritarsi un richiamo ufficiale dal C.A.I. .
Da Pisogne, la bella cittadina sulla punta nord del lago d'Iseo, 45 minuti di auto per salire in quota fino a Passabocche, dove, zaini in spalla, abbiamo imboccato una bella strada nel bosco di conifere e faggi verso il rifugio Medelet, a 1566 metri s.l.m.
Il rifugio è gestito da volontari dell'Operazione Mato Grosso e tutti i proventi della gestione vengono devoluti a Don Ugo De Censi, a Chacas in Perù, il fondatore appunto dell'O.M.G.
Mezz'ora di cammino ed ecco apparire il rifugio adagiato su un largo spazio erboso, a cavallo tra la Vallecamonica e la Valtrompia.
In effetti, con pochi minuti di cammino dal rifugio è possibile portarsi in una zona panoramica da dove, con lo sguardo, si può spaziare fino al Colle di S.Zeno, gli impianti di Monte Campione, il Passo del Maniva, il paese di Pessoro e un panorama stupendo sulle attrezzate e numerose malghe di questa zona della Valtrompia.
Qui il gruppo si divide in due, quattro di noi decidono di godersi il panorama sul posto mentre gli altri sei decidono di affrontare la salita fino alla cresta che porta in vetta al monte Guglielmo.
Tempo previsto : 1 ora e 45 minuti.
Due dei sei eroi (io e mia moglie) dopo poco più di 30 minuti di cammino su un sentiero ripido e molto sdrucciolevole a causa delle recenti piogge, dopo aver fatto tristi elucubrazioni sul tempo che stava peggiorando (e aver sputato anche l'anima), decidono di raggiungere i quattro saggi che intanto, al rifugio, si stavano tranquillamente rifocillando.
Il pasto del mezzogiorno, nonostante le pessimistiche previsioni, si è tranquillamente consumato sotto un bel sole caldo.
Diversa la situazione in vetta al Guglielmo per gli altri quattro temerari, che speranzosi di vedere lo splendido panorama sul Lago di Iseo che si può ammirare dalla vetta, non hanno altro che potuto farsi fotografie tra di loro con alle spalle solo .... nuvole e nebbie.
Ma tant'è, la fame c'era lo stesso, la pioggia restava attaccata alle nuvole, e così, i quattro, hanno consumato la loro “razione K” davanti al bel monumento del Redentore posto sulla cima.
Nel pomeriggio il cielo si è schiarito, come si sa, la fortuna aiuta gli audaci, e tutto il gruppo, riunitosi al rifugio Medelet, ha passato il pomeriggio chiacchierando, giocando a carte, ridendo e scherzando.
Non è mancato anche chi si è fatto un breve pisolino crogiolandosi al sole, senza mettersi in costume però, vista la temperatura non proprio invogliante.
Io e mia moglie, umiliati dal fallimento dell'ascesa al Guglielmo, abbiamo fatto, per compensare, una mezzora a piedi (su un sentiero piano) tra le malghe vicine con tanto di mucche al pascolo, fino al versante della Valtrompia, godendoci uno stupendo panorama con tanto di descrizione geologica e toponimi locali grazie all'intervento di un escursionista che passava di lì, molto esperto dei luoghi e anche molto gentile.
Il pomeriggio versava al termine (anche le bottiglie di vino erano ormai state “versate al termine”).
Delle scure nubi si stavano addensando sul lago, a est, e dopo una merenda con i formaggi che il Calvo aveva, conoscendo i suoi polli, portato per tutti e dopo le rituali foto di gruppo, ci siamo avviati verso valle, in mezzo al bosco, sulla via del ritorno.
Una giornata rilassante, se non per le gambe, decisamente per lo spirito, come del resto è normale quando si percorrono i sentieri delle nostre bellissime montagne bresciane.
E quando si cammina in mezzo ai loro boschi, pascoli, rocce e laghetti alpini, con gli amici, in allegria, sembrano ancora più belle.
Arrivederci alla prossima gita, magari sulla neve, con gli sci o le slitte, con qualche vestito in più addosso ma con la stessa grande dose di amicizia e allegria.